MÜLLER: IN VATICANO IL POTERE HA LA PRIORITÀ SULLA FEDE IN
CRISTO. UNO SVILUPPO DA CORREGGERE.
Il cardinale Gerhard Müller nei giorni scorsi ha presentato in Germania il suo libro (Il Papa. Missione e mandato). A Mannheim, in un incontro organizzato da Gloria Thurn und Taxis al Reiss-Engelhorn Museen erano presenti anche mons. Georg Gaenswein e mons. Wilhelm Imkamp, direttore di un sito di pellegrinaggi, Maria Vesperbild. L’incontro – una specie di tavola rotonda – è stato moderato da uno storico della chiesa protestante, Christoph Markschies.
Il porporato, già Prefetto della Fede, ha fatto alcune dichiarazioni interessanti, in particolare sul rapporto fra magistero papale e teologia. Una “competenza teologica” profonda e organizzata deve essere il fondamento “dell’autorità magisteriale”. Come riporta il Tagespost, è possibile “basarsi solamente sull’ispirazione dello Spirito Santo? Un’idea che mette i brividi per il professore dogmatico. Müller si riferisce qui all’esempio di San Roberto Bellarmino (1542-1621); egli indicò a Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1536-1605) in parole chiare la sua mancanza di competenza teologica.
Secondo un’altra fonte, il Mannheimer Morgen, il cardinale ha citato le parole precise di san Roberto Bellarmino: “Non sapete nulla di questo!”, così come le disse al Papa. Il giornale online continua: “Questo accadde molto tempo fa. Ma il cardinale Gerhard Ludwig Müller lo ha nominato esplicitamente come suo modello, e ha citato quella frase con gioia”. Secondo il Morgen, è chiaro che la ferita del recente licenziamento dall’incarico di Prefetto della Fede “è ancora profonda, molto profonda”.
Il Mannheimer Morgen riporta poi alcune frasi del porporato sulla situazione attuale in Vaticano. Invece della Congregazione (per la Dottrina della Fede, n.d.r.) la Segreteria di Stato è considerata adesso l’istituzione più importante: “Diplomazia e questioni di potere ora hanno la priorità e questo uno sviluppo sbagliato e cruciale, che deve essere corretto”. La fede cristiana dovrebbe essere al centro, secondo Müller, e il papa dovrebbe essere semplicemente “un servo della salvezza”.
Come esempio il cardinale ha citato la recente visita del Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, a Mosca, e l’impressione pubblica he se ne è avuta. Le immagini d Parolin con Putin e con il Patriarca Kirill secondo Müller “danno una visione fatale, perché uno può cadere qui nella trappola di pensare che religione e politica sono una cosa sola”.
Quando la Chiesa si è concentrata sulla politica e sul potere non è mai stato buono. “Il centro del papato non è il papa stesso, ma la fede cristiana”, ha detto il cardinale, che si augura anche “una preparazione teologica più chiara nei documenti ufficiali”.
È interessante anche quello che ha detto l’arcivescovo Gaenswein. Secondo il Tagespost il Prefetto della Casa pontificia ha detto: “Non mi sembra che i cattolici abbiano abbandonato l’unità con il papa. SE dei cardinali criticano dichiarazioni e comportamenti del papa, che cosa c’è di male?”. E ha sottolineato che il papa stesso ha chiesto che si parli con chiarezza. “L’ufficio papale deve tollerare che un cardinale o un altro siano di opinioni diverse”. Nella storia ci sono state critiche ai papi, e Gaenswein ha concluso: “Non vedo questo come una critica all’ufficio del papa, ma una critica a certe dichiarazioni che possono essere state male interpretate da alcune persone, anche al di fuori della Chiesa”.
L’immagine è cortesia del Tagespost.
MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2017/09/14/muller-in-vaticano-il-potere-ha-la-priorita-sulla-fede-in-cristo-uno-sviluppo-da-correggere/
Cavalieri di Malta: Boeselager perde davanti al tribunale di
Amburgo
Riportiamo un importante notizia pubblicata il 13 settembre dal sito kath.net.
Nuova svolta nel giallo che riguarda i Cavalieri di Malta e il loro Gran Cancelliere in carica, Albrecht von Boeselager. Boeselager aveva avviato una procedura giudiziaria contro il giornale cattolico on line KathNet. Sul punto decisivo, il tribunale territoriale del Land di Amburgo ha stabilito che è vera l’impressione derivante dall’articolo incriminato, secondo cui Albrecht von Boeselager «ha lui stesso dato origine a tutte le critiche che gli sono state rivolte, anche per quel che riguarda la sua conoscenza di tutte le circostanze rilevanti».
Con ciò, il Tribunale ha riconosciuto come un dato di fatto che Malteser International, anche dopo che l’opinione pubblica era venuta a conoscenza che nel Myanmar erano stati distribuiti aiuti umanitari comprendenti dei preservativi, ha proseguito per alcuni mesi con questa iniziativa umanitaria e che questo è avvenuto col pieno consenso e la piena avvertenza del signor Boeselager. In questo modo l’ingiunzione interlocutoria, che Boesalager aveva ottenuto in sede giudiziaria dopo l’articolo pubblicato da Kath.net, è stata cassata proprio su questo punto decisivo.
Sulla preistoria dei fatti: poco meno di un anno fa si era arrivati all’interno dell’Ordine dei Cavalieri di Malta alle dimissioni del Gran Cancelliere, Albrecht von Boeselager. L’allora Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, Fra Matthew Festing, aveva rimproverato al Tedesco di aver violato, nella sua funzione precedente di Grande Ospitaliere dell’Ordine, la dottrina morale della Chiesa, dato che era a conoscenza della distribuzione di mezzi contraccettivi nel quadro di progetti umanitari internazionali dei Cavalieri di Malta e di non averla interrotta. Boeselager aveva respinto questa critica e avviato un ricorso interno all’Ordine contro le proprie dimissioni. Il Vaticano e il Papa erano stati coinvolti in prima persona ed erano giunti alla conclusione che le accuse contro Boeselager fossero infondate. Per questo motivo, Festing, su pressione del Papa, si era dimesso e Boeselager era stato rimesso in carica.
Con la sentenza del tribunale di Amburgo, ora, anche questa procedura si trova, de facto, a essere messa in questione. Il Papa è stato informato male? Festing aveva ragione e, quindi, è stato ingiustamente costretto alle dimissioni? Boeselager è ancora nelle condizioni sostenibili per fungere da Gran Cancelliere di un Ordine cattolico?
Nella sentenza di Amburgo, che questa settimana è stata trasmessa in forma scritta a Kath.net, si legge, con un richiamo all’articolo di Kath.net del 26 dicembre 2016 contro cui Boeselager si era mosso sul piano giudiziario:
«Tutto il terzo paragrafo dell’articolo si pone in maniera critica nei confronti di diversi aspetti del lavoro della parte Richiedente (la parte attrice, i.e. Albrecht von Boeselager) come ospitaliere, per dimostrare la tesi, presentata all’inizio, secondo cui una piccola cerchia di area linguistica tedesca vorrebbe sì mantenere i vantaggi dell’esclusività e della sovranità, ma allentare il vincolo con la dottrina cattolica e il legame con il Papa, che, a loro parere, sono troppo stretti. Ne deriva per il lettore, a parere della camera giudicante in maniera cogente, che il Richiedente è lui stesso, con la sua condotta, all’origine delle critiche citate, cosa che, di necessità, riguarda anche la sua conoscenza di tutte le circostanze rilevanti. Questa impressione, a livello processuale, secondo il risultato dell’azione di opposizione e della sua contradditorietà, può peraltro essere considerata come consistente (vera)».
Boeselager aveva, invece, argomentato, sia pubblicamente che nel confronto giudiziario, di non avere avuto alcun influsso operativo diretto sull’azione umanitaria di Malteser International, che quelle circostanze non rientravano tra le sue responsabilità e che, una volta messo al corrente degli abusi, era intervenuto subito e vi aveva posto fine.
Da notare è che, nel frattempo, tutte le affermazioni e i links su questo argomento sono scomparse dalla Homepage ufficiale dei Cavalieri di Malta di Roma.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.