Don Luigi Giussani è stato «profeta dell'incontro con Dio», ha detto nella basilica vaticana il Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, celebrando la messa nel settimo anniversario della morte del fondatore di Comunione e Liberazione e del trentennale del riconoscimento pontificio della fraternità. Il testo dell'omelia è stato riportato oggi dall'Osservatore romano. Giussani, ha detto il cardinale, è stato un «profeta dell'insopprimibile anelito dell'incontro con Dio per l'uomo del nostro tempo; incontro con la Persona di Gesù nel quale 'Dio si è fatto uomò; incontro con la Chiesa, luogo della compagnia dei cristiani in cammino verso e dentro la vera vita». Nella basilica di San Pietro, il porporato ha presieduto il rito per i fedeli della diocesi di Roma appartenenti al movimento di don Giussani all'indomani dei primi adempimenti compiuti — il 22 febbraio scorso nel duomo di Milano — in vista dell'avvio formale della causa di beatificazione e canonizzazione del fondatore. «Con il percorso della causa - ha detto ancora Bertone - ci attende l'esperienza di un appassionante coinvolgimento alla sua audacia di cristiano e di sacerdote», quindi il Segretario di Stato ha rievocato quella «fede, che genera continuamente un'autentica e profonda libertà», che «è stata la stella polare di don Giussani, il filo unificatore tra il suo pensare, il suo credere e il suo vissuto quotidiano. Sul suo esempio e alla luce dei suoi insegnamenti — ha esortato i presenti — anche voi oggi siete chiamati a una verifica sincera della vostra fede: nella relazione con Cristo, infatti, si ridesta il senso religioso, vale a dire l'umanità più vera che, nella sua natura più intima, consiste in una sete inesauribile, che solo Dio può colmare».
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