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giovedì 29 aprile 2021

La Perfetta coerenza

Ddl Zan, la resa dei vescovi affretta la dittatura Lgbt

Una Nota della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) chiede solo dei miglioramenti al disegno di legge contro omofobia e transfobia e invita al dialogo senza pregiudiziali, dando così disco verde all'approvazione del ddl che, nel frattempo, è stato calendarizzato al Senato dopo settimane di polemiche e rinvii. Il testo della Nota CEI è l'espressione di una Chiesa impaurita, che rinuncia ad affermare la Verità, con un forte complesso di inferiorità davanti al mondo.



Sarà pure una coincidenza, però appena dopo la pubblicazione ieri mattina della Nota dei vescovi italiani (CEI) sul ddl Zan, si è sbloccata la situazione in Senato e il disegno di legge su omofobia e transfobia, dopo settimane di stallo e polemiche, ha avuto il via libera per la discussione in Commissione Giustizia del Senato.

La calendarizzazione al Senato del ddl Zan, che alla Camera è già stato approvato lo scorso 4 novembre, è passata con 13 voti contro 11, ovvero con il voto contrario del centrodestra. L’esame del testo inizierà quindi entro maggio e relatore sarà il presidente della Commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, che era stato accusato dalla sinistra in queste settimane di fare ostruzionismo, ritardando la calendarizzazione.

Ciò che rende particolarmente sgradevole la coincidenza tra la Nota della presidenza della CEI e la calendarizzazione del provvedimento, è l’atteggiamento remissivo e sottomesso dei vescovi italiani, che sembrano quasi chiedere scusa per la loro esistenza. In pratica la CEI non ha alcuna obiezione al fatto che una legge di questo genere sia considerata necessaria; non si preoccupa troppo del fatto che introdurrebbe il reato di opinione (e anche di pensiero), solo un cenno al fatto che la discriminazione non si combatte «con l’intolleranza».

No, la presidenza della CEI chiede soltanto di discutere maggiormente il ddl e di migliorarlo tenendo conto che il testo ha suscitato dei «dubbi (…) condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali». Che tipo di dubbi? Sostanzialmente il fatto che il testo del ddl mette «in questione la realtà della differenza tra uomo e donna», argomento sostenuto anche da settori del femminismo. E infatti ieri il sito di Avvenire, il quotidiano della CEI, accanto alla notizia dell’approvazione della discussione in Senato, metteva il parere della “femminista genovese” Sandra Morano che lamenta la volontà di superare il sesso biologico.

Certo, è un tema importante quello dell’ideologia di genere, ma non solo nella Nota CEI non la si nomina esplicitamente, ma neanche si fa cenno all’aspetto più inquietante: ovvero l’indottrinamento gender a scuola fin dall’infanzia, quella odiosa “colonizzazione ideologica” più volte denunciata con forza da papa Francesco.

Soprattutto non si ha il coraggio di affrontare il nodo centrale del ddl Zan: cioè che il vero scopo della legge è di impedire ogni voce contraria all’ideologia gender e all’agenda Lgbt…. Così la Nota CEI asseconda la falsa idea che ci sia davvero in Italia una emergenza omofobia e transfobia, dilungandosi sul «tempo di discriminazioni e violenze» in cui viviamo e che trova più esposti questi «nostri fratelli e sorelle», quando ufficialmente in Italia si registra appena una media di 26.5 crimini d’odio l’anno legati all’orientamento sessuale; fa anche finta che lo scopo della legge sia effettivamente punire le eventuali violenze contro omosessuali e transessuali, quando è ben noto che ci sono leggi a sufficienza che lo fanno già.

Così la Nota tace sull’attentato alla libertà di opinione e di espressione che il ddl Zan comporta, attentato che tocca al cuore anche la libertà della Chiesa. La legge non è ancora in vigore ma già sono numerose le intimidazioni che abbiamo registrato contro quei pochi preti che hanno ancora il coraggio di dire la verità sull’uomo e sulla famiglia. E purtroppo, dobbiamo dire, questi preti non trovano adeguata difesa da parte dei rispettivi vescovi. In ogni caso già oggi affermare pubblicamente che esiste una sola famiglia, naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, è un’azione ad alto rischio, malgrado sia scritto nella Costituzione. Così è opporsi al riconoscimento delle unioni omosessuali, all’adozione da parte di coppie gay e ora anche all’utero in affitto.

È un disegno di legge che ha solo una motivazione ideologica, che per sua natura non accetta il confronto con la realtà né può accettare soluzioni di compromesso. È frutto di una ideologia violenta e totalitaria, e i nostri vescovi, con un filo di voce, dicono “Parliamone”, “Facciamo pure la legge, ma per favore, smussiamo un po’ gli angoli”. È l’immagine di una Chiesa impaurita, timorosa e incapace di affermare la Verità, una Chiesa con un forte complesso di inferiorità davanti al mondo.

Ovvio che una Nota come quella diffusa ieri suoni come un via libera alla legge e indebolisce i già pochi che in Parlamento cercano di organizzare una resistenza. Per non parlare dei cattolici che testimoniano nella società e nel loro lavoro la fedeltà alla concezione di uomo e di famiglia rivelataci da Cristo. Sembra la replica di quanto accaduto con la legge Cirinnà.

Come potranno le scuole cattoliche impedire l’invasione dell’ideologia gender nei programmi scolastici e resistere all’imposizione di attivisti Lgbt… per lezioni sulla sessualità? Come faranno gli psicologi ad aiutare le persone che vivono con disagio l’attrazione verso le persone dello stesso sesso? Cosa succederà ai giornalisti e ai docenti che non si rassegneranno alla menzogna? E come faranno i preti – quelli che ancora lo fanno – a insegnare il progetto di Dio sull’uomo e sulla donna?

Soli e abbandonati a se stessi, nei tribunali si troveranno accusati anche da preti e vescovi. Già succede, con la legge Zan diventerà normale.

Riccardo Cascioli

https://lanuovabq.it/it/ddl-zan-la-resa-dei-vescovi-affretta-la-dittatura-lgbt

L’Abate Faria il DDL Zan e l’incredibile, ineffabile, Ambiguità della CEI.

29 Aprile 2021 Pubblicato da  6 Commenti

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’Abate Faria ha saputo che il ddl liberticida Zan è stato calendarizzato al Senato. Questo è il suo commento. Buona lettura.

§§§

Caro Tosatti,

ho saputo non senza apprensione mista a tristezza della notizia che il famigerato DL Zan è stato incardinato in commissione giustizia del Senato per essere discusso e, a questo punto a meno di un miracolo, definitivamente approvato.

A parziale consolazione, il fatto che il relatore sarà lo stesso presidente della Commissione, che essendo della Lega si spera che almeno venderà cara la pelle.

Ma tant’è. Vorrei invece soffermarmi un attimo sulla nota diffusa dalla Cei a valle della notizia. Oltre alla consueta tempestività d’azione cui da tempo ci hanno abituato i nostri pastori sempre più odoranti di pecora e sempre meno di Cristo, e trascurando il non banale dettaglio che anzichè bocciare l’iniziativa senza se e senza ma sembra quasi che se migliorato alla Cei il Dl Zan non dispiaccia poi tanto, ciò che mi ha lasciato alquanto perplesso della per altro timidissima nota è laddove giusto all’inizio la Presidenza ha voluto ribadire “il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza”.

L’affermazione è in effetti piuttosto ambigua, prestandosi a letture anche tra di loro antitetiche (ciò che, sia detto per inciso, non stupisce più di tanto essendo ambiguità e confusione i tratti dominanti dell’attuale corso ecclesiale, a partire dalle più alte sfere).

Se infatti la sottolineatura della “originalità” e del “primato della coscienza” è riferita al fatto che nessuno può essere costretto a pensare secondo i canoni di un pensiero dominante che vuole imporre una e una soltanto visione della realtà; se cioè l’obiettivo è rimarcare l’unicità di ogni essere umano e la non disponibilità ad essere annullato in un tutto indistinto dove non c’è più differenza tra maschile e femminile, ecc., allora il ragionamento ha un suo perché.

Ma se all’opposto in quella affermazione – soprattutto il riferimento al “primato della coscienza” –  vi fosse una seppur larvata apertura alle istanze care alla galassia Lgbt e ai fautori dell’ideologia gender di cui è impregnato il Dl Zan, beh allora in questo caso le cose cambierebbero. E neanche poco. Perchè “primato della coscienza” vorrebbe dire che lo decido io ciò che sono o non sono, o meglio ciò che  – in coscienza – mi sento o non mi sento di essere a prescindere dal dato biologico. Che è esattamente dove vogliono andare a parare Zan&Co.

E per come prosegue la nota – “Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna” – con quel chiaro riferimento alla discriminazione che si vuole combattere, è lecito pensare che sia buona la seconda lettura.

Proprio per questo sarebbe oltremodo auspicabile un chiarimento da parte della Cei, risparmiandoci magari improbabili e inopportuni esercizi di funambolismo all’insegna di un dialogo che, su questa come su altre questioni, semplicemente non può e non deve esserci.

Ma, ahimè, sono altresì persuaso che nessun chiarimento arriverà mai. E anche qui, caro Tosatti, tutto torna.

Abate Faria

https://www.marcotosatti.com/2021/04/29/labate-faria-il-ddl-zan-e-lincredibile-ineffabile-ambiguita-della-cei/

Perfetta coerenza del Totalitarismo: le libertà oppressive

Ddl Zan persecutorio delle famiglie normali, gender praticato con ormoni per ritardare la pubertà, utero in affitto legale e ribattezzato “maternità solidale”, liberalizzazione fulminea  della cannabis, introduzione dell’eutanasia come servizio sanitario delle ASL. Il Totalitarismo dell’Impostura Terapeutica – che su piano politico esercita la soppressione del pensiero critico e minoritario (v. Gulisano) – si configura, in morale sociale, come dittatura del partito radicale di massa  descritto da Augusto Del Noce.

https://twitter.com/James49756297/status/1387396526071287811

Ricordiamo che era iniziato con “A TE COSA TOGLIE?”
Presto se ti opporrai agli ormoni ai figli preadolescenti, o ai travestiti negli asili, andrai in galera. #DDLZan

“Utero solidale”

Donna di 61 anni partorisce una bambina per il figlio gay e il suo compagno

Nebraska, la 61enne Cecile Eledge ha concepito una bambina con la fecondazione artificiale per conto del figlio gay Matthew, sposato con Elliott Dougherty. Alla nascita della bimba ha contribuito anche la sorella di Dougherty, che ha donato i suoi ovuli, mentre Matthew lo sperma di modo tale che il nascituro avesse il materiale genetico da entrambe le parti della famiglia.

Dr Gulisano il VIDEO É STATO RIMOSSO DA YOUTUBE!

La censura non consente più neppure dire che il Covid-19 si può curare!! O forse ha dato fastidio la prova della donna salvata da Gulisano.

https://odysee.com/@sadefenza:6/10000000_455495135513373_7625089773816090264_n:c?r=2DMobqC8oX8FLiKoTrgNufaJFPyBPm7q

https://www.maurizioblondet.it/perfetta-coerenza-del-totalitarismo-le-liberta-oppressive/



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