Il cattivo gusto e il brutto sono sempre connessi al diavolo
Ora, sembrerà una notizia di poca importanza, ma è doppiamente curioso il fatto che questa inaugurazione sia stata preceduta da una “benedizione” ecumenica, che però si è svolta lontano dal pubblico, come riporta il sito svizzero swissinfo
Quando si parla del diavolo il pensiero evoca immagini repellenti, laide o lascive o comunque brutte, spiacevoli, che il buon gusto respinge come inaccettabili.
E’ il frutto di secoli di educazione cattolica, diranno i soliti saputi sociologi e ancor più i noti dotti psicanalisti, che sanno tutto dell’animo e del comportamento umano.
Noi non sappiamo come stanno le cose esattamente, perché apparteniamo a quella categoria di “condizionati” cattolici che sono fermi alle concezioni elementari del bello che è bello e del brutto che è brutto. Chiediamo scusa, riconosciamo i nostri limiti, ma non siamo ancora riusciti a farci piacere lo spiacevole e a scambiare il cattivo gusto per eleganza. Intendiamoci, non è che abbiamo fatto chissà quali sforzi in questa direzione, anzi ci rifiutiamo di farli e continuiamo a concentrare la volontà e l’intelligenza per chiamare ogni cosa col suo nome: il cielo, cielo e la terra, terra, il sole, sole e la luna, luna, la luce, luce e il buio, buio.
E non è colpa nostra se le cose stanno così, per il semplice fatto che solo dei pazzi potrebbero sostenere che i vivi sono morti e i morti sono vivi.
Eppure è quello che accade sempre più spesso sotto i nostri occhi: tutto invertito, si pretende che un sordo sia uno che ci sente, sia pure poco – ipo -, che un cieco sia uno che ci vede, sia pure poco, ipo -, che un maschio sia anche femmina o viceversa, che un vecchio sia anche giovane o quasi, e così via. In questo contesto è evidente che domina la mancanza di senso della realtà, ma ciò che salta all’occhio è il continuo manifestarsi del brutto che si offre o viene offerto come fosse il bello; ed è il continuo manifestarsi del disordine che si offre o viene offerto come fosse l’ordine. Si tratta del chiaro, univoco marchio della “scimmia di Dio” che non si stanca mai di offrirsi come fosse Dio, senza peraltro poter camuffare le sue fattezze disarmoniche e invertite, salvo che in questi ultimi due secoli, nei quali ha imparato ad esprimersi per false metafore: per tutti valga l’esempio della bruttezza che viene spacciata per “arte moderna”.
Quello che è certo è che dove si fa strada il brutto, ecco fare capolino il demonio, soprattutto perché ne è l’ispiratore, eppure la gente sembra non accorgersi della deriva che travolge ogni senso della normalità.
Ma soprattutto nessuno fa caso all’aspetto che possiamo chiamare tecnico di questo processo deviante: ogni volta che il brutto si offre alla considerazione, se non all’ammirazione, dell’uomo, non sono solo immagini che vengono lanciate, ma segni, indicazioni, suggerimenti e soprattutto influenze, influenze sotterranee che emergono e si diffondono e incidono sulla costituzione intima dell’uomo.
E’ il demonio che “manda” i suoi a sollecitare l’interesse e il piacere dell’uomo per un mondo alla rovescia, al solo scopo di trascinare ogni cosa e ogni essere sempre più lontani dal bello e da Dio.
E l’uomo moderno, ormai quasi ridotto a una larva, finisce col compiacersi di questo andamento deviante che lo conduce sempre più distante dall’umano e lo immerge nel subumano, nel diabolico, lontano dalla luce e sempre più nell’oscurità.
Un esempio particolarmente significativo di questa tecnica deviante lo troviamo in quell’orribile spettacolo che è stato allestito da un “regista” in occasione dell’inaugurazione del traforo del San Gottardo, il primo giugno scorso, alla presenza e quindi con la partecipazione indiretta dei Capi di Stato europei, tutti gongolanti per la realizzazione di quest’opera “grandiosa”: un buco di 57 km nel cuore delle Alpi.
Ora, a ben riflettere, trattandosi di un “lavoro sotterraneo”, potrebbe stupire poco che si evochino le “forze sotterranee”, appunto; eppure lo stupore rimane, perché subito non si capisce per quale strana ragione si sia voluto allestire uno spettacolo che innanzi tutto è brutto, disordinato, confuso, perfino maleodorante.
Lo si capisce però quando ci si sofferma a considerare che si è trattato di uno spettacolo in cui hanno primeggiato mostri e fantasmi, marionette e zombi, in un coacervo di incongruenza esaltante l’irreale, l’assurdo, il demoniaco.
E’ il frutto di secoli di educazione cattolica, diranno i soliti saputi sociologi e ancor più i noti dotti psicanalisti, che sanno tutto dell’animo e del comportamento umano.
Noi non sappiamo come stanno le cose esattamente, perché apparteniamo a quella categoria di “condizionati” cattolici che sono fermi alle concezioni elementari del bello che è bello e del brutto che è brutto. Chiediamo scusa, riconosciamo i nostri limiti, ma non siamo ancora riusciti a farci piacere lo spiacevole e a scambiare il cattivo gusto per eleganza. Intendiamoci, non è che abbiamo fatto chissà quali sforzi in questa direzione, anzi ci rifiutiamo di farli e continuiamo a concentrare la volontà e l’intelligenza per chiamare ogni cosa col suo nome: il cielo, cielo e la terra, terra, il sole, sole e la luna, luna, la luce, luce e il buio, buio.
E non è colpa nostra se le cose stanno così, per il semplice fatto che solo dei pazzi potrebbero sostenere che i vivi sono morti e i morti sono vivi.
Eppure è quello che accade sempre più spesso sotto i nostri occhi: tutto invertito, si pretende che un sordo sia uno che ci sente, sia pure poco – ipo -, che un cieco sia uno che ci vede, sia pure poco, ipo -, che un maschio sia anche femmina o viceversa, che un vecchio sia anche giovane o quasi, e così via. In questo contesto è evidente che domina la mancanza di senso della realtà, ma ciò che salta all’occhio è il continuo manifestarsi del brutto che si offre o viene offerto come fosse il bello; ed è il continuo manifestarsi del disordine che si offre o viene offerto come fosse l’ordine. Si tratta del chiaro, univoco marchio della “scimmia di Dio” che non si stanca mai di offrirsi come fosse Dio, senza peraltro poter camuffare le sue fattezze disarmoniche e invertite, salvo che in questi ultimi due secoli, nei quali ha imparato ad esprimersi per false metafore: per tutti valga l’esempio della bruttezza che viene spacciata per “arte moderna”.
Quello che è certo è che dove si fa strada il brutto, ecco fare capolino il demonio, soprattutto perché ne è l’ispiratore, eppure la gente sembra non accorgersi della deriva che travolge ogni senso della normalità.
Ma soprattutto nessuno fa caso all’aspetto che possiamo chiamare tecnico di questo processo deviante: ogni volta che il brutto si offre alla considerazione, se non all’ammirazione, dell’uomo, non sono solo immagini che vengono lanciate, ma segni, indicazioni, suggerimenti e soprattutto influenze, influenze sotterranee che emergono e si diffondono e incidono sulla costituzione intima dell’uomo.
E’ il demonio che “manda” i suoi a sollecitare l’interesse e il piacere dell’uomo per un mondo alla rovescia, al solo scopo di trascinare ogni cosa e ogni essere sempre più lontani dal bello e da Dio.
E l’uomo moderno, ormai quasi ridotto a una larva, finisce col compiacersi di questo andamento deviante che lo conduce sempre più distante dall’umano e lo immerge nel subumano, nel diabolico, lontano dalla luce e sempre più nell’oscurità.
Un esempio particolarmente significativo di questa tecnica deviante lo troviamo in quell’orribile spettacolo che è stato allestito da un “regista” in occasione dell’inaugurazione del traforo del San Gottardo, il primo giugno scorso, alla presenza e quindi con la partecipazione indiretta dei Capi di Stato europei, tutti gongolanti per la realizzazione di quest’opera “grandiosa”: un buco di 57 km nel cuore delle Alpi.
Ora, a ben riflettere, trattandosi di un “lavoro sotterraneo”, potrebbe stupire poco che si evochino le “forze sotterranee”, appunto; eppure lo stupore rimane, perché subito non si capisce per quale strana ragione si sia voluto allestire uno spettacolo che innanzi tutto è brutto, disordinato, confuso, perfino maleodorante.
Lo si capisce però quando ci si sofferma a considerare che si è trattato di uno spettacolo in cui hanno primeggiato mostri e fantasmi, marionette e zombi, in un coacervo di incongruenza esaltante l’irreale, l’assurdo, il demoniaco.
Doppiamente curioso: prima perché questa pattuglia ecumenica era composta, non solo dal solito prete sedicente cattolico e dagli immancabili rabbino e imam, accompagnati dalla usuale donna protestante vestita da prete, ma anche da un ateo, rigorosamente svizzero, in rappresentanza di tutti coloro che non si riconoscono in alcuna religione - e poi ci si meraviglia se noi scriviamo che ormai il cervello è andato in poltiglia -; secondo perché l’aver distanziato tale “benedizione” dallo spettacolo demoniaco può significare sia che i “benedicenti” non dovevano disturbare l’esibizione sulfurea, sia che la loro “benedizione” era sottinteso che fosse rivolta all’opera realizzata e insieme allo spettacolo che l’inaugurava.
Ma il buon senso suggerisce che nulla accade per caso, così che da tutto questo caos mirato e “firmato” si deve dedurre che il numero dei fiancheggiatori del demonio, consci o inconsci che siano, aumenta sempre più.
Ma il buon senso suggerisce che nulla accade per caso, così che da tutto questo caos mirato e “firmato” si deve dedurre che il numero dei fiancheggiatori del demonio, consci o inconsci che siano, aumenta sempre più.
Noi ci siamo limitati a riportare solo qualche foto indicativa, ma sul sito Russia Today è possibile prendere visione di alcuni filmati di questo spettacolo, segnalato criticamente anche da altri, tra cui citiamo: Il Gottardo consacrato a Satana, di Maurizio Blondet; e La cerimonia di apertura della galleria più lunga del mondo è stata uno strano rituale occulto, sul sito ununiverso.alternativa.org.
Si notera immediatamente che cattivo gusto e laidezza sono le cifre di questo spettacolo dove il demonio la fa da padrone, da quel “principe di questo mondo” che è sempre stato; e si potrà riflettere sull'attualità del vecchio detto latino che ammonisce che si preparano tempi peggiori: mentre i capi di Stato ridono, gli attori ballano e il popolo applaude.
Ma per quanto il demonio sia scaltro e si serva di un numero sempre maggiore di utili idioti, noi teniamo sempre presente che la Santa Vergine ha schiacciato la testa del serpente e che Nostro Signore ha assicurato che le porte degli inferi non prevarranno.
Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata. (Salmo 37, 28)
di Belvecchio
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1559_Belvecchio_Cattivo_gusto_e_diavolo.html
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