ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 24 marzo 2017

Pesce d’aprile?

Nuovo testo apocrifo su Fatima. Ma intanto quelli autentici sono sconvolgenti e sono ignorati 

apocalisseE’ appena uscito, in Spagna, un libro dello scrittore cattolico José Maria Zavala che sta già facendo rumore anche da noi. E’ intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima, perché indaga sulla possibilità che il famoso “Terzo segreto di Fatima” non sia stato tutto rivelato nel 2000, quando il Vaticano lo pubblicò.
Per la verità l’autore propone addirittura lo scoop (presunto) del testo autografo di suor Lucia che sarebbe stato nascosto da anni.
Premetto subito, però, che a me, per molti motivi, non sembra un testo autentico della veggente di Fatima.Per questo, pur avendo ricevuto il Pdf del libro dall’autore, diversi giorni fa, non ne avevo scritto. Sennonché ieri il caso mediatico è scoppiato ed allora è necessario chiarire alcune cose.
Il testo pubblicato da Zavala – se fosse autentico – andrebbe insieme alla famosa visione del “vescovo vestito di bianco” pubblicata dal Vaticano nel 2000, quella che si conclude col martirio del vecchio “Santo Padre”, di ecclesiastici e fedeli, sotto una grande croce.
Ma già qui i conti non tornano perché il testo di quella visione fu scritto da suor Lucia il 3 gennaio del 1944 e il 9 gennaio fu informato il suo vescovo. Mentre il testo di Zavala porta la data 1 aprile 1944 (pesce d’aprile?) e commenta un’altra presunta visione che in realtà non è mai stata descritta in precedenza dalla veggente (oltretutto si tratterebbe di un commento della stessa suor Lucia, non della Madonna). Per cui presupporrebbe comunque un pezzo (il vero “quarto segreto”) mancante.
IL TESTO
In ogni caso lo scritto – la cui traduzione italiana è stata proposta ieri da Marco Tosatti (senza accreditarne l’autenticità) – è questo:
“Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo. Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male. Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio. Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960. Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima. Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima. La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima. Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta. Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.
In realtà questo testo era già uscito, nell’aprile 2010, su un sito internet: “Tradition in Action”. Il quale lo proponeva in modo alquanto critico.

PERIZIA ED ERRORI
Zavala, che è un autorevole saggista cattolico, ha però sottoposto il testo a un attento studio grafologico di un’esperta di riconosciuta competenza, che lavora per i tribunali spagnoli.
La grafologa ha concluso che questo testo è stato scritto dalla stessa mano che redasse, più di 70 anni fa, le altre parti del Segreto di Fatima, ovvero suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima.
Tuttavia c’è un problema: la perizia non è stata fatta sull’originale, perché Zavala ha ricevuto, da anonimi, la riproduzione di questo foglio via mail. Se ho ben capito non possiede il cartaceo.
Il dubbio fortissimo dunque è che – utilizzando i molti testi autografi di suor Lucia presenti in rete – con un buon programma sia stato possibile a qualcuno, rimasto anonimo, costruire un testo apocrifo utilizzando la calligrafia della stessa veggente.
Oltre a questo ci sono dettagli del testo che inducono al massimo scetticismo, come il termine “cattedrale” in riferimento alla Basilica di San Pietro (la cattedrale di Roma in realtà è San Giovanni in Laterano). Altre cose sono molto scombinate, dal riferimento alle “69 settimane” del profeta Daniele (con la distruzione di Roma) alla frase errata relativa al 1960.
Ma è tutto l’insieme che appare insensato. Ritengo perciò che sia l’ennesimo testo fasullo del Terzo Segreto. Questi apocrifi proliferano perché ormai è sempre più evidente che davvero manca qualcosa al testo della visione rivelata dal Vaticano nel 2000.

PAROLA DI BENEDETTO
Nel 2006 pubblicai “Il quarto segreto di Fatima”, un’ indagine che evidenziò moltissimi indizi i quali indicano l’esistenza di una parte non pubblicata del “Terzo Segreto”.
Lo stesso Marco Tosatti aveva pubblicato il libro “Il segreto non svelato” e in questi giorni è uscito “Fatima. Tutta la verità”, di Saverio Gaeta, che rimette in fila tutti gli indizi. E ormai sono tanti.
Il più autorevole è venuto dallo stesso Benedetto XVI che – pellegrino a Fatima il 13 maggio 2010, contraddicendo di fatto quanto aveva scritto il suo Segretario di Stato – affermò: Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”.
In aereo, conversando con i giornalisti, aveva spiegato che – insieme alle sofferenze del Papa, che “possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II” – nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché “sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. … e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano[…]. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”, anzi, aggiunse, “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”.
Quindi – concludeva papa Ratzinger – “dobbiamo reimparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali”. Perché – spiegava il pontefice – “la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata”.
Ma questo, aggiungeva il Santo Padre, ha pure un riverbero cupo sul mondo. Infatti egli ricordava che “l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo”.

VERA VISIONE DI LUCIA
Fra le cose che potrebbero essere contenute nel Segreto di Fatima c’è proprio una terrificante visione profetica sul mondo di suor Lucia, questa sicuramente autentica perché pubblicata dalle stesse sue consorelle di Coimbra in un volume del 2014 che attinge alle lettere della veggente e al suo diario inedito.
Io ne detti notizia su “Libero” il 17 agosto 2014. E’ un’agghiacciante visione legata proprio al Terzo Segreto.
Suor Lucia scrive:
“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’. Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità”.
Questo è un testo sicuramente autentico, è relativo al Terzo Segreto di Fatima e dovrebbe far riflettere molto seriamente.

Antonio Socci
Da “Libero”, 22 marzo 2017

Sito: “Lo Straniero
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Twitter: @Antonio Socci1

Fatima, il quarto segreto esiste. (di Antonio Socci)



Scritto il 17 Agosto 2014
C’è una novità nel giallo del «terzo segreto di Fatima», una profezia che attraversa tutto il Novecento e sembra proiettata alla sua realizzazione finale.La novità è contenuta in una pubblicazione ufficiale del Carmelo di Coimbra, quello dove è vissuta ed è morta (nel 2005) suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente. S’intitola «Un caminho sob o olhar de Maria» ed è una biografia di suor Lucia, scritta dalle consorelle, con dei preziosi documenti inediti della stessa veggente.

Prima di vederli bisogna ricordare bene qual è la storia di Fatima. Nel divampare della Grande Guerra, il 13 maggio 1917 la Madonna appare, nel villaggio portoghese, a tre pastorelli. I giornali laici irridono i «creduloni» sfidando la Vergine a dare un segno pubblico della sua presenza. Lei preannuncia ai tre bimbi che darà il segno e nell’ultima apparizione, quella del 13 ottobre, 70 mila persona accorse alla Cova de Iria assistono terrorizzati al vorticare del sole nel cielo. Un fenomeno che l’indomani sarà riferito sui giornali (pure anticlericali).

Nell’apparizione del 13 luglio la Madonna aveva affidato ai bambini un messaggio per il mondo intero. Era la grande profezia sui decenni successivi se l’umanità non fosse tornata a Dio. In effetti si realizzò tutto: la rivoluzione bolscevica in Russia, la diffusione del comunismo nel mondo, le sanguinose persecuzioni contro la Chiesa e infine la seconda tragica guerra mondiale. C’era poi una terza parte di quel segreto che si doveva rivelare - disse la Madonna - nel 1960. Arrivata quella data Giovanni XXIII secretò tutto perché terribile era il suo contenuto.

Provocò così una ridda di ipotesi. Nel 2000 Giovanni Paolo II rese noto il testo del terzo segreto che contiene la famosa visione del «vescovo vestito di bianco», con il Papa che attraversa una città distrutta, i tanti cadaveri e poi il martirio del Santo Padre, di vescovi, preti e fedeli.
Da molti elementi si poteva intuire che non era tutto. Anche io, come altri autori, nel 2006 pubblicai un libro, «Il quarto segreto di Fatima», dove mostravo che mancava la parte, scritta e inviata successivamente, con le parole della Madonna che spiegavano la visione medesima. Lo stesso segretario di Giovanni XXIII, monsignor Capovilla, che aveva vissuto tutto in prima persona, in una conversazione con Solideo Paolini accennò proprio all’esistenza di quel misterioso «allegato».
Da parte ecclesiastica si è ufficialmente smentito che esista e che vi siano profezie che riguardano i tempi odierni. Ma una clamorosa conferma implicita arrivò dallo stesso Benedetto XVI che durante un improvviso pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 2010, affermò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Aggiunse: «sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Ma quali profezie potrebbero trovarsi in quel testo? Fanno riflettere queste due frasi del Papa pronunciate in quel discorso a Fatima: «L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo». E poi: «La fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata».
Dalle parole di papa Benedetto s’intuì dunque che c’è davvero dell’altro in quel Terzo Segreto ed è drammatico per il mondo e per la Chiesa. Proprio a quella visita del papa è forse dovuta l’uscita di questo libro che fa filtrare un altro pezzetto di verità.
Il volume infatti attinge alle lettere di suor Lucia e al Diario inedito intitolato «Il mio cammino». Impressionante, fra gli inediti, è il racconto di come suor Lucia superò il terrore che le impediva di scrivere il Terzo Segreto. Verso le 16 del 3 gennaio 1944, nella cappella del convento, davanti al tabernacolo, Lucia chiese a Gesù di farle conoscere la sua volontà: «sento allora che una mano amica, affettuosa e materna mi tocca la spalla». È «la Madre del Cielo» che le dice: «stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato», intendendo alludere al significato della visione che la Vergine stessa le aveva rivelato.

Subito dopo - dice suor Lucia - «ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: “nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il cielo, il cielo!».

Così le viene data la forza per scrivere il Terzo Segreto. L’inedito che ho appena citato è un documento molto interessante, dove gli addetti ai lavori trovano facilmente conferma alla ricostruzione storica per cui il Terzo segreto è composto di due parti: una, la visione, fu scritta e inviata prima, mentre l’altra - quella che nelle parole della Madonna è «il significato» della visione stessa - fu scritta e inviata successivamente.
È il famoso e misterioso «allegato» a cui accennò Capovilla. È il testo, tuttora non pubblicato, dove presumibilmente sta la parte che più spaventava suor Lucia. La stessa parte che spaventò Giovanni XXIII (ma anche, prima di lui, Pio XII) e che Roncalli decise di non rendere nota perché - a suo avviso - poteva essere solo un pensiero di suor Lucia e non avere origine soprannaturale.

È una parte così esplosiva che si continua tuttora, ufficialmente a negarne l’esistenza. E l’apertura di Benedetto XVI nel 2010, che ha portato anche alla pubblicazione di questo volume, oggi si è richiusa. Lo dimostra quanto è accaduto a Solideo Paolini, il maggiore studioso italiano di Fatima che, viste le pagine di questo libro che gli ho inviato, ha scritto al Carmelo di Coimbra chiedendo di poter consultare le due opere inedite menzionate nel volume, ritenendo che lì vi siano ulteriori dettagli sulla parte secretata. La lettera è arrivata a destinazione (ne fa fede la ricevuta), ma non ha avuto risposta. Paolini allora ha scritto di nuovo entrando nel merito e chiedendo se suor Lucia ha mai messo nero su bianco quel «significato della visione» che dall’Alto le era stato dato di comprendere e che quel 3 gennaio evitò di annotare su suggerimento della Madonna: «nelle opere che vi avevo chiesto di consultare c’è nessun riferimento a “qualcosa di più” a riguardo del Segreto di Fatima, a tutt’oggi testualmente inedito?».

La lettera risulta pervenuta il 6 giugno. Ma anch’essa non ha avuto risposta. Eppure sarebbe stato semplice rispondere di no. Evidentemente la risposta era «sì», ma non si può dare, perché sarebbe esplosiva. Così tacciono. Tuttavia la visione che ho appena citato rimanda ai due elementi che presumibilmente sono contenuti nel testo inedito del Segreto: la profezia di un’immane sciagura per il mondo e una grande apostasia e crisi della Chiesa. Una prova apocalittica al termine della quale - disse la Madonna stessa a Fatima - «il mio Cuore Immacolato trionferà».
A questo sperato «trionfo» fece riferimento nel 2010 Benedetto XVI: «Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni (2017) affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità». Significa che oggi, 2014, siamo già entrati nella spaventosa prova? In effetti se si guarda la cronaca…
www.antoniosocci.com
Antonio Socci

www.liberoquotidiano.it/…/Fatima--il-quar…
 Francesco Ihttps://gloria.tv/article/J8TG4VQQqXCe22hgHyL8q136i
Nella profezia di Fatima…
il mistero dell'altra Roma

Arai Daniele, Nella profezia di Fatima… il mistero dell'altra Roma, Edizioni Radio Spada, Cermenate (CO), 2015, pp. 260, formato A5, € 19,90 + spese di spedizione.
Edizioni Radio Spada, Cermenate (CO), via Matteotti, 30;
tel. 366.2949035
www.edizioniradiospada.com
edizioniradiospada@gmail.com

Recensione di Piero Vassallo, pubblicata su Riscossa Cristiana


Fatima, la profezia dimezzata 

San Tommaso d’Aquino insegna che quando la fede è in pericolo 
è obbligatorio fare una professione pubblica di fede 
anche a rischio della propria vita. 
Ora la situazione in cui ci troviamo è proprio quella in cui viviamo, 
una crisi senza precedenti nella storia della Chiesa”. 
(Mons. Antonio De Castro Mayer)

La coraggiosa casa editrice Radio Spada, attiva in Reggio Emilia per la strenua difesa della dottrina cattolica dallo schiaffo progressista/vaticanista, ha pubblicato, al seguito di una scelta della giovane e sagace Ilaria Pisa, Nella profezia di Fatima  … il mistero dell’altra Roma, un avvincente saggio di Arai Daniele.

L’autore del saggio, ponendosi sulla scia di studiosi autorevoli e refrattari al conformismo conciliare, quali René Laurentin, Ennio Innocenti, Sergio Ricossa, Pier Paolo Saleri, Vittorio Messori, Antonio Socci, Curzio Nitoglia, Paolo Deotto, Matteo D’Amico e Gianni Vannoni, intende svelare e intralciare la corsa frenetica e rovinosa  della setta modernista, nei filari della vigna che sono intossicati dalla  traballante teologia  di Rahner & Martini.

Daniele, infatti, fa entrare il vento dell’onesta intolleranza nella fumisteria clerico-progressista, dimostrando, con solidi e chiari argomenti, la contrarietà della vera mistica agli avventizi pensieri, che agitarono le acque alluvionali del Vaticano secondo, il concilio “segnato dalla cupa mutazione clericale, con l’opera di demolizione già chiara nel 1960”.

Nel Terzo segreto di Fatima, sostiene l’autore, “è figurato l’inizio dell’interregno del castigo spirituale che viviamo … Ciò appare estraneo solo a chi non afferra la portata dei mutamenti ecclesiali avvenuti all’unica realtà cattolica, perché di marchio ecumenista” .

Posto che la profezia illumina il presente, le rivelazioni mariane ai pastorelli di Fatima si devono leggere “non secondo l’estro di qualche prelato, ma alla luce delle Scritture e dei fatti attinenti alla difesa della Fede nella Chiesa del nostro tempo”.

La profezia di Fatima, di conseguenza, si comprende quando è chiara la differenza che corre tra la situazione ecclesiale del 1917 e quella del 1960, “data indicata dall’Alto riguardante la comprensione del cupo castigo se Fatima non fosse stata dovutamente accolta dai Papi”.

Purtroppo i teologi che attuarono la rivoluzione novista progettata dai dissidenti radunati nel circolo della Scaletta e attuata dal loro fiduciario, Angelo Roncalli, nel Vaticano II  suggerirono e imposero un giudizio sprezzante e liquidatorio sul terzo segreto di Fatima, inaffidabile racconto infantile.

La profezia di Fatima disturbava la modernizzazione in corsa dissennata e devastante nelle massicce defezioni di preti (sessantamila) e suore (settantamila), fuggitivi illuminatidall’avventizia teologia elucubrata dai modernizzanti attivi nelle aule del Concilio.

Il trionfo di una teologia educatrice di sacerdoti miscredenti e di fedeli perplessi e oscillanti, facilitò l’ascesa alle alte cariche del Vaticano e delle diocesi di neo-modernisti e/o di iniziati ai misteri massonici e al vizio californiano.

Opportunamente l’autore, dopo aver citato la definizione scritturale del disegno eversivo di satana, “cambiare i tempi e le leggi” (Daniele, 7, 25) rammenta che “nella nostra epoca ciò si svela nei piani modernistici e massonici per aggiornare la Chiesa”.

Di qui i dubbi e le riserve sulle scelte pastorali (e politiche) compiute dai successori di papa San Pio X. Daniele si spinge fino ad affermare che “il pontificato di Benedetto XV operò sotto due opposte influenze: dello spirito di pietà, rivolto ai disegni di Dio; dello spirito conciliatore, aperto ai compromessi diplomatici con le potenze mondane. Questo secondo spirito potrebbe aver prevalso nei tempi di Fatima fino a Pio XII?

L’autore segnala tuttavia una straordinaria coincidenza: il 5 maggio del 1917, Benedetto XV impartì istruzioni a tutti i vescovi affinché invocassero la fine dell’inutile strage rivolgendo le loro preghiere a Maria, Regina della pace. “Otto giorni dopo, il 13 maggio, Maria apparve per la prima volta a Fatima, rispondendo all’invocazione del Papa con un messaggio di pace contenente avvisi, richieste e promesse, svelando il sollecito soccorso materno venuto ad indicare la volontà di Dio per la nostra generazione, attraverso quella via per la pace e la salvezza di molti”.

Ora le apparizioni di Fatima costituiscono la pietra d’inciampo piantata nel cuore del cammino clerico-progressista. Di qui i timori dei teologi e dei prelati d’area progressista e gli autorevoli tentativi di ridimensionare e alterare le imbarazzanti verità rivelate dalla Madonna ai pastorelli di Irun, ad esempio interpretando la rivelazione che rappresenta la morte di un papa come profezia del ferimento di Giovanni Paolo II.

Nella postfazione, Matteo Castagna commenta le squallide acrobazie in atto nel pensiero neoterico con parole dure: “ecco il nuovo papato, ridotto nell’arco di soli cinquant’anni alla macchietta di se stesso, alla caricatura dell’Autorità, oggi addirittura sdoppiata nell’autorità del nonno che vive in Vaticano e il nipote che sta a Santa Marta, mentre i fratelli maggiori e pure i fratelli minori scorrazzano dappertutto, spargendo come cavallette indisturbate e alle volte prezzolate, il germe mortifero delle loro eresie, sguazzando nelle acque torbide del caos dilagante in un mondo anticristiano”.

Le dure e scandalose espressioni di Castagna purtroppo dipingono la realtà annunciata in quella parte della  profezia di Fatima censurata e alterata da una curia romana consacrata al proprio incensamento.



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