ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 2 giugno 2011

Martini Luteri



Lettere al Cardinal Martini  Domenica 29 Maggio 2011 
 Pagina 13
(29 maggio 2011) - Corriere della Sera

DOMANDE & RISPOSTE

Eminenza, le scrivo a proposito delle idee di Teilhard de Chardin,di cui lei ha accennato nella risposta al lettore che teme la morte (Corriere ,24 Aprile).
Premetto:credo in Dio, ma mi è molto difficile pensare che sia Cristo l’unica strada: ritengo che il Gesù storico sia stato una persona incomparabile, magnifica, ma non riesco a credere che sia stato il “vero” Figlio di Dio, se non nella misura in cui lo siamo tutti.
Posso chiamare Cristo quella pienezza che ci unirà tutti alla fine dei tempi, ma non posso credere che l’unico modo giusto di credere sia quello cristiano cattolico.
Per me Teilhard de Chardin è un “profeta” o una mente paragonabile a un Freud o a un Einstein.
Non ho compreso, tuttavia, questa sua frase:”Un altro errore consiste nello smarrimento dell’escatologia universale, per la quale la salvezza dell’uno esigerà la salvezza dell’altro”.
L’errore è nel non avere questa credenza o nel credere che “la salvezza dell’uno esigerà la salvezza dell’altro”?
Io credo che tutti saranno salvati , da quelli che sono i loro contemporanei o da quelli che via via seguiranno, fino al compimento finale, alla piena realizzazione, per millenni che ci vogliano.
Credo negli infiniti effetti e nei lunghissimi “filamenti” di ciascuna azione umana, ogni gesto e ogni stato d’animo, nel bene e nel male. Credo in un processo teilhardiano di crescita il cui ritmo è dato dalla nostra volontà di crescere e di aderire al bene.
Non credo nel castigo divino, credo nella pazienza di Dio.
Credo che il Paradiso ce lo dobbiamo “meritare”. Credo che Dio sia incomparabilmente superiore ai nostri concetti, molto migliore di come possiamo concepirlo noi.

(lettera firmata)

Risposta