ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 ottobre 2011

Benedette da chi?

AGGRESSIONI "BENEDETTE"
 
DI MANLIO DINUCCI
ilmanifesto.it

Mons. Vincenzo Pelvi (nella foto), arcivescovo ordinario militare e direttore della rivista dell'Ordinariato «Bonus Miles Christi» (il Buon Soldato di Cristo), prova «amarezza e disagio» di fronte a «chi invoca lo scioglimento degli eserciti, l'obiezione contro le spese militari». Questi miscredenti non capiscono che «il mondo militare contribuisce a edificare una cultura di responsabilità globale, che ha la radice nella legge naturale e trova il suo ultimo fondamento nell'unità del genere umano». Dall'Afghanistan alla Libia, «l'Italia, con i suoi soldati, continua a fare la sua parte per promuovere stabilità, disarmo, sviluppo e sostenere ovunque la causa dei diritti umani». Il militare svolge così «un servizio a vantaggio di tutto l'uomo e di ogni uomo, diventando protagonista di un grande movimento di carità nel proprio paese come in altre nazioni» (Avvenire, 2 giugno 2011). 

venerdì 7 ottobre 2011

Lutto serio


7 ottobre 2011

Beata Vergine del Rosario, se la metà del lutto decretato dagli uomini per la morte di un fabbricante di idoli divenisse lutto per la morte che ogni giorno (e a maggior ragione ogni venerdì) rivive tuo figlio… Se fosse rivolta all’unico vero maestro, la metà del lutto tributato a colui che con abiti e discorsi si atteggiava a sommo sacerdote del superomismo per tutti, ci sarebbero meno ginocchia spellate davanti a scatoline di plastica e silicio, non si sprecherebbero tanti sentimenti e tante speranze (e il serbatoio del cuore non è mica infinito) per una tecnica obsolescente che morirà perfino prima di noi.

Il corvo di Elìa


Quel “corvo” in Vaticano che minaccia Bertone
IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO, TARCISIO BERTONE
Lettera anonima e minacce di morte per il Segretario di Stato. Il misterioso estensore cita don Bosco che annunciò sventure in casa Savoia se fosse passata una legge anti-clericale. Finì con quattro lutti di reali in poche settimane
ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO
Oltretevere, le lettere anonime non sono una novità, né un’eccezione. Ne circolano tante, con accuse spesso infamanti quanto infondate o comunque non provate. Vengono usate per screditare questo o quell’ecclesiastico, perbloccare l’ascesa di questo o quel prelato. Non deve dunque stupire più di tanto che negli ultimi giorni ne sia circolata una con pesanti allusioni e una frase minacciosa contro il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, principale collaboratore di Benedetto XVI.

giovedì 6 ottobre 2011

Jagermeister?


La Civiltà Cattolica, anno XXXIV, serie XII, vol. IV (fasc. 802, 6 nov. 1883) Firenze 1883, pag. 385-401. 
R. P. Raffaele Ballerini S.J.
DELL'OPERA DI MARTIN LUTERO
I.
Un nostro antico proverbio dice che l'opera loda il maestro. Già vedemmo, nel precedente articolo sopra Lutero, di che sorta uomo e maestro egli si fosse, e quanto a vicenda si onorassero l'uno e gli altri, i festeggiatori cioè ed il festeggiato, nella ricorrenza del costui quarto genetliaco centenario. Ma perocchè nell'uomo e nel maestro si è inteso glorificare l'opera sua, che fu la così detta Riforma, di questa daremo in iscorcio un'idea, che viemeglio illustri i meriti di chi ne fu autore.
La Riforma, ossia il Protestantismo, che da Martin Lutero trasse l'origine, molte e varie definizioni ha ricevute: altri la chiamarono la libertà del peccato, altri l'anarchia della fede, altri il delirio della ragione, altri il conquassamento dell'ordine. Più propriamente alcuni riformati moderni l'hanno denominata, col Chasles, la riabilitazione della carne, il rialzamento dell'altare della voluttà, in breve, la risurrezione del sensualismo pagano [1].

Relaxatio mundi

Ordini religiosi rilassati

Una lettrice del blog che svolge un lavoro molto ambito nel mondo, da un certo periodo di tempo si sente attrarre dalla vita religiosa. Mi ha scritto varie e-mail per chiedermi informazioni sugli istituti di vita consacrata, come nel seguente caso.

Grazie sei veramente gentile!
Ti saluto con tanto riconoscimento!
Che mi dici sulle suore di [...]?

Cara sorella in Cristo,
                                 ad essere sincero non conosco l'ordine delle suore di cui mi hai chiesto informazioni.

Comunque voglio darti ugualmente dei consigli generali che ti consentiranno di comprendere da te stessa se un ordine è rilassato o fervoroso.

De orbe et de dolio

Il Cardinal Piacenza ai Seminaristi sull'interpretazione corretta del Concilio
L'Osservatore Romano del 5 ottobre ha pubblicato ampi stralci dell'intervento La Parola di Dio nella vita del sacerdote, sulla ricezione dell'esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini di Benedetto XVI, pronunciato a Los Angeles, martedì 4 ottobre, dal cardinale prefetto della Congregazione per il Clero in una conferenza ai sacerdoti di lingua spagnola dell'arcidiocesi.

Nessun accenno, invece, alle significative e 'sapienti' esortazioni rivolte dal cardinale ai seminaristi nell'incontro svoltosi nella stessa data [testo integrale qui], che pubblico di seguito per condividerle con voi e alimentare la nostra riflessione, sottolineando come purtroppo anche nell'ambito ecclesiale l'informazione venga data con un taglio strumentale e discriminatorio, che riflette le linee portanti della cultura egemone.

Ermeneutica di rottura (artistica..?)

Lo scandalo omologante

Il fatto è noto: Andres Serrano ha fatto una foto dal titolo Piss Christ, una piatta esposizione di urina con dentro un crocifisso. In mostra al museo di Avignone, qualcuno ha preso a sassate la foto (il meccanismo è sempre lo stesso).
Sull’opera non c’è molto da dire. L’ennesima esibizione di una regressione alla fisiologia elementare che, in modo del tutto parassitario, acquista una mediazione simbolica sufficiente a innescare una qualche sorta di scandalo. Arte miserabile. E menzognera, perché cerca lo scandalo che non è scandalo.
In effetti, quello che mi interessa non è Serrano. Mi interessano invece alcune argomentazioni che questi casi suscitano in ambito cristiano. Come quella, ad esempio, di Sébastien Lapaque il quale partendo da una citazione di Tertulliano scrive:

Ermeneutica della rottura (architettonica..?)

Trasformare o radere al suolo?

giugno 6, 2011 di lc
Sul numero di maggio di Studi Cattolici è uscito un mio articolo dedicato al rapporto tra chiesa e corpo (pdf scaricabile qui). Ne riporto il pezzo conclusivo.
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Una diffusa sudditanza ai presupposti teorici tipici della modernità ha prodotto spazi dove non è previsto che il corpo varchi la soglia. Spazi dove geometrie spigolose, cemento grezzo, lunghe pareti bianche non si rapportano alla misura e alla sensibilità di un corpo vivo. Spazi dove lo spirituale è concepito come il distillato di una scarnificazione. L’effetto che rimane è un’impressione di strutture mentali non abitabili, che possono approdare a uno spiritualismo ma non a una vita secondo lo Spirito.

Unicum! (x aspiranti santi modernisti)


Metti una sera a cena con Ariosto, Confucio e Lutero…





Da pochi giorni è uscito il secondo romanzo di Guido Ceronetti, In un amore felice (Adelphi, Milano 2011; il primo romanzo, Aquilegia, apparve per Rusconi nel 1973). Confesso di non apprezzare molto l’ultimo Ceronetti, ma ogni tanto è bello tornare a certe sue pagine. Come quella che riporto qui in calce, tratta dal suo fortunato e acre zibaldone medico, Il silenzio del corpo (I ed. 1979).
***
Le affinità inattese: Ludovico Ariosto e Confucio. Un debole e misterioso filo li lega, la comune nascita in Vergine. Si può vedere il Furioso come un Rito tradizionale perfettamente compiuto, un atto di ubbidienza e di rispetto confuciano ai maestri e ai padri.
Si può anche indagare sul loro rapporto pieno di cerimonioso timore, di faticosa cautela, con gli altri uomini. Confucio fu governatore per il duca Ting e per il duca di Lu, Ludovico governatore estense della Garfagnana. Diceva Confucio: «Se gli uomini dotati di bontà governassero per cento anni, potrebbero far scomparire la scelleratezza e abolire la pena di morte». Scriveva l’Ariosto: «Io ’l confesso ingenuamente, ch’io non son uomo da governare altri uomini, che ho troppa pietà, e non ho fronte di negare cosa che mi sia domandata».
A Ludovico bastava «un poco di vaccina e di montone» cucinati alla grossa; Confucio voleva carne cotta bene, tritata finemente, ma poca, mai superiore in quantità al riso. Di vino ne trincava molto, e pimentando con zenzero frustava l’intelligenza. Orrore per i frutti non di stagione (condiviso da tutta la dietetica orientale). E mangiando o stando a letto non parlava. Il silenzio a tavola è una massima capitale.
I raccoglitori di Discorsi a Tavola sono analecti d’impurità. Paragonare il silenzio a tavola di Confucio con la verbosità di Lutero. Straordinaria testimonianza, rutti pieni di potenza, le chiacchiere continue di Lutero, ma di vera sapienza non ne trovi. C’è come un brontolio di Natura cieca, uno schiumare sordo di terremoto; molto più magistrale il silenzio di Confucio. Tutta la sinistra grossolanità e follia del grande cristianesimo tra spruzzi di saliva, colpi di mandibole alla vacca mal cotta, al maiale speziato, birra e san Paolo, grazia e salsiccia: affascinante e grandioso, ma alla larga dal Maelstrom. In un pezzettino di zenzero di Confucio, la pace di un vero paesaggio sapienziale.
Quando non mi costringono a parlare mangiando, anch’io sono disteso e felice. Questa gente che si trova insieme a pranzo per intrecciare cucchiai e scemenze, che mangiando discute, gesticola, litiga, racconta fatti, decide affari, giudica letteratura, condanna o assolve accusati, come si può sopportarla? È un supplizio da evitare, se non si è come loro. Accetterei pranzi in compagnia purché nessuno fiatasse, e una bella voce calma leggesse cose facili da digerire.
(Testo tratto da G. Ceronetti, Il silenzio del corpo. Materiali per studio di medicina, ed. riv., Adelphi, Milano 2001, pp. 146-147)
http://letterepaoline.net/2011/05/12/metti-una-sera-a-cena/

Scherzetti o dolcetti? chierichette o vocazioni?

“Salvate le chierichette”


Chierichetti americani
CHIERICHETTI AMERICANI

I gesuiti americani lanciano una campagna per difendere la presenza delle bambine all’altare, un servizio nel quale i parroci favoriscono i maschi come possibili sacerdoti del futuro

GIACOMO GALEAZZICITTA' DEL VATICANO
«Save the altar girls». La prestigiosa e influente rivista America dei gesuiti americani, da sempre vicina alle istanze più liberal del cattolicesimo made in Usa, lancia una campagna per salvare le chierichette (le "altar girls"), penalizzate dai parroci per favorire i maschi in quanto «potenziali sacerdoti del futuro».
I gesuiti, i cui articoli non passano inosservati oltre il Tevere, ricordano che servire la messa non è un sacramento e nemmeno un ministero.