ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 7 aprile 2012

L’ulivo al vento della Cei


dal sobrio “fate voi” al fraterno gemellaggio cigiellino

A voler (a dover) essere centrale, la chiesa non può che essere anche un po’ circolare. E se nei dì festosi del Cav. in gloria si sforzava di contestualizzare persino la bestemmia, nei giorni di patimento governativo intorno all’articolo 18 – vogliono, fortemente vogliono; s’annaspa, leggermente s’annaspa – non minore è la volontà di (ri)contestualizzazione. Essendo la ratzingeriana vigna del Signore piuttosto estesa, un po’ tutto ci si trova e un po’ tutto, mirabilmente, alla fine si ricompone – “armonizzare il nostro cuore a quello di Cristo”, persino più facile che armonizzare il cuore episcopale al fantasmagorico parapiglia del mondo. Tutto si ricomporrà, dunque. Alla fine, però: ché per il momento pare più una fase di scomposizione che di sicuro instradamento al gregge pur perplesso, forse dubbioso.
Fino a un certo momento la posizione era, più o meno: fate quello che dovete, possibilmente con non troppa malagrazia. Poi è arrivato monsignor Bregantini, presidente della commissione lavoro della Cei, che su Famiglia cristiana ha dichiarato cose che – niente di diverso e niente di meglio – la stessa Cgil di Susanna Camusso ampiamente potrebbe sottoscrivere (e ampiamente sottoscrive): da “i lavoratori non sono merce” all’allarme sui licenziamenti economici che “rischiano di generare un clima di paura in tutto il paese”, fino alla sollecitazione sindacale, “lasciare fuori la Cgil sarebbe una perdita di speranza notevole, un grave errore”. Qualche giorno e interviene il cardinale Bagnasco, a nome della Cei, “bene del paese, serenità d’intelligenza”, ecc. ecc. E a nome della Cei, il segretario generale, monsignor Crociata, formula argomentazioni squisitamente forneriane, “uno sforzo per guardare anche a quanti dovrebbero entrare nel mercato del lavoro e non solo a quanti purtroppo rischiano di uscirne”, e allora “nessun avallo a chi non vuol cambiare nulla e vuole che le cose restino sempre così”. Il contrario (pare, appare, sembra) di ciò che Bregantini aveva sostenuto nella sua intervista. Ma come si diceva, essendo di vastissima metratura la vigna cattolica, tutto scorre e tutto torna.

Così domenica, davanti a molte chiese, volendo uno poteva ritirare il ramoscello d’ulivo tanto dal prete quanto dal sindacalista cigielle. Insieme a un volantino – il titolo che era citazione quasi letterale dell’intervista a Famiglia cristiana: “Il lavoro non è una merce”. E poteva pure capitare di ascoltare le stesse parole (seppur con toni diversi, persino con diverse intenzioni) tanto dentro a sentir messa come bivaccando sul sagrato a chiacchierare con il militante della Camusso. Una scena che si è ripetuta davanti a tutte le più importanti basiliche – e che non poco deve aver sorpreso il prof. Monti e la prof.ssa Fornero, di messe domenicali discreti frequentatori. “Sensibilizzare senza disturbare”, la parola d’ordine dei militanti Cgil. Che hanno sensibilizzato, “siamo qui perché vediamo che c’è condivisione con il mondo cattolico su questi temi”, magari qualcuno si è disturbato, ma in massima parte sono stati benevolmente accolti ovunque. Ben duemila volantini sono stati distribuiti davanti alla chiesa di San Lorenzo, a Genova, dove il cardinale Bagnasco stava celebrando la messa delle Palme. E qui, il colpo di scena. Finita la funzione proprio Bagnasco commenta (esalta) il singolare “gemellaggio” scelto dalla Cgil per la sua battaglia. Con parole quasi d’incoraggiamento, “questo riconoscimento di vicinanza, disinteressata, fraterna e pastorale, ci incoraggia e ci stimola ulteriormente a continuare su questa strada”.
Persino meglio, sindacalisticamente parlando, della buona accoglienza dei buoni frati francescani di Assisi, che hanno ricevuto la delegazione della Cgil il giorno precedente il volantinaggio a Santa Maria degli Angeli, e insieme lungamente discusso, dall’articolo 18 al modello tedesco – “abbiamo trovato grande sintonia da parte dei francescani”, l’annotazione dei dirigenti sindacali. Contestualizzare, armonizzare, essere un po’ circolari. A maggior gloria, a minor danno. Una tecnica persino più sofisticata di quella urticante dei tecnici di Palazzo Chigi.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.