ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 luglio 2012

Passacarte del corvo


La sentenza verrà resa pubblica il 7 agosto e dall'istruttoria in via di ultimazione emergerebbe anche il passaggio delle carte segrete ai media attraverso un giornalista amico e complice di Gabriele
Tra una settimana Paolo Gabriele sarà rinviato a giudizio. La sentenza verrà resa pubblica il 7 agosto e dall'istruttoria in via di ultimazione emergerebbe anche il passaggio delle carte segrete ai media attraverso un giornalista amico-complice di Gabriele.
Ieri Benedetto XVI ha ricevuto la commissione cardinalizia e i magistrati vaticani che indagano sul furto di documenti riservati nell'appartamento papale. Una udienza in cui il Papa «ha ringraziato per le informazioni ricevute e ha invitato la magistratura vaticana a proseguire il lavoro con solerzia». Con i tre porporati che fanno parte della commissione - Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Joseph Tomko - hanno partecipato all'udienza i magistrati vaticani Piero Bonnet e Nicola Picardi, il sostituto alla Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu, il segretario del Papa, Georg Gaenswein, il comandante della Gendarmeria Domenico Giani e il consulente per la comunicazione della Santa Sede, Georg Burke. Presente anche il segretario della commissione cardinalizia, don Luigi Martignani. In via ufficiale nulla si sa sulla durata e i contenuti della udienza, - della quale l'Osservatore romano pubblica in prima pagina una foto ricordo - la prima in cui papa Ratzinger sia stato informato da così tanti attori sul procedere dell'inchiesta e sui suoi risvolti penali. Dall'invito del Papa a proseguire con solerzia si comprende che il lavoro dei magistrati continua. La prossima settimana sarà dedicata alla stesura di requisitoria e sentenza, i cui risultati saranno pubblici nei primi giorni della successiva. Se si andrà ad un rinvio a giudizio, il dibattimento slitterà certamente a dopo l'estate. Il reato contestato al maggiordomo è furto aggravato, ha confermato padre Lombardi, senza aggiungere nulla circa eventuali complici di Gabriele. Un dibattimento potrebbe fornire elementi su eventuali appoggi e complicità del maggiordomo che resta unico indagato, anche se sembra strano che abbia agito da solo. Da chiarire anche i motivi che hanno spinto «Paoletto», amato da tutti in Vaticano e da tutti dipinto come fedelissimo al Papa, a compiere una azione grave, che durava da tempo e che ha portato alla pubblicazione di documenti pontifici, con danno al diritto alla riservatezza di Benedetto XVI e di quanti si erano rivolti a lui, per i motivi più disparati. Un dibattimento avrebbe un impatto mediatico, con il rischio per il Vaticano di essere ributtato in un tritacarne, come è accaduto all'inizio della fuga di documenti con il caso Viganò e le polemiche sulla gestione del Governatorato, e come è continuato nelle settimane successive, con le inchieste collegate allo Ior e infine, in maggio, con l'arresto di Gabriele

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