ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 23 dicembre 2012

Cambiano significato alla liturgia!


Kiko e Carmen vogliono davvero una liturgia di diverso significato. Sono loro stessi ad affermare chiaramente di portare avanti qualcosa di diverso dalla liturgia cattolica, e lo hanno detto in conferenza stampa il 13 giugno 2008, giorno dell'approvazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale.



Nella conferenza stampa Kiko così parlava della "comunione" neocatecumenale:
Qui nulla dice "sacrificio eucaristico"
“Noi l’abbiamo finora sempre fatta da seduti, e non per disprezzo, ma perché per noi è sempre stato molto importante comunicarsi anche con il Sangue. Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa.

Quando nelle cena della Pasqua ebraica si scopre il pane si parla di schiavitù, quando parlano della Terra promessa scoprono il calice, la quarta coppa. In mezzo a questi due momenti c’è una cena, quella nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell’uomo all’egoismo e al demonio) e “Questo è il mio Sangue” (a significare la realizzazione di un nuovo esodo per tutta l’umanità).

Il vitello d'oro dei neocatecumenali
Più tardi i cristiani toglieranno la cena e metteranno insieme il pane e il vino. Ora, nel Cammino abbiamo molta gente lontana dalla Chiesa, non catechizzata, e nei segni del pane azzimo (la frazione del pane) e del vino noi diamo visibilità a quei significati.

Abbiamo scelto di fare la comunione seduti soprattutto per evitare che nei movimenti si versasse per terra il Sangue di Cristo. Il fedele, con tutta calma accoglie il Calice, lo porta alla bocca e si comunica con tranquillità e in modo solenne”.

Come può un cattolico accogliere i significati giudaici che Kiko dà al pane e al vino? E come mai Kiko si concentra su quei significati evitando di parlare di "sacrificio", di "presenza reale"?

Kiko comanda «la Comunione seduti»:
ecco un "cameriere eucaristico" all'opera
Kiko comanda di interpretare alla maniera kikista-carmenista le parole di Nostro Signore stesso, dichiarando il pane e il vino rispettivamente come "rottura della schiavitù" e realizzazione di un "nuovo esodo", quando invece si tratta del Corpo e Sangue del Signore offerti in Sacrificio per noi in espiazione dei nostri peccati e quindi per la nostra Redenzione.

I due "iniziatori" spagnoli si vantano di dare visibilità a quei "significati" che loro stessi arbitrariamente hanno assegnato! Nessun santo e nessuna autorità ecclesiastica hanno mai impoverito in quel modo le parole di Nostro Signore, tanto meno partendo dal fatto che l'Eucarestia è stata istituita nel corso di una cena pasquale ebraica.

Fin dagli anni '60 Kiko e Carmen sembrano proprio portare avanti una specie di "rito ebreo" reinventando significati tali da mettere in secondo piano, se non addirittura far sparire, le caratteristiche di Sacrificio.

Un commento a firma "Aloysius":
Il cosiddetto ritorno alle origini di Kiko non è un ritorno alle nostre origini ebraiche, è un ritorno all'ebraismo tout court!

Il balletto con girotondo vorrebbe
scimmiottare il momento di allegria
della cena dello Shabbat ebraico
Se la Messa è un Sacrificio è un sacrificio... mi viene in mente ora una cosa: Kiko e Carmen negano l'"espiazione" ("Che padre è quello che vuole la morte del figlio..."). Ebbene, cosa viene detto nella formula di consacrazione? "...versato "in sacrificio" per voi...". Sapete che parola usano gli ebrei cristiani per indicare questo termine? "kippur".. e allora?
Agnus Dei qui "tollit"= non tolse, ma "prese su di sé"... il capro espiatorio, il Kippur... ricorda niente? E' Cristo il nostro Kippur definitivo, avvenuto 2000 anni fa sul Golgota e ri-presentato al Padre in ogni celebrazione, Actio di Cristo e non dell'assemblea!
strano che la giudaizzazione NC non sia arrivata almeno a capire questo...

Un commento a firma "Gregorio VII":
Ho letto il discorso di Kiko e non ha fatto che confermare i miei sospetti. Seguono alcune mie osservazioni, alla luce di quello che sono riuscito a capire (con molta fatica) dal suo “luminoso” discorso.

Che ci crediate o no, questa è una
"prima Comunione" neocatecumenale!
1) Prima di tutto dalle parole di Kiko si ha la sensazione che abbia le idee un po’ confuse in materia di liturgia, teologia e, soprattutto, riguardo all’autentico significato della Messa Cattolica. Mi sembra proprio un discorso protestante.

2) Ad un certo punto Kiko ha intrattenuto i suoi ascoltatori con una pseudo-catechesi (da brivido) sull’Eucarestia (AH!!! Che “grande” discorso! Sono rimasto folgorato! Kiko sei un genio! … Meno male che sei arrivato tu e ci hai spiegato quello che nessuno è riuscito a spiegarci in due millenni! … Altro che Sant’Agostino o Leone Magno! Altro che Padri della Chiesa! L’Aquinate al confronto era uno scolaretto incolto… Proporrei Kiko come “dottore della Chiesa” e le sue lezioni come modello di catechesi per tutti i seminaristi che verranno nei secoli a venire…). Parlando della consacrazione non sembra aver fatto alcun riferimento alla presenza reale. Viene il sospetto che i suoi compari non amino inginocchiarsi proprio per questa ragione (come i protestanti). Kiko al riguardo ha detto che si comunicano seduti per timore di versare il “sangue di Cristo” … MAH! … Domandina: come mai su tale questione siete così scrupolosi, mentre invece disobbedite alle norme liturgiche stabilite dalla Chiesa? Ma non è che siete scrupolosi ed attenti solo quando si tratta di norme che vi garbano?

3) Occorre ribadire che la Messa non è una semplice rievocazione dell’Ultima Cena ed è per questo che non può essere strutturata come se fosse una sorta di “filmino” avente lo scopo di riprodurre meccanicamente quanto avvenuto la sera precedente la Passione. Sembra di capire che l’idea dei neocatecumenali sia questa: poiché Gesù e gli Apostoli erano seduti, anche noi stiamo seduti (cosa ribadita da Carmen) … poiché la Messa è la rievocazione dell’Ultima Cena noi replichiamo tutto quello che hanno fatto Gesù e gli Apostoli …

"Messa-filmino": balletto e girotondo
Avete capito? La loro è la “Messa-filmino”. Ma la Messa non è uno spettacolo con delle scenette che replicano l’Ultima Cena!!! Non è un filmino!!! Ad esempio, il sacerdote non spezza l’ostia consacrata al momento della consacrazione quando pronunzia le parole “prese il pane, lo spezzò…”, bensì più tardi, al momento dell’Agnus Dei.

Vorrei ricordare ai neocatecumenali che la Messa è, secondo la bimillenaria ed immutabile dottrina cattolica, il Sacrificio di Cristo, mediante il quale noi siamo redenti. Il pane ed il vino diventano Corpo e Sangue di Cristo (presenza reale) e vengono immolati come Agnello sacrificale al Padre per noi, per la nostra salvezza. Ciò è compiuto dal sacerdote che agisce “in persona Christi”; è proprio per questo che un sacerdote come Padre Pio, profondamente unito alla Passione di Cristo (stimmate), viveva come esperienza mistica la celebrazione della Messa (ricordo che Padre Pio ebbe il permesso dal Papa per continuare a celebrare la Messa secondo il rito pre-conciliare nel quale l’aspetto del sacrificio è posto in assoluta evidenza).

Quella strana messa che il Papa non vuole
L’altare è dunque “l’ara del sacrificio”, altro che “mensa”. Non voglio affermare che il concetto di “mensa” sia da rigettare del tutto, ma è assolutamente secondario. Nell’attuale rito (Ordo Missae del 1969 con altare versus populum) il concetto di sacrificio sembra avere assunto un ruolo secondario rispetto a quello di mensa. I tradizionalisti non hanno torto quando parlano di perdita del significato più profondo della Messa.

Ma i neocatecumenali vanno oltre: del sacrificio non sembra esservi rimasta alcuna traccia. Nel discorso di Kiko non ho incontrato una sola volta la parola “sacrificio”.

Conclusione: siamo di fronte ad una concezione liturgica che declassa la Messa ad una “riunione da circolo da villaggio” di stampo marcatamente protestante.

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