ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 15 febbraio 2012

I VATI-CANI PRONTI A SBRANARE IL PAPA

I DOCUMENTI CHE ESCONO DA OLTRETEVERE DIMOSTRANO CHE È FINITA LA “SOLIDARIETÀ DI PALAZZO” - ‘’L’OSSERVATORE ROMANO’’ DENUNCIA “COMPORTAMENTI INDEGNI” NELLA CURIA - ‘’MESSORI, SCRITTORE CARO A WOJTYLA E A RATZINGER, PARLA DI “EQUIVOCI, DISTRAZIONI, GAFFES DIPLOMATICHE” - È LA PUNIZIONE DIVINA PER IL PAPA, CHE HA PROVATO A FAR LUCE SUI LATI OSCURI DELLA CHIESA (PEDOFILIA E FISCO IN PRIMIS)? - B XVI È SEMPRE PIÙ ARRABBIATO CON BERTONE...



Marco Politi per "il Fatto quotidiano"

JOSEPH RATZINGER PAPA BENEDETTO XVIJOSEPH RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI
Un pontefice circondato da lupi, che non indietreggia e non si dimetterà per paura. A breve distanza l'uno dall'altro il direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian e il portavoce papale Lombardi tratteggiano il clima drammatico, che caratterizza l'attuale stagione del pontificato di Benedetto XVI: mentre il suo regno entra nell'ottavo anno e si commemora il trentennale dell'arrivo di Joseph Ratzinger in Vaticano.
L'Osservatore Romano in edicola questa mattina descrive un pontefice aggredito "da lupi", una Curia in cui si manifestano "comportamenti irresponsabili e indegni", una compagine ecclesiale che a fronte dei clamori mediatici deve saper "cogliere (l') occasione di una purificazione della Chiesa".

I MILIONARI DI CRISTO

 - IN UN LIBRO-INCHIESTA I RAPPORTI TRA I LEGIONARI DI CRISTO DI MACIEL E IL VATICANO - LE BUSTARELLE? “UN MODO PER FARSI DEGLI AMICI” - NEL ’97 MACIEL OFFRÌ 90 MILA € AL CARDINALE SOMALO PER METTERE A TACERE LE ACCUSE CONTRO DI LUI, SUBITO DOPO “GIOVANNI PAOLO II LO NOMINÒ CAMERLENGO” - IL SODALIZIO CON SODANO: PER INGRAZIARSI IL CARDINALE, DONAZIONI, VACANZE E COMMESSE AL NIPOTE INGEGNERE - “SODANO INSISTETTE CON RATZINGER PER FERMARE LA CURIA CHE INDAGAVA SUI LEGIONARI”…

Estratto del libro-inchiesta di Jason Berry "Le casse del Vaticano. La vita segreta del denaro nella Chiesa cattolica" pubblicato da "il Fatto quotidiano"

LA CASSA DEL VATICANO
Maciel si rivolse al papa attraverso monsignor Dziwisz", riferisce padre A. "Due settimane dopo Pironio lo firmò". Che Giovanni Paolo II abbia letto il documento è dubbio. La pronta risposta di Dziwisz indica come egli fosse obbligato verso i Legionari ben prima di ricevere il donativo di 50.000 dollari. Per Maciel, la violazione codificata dei diritti individuali che lo statuto comportava, approvata dal papa, rappresentava una vittoria.

SINDONE: "Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo..." i risultati di un'indagine

Prete di strada? Quanto...?

Don Gallo, cappellano di tutte le giunte chic

Professione "prete di strada", fa e disfa le giunte

Genova - Giusto per restare agli ultimissimi giorni, don Andrea Gallo, professione «prete di strada», fra le altre cose: a) è andato in televisione a In onda su La7 per dire che è stato invitato a Sanremo e che gli piacerebbe cantare L’Internazionale sul palco del teatro Ariston; b) ha benedetto una manifestazione per chiedere la liberazione dei No Tav arrestati dopo le violenze in Val di Susa e l’inchiesta del procuratore Caselli: «Sono con voi spudoratamente e incondizionatamente per una resistenza democratica e rivoluzionaria»; c) ha difeso Adriano Celentano dalle critiche al suo cachet troppo alto a Sanremo: «Le critiche a lui sono insostenibili.
Don Gallo
Don Gallo
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Vogliamo elencare i compensi enormi ingiustificati? Pensioni d’oro, vitalizi, liquidazioni, privilegi?»; d) ha posato come testimonial, con il classico sigaro in bocca, per i manifesti sei per tre affissi su tutti i muri di Savona contro la centrale a carbone di Vado Ligure; e) ha festeggiato la vittoria del suo candidato Marco Doria alle primarie del centrosinistra a Genova, «ancora una volta laboratorio della democrazia».
Ma i punti a), b), c), d) ed e) sono solo il riassunto minimo degli ultimi tre giorni di don Gallo che più che un sacerdote è quasi la trasposizione terrena del suo Principale: riesce ad essere contemporaneamente uno e trino, partecipando ad almeno tre cortei, conferenze, comizi e dibattiti. Contemporaneamente.
E così, in mezzo a tutti questi impegni, don Andrea riesce anche ad essere il king maker del centrosinistra, colui che fa e disfa le giunte e, soprattutto, l’uomo che sceglie i sindaci. È successo, ad esempio, a Milano, dove don Gallo ha puntato forte su Pisapia, che poi ha ricambiato portandolo in giro sui palchi come una Madonna pellegrina, persino per il veglione di San Silvestro. Addirittura, gli uomini di Marta Vincenzi l’hanno coccolato al punto di non organizzare la festa dell’ultimo dell’anno a Genova; invece, hanno fatto una conferenza stampa con turibolo per don Gallo per consigliare ai genovesi di spostarsi in massa verso il capoluogo lombardo, gemellato in nome di Pisapia. Almeno così credeva Marta Vincenzi che lo scorso anno aveva incassato il sostegno forte e chiaro di Nichi Vendola: «Dove c’è un sindaco appoggiato da noi che ha fatto il primo mandato, non servono le primarie, noi lo appoggeremo ancora». Poi, ci si è messo di mezzo il don e Nichi ha cambiato idea: «Avevo detto che appoggiavo Marta? Io mi fido di quel che dice don Gallo». Insomma, altro che grande elettore, grandissimo.
Logico quindi che la Vincenzi voglia spennare il Gallo, talmente appassionato di Doria da raccogliere le firme per strada - che venga di qui la definizione di «prete di strada»? - insieme a lui. L’altro giorno ha cinguettato su Twitter: «Da maggio a Genova basta con ’sta fissa delle infrastrutture e di Smart Cities. Vuoi mettere come è meglio parlare di beni comuni? Specie se benedice don Gallo». E poi: «Oggi le donne riescono a non farsi uccidere quando perdono. A proposito, chissà dove sarebbe stato don Gallo al tempo di Ipazia?». Poi, ieri, nel caso non fosse stata abbastanza chiara, ha ribadito a Radio 24: «Il primo aggettivo che mi viene in mente per don Gallo è magnifico. Il secondo però è narciso. Io sono una donna e riconosco in don Gallo una propensione al maschilismo». Sarà. Certamente, don Gallo ha una propensione alle frequentazioni vincenti. Perché sarà pure un «prete di strada», ma a Genova è apprezzato da tutti i potenti: nei salotti buoni non si può iniziare un discorso senza dire «bè, però, don Gallo...» con conclusione (positiva) a scelta, su qualsiasi tema dello scibile umano; la Regione Liguria di Claudio Burlando ha stanziato 10mila euro per la festa del suo ottantesimo compleanno. E don Andrea ha ricambiato cantando Bandiera rossa insieme al governatore ligure e a Gino Paoli lo scorso 25 aprile, alzando al cielo calici di vini prestigiosissimi a denominazione di origine controllata scelti personalmente dal patron di Eataly Oscar Farinetti, uno che ha fatto dell’eccellenza gastronomica la sua ragione di vita.
Le cronache non precisavano se si trattasse di bollicine millesimate.

La scoperta dell'acqua calda

Paolo-VI.jpg Pubblichiamo uno stralcio di una intervista concessa da Roberto De Mattei (19.01.2012):

La lettura del Suo libro suggerisce di non sottovalutare il ruolo di Paolo VI durante il concilio e nel tempo seguente. Contro le diverse rappresentazioni che distorcono l’immagine del Papa, Lei rende visibile un Papa, che agisce in modo tutt’altro che esitante, ma che è assolutamente deciso nella consapevolezza dei suoi scopi. Questo vale soprattutto per l’influsso che il Pontefice aveva sulla riforma liturgica postconciliare.
Come valuta questo “autoritarismo” di fronte al “liberalismo” presente nel pensiero e operato di Paolo VI?
 

Saper riconoscere gli inganni


Saper riconoscere l’inganno degli ultimi tempi non ha solo a che fare con il decifrare l’identità della bestia, del falso profeta o di babilonia la grande. Non ha nemmeno sempre a che fare con le dottrine escatologiche fuorvianti, perché l’inganno ha molte sfaccettature e si presenta sotto differenti aspetti. Non si trova sempre e solo di fuori, ma si cela anche di dentro. Dentro al cristianesimo moderno, tra le cui fila è da ricercare, laddove ha già mietuto molte vittime (spesso inconsapevoli, almeno inizialmente). Ad esempio nel sistema moderno di chiesa, dove organizzare è più facile che pregare, portare avanti un programma è meglio che aspettare di ricevere un programma, inventarsi qualcosa è meglio che farsi dire qualcosa dall’alto, copiare da altri è meglio che faticare a costruire da capo, avere molte idee è preferibile alla fedeltà a una singola promessa, essere famosi val più che essere sconosciuti, e così via, ad libitum. Ecco che allora, nel sistema di chiesa moderno l’organizzazione ha sostituito, in molti casi, l’unzione, la visione e la consacrazione. Imestieranti si sono moltiplicati e il cristianesimo ne ha subito un danno enorme, a scapito della semplicità del vangelo.  

CHIESA, ADDIO AL PARADISO FISCALE

 A COSTO DI RISCHIARE LA SCOMUNICA MONTI FARÀ PAGARE LE TASSE ANCHE AL VATICANO (ALMENO 1 MLD € ALL’ANNO SOTTRATTI ALL’ERARIO) - LA BATOSTA IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI DEI PATTI LATERANENSI: GLI ENTI ECCLESIASTICI (ESCLUSI QUELLI NO-PROFIT) PAGHERANO L’ICI, VIA LO SCONTO DEL 50% SULL’IRES E REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA DEGLI IMMOBILI - TRA SCUOLE PRIVATE, OSPEDALI, PALESTRE E ALBERGHI IL GIRO D’AFFARI (ESENTASSE) DELLA CHIESA È DI 4 MLD € ALL’ANNO…

1- ICI ANCHE PER GLI IMMOBILI DELLA CHIESA
Alberto D'Argenio per Repubblica.it
MONTI
La proposta finale da spiegare dopodomani alle gerarchie ecclesiastiche è pronta. In tempi di sacrifici per tutti e nell'imminenza di una condanna Ue per aiuti di Stato illegali, le esenzioni fiscali per le attività commerciali della Chiesa non sono più sostenibili: gli enti ecclesiastici dovranno pagare le tasse, anche se il governo si impegna a fare salve le attività puramente no profit.
È questo lo schema che giovedì Mario Monti e i suoi ministri sottoporranno ai vertici vaticani - a partire dal segretario di Stato Bertone e dal presidente della Cei Bagnasco - in occasione delle celebrazioni dei Patti Lateranensi.

martedì 14 febbraio 2012

Il Vaticano II e la libertà religiosa

Contenuto, da noi tradotto, del n° 52, del dicembre 2011, dellaLettre à nos frères prêtres, edita dal Distretto francese della Fraternità San Pio X.

« LNFP – 11 rue Cluseret, 92280 Suresnes Cedex - Francia»
Posta elettronica:
 scspx@aliceadsl.fr

Consultazione dei numeri arretrati, nel sito
 La Porte Latine


Indice

Editoriale di Don Régis de Cacqueray
Superiore del Distretto di Francia e Direttore di
 Lettre à nos frèfres prêtres

La questione della dottrina proposta dal Vaticano II a riguardo della libertà religiosa nell’ordine sociale e civile, la cui sintesi è costituita dalla Dichiarazione conciliare
 Dignitatis Humanae, è stato uno dei «punti caldi» del Concilio, forse il più contestato.
Semplificando, si può dire che la dottrina di
 Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa si articola in due punti. Da un lato, l’affermazione (del tutto tradizionale e che nessuno contesta) che nessuno dev’essere costretto ad abbracciare la vera fede. Dall’altro, l’affermazione (nuova e inusitata) che nessuno dev’essereimpedito ad esprimere una qualsiasi credenza religiosa. Questo secondo punto è contestato da noi, da sempre, non nei fatti (per molti aspetti oggi, nell’ordine civile, è necessario tollerare l’espressione di credenze diverse), ma per il diritto all’errore che avrebbe la persona umana e che lo Stato dovrebbe riconoscere.
Ricordiamo dunque, per evitare ogni equivoco, che la dottrina tradizionale non impedisce affatto che si possa affermare che, dal punto di vista della prudenza politica, possa essere necessario e legittimo accordare la libertà civile in materia religiosa e quindi non impedire o proscrivere i culti diversi da quello della Chiesa cattolica. Questa possibilità di una tolleranza, perfino molto ampia, è stata esplicitamente considerata dal Papa Pio XII nel 1953.
E tuttavia, una cosa è la tolleranza di fatto, cioè una libertà civile, altra cosa è affermare che l’uomo,
 per natura, possiederebbe un diritto a tale libertà.

I nuovi Gesuiti, sempre in bilico tra ortodossia e progressismo

Grano e zizzania

Il male della Chiesa (e degli uomini di Chiesa)

di Vittorio Messori
Di questi tempi, seguire certe non edificanti, oscure cronache vaticane può essere gustoso o rattristante, a seconda dei gusti anticlericali o clericali. In realtà, non dovrebbe scomporsi  più di tanto il cattolico che non solo conosca la storia della sua Chiesa ma che non sia dimentico degli avvertimenti del Vangelo. Questa Chiesa, cioè, è un campo dove buon grano e velenosa zizzania cresceranno sempre insieme; è una rete gettata a mare e nella quale convivranno sempre pesci buoni e cattivi. Parola di Gesù stesso, che esorta a non scandalizzarsi per questo e a non tentare neppure di dividere il sano dal guasto, riservando a sé questo compito nel giorno del Grande Giudizio.

La catechesi di Satana

Sconsigliabile per chi non ha tempo da perdere! in tal caso basta osservare i lieti volti della psicopatia e la luminosità dello sguardo dei profeti di Satana.

A destra l'episcopa (*), a sinistra il direttore spirituale (ehm..!) dei veggenti medjugoriani prima (**) e di Vassula Ryden (***) poi: 
entrambi di carriera in carriera (ad inferos!)


Verso la Nuova Creazione: Il Nucleo Centrale - Stefania Caterina, Tomislav Vlašić


http://it.gloria.tv/?media=255847

lunedì 13 febbraio 2012

LA CREDIBILITÀ DELLA SANTA SEDE A RISCHIO

C´è uno spettro che si aggira in Vaticano, dietro i veleni insinuatisi in Curia e le lettere al vetriolo divulgate dai media. Un fantasma pronto a manifestarsi molto presto, tra pochi mesi, sotto le sembianze della Commissione Europea. A giugno, infatti, l´organismo comunitario deciderà se la Santa Sede avrà corrisposto a tutti gli adeguamenti richiesti a livello internazionale per contrastare il riciclaggio di denaro sporco, la criminalità organizzata e il traffico di droga. E valuterà se iscriverla nella cosiddetta "white list", la lista dei Paesi virtuosi in materia di transazioni finanziarie.

BERTONE GetContent asp

Cattolici?

FALSI CATTOLICI DISTRUTTORI DELLA CHIESA

Pubblico questa lettera aperta di un vaticanista, falso cattolico, che si chiede sulla scia di altri falsi cattolici come poter distruggere, se fosse possibile, la Chiesa di Cristo cercando di abbattere il primato petrino, trasformando una monarchia ordinata e fondata sul potere divino con una democrazia caotica di stampo demoniaco.

Questi ciechi si chiedono il perché delle lotte interne ma insistono sulla bontà del concilio vaticano II, non riuscendo a vedere, come ho dimostrato, che è proprio il Vaticano II la causa formale degli errori.

Lo stesso autore dell’articolo del corriere della sera, che potete leggere qui, si contraddice esaltando, prima, la medicina della misericordia conciliare e poi pretendendo “l’applicazione severa del canone 1373”.

Suvvia caro giornalista dov’è la medicina della misericordia?

Quanti tentativi inutili, non riuscirete mai a prevalere sulla Sposa di Cristo, neanche con la collegialità: "Chi governa la Chiesa? voi o lo Spirito Santo? E allora, andate a dormire!".

Che Maria Santissima distrugga ancora una volta tutte le eresie e interceda per la conversione di tutti noi poveri peccatori.

Lettera aperta ad Alberto Melloni

Magistero o tradizione vivente ?


 


  

di Don Jean-Michel Gleize

L'articolo è stato pubblicato su DICI

(i neretti sono nostri)



Nel corso di una conferenza tenuta a Sion (Svizzera) il 25 gennaio del 2012, intitolata Magistero o tradizione vivente?, don Jean-Michel Gleize, professore di ecclesiologia presso il Seminario di Ecône, ha fatto alcune precisazioni riguardo al suo studio Una questione cruciale, apparso nell’ultimo numero del Courrier de Rome del dicembre 2011, studio che è stato inviato come complemento alla risposta di Mons. Bernard Fellay sul Preambolo dottrinale.

Ecco i passi più significativi di questa conferenza.

Venuti da lontano..


Tra liturgia e teologia attraverso le dichiarazioni di alcuni dei suoi principali redattori (Annibale Bugnini, Carlo Braga, Ferdinando Antonelli) di donStefano Carusi




“Si è sentita l'esigenza che le formule del Messale Romano fossero rivedute e arricchite. Primo passo di tale riforma è stata l'opera del Nostro Predecessore Pio XII con la riforma della VegliaPasquale e del Rito della Settimana Santa [1], che costituì il primo passο dell'adattamento del Messale Romano alla mentalità contemporanea” Paolo VI, Cost. Ap. ‘Missale Romanum’, 3 aprile 1969

Introduzione

Nel corso degli ultimi anni la pubblicazione di numerosi studi relativi alla storia del dibattito teologico-liturgico degli anni cinquanta ha gettato nuova luce sulla formazione e sulle intenzioni, non sempre all’epoca apertamente dichiarate, di coloro che furono i redattori materiali di alcuni testi.
Per quanto concerne l’opera di riforma della Settimana Santa del 1955-56, in questa sede ci si vorrebbe soffermare sulle dichiarazioni, oggi finalmente pubbliche, del noto lazzarista Annibale Bugnini, del suo stretto collaboratore e quindi segretario del “Consilium ad reformandam liturgiam”, Padre Carlo Braga e del futuro Cardinale Ferdinando Antonelli, per stabilire se la loro opera di riforma liturgica rispondesse o meno ad un più vasto disegno teologico e per analizzare la validità o meno dei criteri utilizzati e poi riproposti nelle successive riforme. Verranno prese in considerazione anche le annotazioni e le relazioni delle discussioni della commissione preparatrice, conservate principalmente nell’archivio della Congregazione dei Riti, le quali, recentemente pubblicate nei monumentali lavori di ricerca dello storico della liturgia Mons. Nicola Giampietro, testimoniano del tenore del dibattito.

domenica 12 febbraio 2012

Vatican rumors


1- LE VOCI SEMPRE PIÙ INSISTENTI DI POSSIBILI DIMISSIONI DI PAPA RATZINGER (85 ANNI SU SPALLE TRABALLANTI) HANNO INNESCATO L’ESPLODERE DEI VELENI NEI SACRI PALAZZI - 2- L’AUTUNNO DI UN REGNO, CARATTERIZZATO DA UN PONTEFICE CHE SI SENTE PSICOLOGICAMENTE SICURO SOLO CON IL SUO BRACCIO DESTRO (BERTONE) EPPURE È CONSAPEVOLE DELLA SUA INCAPACITÀ A GUIDARE CON PUGNO DI FERRO LA MACCHINA CURIALE - 3- INTORNO STA LA PLETORA DEI CURIALI IRRITATI E INSODDISFATTI, CHE MANDANO ALL’ESTERNO DOCUMENTI SEGRETI, IN UNA GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI, PER MANDARE ALL’ARIA LA GESTIONE BERTONESCA. MA C’È ANCHE CHI TEME CHE, ALLONTANATO LUI, SI FACCIA AVANTI UN UOMO FORTE, MOLTO CONSERVATORE, PER ORA QUIETO NELL’OMBRA: IL CARDINALE MAURO PIACENZA, CAPO MOLTO POTENTE DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO -

Marco Politi per Il Fatto
L'esplodere dei veleni in Vaticano è segno dello sfacelo. La guerra delle fotocopie testimonia l'autunno di un regno, caratterizzato da un monarca che si sente psicologicamente sicuro solo con il suo braccio destro eppure è consapevole della sua incapacità a guidare con pugno di ferro la macchina curiale.

Quel Cenacolo che fa litigare Vaticano e Israele

Gerusalemme, il Cenacolo
GERUSALEMME, IL CENACOLO

La possibile riassegnazione del luogo in cui, secondo la tradizione, si sarebbe svolta l’ultima cena di Gesù con i dodici apostoli fa riesplodere la questione

GIORGIO BERNARDELLIROMA
Arriva un passo avanti nel negoziato tra il Vaticano e lo Stato d'Israele? Puntuale sui media israeliani riesplode la questione della “cessione” del Cenacolo. A rilanciare il tema su Yediot Ahronot, è stato nei giorni scorsi un articolo di Giulio Meotti, firma italiana del Foglio che tiene anche una rubrica sul popolare quotidiano israeliano. Prendendo spunto dal recente incontro della Commissione bilaterale permanente di lavoro tra Stato d'Israele e Santa Sede tenutosi a Gerusalemme - incontro durante il quale vi sarebbero stati sostanziali progressi nel negoziato sulle questioni aperte -, Meotti rilancia la notizia secondo cui sarebbe in vista un'intesa per riassegnare al Vaticano il controllo del luogo dove secondo la tradizione si sarebbe svolta l'ultima Cena di Gesù con i dodici apostoli. Un'ipotesi questa duramente criticata dal giornalista italiano secondo cui  una conclusione del genere costituirebbe una “triste capitolazione ai tentativi di cristianizzare questo luogo santo, simili a quando fu costruito un convento cattolico ad Auschwitz”.

Vaticano, altro colpo alla terza loggia



Sperando sia l'ultimo.

di Andrea Tornielli (per Vatican Insider)
La vera notizia dell’appunto, autentico ma decisamente sconclusionato, riguardante il presunto «complotto delittuoso» ai danni del Papa non sta nei suoi contenuti, che fanno sorridere, quanto nel fatto che un testo inviato da un cardinale sul tavolo di Benedetto XVI, arrivi, di lì a qualche giorno, sulle pagine di un giornale. E che ciò avvenga dopo settimane di rivelazioni che hanno visto uscire dai sacri palazzi, ormai ridotti a un colabrodo, di tutto e di più. Segno ormai evidente di una lotta intestina che si sta combattendo Oltretevere in vista di un possibile cambio ai vertici della Segreteria di Stato e anche del futuro conclave.

Diavolerie

Amorth esorcizza la Casta

Il sacerdote parla di politica e nuovi demoni. Ed esprime riserve sul presunto complotto al Papa.

di Paola Alagia
Un tempo c’erano Stalin, Marx e Hitler, «veri schiavi del maligno, anche se non se accorgevano e soprattutto non credevano all’esistenza di Satana». I demoni di oggi, invece, «si rintracciano un po’ in tutti coloro che perseguono solo i loro interessi. È gente che guarda alla terra e non al cielo», dice a Lettera43.it Padre Gabriele Amorth.
Il più autorevole esorcista a livello internazionale, che ha da poco dato alle stampe L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana, il libro scritto con il vaticanista del Foglio Paolo Rodari per i tipi di Piemme, ne ha per tutti. Dal maghetto Harry Potter che fa impazzire milioni di ragazzi («è una saga che condanno con fermezza perché porta alla magia e, quindi, al male») alla classe politica «che non è più quella di una volta».