ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 maggio 2013

L’INDEGNA GAZZARRA AI FUNERALI DI DON ANDREA GALLO, CAMPIONE DEL CONFORMISMO.


UN’OFFESA ALLA CHIESA E ALLA COSCIENZA DEI FEDELI

Apprendendo la notizia della morte di Don Andrea Gallo avevamo scelto di non scrivere una riga. Parce sepultoMa la vergognosa gazzarra che si è verificata oggi, con i funerali trasformati in una farsa tragica recitata in luogo consacrato, impedisce di tacere, perché amiamo la Chiesa, che oggi è stata oltraggiata e che, nella persona di S. Em. Rev.ma Card. Angelo Bagnasco, ha accolto questo oltraggio non come martirio, bensì rinunciando pavidamente al suo ruolo di Mater et Magistra.

Del resto, ciò che è accaduto era prevedibile, perché Don Gallo è stato un campione di conformismo, un prete che è riuscito a riscuotere il consenso del mondo nel peggiore dei modi, ovvero rinunciando all’annuncio della Buona Novella e rifugiandosi in qualcosa che andava al di là del buonismo e che si può definire senz’altro complicità ammantata di falsa carità.
Proprio la prevedibilità del tragico show rende francamente incomprensibile la decisione del Presidente della CEI e Arcivescovo di Genova di celebrare i funerali. Sua Eminenza si scomoda per celebrare personalmente i funerali di qualsiasi sacerdote, religioso o secolare, della sua diocesi? Non lo sappiamo, ma siamo invece sicuri che Sua Eminenza era al corrente delle “opinioni” e dei comportamenti di Don Andrea Gallo. Per lunghi anni non si è sentito in dovere di dir nulla al proposito; forse, in occasione della morte di don Gallo avrebbe fatto meglio a continuare in questa sua scelta di assenza: meglio non far nulla, che fare errori.
Oggi abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso che si poteva tenere su una pubblica piazza o in un teatrino, non di sicuro in un luogo consacrato. La Chiesa del Carmine a Genova è stata oltraggiata con canti, fischi, urla, battimani. Abbiamo assistito all’incredibile spettacolo di un notorio pervertito, Vladimiro Guadagno, che indossando il travestimento da donna con cui esercita le sue innominabili attività (facendosi chiamare “Luxuria”, nientemeno…), ha preso la parola sull’altare. Poi ha ricevuto anche la Comunione. Abbiamo udito le parole di profonda saggezza delle maggiori voci della cultura cattolica, da Moni Ovadia e Dori Ghezzi, da Vasco Rossi ad Alba Parietti. In un luogo consacrato, (scusate se torno su questo concetto, ma gli spettacoli, di cattivo o di pessimo gusto si tengono normalmente in altri luoghi) si è celebrata l’apoteosi del disastro in cui si trova la Chiesa. La perdita del senso del peccato, la mancanza di pedagogia, l’abbraccio col relativismo, il trionfo dell’irrazionale, la confusione diabolica, in sostanza, che Don Gallo perfettamente incarnava, oggi si sono scatenate nella Chiesa del Carmine. Ottimo simbolo di questo magma, la bara adornata di bandiera rossa, sigaro, copia della costituzione… quando un sacerdote invece dovrebbe avere una sola bandiera: la Croce di Cristo.
Eminenza, tutto quanto è accaduto era davvero così imprevedibile?
Don Andrea Gallo forse non era consapevole di ciò che faceva. Ebbro dell’applauso del mondo, delle interviste, delle telecamere, era divenuto ormai un corruttore. Parola grossa? Ma come altrimenti si può definire un prete il cui insegnamento è sempre ricco di “se” e di “ma”, con cui si giustifica tutto? Don Gallo che accompagna le donne ad abortire. Già, perché l’aborto non va bene, “ma”…  Don Gallo che si dispiace perché Lucio Magri e Mario Monicelli si sono suicidati, “ma”… Don Gallo che non rifiuta (bontà sua) l’etica cattolica, “ma”… Don Gallo che difende l’uso degli spinelli, che sono l’inizio del rincretinimento di tanti giovani, Don Gallo che non sa più distinguere tra legge divina e legge umana, e potremmo andare avanti a lungo. Don Gallo che, in fondo, è stato ben chiaro nel rinunciare al suo compito sacerdotale: “non spetta ad un uomo e nemmeno a un sacerdote dare giudizi”. Ottimo sistema per avere sempre il consenso dei più rumorosi, e soprattutto il consenso della parte più oscura del mondo moderno. Peccato che don Gallo avesse rinunciato a indicare ai fedeli la demarcazione tra male e bene, a insegnare che il peccatore va amato, ma il peccato va odiato e combattuto. In sostanza, aveva rinunciato al suo dovere di insegnare la strada per la salvezza dell’anima.
Questa, signori, non si chiama corruzione?
Dicevamo sopra della nostra scelta di non parlare di Don Gallo. Se ora lo abbiamo fatto , è stato unicamente perché l’indegna gazzarra di oggi ha offeso non solo il luogo sacro in cui si è consumata, ma ha offeso anche la coscienza di tanti fedeli e di tanti sacerdoti che giorno per giorno fanno ogni sforzo per vivere secondo la dottrina della Chiesa, unica e immutabile, che non hanno riflettori e telecamere e giornalisti pronti a raccoglierne ogni respiro, che per lo più prendono sputi in faccia dal mondo e spesso anche da una Gerarchia che sembra ormai, fatte le dovute e benedette eccezioni, essersi arresa.
Tutti questi fedeli non sposteranno di un millimetro la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Ma dopo questo funerale-show hanno tutto il diritto di essere scandalizzati e profondamente rattristati. Hanno anche, mi si consenta, il diritto di formulare a S. Em. Rev.ma Card. Angelo Bagnasco una rispettosa domanda: “Eminenza, perché si è prestato a questo gioco?” Ci spingiamo anche un passo più in là e speriamo che, data la gravità di quanto è accaduto oggi, non manchi la voce autorevole, massima, della Gerarchia ecclesiastica…
Tutto ciò che è accaduto si deve spingere a intensificare le preghiere per l’anima di don Gallo che di sicuro ne ha un enorme bisogno, e per la Santa Chiesa, affinché il Signore ci doni Pastori che siano tali e che quindi sappiano anche, quando necessario, difendere le pecore dai lupi.
di Paolo Deotto



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