ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 25 giugno 2013

“perché nessuno lo corregge?”

Un giovane e molto preparato amico, studente, a cui piace il nostro sito,
ci ha inviato alcuni interessanti pensieri sugli sproloqui del priore, in particolare 
una sua critica a CL. 
Il pezzo merita di essere letto, con i ringraziamenti dovuti al nostro coraggioso
 e valido amico.Don Chisciotte 19 Giugno 2013.

Giugno 2013 Bianchi e Cl

discorsi del Santo Padre BENEDETO XVI > Amico studente
EMERGENZA ENZO BIANCHI
Il 12 maggio 2012, dal santuario di Caravaggio, il priore di Bose
Enzo Bianchi lanciava un appassionato allarme nel corso della sua 
meditazione su “Il ministero pasquale nella vita del presbitero”:
“A me fa effetto quando sento in certe zone della chiesa e in certi movimenti
dire la parola “destino”, mi domando che qualità di fede cristiana abbiano
 costoro”
Alla denuncia seguiva un’annotazione sdegnata: 

“Mi domando perché’ nessuno li corregge”

La polemica era chiaramente rivolta contro la nota Fraternità 
di Comunione e Liberazione, peraltro riconosciuta e approvata da tempo
dalla Chiesa cattolica. Ora, a prescindere dal merito della questione 
sollevata, il solo fatto di udire un grido che si leva a difesa 
dell’autentica dottrina cattolica, in un’epoca di apatia e 
di indifferentismo religioso dove tutte le castronerie di questo mondo 
hanno libera cittadinanza (tanto nelle facoltà teologiche quanto nei 
catechismi parrocchiali), è fonte di grandissima consolazione e di speranza 
per il futuro della fede. 


Se partiamo dall’ABC della fede cristiana, la natura umana e divina di Gesù Cristo
per esempio, ecco cosa sentiamo rispondere dal simpatico priore:
“Gesù è nato uomo, completamente uomo. Egli giungerà a raccontarci Dio ma attraverso
il suo percorso di vita umana. La sua testimonianza è straordinaria grazie, per l’appunto,
alla sua straordinaria umanità. Dunque chi deifica Gesù sulla terra commette un errore, 
lo deifica troppo presto” 
(Intervista apparsa su La Repubblica, 24/12/2010; cfr. Discorso pronunciato a S. Ambrogio,
Milano 8/4/2011)
Se “chi deifica Gesù sulla terra commette un errore”, vuol dire che Cristo non era Dio.
Peccato che la Chiesa insegni chiaramente che Gesù è vero Dio e vero uomo; 
nel grembo della Vergine Maria si è incarnato il Verbo di Dio, non un semplice uomo:
Concilio di Efeso, anno 431 d.C.
E la Resurrezione, questo Mistero chiave del cristianesimo, sarà presentata come si deve 
dal Priore?
I vangeli attestano che quelli che erano stati con Gesù alcuni anni, i suoi discepoli e testimoni,
hanno cominciato a dire che Gesù era vivente, … che essi … L’avevano visto con altri tratti fisici,
con un altro corpo” (Omelia di Pasqua 2012, Monastero di Bose)
Ahimè, non ci siamo. La frase “con un altro corpo” riferita a Gesù Risorto
 
è oggettivamente erronea, se non eretica(somiglia curiosamente alle dottrine dei Testimoni
di Geova!): Gesù risorse con il suo vero corpo, non con un altro. 
La Chiesa a Pasqua si dice riunita "nel giorno della risurrezione del Signore 
nel suo vero corpo" ; e il Catechismo rende conto della giusta dottrina:
“ [Gesù invita i discepoli] a riconoscere che egli non è un fantasma, ma soprattutto a 
constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato 
martoriato e crocifisso, poiché porta ancora i segni della passione” (art. 645).
Proviamo allora a saggiare gli insegnamenti di Bianchi sulla virtù della fede, direi
la base di ogni discorso sul cristianesimo…
“la fede non sta fra le certezze, la fede sta fra le convinzioni e non dobbiamo confondere 
le convinzioni, su cui si basa la fede, con la certezza che tutt’al più viene dalla scienza”
(“Festival della mente 2011”, http://www.youtube.com/watch?v=-Rk1kf0xw8g&feature=related min. 55’)
Ohibò! Scienza certa e fede incerta? Sì, per chi ragiona a spanne come i filosofi positivisti; 
per i cristiani meglio dare retta alla Sacra Scrittura: “La fede è certezza di cose che si sperano,
dimostrazione di realtà che non si vedono” dice San Paolo (Eb 11,1). 
Dante completa: “La speranza è attesa sicura della gloria futura” 
(parafrasi mia, Paradiso XXV, 67-68).
Ma non perdiamo la… speranza che sul dogma centrale del Cristianesimo, dogma
decisivo per capire la Redenzione e la Resurrezione, il nostro abbia idee chiare: 
parliamo del peccato originale.
“la Chiesa, in un primo tempo ha pensato di dare risposta alle domande,
“da dove veniamo”, “dove andiamo”, “chi siamo” “perché il male”, con la dottrina del 
peccato originale che tutti conoscete. Ebbene oggi la Chiesa non è più su queste posizioni.
La Chiesa non legge più il peccato originale nella preistoria degli uomini, questo davvero
ormai è una sciocchezza. Più nessuno osa dire questo. […] Ma da dove viene il male,
la risposta non c’è: non l’ha data Giobbe nell’AT non l’ha data neanche Gesù Cristo nel Nuovo.
Han cercato certi teologi di darla “con la caduta degli angeli buoni” ma questo non fa parte
del Credo, della teologia della Chiesa. Il Male resta un enigma” 
(Bari 20/4/2013, 
http://alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it/2013/04/il-nostro-bisogno-di-verita-bianchi.htm min. 24’)
Dopo questa, direi che è il caso di fermarsi.
Il lungo brano riferito fa capire 
la sfrontatezza dottrinale del Bianchi, che qui nega 
le verità di fede della caduta degli angeli e del peccato originale commesso da Adamo ed Eva.
Si tratta di verità di fede ben presenti nel Magistero della Chiesa: il Catechismo afferma
con forza l’esistenza storica dei progenitori, del peccato originale (art. 390; 397-401) 
e la verità di fede della caduta degli angeli all’origine dell’azione del Male nella storia 
(art. 391-392).

La gravità delle affermazioni del Bianchi risultano chiare alla luce del Catechismo:
“La dottrina del peccato originale è, per così dire, « il rovescio » della Buona Novella
che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, che tutti hanno bisogno della salvezza e che
la salvezza è offerta a tutti grazie a Cristo. La Chiesa, che ha il senso di Cristo, 
ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare
al mistero di Cristo” (art. 389).  Alla faccia della sciocchezza!Temo che Enzo Bianchi abbia accumulato un numero sufficiente di fischi e 
fiaschi teologici per accorgersi che forse è il caso di usare il massimo pudore 
in fatto di correzione pubblica dei fratelli (e potremmo continuare con l’elenco, purtroppo!).

La domanda capitale, a questo punto, è una sola:
perché nessuno lo corregge?”

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