ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 16 agosto 2013

IN MORTE DI CAMPOCAVALLO.


Nota del nostro gruppo: fuori dal caotico chiacchiericcio, attenti alla realtà perché se ne impari

Chi troppo in fretta sal, cade sovente/ precipitevolissimevolmente (specialmente volendo saltare forzatamente la tappa della Quaresima e passare dal Tempo Ordinario alla Pasqua).

La radice del disorientamento attuale non sta tanto nella forza dell’errore, quanto nella debolezza di quelli  che dovrebbero testimoniare la verità (S. Agostino).

Errare humanum est, perseverare diabolicum (è il vero discrimine).
15-VIII-2013
Assunzione della Beata Vergine Maria

Domenica scorsa al Santuario parrocchiale di Campocavallo in Osimo dei fedeli hanno appreso che quella del 28 luglio, avvenuta senza comunicazioni pubbliche particolari, era stata l’ultima della serie di S.S. Messe Vetus Ordo celebrate in questa sede dopo il Motu proprioSummorum Pontificum”.

Ciò in dipendenza dal Decreto dell’11 luglio della Congregazione dei Religiosi - riguardante specificamente l’Ordine dei Frati Francescani dell’Immacolata e ad esso limitato - cui avevamo accennato in extremis nell’articolo del 1°c.m.; ma lo è fino a un certo punto.

Infatti domenica 11 due di noi si sono recati a salutare il sacerdote che celebrava tali Messe, gli hanno assicurato le nostre preghiere (in dovere di carità, essendoci delle persone in situazioni spiacevoli), e gli hanno chiesto: padre,  il provvedimento vaticano dice che il vostro Istituto da domani può celebrare nel Vetus Ordo soltanto con l’autorizzazione (del vostro Commissario): per Campocavallo avete chiesto la conferma di queste celebrazioni, già in essere, e vi è stata totalmente negata? Risposta: no, non abbiamo presentato richiesta (e noi abbiamo apprezzato che ce ne ha accennato alle ragioni, le quali ci inducono a dubitare della fondatezza di certe affermazioni scritte di qualche altra persona dell’ambiente).

Già ci era pervenuta qualche voce in tal senso (non molte perché noi al turismo su Internet – foriero spesso di un vorticoso depistaggio – preferiamo il turismo tra il creato, e all’affrettato frastuono delle chiacchiere continue sul web preferiamo l’applicarci a iniziative sul territorio): ma, per amore alle vie dritte, abbiamo preferito chiederlo espressamente ai più diretti interessati.

Dunque non è soltanto tale Decreto vaticano, che, pur suscitando in ogni caso serie perplessità, di per sé avrebbe potuto essere compatibile con la prosecuzione delle Messe gregoriane a Campocavallo (sebbene sarebbe stato comunque un ulteriore fattore di condizionamento di un centro che già da tempo – come peraltro si vociferava in privato, tanto per cambiare, e come adesso molti sembrano aver dimenticato – presentava scricchiolii e segnali di riflusso): ma i religiosi del luogo, principali organizzatori e “gestori di casa”, hanno ritenuto di non provare neppure a difenderle. Neppure quella dell’11 agosto che, fino alla cancellazione due o tre giorni prima (!), era stata confermata anche telefonicamente. Questo è il fatto.
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Sicché noi, in continuità con quanto avevamo detto già in “tempi non sospetti”, poniamo questa domanda: è una cosa seria (non le persone, s’intende: la cosa, la situazione, la linea) prima attirare gli amici del rito antico, favorire grandi aspettative, seguire una politica di diffusione assoluta di questo rito (in piena simbiosi con l’altro, negli ambienti parrocchiali attuali), Pontificali inclusi; e poi, davanti all’opposizione che ciò tende a scatenare (perché di fatto è così! In certi testi magari no, ma nella realtà sì), rifiutarsi di affrontarle e chiudere tutto, passando repentinamente dal tanto al nulla?

Probabilmente non erano in condizioni di fare altrimenti: appunto! Che solidità aveva, dunque, anche questa appariscente iniziativa? Diversi fedeli hanno scelto di puntare qui pensando di aver trovato un “cavallo” sicuro, nell’illusione comoda e velleitaria della Messa (antica) senza problemi: davanti a un tale crollo, avranno pensato all’evangelica casa fondata sulla sabbia? Avranno pensato che in genere al pettine giungono nodi anteriori, anche di vecchia data, sicché è tutta una mentalità che va messa in discussione? Avranno pensato a quel noto proverbio per cui le scorciatoie (menzognere) hanno le gambe corte? O avranno evitato di andare al senso dell’accaduto?

La questione principale è questa. Chiama ampiamente in causa il “fronte interno”, ovvero la qualità dell’ambiente praticante o vocato al Vetus Ordo (come da nostra impostazione), e non va oggettivamente sviata su altri discorsi, anche quelli fondati.

Non va incentrata (e ridotta), ad esempio, sulla vociferata appartenenza dell’ultimo celebrante a una corrente di pensiero degli FI opposta rispetto a quella di uno precedente. Anzitutto perché, considerando bene (senza l’effetto droga della gran chiesa e delle tante celebrazioni) la situazione concreta di tale centro di Messa gregoriana e il suo soggetto organizzatore, già dall’inizio non si poteva ragionevolmente presupporre che non fosse venuto presto un altro celebrante, magari di un’altra corrente interna. E inoltre perché – limitandoci a un esempio – dalla bocca del medesimo precedente celebrante uno di noi ha udito, con le proprie orecchie, le seguenti affermazioni, intrinsecamente in contrasto. Prima affermazione: sono stato dal Vescovo e gli ho detto che queste celebrazioni possono essere buone per controllare l’ambiente (del Vetus Ordo), per controllare dei soggetti pericolosi (affermazione che una persona commentò con uno di noi – in privato, s’intende – come gravissima, lamentando certo politicantismo: eppure ora – in pubblico – va commentando la recente novità con lodi sperticate agli FI, nelle quali non si ravvisa nessun barlume di riserva verso certa linea. Mentre va dicendo – in privato – che è don Tizio che gli dice cosa dire, che noi siamo troppo duri etc. ... E noi rispondiamo: speriamo di non essere duri di comprendonio, e comunque capiamo che per duri i suoi referenti intendono non facenti imbrogli). Seconda affermazione: era costituita da un giudizio pesantemente negativo su certa predicazione del medesimo Vescovo. Non diciamo altro: ma entrambe le affermazioni sono uscite dalla stessa bocca (ed entrambe sotto il regno di Benedetto XVI).

Sono certo religiosi con aspetti ammirevoli, più ampiamente sono persone che hanno tentato di fare qualcosa, non è questo il punto. Ma sotto il profilo della situazione oggettiva questo centro liturgico, pur avendo evidentemente degli aspetti pregevoli, era anche - come l’avevamo definito - un «centro degli equivoci (e delle illusioni)». Infatti ci siamo guardati dal confluirvi e limitati a un coinvolgimento ridotto, preferendo e indicando un’altra strada: stante il riconoscimento “sul campo” della realtà attuale (extraordinaria) e l’attesa delle tempeste in arrivo, ci siamo organizzati in modo da affrontare tali avversità senza le ricorrenti menzogne (nobilitate come “diplomazia”) cui più volte qualche fedele organizzatore ha riconosciuto in privato di far ricorso, come corrispettivo (non di rado anche vano) di certe fragili realizzazioni. Abbiamo fatto bene quello che abbiamo fatto! E ora, a fronte del suo traumatico esito, ce la prendiamo non con il frutto ma con l’albero.

A proposito di centro degli equivoci e di strane lodi sperticate. In questa occasione gli FI ne hanno avute non poche dalle parti della Fraternità San Pio X (che infatti appoggiava Campocavallo, in quello che abbiamo definito il compromesso storico tra FSSPX e parte degli “allineati” - proprio quelli pienamente “integrati”: compromesso storico di cui il centro ecumenico di Campocavallo, non riducibile a una delle sue componenti, era appunto uno dei simboli, assieme a un noto sito; e che ora sembra mostrare la corda). Eppure la posizione che gli FI hanno appena ribadito – e non qualche esponente della corrente più “Novus Ordo”, ma gli organi ufficiali – sembra essere quella che la FSSPX ha sempre e fortemente attaccato, squalificando chi sosteneva cose del genere (anche in una maniera ben più parziale). Vi si legge infatti: l’Ordine si riconosce nella «linea» espressa da P. Lombardi; «non è mai stata intenzione del nostro Fondatore arrivare ad un uso esclusivo» del Vetus Ordo, «non vuole nemmeno che diventi l’uso esclusivo, e lui stesso ha dato l’esempio celebrando ovunque secondo l’uno o l’altro Ordo. È bene sapere che prima, durante e dopo la Visita Apostolica (luglio 2012-luglio 2013), come pure attualmente, l’uso esclusivo o prioritario della maggior parte delle Comunità F.F.I. è il Novus Ordo (S. Messa e Breviario)», e «lo stesso P. Manelli celebra soprattutto il Novus Ordo (S. Messa e Breviario)». Non manca neppure, naturalmente, un riferimento all’«armonia tra il Vetus Ordo e il Novus Ordo» in tale ambito (Nota ufficiale, diffusa il 4 agosto). E in una Dichiarazione subito emessa, lo stesso «P. Stefano M. Manelli, con tutto l’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata unito a lui» dichiara seccamente «obbedienza» a tale Decreto, senza dire null’altro. E talvolta, come abbiamo visto e com’è oggi assai ricorrente, si va anche oltre.

Curioso: proprio negli stessi giorni si è avuta notizia del provvedimento vaticano circa i Francescani dell’Immacolata e delle manovre tendenziose del Commissario vaticano dell’Istituto del Buon Pastore; con resistenza aperta (peraltro in modalità conformi a possibilità previste dal Codice di Diritto Canonico, che sarebbe dannoso per il grande valore dell’ubbidienza squalificare semplicisticamente come disubbidienza) di una parte di quest’ultima Congregazione. Eppure anche dall’area della Fraternità San Pio X  si sono levate proteste e lodi per gli FI (con solidarietà – di questa o di altra provenienza – ora, peraltro, respinta drasticamente al mittente) e silenzio di tomba sull’IBP in cui comunque c’è un’audace battaglia in corso, in cui un tale avallo alla riforma liturgica (e alla situazione attuale in genere) obiettivamente non c’è. Sarebbe semplicista (o “interessato”) non porsi la domanda: perché?

NOI CONTINUIAMO ("se la Sua Man ci regge").
Un centro tradizionale resistente (in tutti i sensi)
Davanti a una tale caduta non c’è da essere né cedevoli (allineandosi ancor più oppure scoraggiandosi), né arrabbiati (e spesso demagogici), né l’una e l’altra cosa a seconda delle occasioni (quella che avevamo chiamato “area doppia”). C’è da andare alle radici, smettendola di tralasciare i preliminari. Dal fare chiarezza alla metanoia. In tale prospettiva, e in una moderata fiducia di qualche frutto della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria del mondo il prossimo 13 ottobre, invitiamo a mandare la Supplica al Santo Padre per il necessario intervento del Cielo (se qualcuno ancora non l’avesse fatto); a rileggere un articolo prezioso per comprendere con un po’ di profondità la crisi nella Chiesa, e la giusta attitudine in risposta: Un lettore d'oltreoceano..., e magari anche i Libri dei Maccabei; mentre ribadiamo la determinazione del nostro gruppo (non soltanto liturgico) a continuare una battaglia dottrinale, nell’apertura a chi voglia venire con noi a portarla avanti.

Circolo
“Cattolici per la Tradizione”
Chiaravalle-Monte San Vito (AN)

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