Nell’articolo precedente[i] abbiamo riflettuto sull’immediato collegamento che implicano le canonizzazioni di
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II da parte di Francesco con l’evento
concilio vaticano II: sarà come la sua“canonizzazione”.
Ma con il concilio cosa si canonizzerà?
Si
canonizzerà la cosiddetta “svolta antropocentrica” della Chiesa, che
costituisce la variazione più significativa, per mezzo della quale si è
arrivati sino ad oggi a cinquant’anni di distanza, ad avere assimilato
completamente lo “spirito del concilio”.
Questa variazione di fondo, che seguendo la eco di Romano Amerio farebbe cambiare da “altro in tutt’altro la chiesa”[ii] non
è confessata solo da coloro che in un qualche modo non vogliono bersi
tutto lo “spirito del concilio”, ma anche da molti esponenti che hanno
fatto di esso il loro punto di riferimento, come per esempio il cardinalCamillo Ruini:
“Sta
proprio qui il cambiamento decisivo rispetto al precedente approccio
del magistero della chiesa al problema della libertà religiosa, e quindi
la causa del forte contrasto che si è avuto in merito anche all’interno
del Concilio vaticano II: in precedenza infatti la libertà religiosa
era riconosciuta dalla chiesa solo come un diritto civile, da ammettersi
in determinate situazioni storiche. L’argomento principale che veniva
addotto dall’opposizione conciliare era quello classico che soltanto la
verità, e non l’errore, può avere dei diritti, essendo la religione
cattolica l’unica vera, le altre religioni di per se non avrebbero
dunque alcun diritto. Ma proprio qui la Dignitatis Umanae apporta
un’innovazione decisiva, ponendo il principio che propriamente soggetto
di diritti non sono le idee o i valori, la verità o l’errore, ma
soltanto le persone, fisiche o morali, e ciò in base al concetto stesso
di diritto.”[iii]
Le
citazioni di questo tipo sono innumerevoli, basti qui un solo esempio,
che a mio avviso è molto significativo, per il fatto che forse coglie il
succo di questa svolta antropocentrica, che si concretizza poi in tutti
gli aspetti della Chiesa e particolarmente nel modo che essa ha di
rapportarsi con le altre persone, fisiche o morali.
Dunque
per coloro che ritengono che il concilio sia vero magistero della
Chiesa, i valori assoluti non sono le verità eterne, ma sono le
persone, ritenute in ultima analisi fini a se stesse.
Stando
così le cose non è essenziale che le persone abbiano o no la fede: per
il semplice fatto che sono persone, hanno in se il loro fine morale,
dovranno semmai essere fedeli alla loro umanità, essere veramente uomini
: non ha dunque più senso predicare la conversione: saranno le persone
che in virtù di questo fine loro immanente se vogliono si sentiranno
cristiane.
Anzi, le persone sono già tutte cristiane, perché, come dice Giovanni Paolo II esplicitando quanto dice Gaudium et spes:
“Il verbo si è unito ad ogni carne, specialmente all’uomo…[iv] Dio
è immanente al creato e lo vivifica dal di dentro… Dio in Cristo si
avvicina ad ogni uomo, dandogli il tre volte spirito di verità… La
dignità che ogni uomo ha raggiunto in Cristo è la dignità della grazia e
dell’adozione divina…Non si tratta dell’uomo astratto, ma reale
concreto storico. Si tratta di ciascun uomo, perché con ognuno Cristo s’è unito per sempre, anche quando l’uomo non è consapevole di ciò…L’incarnazione
di Dio figlio significa l’assunzione all’unità con Dio, non solo della
natura umana, ma in essa, in un certo senso, di tutto ciò che è carne:
di tutta l’umanità, di tutto il mondo visibile e materiale con tutta la
creazione”[v].
L’antropocentrismo riguarda il cangiamento generalissimo[vi],
che di fatto sancirebbe la nascita di due chiese opposte, l’una
cattolica e l’altra eretica, se non fosse che coloro che tengono tali
posizioni -che per lo meno tendono all’eresia quando non la professano
apertamente- sono le stesse che occupano i posti della sacra gerarchia.
Pertanto
è evidentissimo per i cattolici che essi non hanno più l’intenzione
oggettiva di fare il bene della Chiesa, alla quale deriscono in quanto
hanno la possibilità di diritto per legittima elezione.
Se
però non vi sono dei validi provvedimenti canonici, non possono dirsi
ufficialmente fuori dalla Chiesa, anche se di fatto lo sono e hanno
perso ogni autorità su di essa.[vii]
Ma questa “svolta antropocentrica” che dicevo prima, da che cosa è causata?
Una
svolta così immensa, così radicale, che ha coinvolto tutti gli
aspetti della Chiesa, non può non far venire in mente la logica del
“colpo di stato”.
Questa
svolta assomiglia infatti ad una rivoluzione politica come si è
verificato nel secolo del concilio e in quello prima, dove si è iniziato
a mettere al primo posto la prassi a discapito dei valori.
La politica è la causa di questa “svolta”, in particolare la politica “democraticista” …portata in teologia!
Come sarebbero altrimenti concepibili documenti come “Dignitatis humanae personae” e ancor di più “Gaudium et spes” ?
Questi due documenti infatti
sono il tentativo –impossibile !- di trasporre la politica
democraticista e di compromesso, la politica del male minore, in ambito
teologico.
Se
consideriamo l’evento concilio da questo punto di vista, a nulla serve
appigliarsi spasmodicamente alla “pastoralità” di esso per diminuirne la
portata storica: anche questo livello pastorale infatti fa parte senza
dubbio del magistero unico della Chiesa, che si declina poi in vari
modi: dunque è materia di teologia.
Ma
siccome non è l’opera di dottori privati perchè si presenta come
supremo magistero della Chiesa e voce del Papa, sarebbe senza
discussione vincolante, se non fosse per fatto che, a causa delle cose
che dice e per lo spirito che lo anima e per tutto ciò che abbiamo visto
accadere da esso in poi, abbiamo la certezza che non viene dalla
Chiesa, che non è in nessun modo magistero.[viii]
Basterebbe
riflettere sul fatto che una cosa del genere non è mai avvenuta nella
storia della Chiesa: ci sono sempre stati alcuni compromessi politici
della Chiesa, ma sempre a livello pratico, mai si è osato toccare il
deposito rivelato per “aggiornare la Chiesa”, per farla meglio digerire
al mondo contemporaneo.
Anzi,
dobbiamo qui ricordarci del Concilio vaticano –primo- il quale andando
controcorrente dal punto di vista politico, decretò l’infallibilità del
Papa.[ix]
Per fare un compromesso infatti è necessario basarsi su un “terreno comune”, su qualcosa che entrambe le parti condividono.
Che
cosa dunque poteva unire due realtà così eterogenee, Chiesa e mondo
contemporaneo? Non certo il culto di Dio, e così Roncalli prima,
Montini poi e finalmente Wojtyla hanno preteso l’impossibile, cioè di
giocarsi tutta la chiesa su un terreno a lei completamente estraneo: il
“culto dell’uomo”.[x]
Uomini
noi, uomini loro, hanno pensato: ecco cosa ci unisce! La nostra
“umanità”, che è la stessa. Siamo tutti peccatori, siamo tutti santi.
Non c’è nessuna differenza di nessun tipo tra il cristiano e qualsiasi
altro uomo, esiste solo il culto dell’uomo, anzi ancora meglio, il culto
della persona umana.
Considerate
voi se non è da queste premesse che è poi fluita la fogna del concilio e
del dopo concilio, una fogna oggi stagnante, che lenta si gira e rigira
pigra su se stessa -l’ermeneutica-, facendo evaporare sempre più quelle
poche molecole d’acqua sana che le erano riamaste.
Certamente
molti in buona fede pensavano veramente con questi “aggiornamenti” di
fare maggiori apostolati, ma la situazione soprattutto odierna ci mostra
il totale fallimento di questa eventuale idea.
Cosa sarà canonizzato con Roncalli e Wojtyla? Sarà canonizzata la
capacità di tessere rapporti tra gli uomini per cose umane, non la
capacità di legare gli uomini a Dio per cose divine, sarà canonizzata la
politica del compromesso ,non la prassi cattolica dell’intransigenza e
dell’integrismo, sarà canonizzata l’umanità umana -troppo umana!- di
uomini che hanno vissuto da uomini per altri uomini, non l’umanità di
uomini che hanno vissuto quasi da angeli prima di tutto per Dio,
aiutando così gli altri, costituendo per molti una pietra d’inciampo,
estranei ad ogni compromesso.
D’ora
innanzi ,non temo di dirlo, saranno questi i veri requisiti per essere
canonizzati. Per confondere le acque, per far digerire meglio questa
enormità non dubito che si canonizzeranno insieme a personaggi improponibili anche persone assolutamente in odore di vera santità.[xi]
Ma i veri requisiti saranno quelli: saranno santi ecumenici, devoti al dio uomo – e al dio denaro – .
Pacificus
[ii] Cfr. ROMANO AMERIO, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Torino : Lindau ,2009 , pp. 624 e seguenti
[iii] CAMILLO RUINI, Verità è libertà. Il ruolo della Chiesa in una società aperta. Milano: Mondadori, 2006, pp.57, 58
[iv] GIOVANNI PAOLO II, Dominum et vivificantem ,par. 54
[v] GIOVANNI PAOLO II, Redemptor hominis ,par. 9,11,13,54
[vi] ROMANO AMERIO , op.cit.
[vii] Cfr. DON DONALD J. SANBORN, De Papatu Materiali, Verrua Savoia: Centro librario Sodalitium, 2002 , pp.77-95
[viii] Cfr. Il problema dell’Autorità e dell’episcopato nella Chiesa. Con testi di mons. Guérard des Lauriers, Verrua Savoia: Centro librario Sodalitium, 2005
[ix] Cfr. http://radiospada.org/2013/07/un-omaggio-al-papato-nellanniversario-della-pastor-aeternus/
[x] Insegnamenti di Paolo VI, vol III, p.516-523, Discorso del santo padre alle Nazioni unite, lunedì 4 ottobre 1965
[xi] Come ad esempio Rolando Rivi
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