Savinus 06/12/2013 14:58:43
La Massoneria: "Papa Francesco grande e lungimirante. I gesuiti hanno sempre dialogato con noi"
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Dio
era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli! Quanta verità!
Che sentimenti di pietà e di religiosità e quanta devozione e fervore
nei bei tempi dell’innocenza! Che orrore il peccato! Penetrando nelle
grandi verità della Chiesa, illuminate con le luci di una fede viva,
solo Gesù Cristo era il degno oggetto del nostro amore, solo Lui era il
padrone e Supremo da servire con santo timore e con interesse per non
deluderlo. La sua parola era la nostra legge e il suo vangelo, la nostra
regola di condotta! Quale negozio temporale poteva essere più
importante della nostra salvezza? Quanta impressione nei nostri cuori la
memoria di tutto quello che Gesù ha fatto per noi! L’Incarnazione, la
Redenzione, l’Eucaristia, tutto ci toccava con riconoscimento, estrema
dolcezza e interesse. Com’eravamo cristiani nella nostra condotta! Che
rispetto ci ispiravano i luoghi sacri! Con che Santo orrore assistevamo
al sacrificio della Messa! Con che fame di giustizia si arrivava ai
Santi Sacramenti! Che salutabile timore del giudizio di Dio e che dolce
sicurezza nei meriti del Redentore che ha voluto la nostra
salvezza…quanto zelo!
Non temiate. La nostra
religione è invariabile come il suo creatore. Le verità di ieri
continuano anche oggi e continueranno nei secoli! Il Signore non è
cambiato: è quello che era e lo sarà eternamente; la sua Regalità è la
stessa di ieri; lo stesso potere, la stessa bontà, la stessa
misericordia. Questo Signore è il nostro Dio; il nostro redentore; lui
sarà il nostro giudice. .. Sentendo arrivare per tempo il D-Day, saremo
lieti di aver lasciato il suo servizio? Saremo lieti di non aver adorato
o cambiato Signore? Non è mai troppo tardi… Gesù ti ama!
http://feedproxy.google.com/~r/TradizionalistaCattolico/~3/NL1YA5VNhCs/tornate-cattolici.html
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Caro papa Francesco fin dove si spingerà?
di Paolo Rodari
in “la Repubblica” del 7 dicembre 2013
Lettere a papa Francesco, l’ultimo lavoro del teologo “visionario” Matthew Fox per la collana
Campo dei Fiori edita da Fazi Editori, è stato scritto, e si vede, prima che Jorge Mario Bergoglio
pubblicasse la sua programmatica esortazione apostolica
Evangelii Gaudium
(24 novembre,
solennità di Cristo Re dell’universo). Sicché, diverse richieste di riforma vergate dal “Geremia dei
nostri giorni” — tale è Fox secondo il Global Post— avrebbero potuto probabilmente essere
ricalibrate. Fra queste la richiesta affinché nell’«impavido pontificato» del Papa «fratello» di Fox —
«entrambi proveniamo dal Nuovo Mondo, Lei dall’America del Sud e io dall’America del Nord»,
scrive Fox al Papa nell’incipit del volume — vi sia una rottura definitiva «con i padri di Wall Street,
con i tiranni di un potere oligarchico fondato sul denaro, capaci di estendere il loro dominio in tutto
il mondo a mezzo dell’ingiustizia politica ed economica». Francesco in
EvangeliiGaudium
va
probabilmente oltre le stesse aspettative di Fox alzando il tiro contro «il predominio del denaro»
adorato come «l’antico vitello d’oro», contro «una economia senza volto e senza scopo veramente
umano». Le ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione
finanziaria, scrive il Papa, «hanno creato un mondo dove i guadagni di pochi crescono
esponenzialmente e quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere della
minoranza felice».
Certo, la maggior parte delle richieste di Fox sono ancora inevase. Fra queste, alcuni dei «dodici
passi per ricostruire la Chiesa» vessata, dice il teologo, da un centralismo romano che ha tradito il
rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II nel nome di una autoconservazione dell’istituzione
Chiesa imposta nei recenti pontificati a tutto l’orbe cattolico. Fra i dodici passi in avanti egli mette
la richiesta di «dire la verità sul clero sposato», e cioè che «il celibato è opzionale»; «mettere fine
alla preoccupazione morbosa per l’etica sessuale e la moralità pelvica»; andare fino in fondo con le
canonizzazioni di «Óscar Romero e di tutti coloro che in America del Sud si sono battuti e sono
morti in nome della giustizia »; «rimuovere parte dell’oro sequestrato alle popolazioni indigene
latinoamericane spesso a mezzo di schiavitù e deportazioni, che tuttora adorano molte chiese a
Roma»; «richiamare all’ordine le sette radicali che hanno fatto così tanta strada all’interno della
Chiesa durante gli ultimi due papati»; «chiudere la banca vaticana»; esigere che la Dottrina della
fede metta fine a quello che Fox chiama «la nuova Inquisizione»; recuperare una vera
predisposizione al dialogo soprattutto «con le altre tradizioni cristiane», in vero spirito ecumenico;
sostenere «le piccole comunità e i diritti delle donne dentro e fuori la Chiesa» e, infine, «scatenare
uno tsunami di creatività anche nelle forme di devozione».
Teologo ed ex domenicano che più volte ha discettato circa la necessità del ritorno alla tradizione
cristiana dell’amore per la natura — da Tommaso a San Francesco, fino a Meister Eckhart — e
contro, dunque, «l’ossessione del peccato originale», Fox anche in
Lettere a papa Francesco
mette
in pagina la propria critica ai pontificati di Giovanni Paolo II prima e di Benedetto XVI poi, l’uomo
che da prefetto dell’ex Sant’Uffizio nel 1988 lo fece sospendere per un anno dal ruolo di direttore
dell’Holy Names College in Oakland, prendendo come casus belli il rifiuto del teologo
nordamericano di condannare lo stile di vita e la pratica dell’omosessualità.
Ma oltre le critiche una domanda resta aperta: fin dove si spingerà Francesco? Recentemente è stato
il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, guida del Consiglio degli otto cardinali che deve riformare
la Chiesa, a dire che a Francesco non piace «né la Chiesa di destra né quella di sinistra». Mentre è
noto il fatto che i due Papi, Francesco e l’emerito Benedetto XVI s’incontrano spesso, il primo a
volte chiedendo consigli al secondo, un segnale che dice che pur nella discontinuità di stile fra i due
pontificati non sono pochi i punti in comune. Comunque sia una cosa è certa. La scrive Fox a
pagine 18: «Assumendo il nome di Francesco ed essendo il primo papa ad averlo fatto, Lei ha
innalzato di molto il livello delle aspettative».
Lettere a Papa Francescodi Matthew Fox (Fazi pagg. 176 euro 10)
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