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mercoledì 10 settembre 2014

Bergoglio's sporting church

Cricket, la Nazionale del Papa sfiderà gli anglicani a Canterbury

La squadra del Vaticano è partita per l’Inghilterra con la benedizione papale e una mazza firmata dal Pontefice, che verrà messa all’asta dopo il tour contro la squadra anglicana della regina

La nazionale di Cricket del vaticano

Vista la sua grande competenza calcistica nonché la sua ben nota passione per il San Lorenzo, è probabile che Papa Francesco abbia fatto un corso accelerato sulle regole del cricket (di cui conosce poco nulla) prima di incontrare in forma privata i giocatori del St. Peter’s Cricket Club e dar loro la benedizione papale alla vigilia della partenza per l’Inghilterra. Composta da sacerdoti e seminaristi provenienti da Università e Collegi Pontifici di Roma, la squadra parteciperà infatti al pellegrinaggio “La Luce della Fede”, in programma fino al 20 settembre prossimo e che avrà il suo momento clou il 19, quando la formazione vaticana sfiderà quella anglicana della Church of England XI in un’epica sfida nei pressi di Canterbury, quasi 500 anni dopo lo scisma religioso provocato da Enrico VIII. “Giocheremo per vincere”, promette al Guardian Padre Antony Currer, capitano della squadra e unico inglese in distinta (è di Newcastle).
RACCOLTA FONDI CONTRO LA SCHIAVITÙ — “Faremo di tutto per batterli, ma sempre nel corretto spirito del gioco, perché stiamo rappresentando Papa Francesco”, gli fa eco Jeremy Njaliath, uno dei sette indiani in squadra (che comprende anche un pakistano e due cingalesi). Per espressa volontà del Pontefice, durante la partita verranno raccolti fondi a favore del Global Freedom Network , rete mondiale che si batte contro la schiavitù moderna, e finirà all’asta su eBay (“o forse su un sito più dignitoso”, spiega una fonte vaticana al Telegraph anche la mazza da gioco firmata dal Papa durante la visita di ieri a Santa Marta.
UNA PARTITA ANCHE AL CASTELLO DI WINDSOR — “Realisticamente parlando, noi siamo degli outsider con una scarsa probabilità di successo – riconosce Padre Eamonn O’Higgins, allenatore (anche spirituale) della squadra – perché nessuno di noi ha mai giocato a cricket ad alti livelli e non abbiamo avuto tanto tempo per allenarci, ma va bene lo stesso. Sulla carta, i nostri avversari hanno più esperienza e una miglior tecnica individuale, e la cosa non sorprende visto che l’Inghilterra è la patria del cricket, ma speriamo lo stesso di fare una buona partita. Indipendentemente però dal risultato, il primo incontro di cricket fra Vaticano e Chiesa d’Inghilterra sarà comunque un evento da ricordare”. Ma la quasi proibitiva sfida contro gli Anglican XI non sarà la sola prova che “i ragazzi di Papa Francesco” dovranno affrontare nei dieci giorni di questo “cricket tour”: il programma comprende infatti altre due partite “toste” contro i cappellani delle Forze Armate ad Aldershot e contro il Royal Household Cricket Club della Regina Elisabetta al Castello di Windsor.

E il dialogo ecumenico ora passa dal cricket

 
 
La squadra del St. Peter’s
(©Lapresse)
(©LAPRESSE) LA SQUADRA DEL ST. PETER’S

Il St. Peter’s, la squadra vaticana, sfiderà gli anglicani il 19 settembre a Canterbury

MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA


Il nome è già ben conosciuto negli ambienti sportivi perché si tratta di una novità che per una volta tanto può, a ragione, fregiarsi dell’aggettivo “storica”. Infatti il St. Peter’s Cricket Club è la prima squadra di cricket che nella storia di questo sport abbia sede in Vaticano.

Come Vatican Insider aveva anticipato nel mese di dicembre da notizie BBC, il team sarebbe nato su impulso di papa Francesco, ma con il contributo determinante del card. Ravasi presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura. Il cricket  non è certo uno sport popolare in Italia, ma è lo sport nazionale in paesi legati per motivi storici all’Inghilterra (dove affonda le sue radici originarie), quali India, Pakistan, Bangladesh, Australia, Nuova Zelanda. Pertanto la valenza interculturale e interreligiosa è fuori discussione, dal momento che da molti anni sullo stesso campo si trovano giocatori cristiani, musulmani, iskh, buddisti ecc.).

Di qui la decisione di organizzare una squadra, come “espressione di dialogo tra i popoli” aveva detto mons. Ravasi all’atto della presentazione della squadra che nel frattempo si è allenata alle Capannelle a Roma. Martedì scorso l’intero team è stato in visita da papa Francesco in forma privata a Santa Marta per ricevere la sua benedizione alla vigilia della partenza alla volta del Regno Unito. Un po’ come dire: adesso si fa sul serio e ci si confronta coi migliori giocatori del mondo.

La squadra  vaticana, nel corso della trasferta inglese, disputerà una partita di allenamento a porte chiuse, per motivi di sicurezza, al Castello di Windsor il 17 settembre contro una squadra della Corona, ma anche 5 incontri pubblici in altri campi. Significativo il nome del Tour: “La luce della fede”.

Il 19 settembre la sfida più attesa: a Canterbury verrà disputata una partita che già i media hanno definito (forse prima della drammatica escalation di violenza in Medioriente) “The Holy War”, cattolici contro anglicani. Un’iniziativa che vede il patrocinio da una parte del card. Gianfranco Ravasi a nome del Pontificio Consiglio della Cultura e dall’altra dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. La partita, per espressa volontà di papa Francesco e del primate anglicano Welby, sarà l’occasione per una raccolta fondi a favore della lotta contro la tratta di essere umani.

“Se la Chiesa è davvero cattolica – ha dichiarato mons. Melchor Sanchez de Toca sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Cultura all’inglese Guardian – deve esserlo anche dal punto di vista sportivo. Anche se il Papa non conosce esattamente le regole del gioco (ma sfido in Vaticano a trovare una persona che le conosca), è comunque interessato a qualunque iniziativa che promuova il dialogo e il confronto anche sui campi di gioco”.

L’ecumenismo formato Bergoglio passa quindi – e l’abbiamo visto anche con recente la partita di calcio a Roma – anche attraverso lo sport, un dialogo attraverso regole precise di gioco fra persone di diverse etnie, confessioni e religioni. Dopo la Clericus Cup è ora la volta del St. Peter’s Cricket.

Con un altro primato: oltre ad essere la prima squadra vaticana di cricket, il team giocherà il primo confronto non teologico tra due fedi, a quasi 500 anni di distanza dallo scisma di Enrico VIII. “Se qualcuno colpirà in maniera non sportiva, potrebbero venire azzerati decenni di dialogo ecumenico” ha scherzato il capitano Currer intervistato dal Telegraph.

“Penso che sarà un evento memorabile” conclude John Mc Carthy, ambasciatore australiano presso la Santa Sede.

2 commenti:

  1. Una volta, ma molto molto molto .... tempo fa i missionari partivano con la benedizione del Papa per convertire le persone anche con il sacrificio della vita , Invece ora non si usa più, tanto si salvano tutti. Che miserabile sceneggiata. jane : Evviva San Pio X .

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  2. Continuate a giocare...intanto la gente muore ammazzata in Medio Oriente! Tanto a voi che importa? Il Papa vi benedice pure la mazza...non so chi è più stravagant,. se il Papa o voi...libera nos Domine!

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