ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 7 ottobre 2015

Il mistero dei Rosari di Padre Pio

Le stigmate, la scrutazione delle coscienze, la profezia, i carismi, il potere dei miracoli: argomenti misteriosi che fanno la storia di questo uomo di Dio; ma non è completa la serie degli enigmi, intorno alla sua meravigliosa e sconcertante figura, senza aggiungere un'altra incognita: il numero dei suoi Rosari quotidiani.
Padre Michelangelo da Cavallara, un personaggio singolare, uno dei mille e mille satelliti che gravitavano intorno a Padre Pio, ha predicato, per quindici anni, dal 1946 al 1960, il mese della Madonna, maggio; quello del Sacro Cuore, giugno, e quello del Preziossimo Sangue, luglio.
La sua scheda offre un curriculum vitae superlativo. Come formazione culturale, proviene dall'Università Gregoriana; missionario in Africa; predicatore apostolico, con Pio XII, per due anni (1944 e 1945); a ventisei anni superiore di una fraternità con settantaquattro frati..., ma quando la sua vita fa tappa nel convento di Padre Pio, afferma: «Quella fu la tappa essenziale della mia esistenza.
Non mi stancherò mai di dirlo, anche se è mia grande umiliazione; quando io venni qui, venivo da lontano. Io ero persuaso di conoscere, almeno in parte, il cristianesimo, che avevo studiato, insegnato, predicato, e pure praticato in parte; mi sentivo nel cristianesimo vero, ma, non vi scandalizzate, quando mi trovai qui, a fianco di Padre Pio, a pregare, nella celebrazione eucaristica, nella convivenza, compresi di non aver capito mai il cristianesimo. La mia cultura teologica calò nell'esperienza, divenne esperienza religiosa, un amore fatto vita, è la stessa vita di Dio che si immedesima in te e ti fermenta».
Il patrimonio di ricordi personali di padre Michelangelo è veramente interessante, soprattutto per una testimonianza sconcertante sul numero di Rosari quotidiani recitati e vissuti da Padre Pio, divenuto uomo fatto preghiera.
L'intellettualismo teologico di questo bravo francescano si intrecciava col razionalismo, mentre accanto a Padre Pio emergeva il soprannaturale; lo straordinario diveniva ordinario; quindi padre Michelangelo venne a trovarsi subito davanti a mille interrogativi, una Messa diversa, un confessionale diverso, un francescano come lui, ma tutto nuovo.
Questo confratello tutto spiritualizzato, tutto cristificato, ha sempre la corona del Rosario, che fa scorrere in quelle povere dita impiagate, perfino con la mano infilata nella tasca dell'anteriore del saio. Come mai tanti Rosari? Ormai entrato in confidenza, una sera gli chiede: «Ma, Padre Pio, dimmi la verità, quanti Rosari hai detto oggi?». «Senti, la bugia non te la posso dire; trentadue, trentatré, e forse qualcuno in più». La bugia non la dice, pensa padre Michelangelo, ma come fa? La Messa, le confessioni, qualche parola di conversazione, la visita al Santissimo al pomeriggio... E si rivolge al padre Agostino e gli racconta dei trentadue-trentatré Rosari, ma qui il problema si complica. Il confessore e confidente di Padre Pio gli risponde: «E se tu sapessi che sono Rosari interi!!!» e giù una risata sonora, divertito nel vedere il sapiente Michelangelo completamente confuso. Questi però non cede e ribatte: «Ma come fa?». «Tu vuoi sapere come fa, ma spiegami prima chi è un mistico e poi ti spiegherò come fa a dire tanti Rosari».
Un mistico è un uomo come Cristo. Padre Pio era «un quinto Vangelo di Cristo» vivente, copia integrale, che riproduceva pure l'invito di Gesù a divenire preghiera continua; perciò Padre Pio era divenuto Rosario continuato.
I testimoni sul numero di Rosari non sono pochi: padre Tarcisio da Cervinara, suo confratello; la prima, la più cara, la più intima delle sue figlie spirituali, Cleonice Morcaldi; Elena Bandini, che lo ha reso noto perfino a papa Pio XII; Lucia Pennelli, Tina Mori, Petruccio, fra' Daniele Natale... Ovviamente le confidenze erano riservate alle anime più vicine al suo cuore.
Due interrogativi si pongono: perché tanti Rosari, e come si riesce in ventiquattro ore a recitare tante corone? Che bisogno aveva di tanta contemplazione mariana se era concrocifisso con Cristo? A Gesù in croce non rimaneva che la Madre Addolorata, su cui posarsi con lo sguardo! Padre Pio condivideva misteriosamente la stessa condizione di Cristo sul Calvario. Si tratta di capire che significa lo stato mistico di questo serafino umano e celeste: conformazione a Cristo, per opera di Maria. Ma che significa: opera di Maria? Significa che in ogni istante il figlio mistico è appoggiato alla Madre per reggere nello stato in cui lo assorbe Gesù Cristo nella sua umanità. È condivisione parziale, ma sempre compartecipazione.
Il santo dei Rosari, il santo delle stigmate, il santo dei prodigi, il santo del secolo, il santo del sangue, il santo della Messa vissuta: questo è Padre Pio.
Ecco perché ha seminato Rosari nel cuore dei suoi figli spirituali, e a quanti lo cercano oggi si presenta col suo Rosario in mano. Personalmente lo ricordo negli ultimi anni, sul matroneo prospiciente il mosaico dell'altare maggiore del santuario, con il Rosario che pendeva dalle sue mani; oscillando, scorreva fra le sue dita. Una scena che si stampava indelebilmente e ora sta impressa per sempre in noi. Quella corona si identifica con lui dentro di noi suoi figli.
Circa l'interrogativo sul tempo, sui minuti che richiedono tante corone, la risposta è semplice. Lui confidava che poteva fare anche tre cose insieme: pregare, confessare e andare in giro per il mondo.

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Ad Matutinum
Allorché l'eresia degli Albigesi s'estendeva empiamente nella provincia di Tolosa mettendovi di giorno in giorno radici sempre più profonde, san Domenico, che aveva fondato allora l'ordine dei Predicatori, si applicò interamente a sradicarla. E per riuscirvi più sicuramente, implorò con assidue preghiere il soccorso della beata Vergine, la cui dignità quegli eretici attaccavano impudentemente, ed a cui è dato di distruggere tutte l'eresie nell'intero universo. Ricevuto da lei l'avviso (secondo che vuole la tradizione) di predicare ai popoli il Rosario come aiuto singolarmente efficace contro l'eresie e i vizi, stupisce vedere con qual fervore e con qual successo egli eseguì l'ufficio affidatogli.
Ora il Rosario è una formula particolare di preghiera nella quale si distinguono quindici decade di salutazioni angeliche, separate dall'orazione Domenicale, e in ciascuna delle quali ricordiamo, meditandoli piamente, altrettanti misteri della nostra redenzione. Da quel tempo dunque questa maniera di pregare incominciò, grazie a san Domenico, a farsi conoscere e a spandersi. E, ch'egli ne sia l'istitutore e l'autore, lo si trova affermato non di rado nelle lettere apostoliche dei sommi Pontefici.
Da questa istituzione si salutare promanarono nel popolo cristiano innumerevoli benefici. Fra i quali si cita con ragione la vittoria, che il santissimo Pontefice Pio V e i principi cristiani infiammati da lui riportarono presso le isole Cursolari sul potentissimo despota dei Turchi. Infatti, essendo stata riportata questa vittoria il giorno medesimo in cui i confratelli del santissimo Rosario indirizzavano a Maria in tutto il mondo le consuete suppliche e le preghiere stabilite secondo l'uso, non senza ragione essa si attribuì a queste preghiere. E ciò l'attestò anche Gregorio XIII, ordinando che a ricordo di beneficio tanto singolare, in tutto il mondo si rendessero perenni azioni di grazie alla beata Vergine sotto il titolo del Rosario, in tutte le chiese che avessero un altare del Rosario, e concedendo in perpetuo in tal giorno un Ufficio di rito doppio maggiore; e altri Pontefici hanno accordato indulgenze pressoché innumerevoli a quelli che recitano il Rosario e alla confraternita di questo nome.
Clemente XI poi, stimando che anche l'insigne vittoria riportata l'anno 1716 nel regno d'Ungheria da Carlo VI, imperatore dei Romani, su l'immenso esercito dei Turchi, accadde lo stesso giorno in cui si celebrava la festa della Dedicazione di santa Maria della Neve, e quasi nel medesimo tempo che a Roma i confratelli del santissimo Rosario facendo preghiere pubbliche e solenni con immenso concorso di popolo e grande pietà indirizzavano a Dio ferventi suppliche per l'abbattimento dei Turchi e imploravano umilmente l'aiuto potente della Vergine Madre di Dio a favore dei Cristiani; perciò credé dover attribuire questa vittoria al patrocinio della stessa Vergine, come pure la liberazione, avvenuta poco dopo, dell'isola di Corcira dall'assedio parimente dei Turchi. Quindi perché restasse sempre perpetuo e grato ricordo di si insigne beneficio, estese a tutta la Chiesa la festa del santissimo Rosario da celebrarsi collo stesso rito. Benedetto XIII fece inserire tutto ciò nel Breviario Romano. Leone XIII poi, in tempi turbolentissimi per la Chiesa, e nell'orribile tempesta di mali che da lungo tempo ci opprimono, ha sovente e vivamente eccitato con reiterate lettere apostoliche tutti i fedeli del mondo a recitare spesso il Rosario di Maria, soprattutto nel mese d'Ottobre, ne ha innalzato di più la festa a rito superiore, ha aggiunto alle litanie Lauretane l'invocazione, Regina del sacratissimo Rosario, e concesso a tutta la Chiesa un Ufficio proprio per la stessa solennità. Veneriamo dunque sempre la santissima Madre di Dio con questa devozione che le è gratissima; affinché, invocata tante volte dai fedeli di Cristo colla preghiera del Rosario, dopo averci dato d'abbattere e annientare i nemici terreni, ci conceda altresì di trionfare di quelli infernali.
Omelia di san Bernardo Abate
Sermone su S. Maria
Per far apprezzare la sua grazia e confondere la saggezza umana, Dio si degnò di prendere la natura umana da una donna, però da una vergine, affin di rendere somiglianza per somiglianza, di guarire il contrario col contrario, d'estirpare la spina velenosa, e cancellare, con sovrano potere, la cedola del peccato. Eva è stata la spina; Maria è la rosa. Eva è stata la spina, ferendo; Maria è la rosa, guadagnando l'affetto di tutti. Eva la spina, inoculando a tutti la morte; Maria la rosa, che ci ha tutti guariti. Maria fu una rosa bianca per la verginità, e rossa per la carità; bianca per la castità del corpo, rossa per il fervore dello spirito; bianca seguendo la virtù, rossa calcando i vizi; bianca per la purità degli affetti, rossa per la mortificazione della carne; bianca amando Dio, rossa compatendo il prossimo.
Sermone sull'Acquedotto
Il Verbo s'è fatto uomo ed  abita in mezzo a noi Abita nella nostra memoria, abita nel pensiero, perché egli discende fino alla stesa immaginazione. In che modo, dici? Cioè giacendo nella mangiatoia, riposando in un seno verginale, predicando sulla montagna, passando la notte nella preghiera, pendendo dalla croce, sfigurato nella morte, mostrandosi «libero fra i morti» (Ps. 87,6) e imperando sull'inferno, ed anche risuscitando il terzo giorno, mostrando agli Apostoli nelle tracce dei chiodi i segni della vittoria, infine salendo a vista di essi nell'alto dei cieli. Che cosa di tutto ciò non ispira pensieri veri, pii e santi? Qualunque cosa ripensi di ciò, io penso a Dio; e in tutto egli è il mio Dio. Meditare ciò, secondo me, è sapienza, e, a mio giudizio, è prudenza rievocarne il ricordo; la cui dolcezza è come il frutto di mandarlo prodotto in abbondanza dalla verga d'Aronne, e che Maria è andata a cogliere in cielo per riversarlo a profusione su di noi. Nelle altezze infatti e al disopra degli Angeli, Maria ha ricevuto il Verbo dal seno del Padre medesimo.
http://divinumofficium.com/cgi-bin/horas/officium.pl

2 commenti:

  1. Bello, bello , bellissimo . jane .-Seguendo Maria non ti perderai, appoggiandoti a Maria non cadrai ,sperando in Maria non temerai , ascoltando Maria non sbaglierai , vivendo con Maria ti salverai. Il pensiero di Maria non parta dalla tua mente, il nome di Maria non abbandoni il tuo labbro ,l' amore a Maria non si spenga nel tuo cuore.. - La Bellezza ovvero Maria SS. salverà il mondo.

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  2. intercessione si !ma la vera Maria non prenderà mai il posto del Figlio Gesù.....che continua a Immolarsi per noi indegni peccatori tutti i giorni nell'altare!!!

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