ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 20 dicembre 2015

L'evidenza evidenziata


La diocesi di Salt Lake City scarta l’ipotesi del miracolo eucaristico

Le indagini hanno verificato che il sanguinamento di un'ostia non era vero



Probabilmente ricorderete questa storia del mese scorso. A novembre, si è detto che un’ostia consacrata nella chiesa di San Francesco Saverio di Kearns (Utah, Stati Uniti) sembrava stesse sanguinando.

Accurate indagini hanno concluso che l’ostia non stava sanguinando, e che il cambiamento di apparenza dell’ostia era prodotto da un fungo rossiccio. L’ostia consacrata è stata eliminata in modo rispettoso, come si fa in questi casi.
Ecco come si sono svolti i lavori del comitato di indagine.
Nella chiesa di San Francesco Saverio di Kearns, nel fine settimana del 14-15 novembre 2015 si è detto che un’ostia, consacrata una settimana prima nella Messa dell’8 novembre alle 13.30, sembrava sanguinare.
L’ostia è stata esposta pubblicamente di fronte a un numero crescente di parrocchiani. Considerando l’entusiasmo suscitato dalla prematura e imprudente esposizione pubblica e venerazione dell’ostia, l’amministratore della diocesi di Salt Lake City, Colin F. Bircumshaw, ha designato il 19 novembre un comitato ad hoc per indagare sulla questione.
Il comitato era composto da esperti di teologia cattolica, diritto canonico, biologia molecolare e clero, e ha tenuto accuratamente conto di tutti gli eventi dei quali avevano informato Eugenio Yarce, pastore della chiesa di San Francesco Saverio, e diversi parrocchiani.
Un elemento fondamentale nello sviluppo degli eventi è stato il fatto che l’ostia in questione sia rimasta senza protezione in un piatto con acqua più o meno tra l’8 e il 14 novembre.
In modo diligente e accurato, il comitato ha contrattato i servizi di fiducia di uno scienziato competente per svolgere una serie di esami sull’ostia.
È stata fatta la massima attenzione per assicurare una manipolazione rispettosa dell’ostia consacrata durante il processo dell’esame scientifico.
Dopo la realizzazione degli esami prescritti, lo scienziato, con l’aiuto di un osservatore indipendente, ha concluso che il cambiamento verificatosi nell’ostia poteva essere spiegato in forma soddisfacente e definitiva con cause naturali, ovvero la crescita di quello che è nota comunemente come “muffa rossa del pane”, o battere rosso, sicuramenteNeurospora cressa o Serratia marcescens.
Per via dell’esposizione pubblica dell’ostia, ha iniziato a circolare su vari mezzi di comunicazione una serie di testimonianze che includevano fotografie e video digitali.
Com’era prevedibile, queste testimonianze hanno suscitato una serie di speculazioni imprudenti sul motivo del cambiamento di colore dell’ostia.
Nella storia della Chiesa, per Divina Provvidenza, si sono verificati dei miracoli. L’unico proposito di un miracolo è promuovere la bontà. Le false dichiarazioni di un miracolo, invece, danneggiano i credenti e feriscono la credibilità della Chiesa.
Anche se la possibilità dei miracoli non è da scartare, bisogna comprendere il danno potenziale che conclusioni affrettate potrebbero provocare a tutti i credenti, laici e chierici.
Bisogna agire con estrema prudenza. Serve la guida dell’autorità ecclesiastica competente al momento di affrontare fenomeni come quello riferito nella parrocchia di Kearns il mese scorso.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

....
in provincia di Padova, a Legnaro.
A casa  di Antonio  Pittarello, umile contadino, la  polenta  trasuda  sangue!  
Immaginate  la faccia del poveraccio… 
Siamo nel 1819, precisamente nel  mese di  Agosto. Nei giorni a  seguire  tale fenomeno  si manifesto’ anche in altre abitazioni!  
Il povero contadino  deve aver  sospirato  un “deo gratia”! 
La  chiesa incaricò Padre  Pietro  Melo  ad  investigare  sulla  presunta “ opera  del maligno”. Questi, alla fine, la definì , dopo attenta analisi, come un prodotto di fermentazione .
Ma chi spiego’ il fenomeno  fu  un  giovane farmacista dell’epoca:  Bartolomeo  Bizio. 
Nel 1823 la identificò  dopo  aver condotto  studi in modo  del tutto indipendenti  e la defini’ con il termine  di  Serratia  Marcescens.
Il “miracolo  della polenta   sanguinante” altro non  era che della  semplice  polenta  contaminata da  un battere  che venne  definito  Serratia, le  cui  colonie  pigmentate  di  rosso vivo, simulavano  l’aspetto di gocciole di sangue  coagulato.  Questo tipo di batterio  venne  detto  anche Chromobacterium  prodigiosum. Venne detto Marcescens proprio perché  dopo esser giunto alla mirabile colorazione, prodigiosamente rossastra, marcisce  e scompare. 


In realtà la  Serratia Marcescens  è un  battere  patogeno  opportunista, isolato in diverse infezioni  extra-intestinali. La Serratia   Marcescens  determina infezioni molto gravi  sia perché  colpisce, da buon  opportunista, soggetti  debilitati ,sia perché  risulta  essere  poco  sensibile  alla maggior parte dei farmaci antibatterici, quindi molto resistente !
Viene classificato tuttora nel  genere  Serratia, tipo Marcescens.
Altri tipi di Serratia  possono essere la  Rubidiae  e  la Liquefaciens (si veda  Principi di Microbiologia  Medica  del Prof.Michele  La  Placa). 
La scienza aveva compiuto un piccolo passo…importante per l’umanità!

Fabio  Viganò

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.