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venerdì 29 gennaio 2016

All'origene del disastro

Il segreto di Fatima e i Papi



Le visioni ed i Segreti

Malgrado all’epoca avesse solamente 10 anni, Lucia dos Santos era la più grande dei tre pastorelli che ricevettero le visioni di Fatima, nel 1917. Ella fu l’unica dei tre che parlò in realtà con la Vergine, ponendole alcune sue domande e rispondendo a quelle della Madonna. Dopo la visione del 13 maggio, Lucia ed i suoi cugini più piccoli, Francesco e Giacinta Marto, concordarono di non rivelarlo a nessuno.


Un’attenzione indesiderata

Giacinta tuttavia, che aveva solamente sette anni, non riuscì a contenere l’eccitazione riguardo alla sua prima visione, e ne parlò con sua madre. La notizia si sparse presto in questa piccola comunità rurale. Alcuni accettarono immediatamente la visione come un’apparizione autentica della Vergine Maria, ma altri, tra cui anche dei prelati, furono scettici. Una folla mista di credenti e di curiosi si radunò per osservare Lucia ed i suoi cugini, durante le successive apparizioni (a giugno erano 50; che divennero 5000 a luglio, 15000 ad agosto e 30000 a settembre), mentre all’ultima di queste parteciparono più di 70.000 persone, che assistettero al Miracolo del Sole.

Indagini approfondite

A luglio, il sindaco locale ritenne che la reazione popolare a questi eventi fosse inquietante, e ad agosto sottopose tutti i fanciulli ad approfonditi interrogatori. Ad un certo punto, dopo essere stati tenuti in prigione per due giorni, vennero minacciati di morte dal loro inquisitore, ormai esasperato. Malgrado tutti i tentativi di intimidazione, Lucia ed i suoi cugini non rivelarono niente del segreto del 13 luglio, seguendo le istruzioni della Madonna di tenere segreto il Suo Messaggio. Alcuni funzionari del Vaticano furono dubbiosi, all’inizio, riguardo all’autenticità delle visioni, come devono esserlo nella maggioranza di questi casi. Tuttavia, l’evidente sincerità dei fanciulli, così come la loro profonda pietà e devozione, persuasero alla fine le autorità a prendere seriamente la faccenda ed a investigarvi ulteriormente. L’autenticazione del Miracolo del Sole, che era stato richiesto da Suor Lucia alla Madonna come prova che le apparizioni erano autentiche, chiuse la faccenda. Poco più di dieci anni dopo, nel 1930, le indagini erano complete, ed i funzionari della Chiesa dichiararono le apparizioni di Fatima “degne di credenza”.

Muoiono due dei tre veggenti

Solamente due anni dopo aver visto la prima apparizione di Fatima, nella primavera del 1919, Francesco Marto morì d’influenza. L’anno seguente, anche sua sorella più piccola Giacinta soccombette alla stessa malattia, nel febbraio del 1920. Lucia dos Santos divenne a quel punto l’unica veggente di Fatima ad essere ancora in vita, ed essa era l’unica ad essere a conoscenza del messaggio della Madonna. Quando entrò in un convento all’età di 18 anni, nel 1925, non aveva ancora rivelato pubblicamente alcunché del messaggio della Madonna. (Entrambi i bambini Marto furono beatificati da Papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000, e sono adesso solo ad un passo dalla loro canonizzazione).

Viene richiesta la Consacrazione

Nell’estate del 1929, mentre si trovava in un convento a Tuy, in Spagna, Suor Lucia ebbe un’altra visione. Questa volta, la Madonna le tornò come le aveva promesso a Fatima, per chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Quest’apparizione fu seguita due anni dopo da una visita, nella quale Nostro Signore parlò con Suor Lucia, avvertendola delle terribili conseguenze per la gerarchia della Chiesa, se quest’ultima non avesse compiuto la consacrazione richiesta. Suor Lucia riportò questi messaggi al suo confessore, Padre Bernardo Gonçalves, pregandolo di trovare un modo per persuadere il Santo Padre a compiere la cerimonia. Malgrado il fatto che le sue precedenti visioni fossero state ormai dichiarate “degne di credenza” da parte del Vaticano, non venne presa nessuna iniziativa per compiere la richiesta della Madonna. Nel 1935, Suor Lucia aveva cominciato a mettere per iscritto le sue esortazioni, scrivendo in una lettera a Padre Gonçalves, in risposta alle sue domande, che “farebbe tanto piacere a Nostro Signore” se egli avesse insistito col suo vescovo che la consacrazione andava compiuta.

Le parole della Madonna

Nel 1941, su insistenza del suo vescovo, Suor Lucia scrisse le sue terze e quarte memorie, rivelando le prime due parti dei contenuti del Segreto, consegnatole il 13 luglio 1917 dalla Madonna di Fatima, usando le Sue stesse parole. Solo l’ultima parte del Segreto, quella definita “Terzo Segreto”, rimase nascosta. Pochi anni dopo, sempre su insistenza del suo vescovo, Suor Lucia scrisse con riluttanza il contenuto del Terzo Segreto su di un foglio di carta, sigillato in una busta, e lo consegnò al Vescovo di Fatima, Josè da Silva. Secondo gli accordi tra Suor Lucia ed il vescovo, la lettera si sarebbe dovuta rendere pubblica non più tardi del 1960. Prima di quella data, nel 1957, la busta ancora sigillata fu trasferita in Vaticano, dove venne posta in una cassaforte negli appartamenti del Papa.

Consacrazioni insoddisfacenti

Nel frattempo, Suor Lucia continuo a dare esortazioni affinché la consacrazione richiesta venisse effettuata esattamente come specificato. In un’intervista del 1946, ella spiegò brevemente che la consacrazione generale del mondo al Cuore Immacolato di Maria, compiuta da Papa Pio XII nel 1942, non era stata soddisfacente, perché il pontefice non aveva specificatamente consacrato la Russia ed anche perché i vescovi di tutto il mondo non vi avevano partecipato assieme al Papa. Nel 1952, il Papa nominò la Russia in un’altra consacrazione, ma non effettuò la consacrazione in unione con tutti i vescovi del mondo. Evidentemente, Pio XII non era stato ben informato su tutti i requisiti, cosa che viene affermata esplicitamente da Suor Lucia nelle sue memorie.

Suor Lucia parla ancora

Nel 1957, Suor Lucia era chiaramente scoraggiata dai continui fallimenti della Chiesa di esaudire la richiesta della Madonna. In un colloquio con Padre Augustin Fuentes, Postulatore della Causa di Beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, ella disse con enfasi che intere nazioni stavano rischiando di scomparire dal mondo, e che molte anime stavano andando all’inferno, come risultato per aver ignorato la richiesta della Madonna. Quest’intervista ebbe grande diffusione, e fu pubblicata in Inglese ed in Spagnolo nel 1958, con l’approvazione del Vescovo di Fatima.

Un’accusa anonima

Dopo la morte di Papa Pio XII, nell’estate del 1959, un comunicato anonimo venne pubblicato dalla cancelleria dell’ufficio vescovile di Coimbra, dove si trovava il convento di Suor Lucia. Il comunicato accusava l’intervista di Padre Fuentes nel 1957 con Suor Lucia di essere falsa. Fino ad oggi, nessuno si è preso la responsabilità di quell’affermazione. Malgrado Padre Fuentes sarebbe stato, successivamente, ampiamente scagionato, nel 1961 questo “comunicato” fraudolento venne usato come strumento per la rimozione di Padre Fuentes dalla sua posizione di Postulatore per la Causa di Beatificazione di Francesco e Giacinta Marto.

Una grande delusione

Nel 1960 giunse il momento in cui il Terzo Segreto avrebbe dovuto essere rivelato. Per la delusione di decine di milioni di persone, il Vaticano lo tenne nascosto, affermando che sarebbe probabilmente rimasto “per sempre sotto assoluto riserbo”. Come il misterioso comunicato pubblicato a Coimbra, anche quest’annuncio rimase assolutamente anonimo, e nessun funzionario del Vaticano se ne è mai presa la responsabilità.

Suor Lucia viene fatta tacere

I giornalisti e gli scrittori di tutti i media Cattolici cercarono immediatamente di ottenere una dichiarazione di Suor Lucia, al riguardo, ma senza riuscirci. Scoprirono che Suor Lucia aveva ricevuto l’ordine tassativo di non parlare riguardo al Terzo Segreto con nessuno, e non poteva ricevere alcuna visita se non da parte di amici strettissimi o di familiari. Dopo il 1960, persino al suo confessore di lunga data (sin dagli anni ’30), Padre Josè da Silva Aparicio, al suo ritorno in Portogallo dal Brasile, non venne dato il permesso di incontrarla, malgrado il fatto che all’inizio degli anni ’50 era libero di farlo.

Viene negato il permesso

Poco dopo la conclusione del Concilio Vaticano Secondo, il 15 novembre 1966 Papa Paolo VI abrogò i Canoni 1399 e 2318 del Codice di Diritto Canonico del 1917, permettendo d’ora in avanti a chiunque, nella Chiesa, di pubblicare articoli riguardo alle apparizioni Mariane, senza dover prima ottenere un imprimatur officiale. Tuttavia, solamente a Suor Lucia su 700 milioni di Cattolici in tutto il mondo, venne negato il beneficio di questa concessione. Legata dal suo voto di obbedienza, in quanto suora, all’unica persona vivente che avesse ricevuto il Messaggio della Madonna di Fatima, veniva impedito di parlare liberamente al riguardo, senza prima aver ricevuto una speciale autorizzazione da parte del Vaticano.

Il Papa ignora una supplica

Un anno dopo vennero pubblicate le memorie di Suor Lucia, rinnovando l’attenzione di tutto il mondo alle richieste della Madonna per la consacrazione della Russia. Migliaia di Cattolici risposero firmando petizioni, che chiedevano al Santo Padre di compiere la cerimonia. Quando Papa Paolo VI visitò Fatima, nel maggio del 1967, Suor Lucia implorò di poter parlare con lui, ma venne respinta e gli venne detto di “parlare col suo vescovo”. Il suo vescovo, nel frattempo, non era in grado di fare niente per ottenere la consacrazione della Russia o la rivelazione del Terzo Segreto.

Un negligente rapporto di un Nunzio

Per i successivi quindici anni, Suor Lucia rimase nel silenzio della sua clausura, mentre niente veniva fatto per rispondere al Messaggio della Madonna. Infine, nel marzo del 1982, avvenne un incontro tra Suor Lucia ed il Nunzio Pontificio in Portogallo. Suor Lucia colse quest’opportunità per informare pienamente il Nunzio dei requisiti necessari, per ottenere una valida consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Tuttavia, nel suo rapporto al Papa, il Nunzio omise volontariamente di menzionare che i vescovi del mondo avrebbero dovuto unirsi al Papa nel compimento della cerimonia.

Si ribadiscono i requisiti necessari

Pochi mesi dopo, alla vigilia della visita di Fatima di Papa Giovanni Paolo II (12 maggio 1982), il quotidiano del Vaticano L’Osservatore Romano, pubblicò un articolo di Padre Umberto Pasquale, un sacerdote che aveva avuto uno scambio epistolare con Suor Lucia per più di quarant’anni. Padre Pasquale affermò nuovamente e chiaramente che Suor Lucia gli aveva detto che la Madonna di Fatima non aveva mai chiesto la consacrazione del mondo, ma solo quella della Russia. Egli pubblicò, inoltre, una riproduzione fotografica di una nota manoscritta datagli da Suor Lucia, nella quale si confermava che la richiesta si riferiva solamente alla Russia, e non al mondo.

Un’altra consacrazione inadeguata

Il giorno seguente, il 13 maggio 1982, Papa Giovanni Paolo II celebrò una consacrazione a Fatima. La cerimonia nominava il mondo, non la Russia, ed i vescovi Cattolici del mondo non vi parteciparono come richiesto. L’Osservatore Romano riportò successivamente che il Papa aveva spiegato il motivo per cui non aveva nominato la Russia, affermando che egli “aveva provato a fare tutto il possibile, nelle concrete circostanze”.

Suor Lucia scrive una lettera

Il 12 maggio 1982, Suor Lucia scrisse una lettera che fu resa pubblica solo molti anni dopo, da parte del Vaticano, in connessione con la presunta pubblicazione del Terzo Segreto, nel giugno del 2000. Il Vaticano affermò che la lettera, datata 12 maggio 1982, era indirizzata al Santo Padre, ma questo non può essere, dato che essa si riferisce al Terzo Segreto come qualcosa che “siete così ansioso di conoscere”. Questo non avrebbe alcun senso, se il ricevente fosse il Papa, dato che egli, all’epoca, già conosceva i contenuti del Terzo Segreto. E’significativo che le traduzioni fornite dal Vaticano dell’originale Portoghese, nelle altre lingue, omettano questa frase, evidenziando il fatto che i funzionari che hanno pubblicato questi documenti sapevano bene che la lettera non era indirizzata al Papa, e stavano cercando di nasconderlo. Quella frase, così importante, non potette essere omessa dall’originale manoscritto, in quanto era stata pubblicata come una fotocopia.

Una presunta intervista

A metà dell’estate del 1982, la rivista dell’Armata Azzurra Soul Magazine, pubblicò una presunta intervista con Suor Lucia, nella quale ella sembrava affermare che la consacrazione del 13 maggio aveva soddisfatto la richiesta della Madonna. L’articolo non spiega come la richiesta avesse potuto essere soddisfatta da una cerimonia che non nominava la Russia, né includeva la partecipazione di tutti i vescovi del mondo. Durante conversazioni private con amici e parenti, Suor Lucia ha ripetutamente negato di aver affermato una cosa del genere, ma spiegò che non poteva dirlo pubblicamente, poiché non aveva ricevuto il permesso di farlo da parte del Vaticano.

Una vera intervista

Proprio perchè il tentativo di consacrazione del 1982 non faceva alcuna menzione della Russia (e poiché i vescovi non vi parteciparono), il 19 marzo 1983 Suor Lucia disse al Nunzio Portoghese che l’Atto di Consacrazione del 1982 era stato insufficiente, poiché la Russia non era l’oggetto della consacrazione ed i vescovi non avevano partecipato ad una cerimonia solenne e pubblica che consacrasse la Russia. Ella concluse che “La Consacrazione della Russia non è stata compiuta come richiesto dalla Madonna. Non sono stata in grado di fare prima questa dichiarazione perché non avevo avuto il permesso da parte della Santa Sede.”
Inoltre, nel settembre del 1985, venne pubblicato sulla rivista Sol de Fatima, edita da amici dell’Armata Azzurra Spagnola, un resoconto di un’intervista avuta con Suor Lucia. Esso citava Suor Lucia mentre affermava, ancora una volta, che un’altra consacrazione del mondo, compiuta nel 1984 a Roma, non aveva ancora soddisfatto la richiesta della Madonna. Il testo della consacrazione non faceva menzione della Russia, e a nessuno degli altri migliaia di vescovi del mondo era stato ordinato di parteciparvi.

Parla una cugina

Un anno dopo, uno dei membri della sua famiglia cui era stato permesso di visitare Suor Lucia, fece una dichiarazione. Maria do Fetal, una cugina, dopo una sua visita a Suor Lucia affermò pubblicamente che quest’ultima aveva detto che la consacrazione non era ancora stata compiuta. Le sue parole diedero voce, momentaneamente, a sua cugina sotto clausura, alla quale non era permesso parlare di persona.

Un confronto veloce

Nel giugno del 1987, Suor Lucia fece una rara escursione al di fuori del convento, per votare ad un’elezione generale. In un breve scambio di battute col giornalista Enrico Romero, Suor Lucia confermò ancora una volta che la consacrazione della Russia non era stata compita.

L’ordine di contraddire

Due anni dopo, nell’estate del 1989, Suor Lucia ricevette una sorprendente istruzione da parte di un anonimo funzionario del Vaticano. L’ordine, diretto a Suor Lucia ed alle sue consorelle del convento, prevedeva che d’ora in avanti avrebbero dovuto affermare che la consacrazione, compiuta nel 1984, aveva soddisfatto la richiesta della Madonna di Fatima. Questo straordinario ordine di contraddire apertamente se stessa, venne svelato da Padre Messias Coelho, un amico di lunga data e visitatore occasionale di Suor Lucia. In evidente obbedienza a quello stesso ordine, la cugina di Suor Lucia, Maria do Fetal, cambiò immediatamente opinione, e riferì che Suor Lucia aveva detto che la consacrazione era stata compiuta.

Lettere a chi?

Poco dopo cominciarono ad apparire e a circolare privatamente, in alcuni giornalini devozionali fuori dal Portogallo, alcune note e lettere dattiloscritte, firmate in teoria da Suor Lucia. Tutte contenevano affermazioni palesemente contraddittorie con tutto ciò che Suor Lucia aveva detto riguardo alla consacrazione, nei precedenti 60 anni. Il fatto che quei documenti non fossero manoscritti e che contenessero alcuni evidenti errori di fatti e alcune strane frasi, resero assai dubbia la loro autenticità di lettere scritte da Suor Lucia.

Il piano viene svelato

Il tentativo di riscrivere la storia, da parte del Vaticano, venne svelato rapidamente. Nel 1990, la sorella di Suor Lucia, Carolina, disse a Padre Nicholas Gruner che bisognava dare poco, se non alcun credito alle lettere dattiloscritte di Suor Lucia, anche perché quest’ultima non sapeva battere a macchina. Una simile lettera sarebbe stata scritta da qualcun altro, anche se fosse stata firmata da Suor Lucia.

Una firma falsa

La firma di Suor Lucia su di uno di questi documenti fu presto contestata. Un esperto forense esaminò una sua presunta firma, apposta in calce ad una lettera datata novembre 1989, dichiarando la sua falsità. Ciò non di meno, alcuni estratti di queste lettere false ricevettero una notevole diffusione e vennero citate da altre pubblicazioni come “prove” che la consacrazione era stata compiuta.

Un’udienza Papale - un silenzio eloquente

Quando il Papa decise di visitare Fatima nel maggio del 1991, Suor Lucia decise inizialmente di non parteciparvi, ma le fu ordinato il contrario. Papa Giovanni Paolo II le concesse un’udienza privata della durata di 30 minuti. Alla fine, né Suor Lucia né il Papa fecero alcun commento alle affermazioni pubbliche secondo le quali la consacrazione era stata compiuta. Il loro silenzio sull’argomento rafforzò decisamente la conclusione che la Consacrazione della Russia non era ancora stata effettuata.

Una falsa intervista

Nell’autunno del 1992, Suor Lucia venne apparentemente intervistata da Padre Francesco Pacheco, dal Cardinale Antony Padiyara, e dal Vescovo Francis Michaelappa. L’autista dei prelati, Carlos Evaristo, pubblicò successivamente un racconto dell’intervista, che includeva la solita affermazione che la consacrazione era stata compiuta. Uno dei prelati, Padre Pacheco, pubblicò successivamente una smentita di questo resoconto, contestando la credibilità ed il resoconto dell’intervista di Evaristo, autista e auto-proclamatosi “traduttore concettuale”.

In assenza dell’autore

Per il resto del decennio, il Vaticano ha fatto orecchie da mercante alle continue richieste di effettuare la Consacrazione, per la rivelazione del Terzo Segreto e per la fine del silenzio imposto a Suor Lucia. Finalmente, nel giugno del 2000, il Vaticano – in una conferenza stampa a cui erano presenti centinaia di giornalisti da tutto il mondo – rivelò ciò che apparentemente era il Terzo Segreto, insieme ad altri documenti, tra cui un lungo commento. A questa conferenza era notevolmente assente l’autore del Terzo Segreto, ovvero Suor Lucia. Non solo venne esclusa dall’evento, ma rimase ancora con l’ordine di tacere, al riguardo. Anche se il documento pubblicato non fosse stato discutibile – e lo è, vedi la “l'occultamento: del Terzo Segreto” – l’assenza ed il silenzio di Suor Lucia, avrebbero reso questa “rivelazione” alquanto dubbia, per usare un eufemismo. (Vedi La Battaglia Finale del Diavolo per ulteriori informazioni.)

Emergono i fatti più importanti

La vocazione religiosa di Suor Lucia, in quanto suora di clausura, la rendeva vulnerabile alla manipolazione, in modi che non sono attuabili con le persone laiche. La si poteva rendere inaccessibile, le si potevano negare i diritti di rispondere a false affermazioni ed accuse, ma soprattutto, le venne imposto il silenzio assoluto. Tuttavia, dal suo silenzio imposto in modo immorale ed illegale, sono emersi innegabilmente alcuni fatti:

Primo: Suor Lucia, sin dall’inizio degli anni ’30, ha esortato il Papa affinché celebrasse la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, in unione con tutti i vescovi del mondo, come richiesto dalla Madonna di Fatima.

Secondo: Ella ha ripetutamente spiegato che le varie consacrazioni degli ultimi cinquant’anni, hanno tutte fallito nel rispettare i requisiti della richiesta della Madonna. Suor Lucia non ha mai affermato apertamente od inequivocabilmente il contrario.

Terzo: Ella si aspettava pienamente che il singolo foglio di carta, che costituisce il Terzo Segreto, venisse rivelato nel 1960, e lo ha desiderato per tutta la sua vita. Non si tratta del documento di 4 pagine che è stato reso pubblico dal Vaticano nel 2000, ad una conferenza in cui stride l’esclusione di Suor Lucia. Malgrado le affermazioni dell’Arcivescovo Bertone nel novembre del 2001, Suor Lucia non ha mai dato personalmente alcuna conferma di concordare con le interpretazioni rese dal Vaticano nella propria pubblicazione del “Terzo Segreto”.

Quarto: Infine, ella è ormai morta all’età di 97 anni, e poiché non le è stata data la facoltà di parlare liberamente, ha portato con se tutto ciò che sapeva del Messaggio di Fatima. L’ultima connessione diretta del mondo con un messaggio del Cielo se ne è andato, lasciandoci forse delle domande a cui non potremo mai rispondere. Questo è avvenuto per colpa dei revisionisti di Fatima che si trovano in Vaticano.

Il punto centrale nella storia di Fatima è, ovviamente, Suor Lucia. Ella vide le visioni, ella ricevette il Messaggio e mise per iscritto le parole pronunziate dalla Beata Vergine. Ella conosceva l’intera verità sul Messaggio di Fatima. Eppure, i prelati della Chiesa l’hanno trattata in un modo che sembra più appropriato a qualcuno che sparge un’eresia, piuttosto che ad una persona che portava un messaggio della Madre di Dio.

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