VISIONI E GENESI BIBLICA
L’Alpago
è uno dei luoghi più belli al mondo. In questa conca situata fra il
Lago di Santa Croce, la chiostra delle Dolomiti d’Alpago e la Foresta
del Cansiglio, in uno scenario verde e azzurro di straordinaria serenità
e di bucolico incanto, condusse la sua vita raccolta e pensosa un prete
il cui nome dice poco al grande pubblico, don Guido Bortoluzzi, nato il
7 ottobre 1907 a Puos d’Alpago e morto l‘8 ottobre 1991 a Meano,
frazione di Santa Giustina, sempre in provincia di Belluno. Tutta la sua
esistenza si consumò in quest’angolo appartato delle Prealpi Bellunesi,
senza mai toccare una grande città e senza mai venire in contatto con
esponenti della cultura del suo tempo; e fu amareggiata da
incomprensioni e ostilità da parte dei suoi superiori e di una parte del
clero, dovute al carattere sconcertante delle rivelazioni di cui
sarebbe stato il destinatario. Non c’è da stupirsene: ancora oggi, il contenuto di tali rivelazioni private provoca un effetto notevole nel lettore,
anche il più benevolo e bendisposto; ed è difficile non essere ben
disposti nei confronti di questo umile parroco che possedeva doni
carismatici non indifferenti e che lasciò, in quanti lo conobbero, una
profonda impressione di dolcezza, di semplicità e quasi di evangelica
ingenuità.
Questo prete di campagna è tuttora un enigma per quanti si accostano alla sua figura e alla sua vicenda umana: egli,
infatti, ha avuto una serie di visioni e di “spiegazioni”, fornitegli
da Dio stesso, in ordine a ciò che aveva visto con straordinaria
precisione e nitidezza: otto, per la precisione, fra il 1968 e il 1974,
mentre era parroco a Chies d’Alpago, alcune sotto forma di sogni
profetici, altre sotto forma di locuzioni interiori. Nel corso di questa
pluriennale e sconvolgente esperienza mistica, don Guido “vede” e
apprende delle cose che modificano, in maniera sostanziale, ciò che dice
la Bibbia e che viene insegnato dal catechismo della Chiesa
cattolica riguardo alle origini dell’uomo e alla natura del Peccato
originale. Anche se egli si è limitato ad affermare di aver solo
ricevuto queste conoscenze, senza nulla aggiungervi di suo, e anche se
si è affannato a precisare che le sue visioni integrano e chiarificano, ma non stravolgono il senso del racconto biblico,
è da qui che hanno avuto origine le incomprensioni, i dispiaceri, le
amarezze e la profonda solitudine di quest’uomo semplice e buono,
incapace di inventarsi una simile storia per mera vanità.
Pare
che egli ne abbia parlato con l’allora patriarca di Venezia, Albino
Luciani, che era stato suo compagno di studi al seminario di Feltre
(prima del passaggio di questi al seminario di Belluno); non si sa
esattamente quale fu il tenore delle loro conversazioni, ma una cosa
possiamo constatare, che Luciani, eletto al pontificato come Giovanni
Paolo I, sorprese i fedeli annunciando che Dio non è solo Padre, ma anche Madre dell’umanità.
Si è trattato di un riflesso di quei colloqui e di una rielaborazione
di quanto confidatogli dal suo ex compagno di studi? Oltre a ciò, siamo a
conoscenza di ben quattro distinte predizioni circa il ruolo che Dio
avrebbe affidato a don Guido per chiarire alcuni aspetto della Genesi.
Si
tratta di circostanze che hanno tutti i necessari riscontri, e di
predizioni che sono avvenute alla presenza di testimoni attendibili. La
prima ha per protagonista don Giovanni Calabria, veronese, fondatore
della Congregazione dei Poveri Servi e di quella delle Povere Serve
della Divina Provvidenza, proclamato santo da Giovanni Paolo II nel
1999. Mentre era a colloquio con il rettore del Seminario di Feltre, nel
1922, annunciò agli studenti che uno di loro avrebbe scritto un libro
molto importante sulla Genesi biblica; interrogato direttamente dal
giovanissimo Bortoluzzi, rispose che era proprio lui. La seconda è stata
fatta nel 1928 dal padre peruviano Matteo Crawley, proclamato Servo di
Dio, della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, conosciuto
per i suoi doni profetici: egli predisse a Luciani una sfolgorante ma
brevissima carriera ecclesiastica, e a Bortoluzzi che avrebbe ricevuto
una particolare rivelazione sulle origini dell’uomo, a causa della quale
avrebbe avuto molto da soffrire. La terza predizione esce dalla bocca
di monsignor Gaetano Masi, padre spirituale dei seminaristi, il quale,
nel 1932, guardando dritto il chierico Guido, preannuncia che uno di
loro chiarirà la vera essenza del Peccato originale. La quarta, infine,
viene da un personaggio veramente illustre, la mistica tedesca e
stigmatizzata Teresa Neumann, di Konnersreuth, che viene apposta dalla
Germania per conoscere don Guido, allora parroco di Dont, frazione di
Zoldo: siamo nel 1944, in piena Seconda guerra mondiale, e allo stupito
prete di un paesino di montagna la donna spiega di essere venuta a
visitare un sacerdote nel quale Dio ha riposto grandi progetti,
preannunciandogli, nello stesso tempo, intense sofferenze.
Quest’ultima
predizione può suscitare dubbi a chi conosca la biografia della
mistica, la quale, per 36 anni, non si sarebbe nutrita d’altro che
dell’ostia consacrata; il suo viaggio in Italia non risulta documentato e
appare anzi alquanto improbabile, date le sue condizioni di salute e le
circostanze della guerra (anche se, in teoria, non ci sono che poche
ore di automobile fra la Baviera e il Bellunese, allora di fatto annesso
al Reich nel cosiddetto Alpenvorland); ma tali perplessità
cadono se si tiene presente che ella fu protagonista di numerosi e
accertati episodi di bilocazione, oltre che di profezia e xenoglossia
(donna senza istruzione, durante le sue estasi parlava correttamente il
greco, il latino e l’aramaico). E a ciò si aggiunga che lo stesso don
Guido era un soggetto mistico e medianico, ancor prima di essere il
destinatario delle visioni e spiegazioni soprannaturali relative alle
origini dell’uomo: nel 1917 ebbe, in contemporanea con i tre pastorelli
di Fatima, la visione della Madonna che appariva ad essi; e nel
1945 ebbe, con diciotto anni di anticipo, la visione, precisa fin nei
dettagli, della terribile tragedia del Vajont, che il 9 ottobre del 1963
avrebbe spazzato via il paese di Longarone e provocato circa
2.000 vittime. È possibile, pertanto, ipotizzare o che Teresa Neumann si
sia recata da don Guido con il suo corpo astrale, o che egli l’abbia
vista non fisicamente, ma nel corso di una delle sue percezioni
extrasensoriali.
Sarebbe
troppo lungo riferire dettagliatamente il contenuto delle visioni e
delle “spiegazioni” che don Guido ha ricevuto dal Signore: chi vuol
farsene un’idea precisa, deve leggersi il libro di Renza Giacobbi, Genesi Biblica, e il commento della stessa Autrice, Sintesi della Genesi Biblica:
si tratta dei manoscritti che don Bortoluzzi aveva redatto entro il
1982, a ciò spronato da Dio stesso, ma che non poté pubblicare in vita
per il loro contenuto “scottante” e che, pertanto, affidò, prima di
morire, alla signora Giacobbi, la quale ha portato a buon fine
l’iniziativa, fondando, inoltre, insieme ad altre persone,
l’Associazione Don Guido Bortoluzzi, per tener viva la memoria del
sacerdote e per commemorarla ogni anno, a Farra d’Alpago,
nell’anniversario della scomparsa. È bene precisare che Genesi Biblica
si può integralmente scaricare da Internet, e ciò depone a favore della
sincerità e buona fede delle persone che hanno creduto alle rivelazioni
di don Guido e hanno voluto farle conoscere al pubblico, senza secondi
fini. Il che non è bastato a proteggerle dagli sberleffi malevoli di
quanti non credono a quelle visioni, né alla loro buona fede: è
sufficiente fare una rapida ricognizione in rete per rendersi conto di
quanto beffardi e gratuitamente offensivi siano i commenti dei soliti
scientisti da quattro soldi. Con questo, non intendiamo gettarci dalla
parte opposta della barricata: non ci prendiamo la responsabilità di
credere a tutto ciò che don Guido afferma, anzi, conserviamo una
fortissima perplessità, sia perché il suo racconto della genesi
dell’uomo si discosta in maniera decisiva da quello della Bibbia, sia perché manca qualsiasi possibilità di riscontro scientifico e oggettivo alle sue affermazioni di natura biologica.
Qui
di seguita diamo solo una rapidissima sintesi della genesi secondo le
visioni avute da questo sacerdote. Prima di quella umana, viveva sulla
Terra una razza di ominidi, chiamati ancestri: da una femmina di quella
razza, la meno pelosa e animalesca, Dio fece nascere la specie umana,
depositando nel suo utero (in affitto?; l’infelice espressione si trova
proprio nel libro) un ovulo femminile e un gamete maschile, da cui
nacque Adamo, allevato dalla madre-scimmia che non era, però, la sua
vera madre biologica. Quindici o sedici anni dopo, Dio “impiantò”
nell’utero della madre scimmiesca un altro ovulo femminile della specie
umana, mentre il gamete maschile, questa volta, fu opera dello stesso
Adamo, il quale, inconsapevolmente (nel sonno) si unì alla “scimmia”: da
questa unione nacque una bella bambina, Eva, la prima donna interamente
umana (anche se don Guido, creando un ulteriore elemento di confusione,
chiama “Eva, madre di tutti i viventi”, non lei, ma la Eva scimmiesca
da cui era nata). Adamo, creatura perfetta, molto intelligente e dotata
di parola (mentre gli ancestri, pur essendo miti e propensi a
collaborare con l’uomo, non possedevano il linguaggio), ricevette da Dio
l’ordine di riprodursi solo con la donna della sua stessa specie:
questo sarebbe il vero significato dell’ordine di non mangiare
dell’Albero del bene e del male, cioè non avere rapporti con femmine di
altra specie. Adamo, però, disobbedì: due o tre anni dopo la nascita di
Eva, non volle aspettare ed ebbe un rapporto sessuale con la Eva
scimmiesca: non per impazienza sessuale, poiché, nella sua perfezione,
egli era del tutto padrone dei propri istinti, ma per la malvagia
volontà di non dipendere più da Dio e di avere dei figli tutti “suoi”.
Il risultato fu disastroso, perché il figlio che nacque, Caino, ereditò e
trasmise, a sua volta, la cattiva mescolanza di cromosomi umani e
pre-umani, che lo predisponevano sia alle malattie e deformità fisiche,
sia ai disordini psichici e sessuali (come vedremo). Questo fu il vero
Peccato originale: un peccato del quale solo Adamo porta la
responsabilità, non la donna: né la Eva umana, che era solo una bimba,
né la Eva scimmiesca, che, essendo priva d’intelligenza, non era
responsabile dell’atto.
Alcuni
anni dopo, avvenne la tragedia. Adamo ed Eva avevano avuto un primo
figlio, Abele, creatura geneticamente perfetta come il padre, perché
nata da un padre e una madre umani, mentre Caino, crescendo, rivelava
sia nel fisico che nell’anima il disordine della sua doppia natura: era
violento e aggressivo come un animale, ma intelligente come un uomo (gli
ancestri non erano violenti, né aggressivi, ma Caino non era uno di
loro, bensì un ibrido fra le due specie). Quando suo fratellastro Abele
era ancora un piccino di due o tre anni, Caino volle abusarne
sessualmente; alcuni ancestri intervennero per difendere il bambino, che
urlava, ma, tirandolo con violenza, peggiorarono le cose, e Abele morì.
Questo, secondo le drammatiche visioni di don Guido, fu il vero
svolgimento dell’assassinio di Abele da parte di Caino: che non erano
due giovani ben formati, come si evince dal racconto biblico, l’uno
pastore, l’altro agricoltore; né erano divisi da una gelosia riguardo
alle offerte rese a Dio. La responsabilità del delitto, per don Guido,
ricade tutta su Adamo, che, disobbedendo a Dio, aveva creato una tale
situazione; mentre Caino, preda dei suoi pessimi istinti, non era
colpevole, in quanto incapace di scegliere liberamente fra il bene e il
male. Comunque, egli, dopo il fratricidio, fuggì, e si abbandonò ad
ulteriori perversioni sessuali, verosimilmente unendosi ad altre femmine
pre-umane. In seguito nacque Set, anch’egli, come Abele, essere umano
perfetto, in quanto figlio di Adamo ed Eva. In seguito, però, i
discendenti di Set si invaghirono delle donne discendenti da Caino, si
unirono ad esse e rinnovarono la mescolanza dei cromosomi delle due
specie) Tale, per don Guido, sarebbe la giusta interpretazione di quel
misterioso versetto della Genesi (6, 4), in cui si parla dei
giganti nati dall’unione tra i figli di Dio e le figlie degli uomini. Su
questo punto pare che don Guido si sia in qualche modo richiamato anche
all’opera di Maria Valtorta, dandone, però, una interpretazione del
tutto personale e opinabile.
Questa, in sintesi, la parte più “rivoluzionaria”, e francamente scioccante, della Genesi biblica, secondo don Guido Bortoluzzi.
Si fa fatica a vedere il benché minino raggio di luce spirituale in
questa cupa vicenda dai tratti crudamente materialistici, dove Dio
agisce come uno scienziato che gioca con l’utero delle sue creature,
mentre i primi semi-umani si abbandonano a crimini atroci; e dove la
dottrina del Peccato originale subisce un drastico mutamente di
prospettiva, comportando delle conseguenze di tipo biologico e solo di
riflesso spirituali e morali; la disobbedienza di Adamo, inoltre,
sarebbe stata di genere sessuale, e non conoscitivo. Tutto questo ha un
sapore crudo, amaro, poco confacente alla solennità e alla spiritualità
del racconto biblico. Il fatto che don Guido sia stato un buon prete,
dalla vita integerrima, non attenua le contraddizioni, semmai le
complica. Ci si domanda perché un prete così mite e sincero avrebbe
dovuto “inventarsi” una interpretazione così eterodossa della Genesi,
fondamento della Bibbia e, quindi, anche del cristianesimo. Non
ci sono ragioni plausibili, ma questa considerazione non attenua
l’improbabilità dei contenuto delle visioni. Sappiamo che don Guido
leggeva molti libri di carattere scientifico e che era quasi
ossessionato dal mistero dell’origine della vita (la struttura del DNA
venne scoperta solo nel 1953). Può essere che tale ossessione lo abbia
suggestionato? Eppure, visioni così nitide e prolungate, così
dettagliate nei risvolti biologici, non nascono da semplice suggestione;
sembrano venire da qualcosa d’altro. Ma da cosa? Davvero Dio è apparso a don Guido per rivelargli la vera storia della Genesi, e, in pratica, per chiedergli di correggere la Bibbia su dei punti fondamentali? Sarebbe un caso unico, quello di un’autentica rivelazione privata che scuote la Bibbia dalle sue basi e che turba e disorienta i fedeli...
La Genesi biblica secondo don Guido Bortoluzzi
che Dio è padre e madre è una idea massonica......per minare la fede si usa tutto.....atteniamoci al vangelo e alla bibbia senza accettare taroccamenti portati da falsi mistici massoni o quant'altro!Signore salvaci dalle cattive dottrine!Amen!
RispondiEliminaAllora, semplificando un po' il discorso... se noi siamo "ibridi" e non siamo quindi della stessa natura di Adamo, e se nostro Signore è della stessa natura di Adamo... chi è che il Signore ha salvato ha salvato? Per essere Mediatore perfetto deve essere vero Dio e vero uomo, ma se noi non siamo uomini (nel senso sempre della stessa natura di Adamo) allora N.S.G.C. non è nostro mediatore, non è vero che non si è fatto come noi, e tutta la teologia dell'Incarnazione e della Redenzione va a farsi friggere!
RispondiEliminaE il bello è che ho sentito con le mie orecchie un sacerdote dire (ad un incontro sull'argomento organizzato in locali parrocchiali!) che «è tutto molto interessante, ma oggi alla gente non si può ancora parlare di queste cose, sono troppo avanti» (cito a memoria).
Bah...
Giuseppe