ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 8 agosto 2016

La chiesa multifede sincretinista

La Casa delle religioni per aiutare il dialogo contro i radicalismi

Il progetto sarà presentato a Torino Spiritualità

L’area ex Incet dove potrebbe nascere la Casa delle religioni

Le religioni, tutte le religioni che convivono in città, potrebbero avere, in un futuro non molto lontano, uno spazio in cui dialogare, confrontarsi sui grandi temi, su principi, comportamenti, pratiche, tradizioni che si riflettono nell’anima ma anche nella vita di tutti i giorni. Lo studio per «Una Casa delle Religioni. Proposta di edificio multifede per la città di Torino», la base scientifica dell’iniziativa, sarà presentato il 2 ottobre, nell’ambito di Torino Spiritualità dalla Fondazione Benvenuti in Italia e dal Comitato Interfedi (ex olimpico) con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
Gli architetti ed esperti di management sociale di «Homers» hanno studiato vari celebri casi di luoghi di convivenza tra fedi in Europa e nel mondo. E hanno individuato a Torino alcuni siti, oltre all’ex Incet, adatti allo scopo: Parco Dora, un’area delle Nuove, il capannone tra via Pisa e via Perugia, l’area Fossata.
Al momento della presentazione, l’amministrazione comunale potrebbe però già essersi espressa sul bando scaduto in primavera, con il quale aveva offerto 260 metri quadrati dell’ex Incet (corso Vigevano) per un progetto di promozione del dialogo interreligioso. 
Gli obiettivi
«Al bando ha partecipato un’unica cordata, in cui è presente Benvenuti in Italia, coordinata dalla Fondazione Brodolini di Roma», spiega Maria Chiara Giorda, docente di Storia delle Religioni e membro del comitato scientifico di Benvenuti in Italia. «L’ex Incet - prosegue - dovrebbe diventare il luogo pilota per la convivenza tra fedi, uno spazio non solo per il culto, ma anche culturale. Pensiamo ad iniziative contro la radicalizzazione, come in Nord Europa, con sportelli di counselling, con psicologi». Nell’ambito dello studio che sarà presentato a Torino Spiritualità è stato distribuito un questionario al Comitato Interfedi, agli studenti del corso di Storia delle Religioni tenuto da Maria Chiara Giorda, ad autorità locali e personalità significative. «È emerso - dice la docente - che la Casa sarebbe una risorsa importante in un tempo in cui su questi temi c’è urgenza di agire».  
I protagonisti
Le fedi coinvolte in una città che conta già spazi «multifede» negli ospedali Molinette e Mauriziano e all’aeroporto, sono quelle presenti nel Comitato Interfedi, che alla Casa troverebbe la sua sede definitiva: cattolici, ortodossi, valdesi, musulmani, ebrei, mormoni, induisti, buddisti. Da due mesi partecipano come uditori anche l’Istituto Buddista Soka Gakkai e la comunità Baha’i. «La partecipazione è aperta a tutti. Per la componente musulmana abbiamo dialogato con l’Associazione Islamica delle Alpi. Gli ortodossi, i cui spazi attuali sono insufficienti, potrebbero anche usare la Casa per il culto. Per altri, come cattolici ed ebrei, può diventare lo spazio dell’incontro, per i Baha’i quello delle iniziative rivolte ai giovani. Soprattutto dovrebbe caratterizzarsi come polo culturale trasversale». 
Una idea
Per il presidente del Comitato Interfedi, Valentino Castellani, più che di «progetto bisogna parlare di “idea”. La Compagnia di San Paolo ha finanziato con diecimila euro lo studio preliminare, ora bisogna vedere che cosa vorrà fare il Comune. Come Comitato, pensiamo a un luogo fisico come sede, a uno spazio di compresenza per iniziative co-gestite nella logica dell’unica religione civile che è la Costituzione italiana: in quello spazio nessuna religione deve prevalere». La speranza, dice Castellani, «è di poter mettere in piedi in ottobre lo studio di fattibilità. Il Comitato lavorerà sulla caratterizzazione degli spazi, nei quali non dovrebbe prevalere l’aspetto del culto. Benvenuti in Italia sul versante dell’organizzazione culturale».  

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Festa sincretista a Reggio Emilia  –  di Cristiano Lugli

Una delegazione diocesana “ricambia la visita” e partecipa alle “preghiere” del venerdì nel centro islamico. Sermone cristian-islamista, elogio di (OMISSIS) da parte dell’imam, volemose bene e misericordia a gogò.
di Cristiano Lugli

Non sono mai andato fiero di dichiarare la mia città di provenienza, sarà perché rientra forse fra le più trascurate e scialbe della regione, desolata, e potremmo dire in mano al degrado immigrazionista, ma probabilmente sarà anche l’urtante accostamento che la Città di Reggio Emilia ha con il tricolore massonico.
A dirla tutta, il vero motivo per cui detesto la mia città è la persistente appartenenza al triangolo rosso, che ha visto morire ammazzati migliaia di innocenti e centinaia di preti: il comunismo radicale che ancora alberga nella mentalità di questa mediocre cittadella si sente nell’aria, si respira per le vie di campagna, traspare in ogni contesto, da sempre. Dalle amministrazioni di tutti i piccoli comuni limitrofi alle pubbliche relazioni nei bar; dai luoghi di lavoro alla profilassi anti-morale che viene inculcata nelle scuole; per non parlare poi dell’ambiente diocesano il quale trasuda catto-comunismo da ogni membra.
Tuttavia qualche grande eroe che mi dà ancora gioia di essere qui c’è, e mi riferisco ad esempio a Rolando Rivi e a don Pessina, ambedue trucidati dalla barbarie comunista, che ancora deve scusarsi pubblicamente.
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Tutta queste premessa è necessaria per arrivare ad un recentissimo fatto accaduto nella “Peggio-Emilia” che come di consueto non ha perso l’occasione per diventare la primogenita delle città buffone – in termini sincretisti – dopo le recenti profanazioni sacrileghe dei musulmani in chiesa, di cui tutti ormai siamo mediaticamente saturi.
Non sono mancati infatti nemmeno qui gli inviti ai maomettani da parte di “catto-impegnati” nel dialogo, ma purtroppo il macabro siparietto interreligioso non è finito a domenica scorsa, ma si è prolungato con atti ancora più squallidi.
Si apprende infatti da una testata locale di sabato 6 agosto (fra l’altro, giorno della Trasfigurazione di Nostro Signore in cui sarebbe stato meglio non incappare in notizie che fanno ribollire il sangue dalle unghie fino all’ultimo capello) che una delegazione della diocesi si è recata a uno dei tre “centri islamici” presenti sul territorio per prendere parte alla “Salat al-jumu’a”, ovvero la preghiera islamica del venerdì che comincia subito dopo lo scoccare del mezzogiorno.
Questo venerdì ha avuto l’eccezionalità di accogliere in mezzo a 100-150 musulmani due cattolici (?) in veste di rappresentanti per la diocesi, facenti parte della commissione per i rapporti con le comunità islamiche , uno strano (ma non così tanto) organo sorto nel 2006 su volere di don Daniele Simonazzi e don Daniele Giannotti, con il contributo di tanti giovani volontari, ben formati negli oratori reggiani a suon di pietanze ben condite, feste, lambrusco e tanto, tanto altro divertimento ancora, purché non manchi mai la parola “dialogo” e la parola “pace”, magari con la dedicazione dell’oratorio a San Giovanni Bosco, omettendo di far presente ciò che questi pensava in merito ai maomettani.
La presenza di questi due signori come inviati speciali in terra di conquiste – non nostre ma loro – è dovuta all’invito fatto dall’imam, che ha voluto ricambiare l’ospitalità ricevuta la scorsa domenica per la c.d. “preghiera comune” in ricordo dell’unico dimenticato, ovvero padre Jacques Hamel.
In questo caldo venerdì di agosto, prima dell’inizio della preghiera e del conseguente sermone sulla sura del giorno, ha preso parola la delegazione curiale:
Volevamo ricambiare il gesto della comunità musulmana di domenica scorsa, dopo l’uccisione di padre Jacques. Sappiamo che se si vuole costruire assieme la pace – ha proseguito uno dei due delegati – è importante mettere in atto gesti che ci portino all’incontro e alla conoscenza, tenendo presenti le differenze, ma, come dice il Papa, rifiutando ogni sorta di discriminazione. (…) Cristianesimo e Islam sono entrambe religioni che fanno riferimento a un Dio misericordioso che vuole il rispetto di tutte le sue creature.”
Sermone in salsa cristian-islamista servito, e a farlo così bene non potevano che essere due delegati della diocesi. Il Dio è lo stesso. E non solo, è pure misericordioso in modo eguale, ciò che conta è non discriminarsi mai, parola di Bergoglio davanti alla quale si sentirebbero sminuiti ed imbarazzati persino UNAR e UAAR.
Giusto per rammentare di quale misericordioso Dio parli il Corano sarà meglio rispolverare qualche sura:
Sura 8:12 Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita.
 Sura 5:33 – Essi devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta.
 Sura 4:90 – I musulmani devono anche “circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta”.
Sura 9:123 – I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro.
Sura 48:29 – I musulmani devono essere “brutali con gli infedeli”.
Sura 6:152 – Un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa”.
Se poi qualcuno vuole appellarsi alla solita storia che “anche l’Antico Testamento ha dei passi terribili” (come successo al sottoscritto che si è ritrovato a parlottare in modo acceso con un prete di ottantacinque anni, da cui quasi sperava di ricevere un pensiero generato da almeno tre neuroni concordanti l’un con l’altro), ricordiamo quanto prima che ci sarebbe giusto stata una Rivelazione, in cui il Verbo si è fatto carne definendo un bel po’ di cose. Le storie sull’Antico Testamento raccontatele tutt’al più ai rabbini che non credono in Gesù Cristo.
Ma tornando alla giornata sincretista di venerdì scorso, è interessante riportare anche il discorso  tenuto dall’imam in questa speciale occasione:
“Occasioni come quella di oggi dovranno ripetersi dieci, cento, mille volte, Reggio potrà essere un esempio per il mondo intero, nel dialogo tra cristiani e musulmani. Anche nella tradizione islamica crediamo nel dialogo e nella conoscenza reciproca, nessun uomo è un’ isola (trattasi della nota poesia di John Donne n.d.r.). Prego per la prosperità dell’Italia e di tutte le nazioni. Come ci insegna il Corano, la comunità musulmana non è chiusa, ma proiettata verso gli uomini.”
Già stabilito il tutto dunque: Reggio caput mundi per quel che concerne la mescolanza-fratellanza fra crociati e maomettani, da sempre nota alle cronache storiche ed ecclesiastiche. Segue poi qualche parola commemorativa per il sacerdote sgozzato da mano islamica, per addentrarsi infine all’immancabile accorpamento con le parole di Bergoglio:
” Faccio mie le parole di Papa Francesco – conclude l’imam– uomo molto saggio: le cause dei mali del pianeta non sono le religioni, ma gli interessi economici, politici e di potere”.
A parte il fatto che è doveroso precisare quanto detto da Bergoglio: “Questa guerra non è una guerra di religione“, ma ad ogni modo il predicatore islamico mica è scemo! …Se nemmeno il Papa mi dice che è colpa mia, io posso essere così fesso da auto-colpevolizzarmi? Sarà molto meglio che lo lasci continuare a pensare così, e magari di tanto in tanto dico pure che è saggio.
Questo, cari amici, è il panorama reggiano il quale non è altro che un terreno preparato da un bel pezzo, a cui faranno seguito tante altre vicende, in tante altre città. I preparativi sono già in atto da tempo come ci dice sempre uno dei due inviati al “centro islamico”:
“Il dialogo tra reggiani cristiani (cattolici è troppo specifico forse n.d.r.) e islamici non è cosa nuova. Da un paio d’anni vanno avanti scambi periodici sia presso le parrocchie, sia presso i centri islamici, per una conoscenza reciproca”.
Seppur tutto sappia di chat-line che organizza incontri al buio, purtroppo questa è la realtà in cui sono coinvolti in modo speciale tanti giovani. A tal proposito ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il Vescovo. Sarei pure tentato di chiederlo, ma per la paura della risposta non credo lo farò mai.
Intanto, per concludere questo nauseabondo argomento senza dilungarmi ancora, faccio mia – con la speranza di poterla far diventare anche vostra –  la riflessione che fece il gigante Vescovo di Tulle, che per giunta gli costò una condanna emessa il 21 marzo1991 dopo che LICRA (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo) lo portò in tribunale a pochi giorni dal termine del suo pellegrinaggio terreno (Monsignor Marcel Lefebvre spirerà il 25 marzo del medesimo anno): “Per l’Islam non c’è differenza tra religione e politica”; per questo il Vescovo missionario, profondo conoscitore di musulmani ed animisti, diceva che finché essi sono una minoranza parziale accettano passivamente le leggi del paese che li ospita, “ma appena sono numerosi e organizzati diventano aggressivi e vogliono imporre le loro leggi”.
Sura 2:193 – Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano.
Il signor Renato Garibaldi, a cui si riferisce l'articolo  ma NON la foto a destra, ospita generosissimamente da diversi anni nella sua Azienda Agricola sui monti della Carnia  giovani che fuggono dai loro paesi martoriati dalla guerra e dalla miseria
Vogliamo anche noi ringraziarlo con tutto il cuore per questa stupenda attuazione degli insegnamenti evangelici: la carità è la "più grande" di tutte le virtù!
Per suggellare i "rapporti di fiducia e di fratellanza" il signor Renato ha voluto anche edificare una cappella  dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo: stupendo e lodevolissimo gesto che ricorda ed attualizza la devozione dei nostri padri che, in ogni parte del globo, hanno voluto elevare nei secoli alla Maestà Divina:  Edicole, Cappelle, Chiese, Monasteri e Cattedrali.
Il gesto del mecenate , devoto imprenditore agricolo di Cercivento sarebbe rimasto nel più totale nascondimento mediatico se non  fosse stato ammantato dalla stampa della solita retorica che fa tanto moda chic...
Ecco gli ingredienti che hanno fatto "volare" una lodevole e bella notizia: migranti/rifugiati;  Medjugorie ; ecumenismo catto/musulmano. 
Il coktail è pronto e così pure la cappella dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo rivolta ad Est ma non verso Gerusalemme (dove è risorto il Signore Gesù) ma ... alla Mecca.
Un capolavoro teologico!
Siamo assai curiosi di vedere le foto di questa cappella catto/musulmana, che è stata  benedetta dal vescovo locale perchè possiede evidentemente i requisiti canonici per il culto cattolico. 
AC
 
Sui monti della Carnia, in mezzo al bosco la chiesa che riunisce cattolici e musulmanidi Alessandra Ceschia 

A Cercivento l’inaugurazione con l’arcivescovo Mazzocato e il segretario dei giovani musulmani Mjoual.

Renato Garibaldi: uno sogno che si avvera in ricordo dei tanti ragazzi stranieri che sono passati di qui. 

CERCIVENTO. Per costruirla ci sono voluti quasi vent’anni. 

La chiesetta senza chiavi di Bosco di Museis è sorta ponendo un anello sopra l’altro, come gli alberi che la circondano, grazie alla generosità di tante aziende che vi hanno lavorato gratuitamente e grazie allo sforzo economico di Renato Garibaldi, convinto che su quello sperone roccioso si sarebbe verificato un miracolo. 

Ed è un piccolo miracolo quello che succederà stasera (venerdì) alle 18 a Cercivento, dove, a inaugurare la cappella del Preziosissimo sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, oltre all’arcivescovo di Udine monsignor Andrea Bruno Mazzocato ci saranno i rappresentanti dei centri islamici della regione fra i quali Fouzi Mjoual, segretario del centro e referente del gruppo Psm (Partecipazione & spiritualità musulmana) oltre a rappresentanti dei centri islamici di Cervignano e Tarcento. 

«Abbiamo creato un piccolo edificio in cui pregare tutti insieme – racconta Garibaldi – che rappresenta la rinascita della comunità Bosco di Museis, colpita da un atto vandalico che, nel maggio scorso, ha distrutto una parte della struttura che dava rifugio a tanti ragazzi in difficoltà». 

E stata orientata a Est e, in quella direzione, i cattolici hanno pregato assieme ai musulmani che si sono inginocchiati sul prato nella stessa direzione, guardando alla Mecca. (Interessante : tutti, cattolici e musulmani, hanno pregato guardando insieme alla Mecca N.d.R.)
«Siamo felici di questa iniziativa promossa da Garibaldi – commenta Fouzi – ci siamo conosciuti un anno fa quando ci ha ospitato e abbiamo instaurato rapporti di fiducia e di fratellanza. 
In quel contesto abbiamo cominciato a pensare di organizzare qualcosa insieme ( C'è dato legittimamente di dubitare che dei giovani musulmani abbiano avuto l'intenzione di edificare una cappella dedicata al Preziosissimo Sangue di NSGC: non conoscono per il momento la confusione sincretistica e sono più coerenti di noi! N.d.R.) e questa è l’occasione giusta per farlo». 

L’idea di edificare un luogo di culto fra quei boschi è nata da un viaggio a Medjugorje che Garibaldi fece nel 1999 ( La "Madonna" di Mediugorje è ecumenicamente avanzata? Questa o quella... religione... per me pari sono? N.d.R.). 
Per il codice canonico si tratta di una cappella privata. 
«Ma abbiamo deciso di buttar via le chiavi – sostiene Garibaldi – resterà sempre aperta, tanto per chi cerca la fede, quanto per chi ce l’ha già». 
La struttura ottagonale è stata affrescata da Vil, nel 1990 partì dall’Albania quando era poco più che un ragazzino assieme ad altri 400 connazionali che furono accolti a Paluzza. 
Avevano fame ed erano in cerca di un rifugio. 
Finito il periodo di accoglienza, Vil si presentò a Bosco di Museis ed è nata un’amicizia che il tempo ha consolidato. 
Dalla posa della prima pietra cui presenziò monsignor Venier, nel 2000, quella chiesa è cresciuta su se stessa. 
«Quando la guardo penso alle persone che ho incontrato qui a Museis e a quelle che hanno contribuito a questo sogno» riflette Garibaldi.
Molti di loro vi hanno lasciato un segno. 
Così Vil, che su una parete affrescata accanto all’immagine di San Benedetto ha disegnato Amadou, un ragazzo giunto a Museis dopo che era scappato dalla Liberia, passando per la Libia, quindi per Lampedusa, Milano e il Friuli. 
In quella costruzione ottagonale c’è un piccolo compendio di universo, un universo che si è fermato a Bosco di Museis, dove in questi anni hanno soggiornato oltre 300 ragazzi in fuga di varie confessioni religiose ( ma una sola, islam, è stata , indebitamente, accostata al culto cattolico ( perchè fa moda...  E le altre? Non si tratta di discrimazione delle altre confessioni ? N.d.R.). 
A riunirli sarà l’inaugurazione della chiesa di Museis, quando il maestro Daniel Proasca dirigerà i cori di Paluzza, Tolmezzo e Paularo per dare una cornice musicale alla celebrazione. 

Foto: Urbino, "Madonna della torta"  (ispirata ad una simpatica battuta di Paolo Brosio)  per il "compleanno della Madonna" (non quello canonico dell'8 settembre... )
http://blog.messainlatino.it/2016/08/dopo-il-viaggio-medjugorje-edifica-la.html
Mi domando cosa i musulmani abbiano pensato dei riti cristiani: sono entrati in chiese magnifiche ...

Postiamo il commento di un Sacerdote in un post di Messainlatino.
Nessuno ha spiegato agli islamici, auto/invitatisi domenica 31 luglio scorso in diverse chiese di Francia e d'Italia, la sacralità del posto dove sono stati accolti ne' "tutti i contenuti specifici dell’esperienza cristiana», un’identità che non è ideologia, ma capacità di vivere e rendere ragione delle «implicazioni» della fede in Cristo morto e risorto. 
Esattamente il contrario di quanto vanno ormai predicando – anzi imponendo – i «nuovi padroni» della Chiesa, per i quali ormai la fede consiste solo nell’accogliere tutti gli immigrati senza se e senza ma."

"Quello che si vuole in questo momento produrre - nota in un blog una Fedele-  è il terrore per il fanatismo religioso, causa di guerre ecc., la criminalizzazione delle religioni, tutte, nella loro integralità e purezza, c.d. integralismo, grande ostacolo alla pace, al benessere dell’umanità, realizzabile attraverso la guida di “illuminati moderati” convinti di sapere e potere realizzare il paradiso in terra (parlo della manovalanza non pienamente consapevole, chi la dirige ha in mente in realtà di “schiacciare l’infame”, cioè il cattolicesimo, cioè il Regno di nostro Signore Gesù Cristo, per instaurare un altro regno, un dominio sedicente messianico sul mondo intero, sulle genti).

La strada verso la “
moderazione” dell’islam è la strada per la “moderazione” del cattolicesimo e della realizzazione della nuova religione universale. 
Parlare di moderazione, di violenza o non violenza, ha solo questo senso. 
Ha solo questo scopo. 
Allora occorre non cadere nella trappola. 
Il punto non sta nella moderazione. 
Non sta nei sandali che i cattolici si tolgono entrando in una moschea (non ci dovrebbero entrare proprio i cattolici nelle moschee e quelli che lo fanno non sono un esempio da imitare) a differenza dei musulmani che non cedono nulla delle loro “verità” . 
I moderati islamici sono come i cattolici modernisti. 
Privi di fede. 
Agenti consapevoli o pedine manovrate, ma non hanno fede..." 


Uno studioso di Sacra Liturgia infine sottolinea  che : "ad un concetto misterico e trascendente di chiesa e di sinassi eucaristica (i due elementi sono uno per l'altra) si è sostituito un concetto sempre più psicologico e sociologico: se quanto conta è "fare comunità", ogni elemento tradizionale diviene sempre meno importante.

La partecipazione dei mussulmani alla messa, la lettura di passi del Corano da parte addirittura di qualche sacerdote, non si spiega se non si tiene conto che siamo dinnanzi ad un oblio quasi totale dei fondamenti della tradizione sostituiti da un buonismo sociologico e da una dimensione unicamente antropologica.
D'altra parte il responsabile primo, che ha dato la stura a tali comportamenti, è proprio Papa Francesco il quale, nella Messa del giovedì santo, quindi all'interno di un quadro liturgico, ha lavato i piedi ad una persona di fede mussulmana.

Se d'ora innanzi è possibile (anche se per il momento solo in casi "eccezionali") che un mussulmano partecipi attivamente alla Messa (e cosa sono questi, se non dei segni di "
communicatio in sacris" anche se non ancora sacramentale in senso stretto?) chi ci proibirebbe, in un prossimo futuro che un mussulmano per un criterio puramente umano venga invitato ad un battesimo e vi partecipi attivamente, pur rimanendo mussulmano?

Mi viene in mente la scena del film di Checco Zaolone "
Cado dalle nubi" (se non erro) in cui, con uno stratagemma, il protagonista riesce addirittura ad invitare e a far da madrina al battesimo di un suo nipote, una ragazza mussulmana a cui faceva la corte.
Zalone forse estremizza per necessità di copione cinematografico, ma dati i presupposti sopra accennati, non siamo molto distanti da questo autentico "
minestrone panreligioso"!

Quel che è accaduto il 31 luglio scorso, profanazioni incluse, è una vergogna TUTTA cattolica frutto della superficialità dell'attualeleadership di un clero che ha bisogno di essere immerso nella fontana rigenerante del Vangelo per ritrovare  le proprie radici.



*** 

"Vorrei precisare che a mio avviso la visita dei musulmani alle chiese domenica scorsa e' stata una iniziativa in parte gradevole. 
Una iniziativa che dipendeva dal fatto che nella religione islamica il luogo sacro non e' esclusivo (a parte i luoghi di Mecca e Medina). 
La moschea e' luogo di incontro e di molte altre cose; facile immaginare che abbiano pensato che le chiese sono piu' o meno lo stesso. 
Non abbiamo la stessa concezione del luogo sacro e tanto meno del rito sacro che per noi e' riservato ai credenti. 
Questo non lo potevano sapere.
Qualcuno pero' lo poteva spiegare...
Qualche prete o vescovo per esempio...
Io mi sono trovato in diverse occasioni a celebrare con musulmani presenti in chiesa: funerali ai quali parenti o amici islamici del defunto hanno voluto presenziare. 
Mi sono sempre rallegrato molto di aver avuto occasione di esporre senza mezzi termini la nostra fede nell'essere figli di Dio attraverso il battesimo e la grazia donata in Cristo Gesu', la fede nella redenzione dal peccato per mezzo del suo sacrificio; la fede e le opere che portano alla vita eterna e la speranza cristiana nella risurrezione dei morti.
E' sempre stato un doppio piacere sapere che stavo spiegando cio' in cui crediamo a musulmani che stavano ascoltando.
Questo sarebbe dovuto succedere! 
E invece e' successo il contrario: lettura del corano. 
Luoghi comuni. 
Pensierini di pace...abbiamo lo stesso dio...qua distribuiamo il pane...
I musulmani non hanno sbagliato domenica scorsa. 
Sono convinto che molti di loro avessero ottime intenzioni. 
Sono molti preti e vescovi che hanno ancora una volta dato scandalo invece di annunciare Cristo senza condannare, senza accusare, senza fare guerre sante, ma anche senza vergognarsi della verita', senza usare mezze parole, senza privare chi ascoltava della vera parola di Dio.
Mi domando anche cosa gli islamici abbiano pensato dei riti cristiani: sono entrati in chiese magnifiche e hanno probabilmente ascoltato pochi canti sciatti e insignificanti, mentre la loro recitazione coranica e' tutta cantata. 
La parola di Dio spesso letta come un articolo di giornale. 
Veramente vorrei sapere le loro impressioni."
***
Le "loro impressioni", caro Don, preferisco sentirle proferire in una sala "neutra": in un bar o in un ristorante con il quale volentieri condividerei il pasto con i musulmani ma NON in una chiesa poichè mi identifico in toto in quel che ha scritto il teologo Mons.Nicola Bux: "Si dovrebbe, infine, sapere che i musulmani sono convinti di essere la vera religione e di non dover perdere alcuna occasione per “correggere”, quelli che essi definiscono “appartenenti alle religioni del Libro”, ossia ebrei e cristiani, che avrebbero deviato dall’autentica fede – l’islam appunto. 
Non a caso, l’imam a Bari, nella Cattedrale di Bari, ha recitato la prima sura del corano, detta Al-Fâtiha, l’Aprente, nella quale si stigmatizza, appunto, gli ebrei ed i cristiani, rei di essere, agli occhi dei musulmani, miscredenti. 
Tra l’altro, a quanto mi risulta, è la stessa sura che viene recitata nel momento in cui vengono sgozzati i cristiani: così è stato, se non erro, in occasione dello sgozzamento dei 21 martiri copti uccisi dall’Isis".
http://traditiocatholica.blogspot.it/2016/08/mi-domando-anche-cosa-i-musulmani.html#more

Da principio la Messa fu velata di mistero e, soprattutto, riservata ai soli credenti battezzati tra loro armonici. Poi, nella cristianità, fu rito socialmente allargato, ma sacramentalmente riservato. E ancora oggi lo è tra i cristiani di confessione diversa.
Tuttavia, da tempo, essa è celebrata equivocamente non solo in onore di Santi, ma anche per occasioni di celebrazioni civili.
Partecipare alla Messa non per i fini del Santo Sacrificio del Redentore, ma per significare solidarietà civili, è allontanarsi di molto dalla natura del rito.
La Messa dei Catecumeni (a loro riservata) era educativa, ma partecipare senza fede cristiana alla consacrazione eucaristica è piuttosto una utilizzazione del sacro.
Il sacro, così, diventa strumento e decade al piano sociologico, dove il mistero scompare, la fede intimidita non è più professata. Al suo posto mezze verità e calcoli troppo umani, illusori.
Don Ennio Innocenti

3 commenti:

  1. questo è il risultato di aver seguito il mondo e non essere rimasti fedeli al mandato del Signore: predicate il vangelo ad ogni creatura...quando saranno al cospetto del Creatore cosa risponderanno?poi con la scusa dell'ubbidienza ...del non giudicare ....siamo alla fine!Signore pietà di noi peccatori!

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  2. Gesù ha detto chiaramente. O si sta con Lui o con il cornuto. O si é Cattolici o si é satanisti.
    Questa é la chiesa della visione della Beata Caterina Emmerich.
    Vieni presto Gesù Cristo.

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  3. Ma sì, andate tutti insieme nel nuovo bordello chiamato anche sincretismo religioso, capitanato dal catalizzatore di tutte le fecce, nel confronto del quale Giuda era un bravo ragazzo, "quello" che sostiene tra le altre nefandezze, che dare la particola ai musulmani "è permesso" (compreso lo sputarla per terra come è successo a San Zuliano in Venezia, fatto preceduto da quattro vigliacche velate che avevano sputato sul Crocefisso).
    Andiamo in una moschea e sputiamo sul Corano, vediamo cosa succede....

    P.S.

    Per fortuna che le messe del Novus Ordo non valgono nulla, e conseguentemente le comunioni, ma è l'intenzione che conta, vero?

    Jade

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