Roberto Quaglia: Le colpe dei giornalisti nella guerra mondiale prossima ventura
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Moab: il nuovo giocattolo degli Stranamore Usa
Ieri nel mondo è risuonata l’eco dell’esplosione della Moab, la madre di tutte le bombe, che gli Stati Uniti hanno sganciato in Afghanistan, in una zona controllata dall’Isis.
Washington ha mostrato al mondo il nuovo giocattolo inventato da qualche dottor Stranamore americano: un ordigno convenzionale che ha la potenza di una bomba atomica.
Ovviamente non serviva affatto a contrastare l’Isis, ma era un monito a Cina e Russia, le due potenze restie a piegarsi all’unilateralismo americano,
Infatti, il giorno precedente, l’incontro tra Rex Tillerson e la dirigenza russa (il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e il presidente Vladimir Putin) non era andato come dai desiderata americani.
I russi, infatti, avevano spiegato al segretario di Stato Usa che erano disposti a trattare sulle sorti del mondo, ma non erano disposti a riconoscere la sovranità globale rivendicata dall’America.
Così il giorno dopo gli Stati Uniti hanno voluto dare un monito. Forte e chiaro. L’Isis non c’entra niente.
Resta il mistero su quanti civili abbia ucciso il nuovo giocattolo americano. Sui media nulla viene detto in proposito. Ma, a meno di sganciarla nel mezzo del deserto del Sahara, è davvero difficile immaginare che una bomba atomica esplosa sulla terraferma non uccida nessuno…
Ma al di là del dato, sul piano del confronto globale con Mosca cambia poco o nulla, dal momento che i russi hanno fatto sapere che hanno un ordigno analogo se non più potente (il Foab, padre di tutte le bombe).
Resta il fatto che il moab può essere usato contro Paesi che non hanno il deterrente atomico, perché evita il rischio contaminazione agli Stati confinanti.
È il caso della Corea del Nord e, nei sogni degli stranamore americani, forse anche dell’Iran.
Detto questo si spera che ordigni del genere non siano mai usati. Anche se il fatto di esibirli in questo modo non rassicura affatto.
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