ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 14 aprile 2017

L'abisso che ci separa

Il senso esatto della Verità

Un episodio indicativo del pregiudizio modernista verso i cattolici


In una splendida basilica barocca si sta celebrando la Messa solenne in Coena Domini secondo il rito tridentino. L'altare è ornato di rami di palme e la croce è velata di bianco. Diacono e suddiacono accompagnano il celebrante alla balaustra, dove i fedeli si comunicano in ginocchio. I cantori, agli stalli del coro, salmodiano in gregoriano, senza l'accompagnamento dell'organo, che tacerà sino al Gloria della Veglia pasquale. 

Entra in chiesa un gruppo di fedeli di un'altra parrocchia. Non genuflettono, non si segnano, non usano l'acqua benedetta.
Arrivano rumorosamente fin quasi all'altar maggiore, e si mettono in piedi al lato del Vangelo, parlottando tra loro. Ridacchiano, sorridono nel vedere il modo in cui il sacerdote amministra la Comunione, si guardano increduli tra loro, come se si trattasse di una cerimonia di una religione ch'essi ignorano. Tra essi vi è un tipo che imbraccia una chitarra, ed un personaggio vestito in grigio - camicia bianca aperta, maniche rimboccate, scarpe da ginnastica - che evidentemente è il loro parroco. Nemmeno lui si inginocchia passando davanti al presbiterio. 

I sacri ministri risalgono l'altare e i vasi sacri sono purificati. Il suddiacono porta il calice alla credenza e, tornato all'altare, si mette dietro al diacono, in columna, mentre il celebrante si volge al popolo, leggermente discosto per non dare le spalle al Santissimo, e canta il Dominus vobiscum, prima di intonare il postcommunio. 

Il gruppetto si allontana frettolosamente, lascia la chiesa senza una genuflessione né un inchino, qualcuno accenna un segno di croce. Continuano a ridacchiare tra loro, con il compatimento sul volto. Scappano, letteralmente, appena vedono apparire l'ombrellino sotto il quale il sacerdote, rivestito del piviale e del velo omerale, porterà il Santissimo all'altare della reposizione.

Erano venuti per visitare i sepolcri, ed improvvisare canzonette con la chitarra. Probabilmente l'avevano fatto già altrove e tra poco lo faranno in altre chiese: ma non qui. Qui non pregano, non adorano, non genuflettono. 

Mi chiedo se ci considerino di un'altra religione. Noi siamo cattolici, ma loro? Non sono forse costoro - che si sentono fratelli di tutti e per cui tutti sono fratelli, compresi gl'idolatri - a riempirsi la bocca con il facile collutorio ideologico dell'accoglienza, del rispetto delle differenze, della fraternità, dei ponti al posto dei muri? Non sono loro a dire che non bisogna discriminare? 

Eppure nessuno li ha allontanati, nessuno li ha rimproverati perché non osservavano il silenzio che ogni buon cattolico sa doversi rispettare in chiesa, specialmente durante una funzione. Se avessero preso posto tra i banchi, nessuno li avrebbe guardati con derisione. 

Ma per noi la misericordia, la tolleranza, l'accoglienza non valgono. C'è solo il disprezzo, lo scherno, il compatimento. Siamo i paria della chiesa bergogliana, i vitandi del postconcilio, gliscomunicati del terzo millennio. Formali, ipocriti, farisei. Basta una parola in latino, una berretta in capo, e subito si dimostra l'inconsistenza delle loro frasette mandate a memoria, dello squallidocopia e incolla ecumenico. 

Tra loro e noi non si lanciano ponti, ma si elevano muri: muri di incomprensione che dimostrano - semmai ve ne fosse stato bisogno - l'abisso che ci separa. Un abisso di belle parole, di formule che piacciono tanto al mondo, ma in cui manca inesorabilmente la carità. Ubi caritas et amor, Deus ibi est, cantavamo poco prima, mentre il sacerdote lavava i piedi ai dodici. Cessent jurgia maligna, cessent lites. Ma chi sono gli ipocriti? 


1 commento:

  1. Tutto questo scombinamento viene, che piaccia o non piaccia, dell'Concilio Vat. II.Sta succedendo di tutto, non so se ve ne siete accorti! Preti che si occupano solamente di vari stranieri e profughi . Profughi? E Chiedono praticamente solo soldi. Le famiglie sono abbandonate da loro, non vanno più a benedire le case; i confessionali hanno le ragnatele per trecentosessanta giorni all'anno ,la Santa Messa è una specie di accozzaglia di liturgie fai da te,ognuno se ne inventa una ogni giorno;stanno cambiando anche il Padre Nostro. Le varie vie crucis sono un inneggiare continuo ai malati,ai migranti,ai femminicidi ( fesseria enorme), di nostro Signore non vi è più traccia, è stato scalzato dalla religione satanica umanitaria. Io confido solo nell'aiuto della Vergine Santissima che interceda per tutti noi presso la Santissima Trinità. jane

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