ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 6 aprile 2017

Sussurri e grida..

Cosa pensano (e cosa bisbigliano) i cattolici tradizionalisti



Chi c'era e cosa si è detto alla visione del film Nostra Signora di Fatima nella serata dedicata al centenario delle apparizioni della Madonna

“Il 1917 è la coincidenza di due anniversari: Fatima e la rivoluzione d’Ottobre. Entrambi avvengono nello stesso arco storico ed esprimono un messaggio universale. La rivoluzione sovietica vuole imporre nel mondo un messaggio socialista profondamente distruttivo, mentre la Madonna affida ai tre pastorelli un messaggio di pace e di speranza”. Con queste parole lo storico Roberto De Mattei (nella foto), presidente della Fondazione Lepanto, ha introdotto ieri sera la visione del film Nostra Signora di Fatima nella serata dedicata al centenario delle apparizioni della Madonna. Ora, nonostante la fine dell’Urss, “gli errori dell’ideologica comunista, fatta soprattutto di materiale e relativismo, si sono diffusi ben oltre i confini della Cortina di ferro. Come se – secondo De Mattei –  la caduta del regime sovietico fosse il dissolversi di un involucro che conteneva degli errori che si sono diffusi in tutto il mondo e, purtroppo, sono entrati nella stessa Chiesa cattolica”.
In sala erano presenti alcune personalità del cattolicesimo tradizionalista come la principessa Elisa Massimo e Virginia Coda Nunziante, figlia del marchese Luigi e organizzatrice dell’annuale Marcia per la vita. A fine serata si è affacciato anche il giornalista Alberto Michelini, ex deputato di Forza Italia e membro dell’Opus Dei.
Nel corso dell’evento non sono mancate le voci critiche nei confronti del papato di Bergoglio e della sua enciclica Amoris Laetitia. “Lascia troppa libertà ai singoli preti di decidere se dare o se negare la comunione ai divorziati. Le varie conferenze episcopali si sono espresse in maniera diversa su questo tema. Alcune sono più tradizionaliste, altre più permissive e manca una linea comune”, rivela un prelato che frequenta l’Università gregoriana.
A interrogare i tradizionalisti è la linea “troppo progressista” tracciata da Papa Francesco. “Il messaggio che è passato tra i media di recente è che l’aborto non sia più un peccato anche se lui non ha detto questo. La sala stampa però non ha smentito e questo lascia perplessi”, spiega il prete tradizionalista che vede tempi bui per la Chiesa e, volgendo lo sguardo proprio alla Madonna di Fatima, ricorda una parte importante del terzo segreto laddove si parla della morte di un papa: “Il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”.


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