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lunedì 13 novembre 2017

L'arcano linguaggio delle lacrime materne di Maria

« L’appello muto » delle lacrime della Madre: “figlio, non disprezzare quel dolore”!



Maria ha parlato tante volte invitando alla penitenza, alla conversione del cuore: ora Ella piange. Le sue lacrime sono un messaggio rivolto agli uomini del nostro tempo. Il suo pianto è la continuazione del messaggio materno di Maria che chiama gli uomini alla penitenza, alla conversione. Ma qual è il significato più profondo di questo eclatante fenomeno

. IL FENOMENO. DATI STORICI
Il termine LACRIMAZIONE viene « creato a partire dal latino lacrima e indica uno scorrere di lacrime, talvolta sanguinanti, su una statua, un quadro o un’icona. Si parla anche di “effusione”, di “trasudazione”, di “sudorazione” o di “essudazione” (dal latino exsudare, tratto dal verbo sudare, sudare) nel caso di emissioni di sangue, di olio o di sudore (…).
I casi riportati nel corso della storia sono numerosi: secondo le nostre stime, circa 300 casi più o meno documentati dal XII sec. ai giorni nostri. Dopo le debite inchieste, la Chiesa cattolica ne ha riconosciuti diversi, tra cui quelli di Siracusa e di Akita per il XX sec. » (1).
Si tratta di un fenomeno non solamente recente, anche se rispetto alle apparizioni mariane compare più tardivamente (almeno secondo le stime degli studiosi) e che conosce un notevole incremento soprattutto ai nostri giorni.
La prima lacrimazione mariana di cui si è a conoscenza è quella avvenuta a PENNABILLI (PS), risalente alla fine del XV sec. La lacrimazione porta la data 20 marzo 1489: « La venerata immagine, è protagonista nella storia di molti eventi miracolosi: nel venerdì 20 marzo 1489 (ricordato annualmente come venerdì bello) lacrimò più volte dall’occhio destro e quell’evento fu veduto visivamente da numeroso popolo. Alcuni astanti, meravigliati e increduli vollero asciugare le lacrime con pezzuole, ma queste continuarono ad uscire scorrendo per la gota, lasciando una traccia sul nitido volto » (2).
Di qualche secolo più tardi è una lacrimazione molto ben documentata avvenuta a INZING, in Austria: « Una contadina udì in casa sua un pianto senza sapere da dove provenisse. Dopo aver cercato, trovò un’immagine della Madonna dimenticata e coperta di polvere dalla quale uscivano lacrime. Il vescovo diede disposizioni affinché l’immagine, dimenticata da tanto tempo, fosse collocata nella Chiesa di Inzing. Appena lo fecero, la Madonna smise di piangere ed iniziò a brillare » (3).
È soprattutto, però, a partire dall’evento di Siracusa (1953) che le lacrimazioni hanno conosciuto un crescendo per numero e intensità, in tutto il secondo 50ennio del secolo scorso.
Anche il fenomeno delle effusioni di sangue di statue, icone, quadri mariani, ecc… non è qualcosa di cui abbiamo segnale solo nell’ultimo secolo.
La prima lacrimazione di sangue si verificò a PONTE NOSSA (BG) nel 1511: « Nel pomeriggio del 2 giugno 1511, alcune fanciulle pascolano il loro gregge presso la cappella, chiamata dei Sette Fratelli Martiri, intrattenendosi in giochi. Ad un certo momento, una di loro solleva gli occhi verso l’immagine e vede che il volto della Madonna cambia colore, da pallido a rubicondo e quasi nerastro. Osservando più attentamente, nota che le pupille della Vergine si aprono e si chiudono e che dall’occhio sinistro esce sangue in abbondanza » (4).
Seguono, nel XVI sec., altre due lacrimazioni di sangue: quella a COPACABANA e a MESAGNE. Per quanto riguarda il primo caso, si tratta di una statuetta della Madonna troneggiante su una grande falce lunare che, nel 1583 in Bolivia, cambia i tratti del volto e versa lacrime di sangue; nella seconda lacrimazione, avvenuta nel 1598 a Brindisi, troviamo un’immagine di Maria vista da numerose persone lacrimare sangue (5):
2. PERCHE’ MARIA SS. PIANGE? IL SIGNIFICATO DI QUELLE LACRIME…
« Maria ha parlato tante volte invitando alla penitenza, alla conversione del cuore: ora Ella piange. Le sue lacrime sono un messaggio (…) rivolto agli uomini del nostro tempo. Il suo pianto è la continuazione del messaggio materno di Maria che chiama gli uomini alla penitenza, alla conversione […]. A Siracusa Maria ha parlato senza parlare. A differenza degli altri messaggi tanto luminosi come quelli di Lourdes e Fatima questa volta Maria ha taciuto completamente. Ma nessuna parola poteva superare l’eloquenza del suo silenzio unito al pianto. Nessuna sollecitudine per chi sa capire con intelligenza d’amore può superare le sue lacrime » (6).
Copacabana, La Salette, Marlemont, Siracusa, Caserta, Akita, Damasco, Civitavecchia…
Si tratta dello stesso fenomeno, si tratta dello stesso mistero.
Si tratta della “Vergine piangente”….
Si tratta di Vergine che rivolge a tutti il suo materno messaggio…
Si tratta del dolore muto di una Madre, o meglio della Madre.
Si tratta di un monito che proviene dal Cielo per scongiurare gli uomini a voler seguire la via che porta in Cielo.
Si tratta dell’eloquenza del “dolore muto” di Maria Addolorata perché si vede inascoltata, non presa in considerazione, spesso anche accantonata, rifiutata, rigettata…
Si tratta della dolce Mamma celeste che parla agli uomini con il linguaggio trai più vibranti e sconcertanti, che attira l’attenzione dei buoni quanto dei cattivi, dei credenti quanto dei non credenti, che fa riflettere tutti perché nessuno può rimanere insensibile dinanzi all’amore sofferto della propria Madre.
E deve far riflettere ancor più noi che ci diciamo suoi figli che le promettiamo ascolto e obbedienza e che portiamo il nome di cristiani e siamo segnati dal sigillo di fuoco del santo Battesimo.
Un mistero grande, un mistero insondabile.
Il Papa Pio XII parlò di arcano linguaggio delle lacrime materne di Maria che può essere compreso solo da un cuore sensibile che conosca e che si faccia conquistare dal linguaggio dell’amore:
« Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre né dolore né mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliolo. 
COMPRENDERANNO GLI UOMINI L’ARCANO LINGUAGGIO DI QUELLE LACRIME?
Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l’errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la Maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi? » (7).
Il Papa San Giovanni Paolo II, da parte sua, il 6 novembre 1994 pronunciò un discorso in occasione della consacrazione del Santuario della “Madonna delle Lacrime” di Siracusa spiegando con chiarezza:
« Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo […].
Sono lacrime di DOLORE per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli.
Sono lacrime di PREGHIERA: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio.
Sono lacrime di SPERANZA che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all’incontro con Gesù Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l’intera società » (8).
Dalle parole dei due Pontefici possiamo ricavare due verità
  • la primail peccato non è un racconto mitologico che si ripete alle persone per imprigionarle in un falso moralismo, ma una realtà drammatica e verissima capace di trafiggere in questo modo il Cuore della nostra Madre celeste!
  • la secondanonostante tutto, la Madonna non abbandona l’umanità peccatrice e infedele a se stessa, la segue maternamente e le rivolge le sue parole e le sue lacrime. Cosa, questa, di grande meraviglia e consolazione.
E così si può dire con ragione che dal mistero e dal fenomeno delle lacrime dell’Addolorata Madre « sgorga anche un messaggio di positività, laddove gli uomini raccolgono l’invito alla conversione costantemente riproposto dalla Vergine » (9):
« Le lacrime della Madonna (…) potrebbero essere paragonate in qualche modo al sudore di sangue di Cristo nel Getsemani. Gesù è morto per i nostri peccati – e quindi ci ha esplicitato il suo infinito amore –, però tale amore non è compreso, non è accolto, viene persino rifiutato […]. Perciò le lacrime della Madonna stanno a indicare la nostra non corrispondenza alla grazia, cioè il rifiuto che opponiamo alla misericordia di Dio. Sono lacrime di dolore che Ella versa su di noi, sui suoi figli che vivono nel peccato, perché Maria non può forzare alla conversione, ma può soltanto esprimere l’amarezza per il rifiuto del dono dell’amore » (10)
Note:
1) R. Lurentin, Lacrimazioni, in R. Laurentin-P. Sbalchiero, Dizionario delle Apparizioni della Vergine Maria, Edizioni Art, Roma 2010, p. 428.
3) Padre A. Peña, Apparizioni mariane, Edz. Villadiseriane, Bergamo 2004, p. 104.
5) Cf G. Hierzenberger-O. Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, Casale Monferrato 1996, pp. 137; 142.
6) P. Saeveau, Correspondance évangélique du message de Marie dans les grandes apparitions, Facoltà teologica Marianum, Roma 1970, pp. 253-254.
7) Venerabile Pio XII, Radiomessaggio, 17 ottobre 1954, in http://www.vatican.va.
8) San Giovanni Paolo II, Omelia 6 novembre 1994, nn. 7-11, in occasione della Celebrazione eucaristica per la dedicazione del santuario della Madonna delle Lacrime, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVII/2 (1994) 637-640 [635-640].
9) Padre L. Fanzaga-S. Gaeta, La firma di Maria, Sugarco, Milano 2007, p. 131.
10) Ivi, p. 33-34.

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