ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 aprile 2018

La terza generazione di barbari

SUI NEMICI DELLA CIVILTA’ FRA NOI.

Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi.

Eppure sembra ieri – possibile abbiate dimenticato? – che ci veniva detto che  “la teoria gender non esiste”.   Ce lo ripetevano i  media, Corriere l’Espresso, ovviamente Il Fatto Quotidiano, Repubblica; le tv; ce lo strillava nelle orecchie tutte le  parlamentari del PD.  Potete ritrovare i titoli sul web:
Michela Marzano: “La teoria gender non esiste.
No, è una invenzione propagandistica dei reazionari “per bloccare la legge  sulle unioni civili”, si allarmava.

Giannini: «La teoria del gender non esiste»


E’ “Una truffa culturale”, tuonava la  ministro dell’Istruzione Stefania Giannini;  minacciò addirittura , a nome delle Istituzioni  offese,  di denunciare per diffamazione  “chi ha parlato e continua a parlare di teoria gender in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola”.  La famosa Buona Scuola di Renzi.
Ora che il gender è ormai mainstream,  e la sua farmacologia si insegna alla Statale di Milano, mi piacerebbe sapere chi erano quegli italiani che hanno minacciato di morte Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, quando nel 2014 era uscito il loro “UNISEX, la creazione dell’uomo senza identità”(Arianna Editrice). Lo racconta la stessa Enrica nel suo ultimo libro, “Fake News, come il potere controlla i media e  fabbrica l’informazione per ottenere il consenso”.
“Venimmo accusato di lucrar su una bufala, in quanto la teoria gender non esiste….Alcune librerie furono costrette a togliere le copie dagli scaffali e scusarsi pubblicamente con le associazioni LGBT per aver osato esporre il libro. Poi arrivarono gli insulti e i falsi commenti su Amazon”, “l’ondata di odio e di violenza” si diffuse sul web.
“Infine arrivarono le minacce di morte firmate. Molti scrissero che avrebbero bruciato i libri in piazza  (e poi i nazisti saremmo noi…) e che nel rogo avrebbero messo volentieri anche noi”. E siccome Enrica  è di gender femmina, questi difensori di un mondo senza  pregiudizi  le “augurarono la morte tra le fiamme”  ma non prima di aver subito “lo stupro”.
Moltissimi insultatori scrissero: ti devi semplicemente “vergognare” ad assumere certe posizioni.
In particolare mi piacerebbe ascoltare  “la signora che segnalò Marletta e me all’Ordine  degli psicologi,  in quanto necessitavamo – a suo parere – di un TSO: eravamo pazzi e dovevamo essere curati”.
Sapere da che ambiente viene, qual  è la sua formazione. Si rende conto della ripugnante bassezza di quel che ha fatto? Della sua natura totalitaria?  Negli ultimi decenni dell’Unione Sovietica, i dissidenti – innocui scrittori  e intellettuali – venivano dichiarati  schizofrenici e internati in manicomio. Il motivo fu spiegato limpidamente dal segretario generale Breznev:  “in Unione Sovietica non ci sono  detenuti politici poiché nella società socialista non esistono conflitti sociali e i pochi insoddisfatti non possono che essere malati di mente.”  Evidentemente, la signora condivide esattamente la stessa visione: chi non è d’accordo con PD e la sinistra dei diritti civili, e la società perfetta che hanno creato, non   ha diritto ad essere ascoltato – va ricoverato.  Anche l’incaricarsi della delazione è nella vecchia tradizione. Del resto il PD è l’erede diretto del PCI, e i suoi adepti e ministri, se hanno abbandonato le masse operaie, hanno mantenuto del comunismo la volontà repressiva, la nostalgia della NKVD.
Mi piacerebbe sapere chi sono quelli che  – in difesa della verità ideologica, ossia della menzogna dell’ordine costituito –  hanno sentito il dovere di mandare minacce di morte firmate, se quelli che  volevano  fare il rogo dei libri sanno  che evocano un atto che la loro  propaganda  attribuisce al nazismo, ossia a quello che sono  istruiti a  dichiarare  il Male Assoluto.  Possibile che non colgano il nesso? Che livello di intelligenza hanno?
E in generale: si capisce che privati individui di una certa ideologia possano essere irritati dai  disturbatori del Pensiero Unico e del Conformismo di Stato, specie se ancora da affermare come dogma. Ma da qui a prendersi la briga  non solo di farsi psico-poliziottti del Disordine Costituito, bensì’ anche  proporsi come boia ed esecutori, vuol dire che provengono da un livello di degrado inumano. Quello stesso livello da cui vengono coloro che ammazzano le “compagne” quando vogliono lasciarli. O dei ragazzi che  vittimizzano gli insegnanti.
Che livello è? A costo di ripetermi, devo ancora una far riferimento al concetto di “Invasione verticale dei barbari”. Ogni nuova generazione di neonati entra  nella società come barbara,  innocentemente ignorando tutto della civiltà; essa deve  esserne istruita comunità in cui è  entrata, educata alla cultura e ai buoni costumi  che i nostri antenati ci hanno consegnato; è la “tradizione” ossia la trasmissione della civiltà dai genitori ai figli.  Come è stato notato, la sinistra – in quanto rifiuta come oscurantismo  ogni ”Tradizione” – è incapace di trasmettere il progresso. I  piccoli barbari restano barbari anche da adulti: ossia incapaci di controllare i loro impulsi sessuali o omicidi, immediatamente  schiavi – dipendenti –  da qualche vizio (droga, discoteca o sesso ) perché nessuno ha insegnato loro ad esercitare il carattere e la volontà, privi delle buone maniere elementari; ridotti a rapportarsi con la donna nel modo più immediato e bruto, perché  nessuno ha insegnato loro  i rudimenti  di quell’ingrediente formidabile della cultura  cristiana, che si chiama “cavalleria”.   Anche la nobiltà d’animo non ha, per questi barbari adulti, nessun senso; di conseguenza, non si vergognano di  nessuna bassezza e viltà, anche ripugnante.
Il guaio è che  i  giovanissimi barbari che  vengono all’onore delle cronache perché nella Buona Scuola  picchiano gli insegnati e li bullizzano, sono figli di genitori barbari – quelli che vanno a picchiare gli insegnanti  per difendere i figli dai brutti voti, che palesemente non riconoscono come legittima alcuna autorità – salvo quella dei cazzotti.  Anzi, nipoti di progressisti ormai settantenni,  barbari  del  ’68 e della Rivoluzione culturale. Insomma siamo già almeno alla terza generazione successiva di barbari ineducati e non-civilizzati, e ciascuna ha avuto consegnata (tràdita, in latino) dalla precedente sempre meno cultura, logica, storia ed estetica, addestramento  del carattere. Analfabeti funzionali, non sanno leggere se non frasi semplificate, che prendono per il  valore facciale, senza coglierne sottintesi, ironie, sfumature di  senso.
Danno una estrema importanza  al conformismo: non avendo sviluppato una personalità autonoma,  desiderano una sola cosa, stare nel gruppo, e temono una sola cosa: essere “esclusi dal gruppo”.
E’ precisamente questo che li rende insieme temibili (fanno massa) e assolutamente vulnerabili alle strategie di manipolazione  che i poteri forti adottano proprio a  loro beneficio.  La “conversione della comunità eterosessuale all’ideologia di genere”  è stata appunto una grandiosa strategia di marketing. Paul Rondeau, consulente di mercato, l’ha descritta in Selling Homosexuality to America (Vendere l’omosessualità all’America, 2002).  L’essenziale della strategia è: mai contrastare gli argomenti degli oppositori  con altri argomenti  raziocinanti, mai fare appello al dibattito dialettico  – sfera del tutto estranea alla massa umana  che si vuol convincere –  ma escluderli in anticipo  dal discorso  come  deliranti,  manifestazione di bigottismo religioso (che i neo-selvaggi traducono “fuori moda”), e pregiudizi di minoranze marginali, quindi deboli (da bullizzare senza rischi), quindi ridicole. I barbari non civilizzati aborrono chi sta in minoranza e fuori moda. Il gioco è fatto.
Il punto è che “vendere l’omosessualità all’America” ha richiesto decenni. In Italia, da “la teoria gender non esiste” ai  seminari “scientifici” sui farmaci per bloccare la pubertà  agli adolescenti onde possano “scegliersi il gender”  come nuova normalità, sono passati tre o quattro anni. Ed ora  la nuova ideologia è ferramente difesa dalle masse  neobarbare, arcigna e invincibile psico-polizia  volontaria che si  arruola da sé nella delazione e denuncia  dei miscredenti della nuova ortodossia.
Naturalmente, fra le cose che nessuno ha insegnato loro c’è che la pluralità di idee e opinioni è legittima. Anzi che è essenziale alla vita politica e della civiltà.
La terza generazione di barbari non civilizzati,  ecco il problema. Ecco i nemici della patria.









Mentre chiudevo questo articolo, mi è giunto questo messaggio di un lettore. Parla   di come il  mainstream progressista e avanzato tratta l’orribile segnale degli studenti   che nella Buona Scuola insultano, umiliano e minacciano i docenti.  Penso che completi bene il senso di ciò che ho voluto dire.
“…Rientrando prima del solito da un appuntamento di lavoro sono incappato oggi nei ” programmi delle casalinghe” , dove – presenti psicologa d’ordinanza e docente ” alternativo” – si dibatteva animatamente dei sedicenti studenti di Lucca e del vergognoso episodio in cui il giovinastro indossando un caso da moto ” incornava” il prof. e lo minacciava intimandogli di “mettergli un 6″ …chiarendo in maniera esplicita ” chi è che comanda!”.  Ovviamente a corollario altri video scovati in rete sul medesimo argomento.
Ontologicamente e ” per educazione ricevuta” abituato a una normale educazione ( per intenderci io e i compagni di classe ci alzavamo in piedi all’ingresso della maestra ), confesso che provo malessere fisico nel rivedere quelle immagini; infatti le ho viste una sola volta sul web e oggi alla TV. Mi aspetterei condanna unanime “senza se e senza ma” ( dicono così no i “democratici ” quando qualcuno tocca temi ” intoccabili”?), e una pena esemplare ( anche questa frase mi sa di già sentito …), in relazione al reato consumato  di, come minimo, “oltraggio ” quando non “violenza ” a pubblico ufficiale . Quindi, codice penale alla mano, vorrei sentire Avvocati esperti esaminare la durata delle pene da erogare agli over quattordicenni, imputabili, e ai di loro genitori. Questo dal mio punto di vista deve essere il punto di partenza .
Poi possiamo parlare, dobbiamo parlare, di radiazione da ogni scuola di ordine e grado.
E dopo ancora , se ne abbiamo tempo, di ” lavori socialmente utili”, giornate a pulire i cessi o i cestini ..etc.
Sicuramente, poi, alla fine, anche di capacità o competenze basilari del docente in oggetto…sebbene a mio avviso faccia sorridere sentire oggi la ” ministra uscente” Fedeli minacciare provvedimenti eclatanti …La stessa ministra che giusto pochi mesi fa aveva portato a coronamento la realizzazione della riforma della scuola (” buona” non ce la faccio proprio a dirlo), eliminando il voto in condotta.
Nulla di tutto ciò .
La psicologa, invitava a moderazione e richiamava ovviamente l’importanza della prevenzione; il docente si preoccupava di non rovinare l’esistenza dei ragazzi, per un fatto sicuramente deprecabile blablabla…MA …!. Bocciarli a suo avviso sarebbe inutile perché non percepito come punizione.
I più reazionari ( verosimilmente futuri indagati per comportamento anti democratico ), suggerivano sommessamente una sospensione…addirittura una bocciatura!
Dal mio punto di vista un po’ come dare il DASPO ai ” tifosi” che commettono reati allo stadio…invece che sbatterli in galera.
Che cosa ne pensa Direttore? Se ne pensa…
Buona serata.
Roberto

La neochiesa e l’educazione della gioventù. Non solo cattopornografia. Anche cattosatanismo

di Elisabetta Frezza
Capitò anni fa al mio figlio maggiore. Per circostanze impreviste e imprevedibili si trovò a sorbire in casa di amici, suo malgrado, alcune scene di un film horror da strapazzo – sotto-genere splatter – che lo turbarono al punto da non riuscire a dormire, per mesi, se non a contatto con lo scudo umano di almeno un genitore. Il che innescò, per mesi, una surreale giostra notturna a cui i fratelli più piccoli pretendevano di partecipare, e con diritto di precedenza, per il semplice fatto di vederla in moto. L’esperienza mise a dura prova tutta la famiglia.
Ho appreso in seguito che a molti genitori toccano vicende analoghe, anche peggiori per intensità e durata. Accade per caso di parlarne, e si arriva a incrociare racconti di pianti, crisi, paure e notti insonni, in cerca di un conforto e magari di un lume. Proprio in questi giorni di vacanza, il caso di un bimbo terrorizzato dalla storia di una bambola posseduta e assassina, che gli ricorda tanto quella della sorellina. E da più di un anno, nelle ore di buio, è attanagliato dall’angoscia e implora aiuto.
Si capisce così che si tratta di fenomeni tutt’altro che isolati, anzi sempre più diffusi, capaci di destabilizzare famiglie intere ingenerando tensioni, preoccupazioni, sfinimento. Per molti, si apre subito la strada obbligata della onnipotente psicoterapia – garante infallibile del diritto umano “alla salute” – arte arcana maneggiata dall’ “esperto” benefattore di turno, delegatario in bianco della gestione di emozioni e disagi altrui; una strada che si sa dove e quando comincia, ma non dove e quando finisce e si autoalimenta per circuiti viziosi dispendiosi e vani, se non dannosi oltre il danno, buoni solo a tacitare la coscienza del genitore smarrito in ossequio agli imperativi del fitness moderno.
La verità è che questi nostri bambini sono esposti oggi, con ogni fibra, a impulsi esterni dissonanti dalla loro sensibilità “originaria”, nel senso di vicina all’origine e per ciò stesso pura e innocente. Sono esposti, inermi, a un fuoco incrociato di immagini crudeli, di cacofonie, di orrori, violenze e perversioni trasmesse per mezzo di ogni canale accessibile nella agorà della connessione ininterrotta: se non è la TV è il giornalino, è la play station, sono le figurine, le musiche, i giochi di ultima generazione, i libri, le feste di importazione. Diventa impossibile schivare i colpi diretti e indiretti sferrati senza pietà contro quei piccoli che siamo chiamati a proteggere e preparare alla vita, mentre la vita virtuale li insulta anzitempo per renderli ostaggio precoce di chi vuole manipolarli, omologarli e impedire che si formi dentro di loro, nei modi e nei tempi dovuti, una personalità autonoma e libera davvero.
Questo è il panorama che si staglia davanti agli occhi di noi adulti, molto spesso passivi e consenzienti, talvolta impotenti per l’aggressività pervasiva con cui esso si impone. È la scena di un mondo impazzito tutto impegnato a cannibalizzare i suoi figli su ordine perentorio del padrone che lo governa.
Ma quando è la chiesa che ruba la scena di quel mondo, e contende la missione al suo padrone, allora non si può non restare annichiliti.
È innegabile che questo stia accadendo, perché le maschere sono ormai gettate e a nulla servono le bugie pietose che vorrebbero risparmiare ai più lo spettacolo più triste.
Il programma di educazione sessuale e affettiva dal suggestivo titolo “Il luogo dell’incontro”, congedato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, mentore il suo presidente monsignor Vincenzo Paglia, e presentato alla giornata mondiale della gioventù di Cracovia, offre una nuova sconvolgente conferma del concorso davvero ecumenico alla dissoluzione programmata. È un progetto ponderoso, articolato in sei unità didattiche, che scopiazza forme e contenuti dell’omologo repertorio dettato da OMS e altri organismi sovranazionali, ma li condisce col lessico di ordinanza, di assonanza cristiana, utile a ingannare un popolo di Dio già fiaccato da decenni di conciliarismo ingravescente. Basta poco per prendere nel sacco i poveri fedeli, adepti spesso inconsapevoli della falsa neo-religione, sostituita pian piano a quella vera con la magia delle parole belle, svuotate del loro senso per essere riempite del senso capzioso voluto dai nemici del bene del vero e del giusto. Dai nemici di Dio.
Si sa che il veleno deve essere mischiato al rosolio perché la vittima lo deglutisca senza resistenze. Gli estensori dei documenti ecclesiali dimostrano di essere ben addestrati alle modalità di somministrazione, ovvero alle tecniche della propaganda.
Nel materiale timbrato vaticano di veleno ce n’è tanto. E non solo pornografia.
Sono sparse briciole di un pollicino capovolto, rilasciate dall’orco per condurre a sè i piccoli sottraendoli alla protezione del loro guscio naturale, della loro famiglia.
Già si è detto (clicca quidell’erotismo sfacciato che sprizza dal documento. Ma c’è di più.
Nel profluvio ineffabile di parole e immagini mondane, è possibile intercettare segnali inquietanti oltre ogni immaginazione.
Ciascuna unità didattica termina con una scheda per il cineforum didattico. Queste schede sono introdotte sempre dalla stessa sigla di apertura, un quadro variopinto, che è una sorta di collage fatto di decine di locandine di film.
Moltissime icone sono subito riconoscibili. Nessuna riguarda film di matrice cattolica.
Si va dalle pellicole intrise di violenza gratuita come “Jack Reacher” con Tom Cruise o “Terminator” con Arnold Schwarzenegger, alla violenza sadica e parossistica di “American Psycho”, vero inno al virtuosismo omicida, ai film che trattano di aborto come questione collaterale (“Le idi di Marzo”, con George Clooney) o come dettaglio della vita famigliare (“Casomai”), alle pellicole di supereroi (Spiderman, Batman, Thor), a quelli di vampiri adolescenti della serie “Twilight” (dove il bene è diventare un vampiro immortale). Non poteva mancare Harry Potter, grande operazione di addestramento dell’infanzia globale all’accettazione della magia nera.
Una grossa parte di questi film contiene scene di sesso esplicito e variegato, di orge, di nudi e di droga.
“40 anni vergine” è una commedia basata molto semplicisticamente sulla derisione della castità.
E si potrebbe continuare a lungo.
Ma c’è di peggio ancora.
C’è la locandina di “The doll”, proprio il film con bambole assassine possedute che traumatizza i bambini, violati nell’intimo più inviolabile e profondo dall’aggressione vile dell’oggetto amico per antonomasia.

Poi spunta anche la locandina di “L’altra faccia del diavolo” (in originale “Devil Inside”), film sull’esorcismo, che mostra il volto di una suora senza pupilla, posseduta dal demonio. Oltre l’impatto raccapricciante, passa l’oscuro messaggio di una religione infestata, della purezza corrotta, della speranza uccisa per sempre.
nfine, l’occhio cade sull’icona forse più sconvolgente, quella de “Le streghe di Salem” (in originale “Lords of Salem”), pellicola sfacciatamente satanista del regista Rob Zombie, già noto come cantante del gruppo heavy metal White Zombie e al centro di molte polemiche per gli effetti nefasti causati al sistema nervoso del pubblico da cine-sotto-prodotti precedenti.
Contro la proiezione tuonò persino Monsignor Negri, dichiarandosi pronto a denunciare lo Stato per i contenuti blasfemi del film, definito “un misto di satanismo, oscenità, offese alla liturgia e alle realtà ecclesiali che rasenta livelli difficilmente tollerabili per una coscienza autenticamente laica e civile, ancor prima che cristiana”.
Se si pensa che vi è stato un tempo in cui la Chiesa ha letteralmente salvato il cinema americano (e quindi del mondo intero), si possono comprendere l’enormità e la velocità del degrado e si può anche individuare, con buona approssimazione, dove stia l’inizio della fine.
Negli anni Trenta, sotto la guida dei loro vescovi, i cattolici riuscirono a boicottare con successo i produttori di Hollywood, costringendoli a piegarsi all’accettazione di una serie di linee guida poste a guarentigia della retta morale: il famoso Codice Hays, o production code.
Riporta Wikipedia che esso elencava tre “Principi generali” (articolati poi in una serie di applicazioni particolari):
«Non sarà prodotto nessun film che abbassi gli standard morali degli spettatori. Per questo motivo la simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male o il peccato.
Saranno presentati solo standard di vita corretti, con le sole limitazioni necessarie al dramma e all’intrattenimento.
La Legge, naturale, divina o umana, non sarà mai messa in ridicolo, né sarà mai sollecitata la simpatia dello spettatore per la sua violazione».
Non c’è da stupirsi che il Codice Hays sia stato abolito nel 1967, ovvero proprio nell’immediato post-concilio: lo stand down della Chiesa nei confronti del Mondo (e dei suoi padroni) sconvolse di rimbalzo anche il mondo del cinema, e quindi l’immaginario umano tutto. Da lì in avanti, la pornografia sarebbe diventata la radiazione di fondo di ogni prodotto “culturale”.
Appare evidente che il fumo di Satana ha preso spazio nella chiesa fino a contemplare la presenza del satanico nella vita cristiana, a partire dal recinto sacro della formazione delle giovani generazioni. È la stessa chiesa ad offrire sine glossa il nuovo prodotto commerciale, mettendolo a disposizione di ragazzi già indeboliti da mille e mille stimoli perversi e solleticandoli nella istintiva ricerca del proibito e della trasgressione. Buttato lì, in mezzo ad altri prodotti di ogni genere per tutti i gusti, omaggio estremo a quel pluralismo che, solo, consente il “libero” esercizio del diritto di scelta a chi non sa cos’è la libertà . Come un’esca velenosa, come la briciola seminata dall’orco del pollicino all’incontrario.
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia applica in questo modo con indubbia creatività la prima fase della finestra di Overton: fa slittare il fenomeno da “impensabile” a “radicale” (i cannibali sono cattivi, ma esistono, e dunque bisogna prenderne atto), così che si apra per esso l’orizzonte del possibile.
L’uomo nero delle favole di sempre si aggira a piede libero nella realtà di tutti i giorni, sfugge al lieto fine catartico e veste panni inediti. È un mostro diffuso, e indossa le vesti borghesi dell’accademico, del terapeuta, dello scienziato, del moralista di avanguardia, del catechista aggiornato. Indossa persino vesti sacre. I genitori impegnati a preservare i figli dal Male distillato nelle cose del mondo hanno ora ufficialmente un nuovo nemico conclamato, grande e potente, disposto a tradire il suo mandato divino per concorrere a un’opera estrema che – si sa – deve muovere dalla distruzione della purezza, dal pervertimento dell’innocenza in dote all’infanzia indifesa, per proseguire fino allo sfondamento del preternaturale nella società, già in gran parte allenata a rendere il proprio culto al padrone del mondo.
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