ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 27 giugno 2018

Che ne è del Papato?

Caro amico… come va?
Ovvero
Quando il papato diventa una farsa




Il 26 giugno scorso, padre Bergoglio ha ricevuto in Vaticano, in udienza speciale, la coppia francese dei Macron: Presidente della Francia, lui, e attempata consorte, lei.
L’incontro si è protratto per un’intera ora, certo a causa dei molti interessi in comune e delle molte consonanze di pensiero.

I due Macron si sono presentati in Vaticano secondo il cerimoniale, entrambi in abito scuro, e c’è stato l’immancabile scambio di doni.
Ma il dono più sorprendente è stato quello offerto da Bergoglio e da Macron ai giornalisti e ai fotoreporter: uno scambio di affettuose effusioni da vecchi compagni di scuola.






Per quanto possa sembrare un accadimento occasionale, magari dovuto all’inesperienza di Macron e alla demagogia mediatica di Bergoglio, non si può evitare di pensare che si sia trattato di un vero proprio scambio di amorosi sensi: tra colloquio segreto e prolungato e abbracci, baci e pacche sulla spalla; il tutto volutamente ostentato di fronte agli occhi mediatici del mondo.

Che ne è del Papato?
Domanda capziosa e irriverente che forse denota da parte nostra una prevenzione malevola; e tuttavia Bergoglio era in abito bianco, come quello dei papi, e Macron era in abito scuro, come quello di chi viene ricevuto in udienza dai papi.
Trascuriamo l’inesistenza di una foto in cui Macron ossequia padre Bergoglio, ma perché sbaciucchiarsi e scambiarsi paroline all’orecchio?




Che ne è del Papato?
Bergoglio, more solito, ne ha fatto strame, e lo ha fatto a ragion veduta come per lanciare un messaggio. Quale?
Il Papato non esiste più, è roba da Chiesa mummificata… ora esiste un vecchio gesuita che si concede alle effusioni del giovane studente dei Gesuiti.
Tutta un’altra cosa rispetto al Papato.







Infatti, Macron, classe 1977, nonostante sia nato in una famiglia irreligiosa, tipica della Francia laica, ha voluto essere battezzato cattolico all’età di 12 anni ed è stato a scuola dai Gesuiti, ad Amiens; non solo, ma proprio in questa scuola, a 16 anni, ha iniziato una tresca amorosa con la sua professoressa di lettere e latino, sposata, con figli e con 24 anni più di lui. Un amore profondo e travolgente che ha portato la professoressa a divorziare e poi a sposare il suo giovane allievo.
Da allora, l’assistenza educativa della professoressa non ha smesso di esercitarsi, fino a portare il suo giovane Emmanuel al conseguimento di alcune lauree e perfino a diventare “associato” nella banca d’affari Rothschild & Co, la nota banca di origine ebreo-tedesca che a partire da Londra, nel 1811, è diventata la consulente finanziaria delle più importanti aziende, dei governi e della famiglie più ricche del mondo; è infatti a questo titolo che Macron è diventato ministro dell’economia francese col socialista Holland.

Superfluo ricordare che i potenti Rothschild, i principali proprietari del tesoro americano e non solo, sono da sempre i promotori e i finanziatori delle più deleterie iniziative in campo politico, sociale e morale, sempre contrassegnate dalla lotta alla civiltà europea e alla religione cattolica: dalla rivoluzione comunista, all’aborto, al riconoscimento dei “diritti” degli omosessuali.

E’ in questo quadro che Macron è diventato Presidente della Francia e Bergoglio abbraccia e bacia Macron, sotto lo sguardo amoroso e vigile della sua moglie-professoressa.




Ovviamente, da quello che raccontano i giornali, i due vecchi e cari amici hanno parlato anche di immigrazione, sulla quale si sono trovati d’accordo per l’accoglienza umanitaria e solidale, anche se entrambi non accolgono poi chissà quanti migranti: Bergoglio li porta in aereo fino a Roma e poi li affida alle cure del governo italiano, con i soldi degli Italiani; Macron li invita a sbarcare nei porti sicuri – italiani – per poi respingerli malamente quando si presentano alle frontiere francesi.




E giù abbracci e baci!

Oh, caro Emmanuel, come va? Oh, caro Mario, come va?

Roba da avanspettacolo!



di Belvecchio



Salvini: "Carezze al Papa? Macron al minimo della popolarità"
Matteo Salvini mette nel mirino nuovamente il presidente francese Emmanuel Macron dopo l'incontro con Papa Francesco

Matteo Salvini mette nel mirino nuovamente il presidente francese Emmanuel Macron.

Il ministro degli Internbi critica Macron dopo la visita dal Papa in cui in modo inusuale ha accarezzato il Pontefice: "Macron fa il matto perché è al minimo della sua popolarità nel suo paese. Siamo di fronte a uno che "accarezza il Papa, è la prima volta che vedo qualcuno che accarezza il Papa". Poi il titolare del Viminale ai microfoni della Cnn ha attaccato nuovamente il presidente francese: "Macron parla di valori, ma lui stesso non riconosce quei valori, e quindi non ha lezioni da dare all’Italia", ha affermato. "Con le belle parole non abbiamo mai ottenuto nulla, in questo mese di governo con le nostre azioni siamo riusciti ad essere ascoltati: gli spagnoli sono intervenuti, Malta deve intervenire, così come i francesi, i tedeschi, gli olandesi ... è chiaro che abbiamo bisogno di un diverso tipo di politica", ha aggiunto il vice premier che chiede di "rivedere le regole di Dublino. Dobbiamo investire in Africa, ma penso che abbiamo ottenuto di più in questo mese rispetto ai precedenti sei anni di chiacchiere".

Infine il ministro degli Interni ha parlato dei prossimi provvedimenti del governo sul fronte immigrazione. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di donare 12 motovedette alla Libia con "conseguente formazione degli equipaggi per continuare a proteggere vite nel mar Mediterraneo".
Luca Romano 
http://www.ilgiornale.it/news/politica/salvini-carezze-papa-macron-minimo-popolarit-1545900.html
Emmanuel, due facce di bronzo Caccia i migranti e va dal Papa
Il presidente francese a colloquio di un'ora con il Pontefice Ma a Parigi usa i lacrimogeni per sgomberare l'università

Francesco De Remigis -

Sarà pure stata una «questione di protocollo», ma il presidente della Repubblica francese ieri è stato a Roma senza mettere piede al Quirinale.

La «missione di Stato era in Vaticano», fanno sapere gli sherpa. Che confermano il colloquio tra Emmanuel Macron e il premier italiano Giuseppe Conte. Obiettivo: scorgere una «soluzione condivisa» sulla nave Lifeline prima di presentarsi da Papa Francesco senza risposte sui migranti e col peso dei respingimenti a Ventimiglia.

Roma è stata l'occasione di un secondo «battesimo». Macron si è sempre dichiarato «agnostico», pur mostrando attenzione ai cattolici. La sua prima visita in Vaticano scolpisce però una fase nuova: usare la religione a scopi di politica interna per dare un messaggio ai cattolici.

Dopo un anno di Eliseo, i porti chiusi ai migranti e l'inasprimento della legge asilo e immigrazione, Macron è in difficoltà. Ma il 9 aprile ha incontrato i vescovi francesi iniziando la mutazione: «Un presidente che si disinteressa dei cattolici e della Chiesa mancherebbe al suo dovere». La laicità dell'Eliseo è stata immediatamente messa in discussione dalla gauche, per aver detto di attendere «tre doni» dai cattolici: saggezza, impegno e libertà. Doni che sono evidentemente arrivati ieri, nell'incontro col Papa e soprattutto nel congedo, con una «carezza» spontanea (o forse no) rivolta da Macron al Santo Padre. La mano sulla spalla destra di Bergoglio, Francesco che gli stringe il braccio sussurrandogli qualcosa, come a richiamare ciò di cui hanno parlato. Complicità, colta anche dalla moglie Brigitte.

Barack Obama era rimasto col Pontefice 50 minuti, come il turco Erdogan; Donald Trump 30. Macron fa il record: 57 minuti. Torna a Parigi con i «doni» di Francesco: un medaglione con San Martino che divide il suo mantello con un povero. Un confronto «costruttivo» con la comunità di Sant'Egidio e forse qualche voto cattolico in più.

La gauche si è di nuovo infuriata e pure la destra francese (consapevole che quella di Macron è stata più di un'apertura alla Chiesa). Ieri il leader di En Marche! ha proiettato un messaggio elettorale: essere anche il presidente dei tradizionalisti, attento ai temi dell'identità e della famiglia. Non come l'Hollande dei matrimoni gay, che col Vaticano discusse per la nomina di un ambasciatore omosessuale.

All'incontro col Papa è seguita la tappa alla Basilica di San Giovanni per prendere possesso del titolo di protodiacono d'onore del capitolo lateranense. Onorificenza discussa che i suoi predecessori socialisti avevano rifiutato. Lui, come Nicolas Sarkozy, l'ha invece accettata assecondando la tradizione risalente al 1604 e ad Enrico IV. Al fortissimo riflesso sulla destra praticante, scattato dopo le parole ai vescovi, si aggiungono i messaggi del Papa: «La vocazione dei governanti è di dare aiuto ai poveri» ha spiegato Bergoglio a Macron traducendo il medaglione. Le copie in francese degli scritti: l'enciclica sulla cura del Creato, Laudato sii, l'esortazione sulla famiglia Amoris Laetitia e quella sul Vangelo, Evangelii Gaudium, oltre al documento Gaudete et Exultate, «sulla classe media della santità».

Il vero bagno di realtà per Macron c'è stato a Palazzo Farnese (sede dell'ambasciata francese), dove ha ricevuto la delegazione della Comunità di Sant'Egidio sul tema delle migrazioni dai Paesi africani. Intanto in mattinata a Parigi nel campus di Saint-Denis, occupato dal 30 gennaio con il consenso della preside (che chiede la regolarizzazione dei 130 sgomberati) e degli studenti, scattava il blitz degli agenti coi lacrimogeni. Un intervento motivato da casi di scabbia nelle sale dei corsi trasformati in dormitorio. Un altro esempio di doppia faccia di Macron.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/emmanuel-due-facce-bronzo-caccia-i-migranti-e-va-papa-1545400.html

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