ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 febbraio 2019

Al peggio non c’è limite..

Farrell nominato camerlengo: un segnale inquietante

Camerlengo è il titolo utilizzato nell’ordinamento della Chiesa cattolica per indicare alcune eminenti figure del clero. Il camerlengo per antonomasia è il cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che oltre a presiedere l’amministrazione finanziaria della Santa Sede mediante la Camera Apostolica, ha il principale compito di presiedere la sede vacante.  Il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa ricopre fondamentalmente due incarichi: in primo luogo, quando il pontefice è in viaggio, o assente, amministra i beni temporali. Alla morte del pontefice (o in caso di rinuncia), come incarico speciale, presiede invece il periodo della cosiddetta Sede vacante. È coadiuvato da un Vice Camerlengo, generalmente non cardinale, ma insignito del carattere arcivescovile. In caso di morte del pontefice, il suo primo compito consiste nel verificare che il papa sia realmente morto. Successivamente il camerlengo pone i sigilli allo studio e alla camera da letto del papa e dà comunicazione del decesso al mondo.
Dal 14 febbraio, come una sorta di regalo di San Valentino, questo incarico è stato affidato al cardinale Kevin Joseph Farrell, dal 2016 Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. In precedenza era stato Vescovo ausiliare di Washington (dal 2001-2007) e in seguito Vescovo di Dallas dal 2007 al 2016, anno in cui papa Bergoglio lo chiama a Roma ad occupare un posto importante in Curia. Ad occuparsi di questioni relative ai laici, alla famiglia, alla vita. Temi scottanti nella Chiesa attuale. I temi di cui si occupa uno scritto-chiave del pontificato bergogliano: Amoris Laetitia.
Il nome di Farrell è diventato celebre dopo la pubblicazione del dossier Viganò, lo scritto con cui l’ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti scoperchiava la fogna delle immoralità che si annidano in Vaticano e nella Chiesa americana. La Grande Bestia dell’episcopato statunitense, predatore omosessuale seriale, corruttore e intrallazzatore nei Sacri Palazzi, nonchè grande elettore di Bergoglio e in seguito suo uomo di fiducia in virtù delle sue posizioni marcatamente progressiste, è il cardinale Theodore McCarrick, che con un tempismo eccezionale il pontefice ha ridotto allo stato laicale in corrispondenza con la nomina a Camerlengo di Farrell, che di McCarrick è stato uno dei discepoli prediletti.
Ma andiamo a scoprire chi è questo prelato assurto ai massimi vertici della Chiesa. Nasce nel 1947 a Dublino, in Irlanda. Dopo aver completato le scuole primaria e secondaria, nel 1966 avviene l’incontro che determinerà la sua vita, quello con i Legionari di Cristo, la congregazione fondata da un altro celebre depravato e predatore sessuale, il sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado. Maciel fondò i Legionari nel 1941, quando era ancora seminarista, grazie all’appoggio del vescovo di Cuernavaca Francisco Gonzalez Arias, suo zio, e riunì la prima comunità composta da tredici ragazzi tra gli 11 e i 14 anni
I Legionari si dedicano, come recitano le loro costituzioni, all’«instaurazione del Regno di Cristo nella società, in accordo con le esigenze della giustizia e carità cristiane». Un ideale per la cui realizzazione negli anni precedenti avevano dato la loro vita decine di migliaia di cattolici messicani, durante la rivolta dei Cristeros. Ma padre Maciel era più di quanto lontano si potesse immaginare dai martiri della Cristiada. Dal 1948 al 1956 giunsero alla Santa Sede relazioni che accusavano Maciel di pedofilia, tossicodipendenza e mendacità.
Nonostante le inchieste della Congregazione per i religiosi, Maciel proseguì indisturbato nelle sue duplici attività, quelle di carattere religioso e quelle di carattere criminoso. Nel 1958 fu inaugurato il noviziato di Salamanca, e fu consacrata a Roma la futura Basilica di Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in Via Aurelia, cuore dei legionari nell’Urbe. Maciel poté godere dell’appoggio di influenti prelati: i cardinali Clemente Micara, Giuseppe Pizzardo e Nicola Canali, che gli garantirono l’immunità e la chiusura delle inchieste.
Nel 1960 fu aperto un noviziato in Irlanda, e fu così che il giovane Farrell venne in contatto con l’istituto. Maciel era furbo: aveva scelto Spagna e Irlanda come sue prime sedi fuori dal Messico perché erano Paesi di profonda tradizione cattolica, dalla religiosità intensa, abbondanti di vocazioni. Erano inoltre Paesi conservatori dal punto di vista politico, e una realtà come quella dei Legionari si collocava senza dubbio a destra sia dal punto di vista ecclesiale che da quello politico. Maciel in Irlanda intendeva far man bassa di giovani devoti ed entusiasti, decisi a rinverdire l’operato dei grandi santi dell’Isola di san Patrizio e Colombano.
Così il giovane Farrell entrò a far parte della congregazione, e ciò lo portò lontano dalla nativa Irlanda: frequentò l’Università di Salamanca in Spagna, e poi la Pontificia Università Gregoriana a Roma. Ottenne la licenza in filosofia e in teologia all’Università di San Tommaso a Roma. In seguito ottenne un master’s degree in business administration negli Stati Uniti. Fu ordinato sacerdote al termine di questo corso di studi nel 1978 – cosa curiosa – dal cardinale argentino Eduardo Francisco Pironio. La sua attività dopo l’ordinazione si svolse interamente negli Stati Uniti, dove lo avevano destinato i superiori dei Legionari. Nel corso di tutti quegli anni Farrell fu a stretto contatto con Maciel, ed è molto strano che non si fosse reso conto delle attività erotiche del fondatore, che dopo una vita improntata alla doppiezza e all’inganno nel 2006 venne finalmente condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di una accusa acclarata per gravi atti di pedofilia
Intanto, dopo l’ordinazione sacerdotale, Farrell fu nominato cappellano all’Università di Monterrey in Messico, professore degli studi economici, amministratore generale con la responsabilità per seminari e scuole dei Legionari di Cristo in Italia, Spagna ed Irlanda. Dal 1983 esercitò il ministero pastorale nella parrocchia di Saint Bartholomew a Bethesda in Washington.
Nel 1984 si incardina nell’arcidiocesi di Washington, dove ricopre i seguenti incarichi: vice parroco nella parrocchia di Saint Thomas the Apostle (1984-1985), direttore del Centro Cattolico Spagnolo (1986), direttore esecutivo reggente delle Organizzazioni Caritative Cattoliche (1987-1988), segretario per gli affari finanziari (1989-2001), parroco della parrocchia dell’Annunciazione fino al 2002.
L’11 febbraio del 2002, giorno della Madonna di Lourdes, venne consacrato vescovo. Da chi? Niente meno che dal cardinale Theodore Edgar McCarrick. Farrel infatti nel frattempo, pur lavorando per i Legionari, era entrato in contatto e nelle grazie del potente prelato. Sarà stata la comune ascendenza irlandese, oppure qualche altra forma di simpatia, fatto sta che Farrell – che viveva a stretto contatto con Mc Carrick – ne divenne l’Ausiliare.
Dopo soli cinque anni McCarrick decise di lanciare il suo pupillo, facendolo nominare vescovo di Dallas, in Texas. Non una diocesi di grande prestigio, ma pur sempre uno step per successivi passaggi a sedi più prestigiose. Tuttavia Farrell era pur sempre uno straniero, nato all’estero, e collocarlo in una diocesi importante a scapito di pastori statunitensi poteva sembrare un gesto poco elegante nei confronti della Chiesa degli Stati Uniti. La soluzione migliore per far decollare definitivamente la sua carriera era Roma.
E così, nel 2016, regnante Francesco da tre anni sul soglio di Pietro, il buon Kevin venne nominato prefetto del nuovo Super Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che accorpava ben tre precedenti organismi di Curia. Mc Carrick, che si stava ormai avviando a chiudere la sua carriera pastorale, poteva ben gongolare per il posto di grande prestigio concesso al suo protetto. Un posto che gli valse nel giro di tre mesi anche la Berretta Cardinalizia. “Perché aspettare?”, si sarà detto il pontefice. Un pastore con un curriculum così significativo doveva diventare ipso facto Principe della Chiesa, nonché cardinale elettore e magari protagonista di un prossimo conclave.  Per sopraggiunta, nel giugno 2017 fu nominato membro dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Meglio avere qualcuno di fiducia con le mani sulla cassa.
Quali sono i motivi che hanno portato il papa a scegliere Farrell come Camerlengo? Naturalmente non è dato di sapere. In un clima di monarchia assolutistica non c’è bisogno di dare spiegazioni. Il criterio non è stato quello di anzianità, né anagrafica o di nomina episcopale o cardinalizia. Non è stato per importanza di Dicastero, perché ci sono indubbiamente organismi di Curia più importanti di quello occupato da padre Kevin, né questi ha al suo attivo incarichi pregressi tali da motivare questa decisione.
In realtà, si potrebbe dire che Farrell ha come principale prerogativa quella di sapere tenere la bocca chiusa. Intervistato recentemente dai media, ha affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick, così come in precedenza non si era mai accorto delle malefatte di Maciel, mentre nel corso degli anni fioccavano le denunce da parte di altri membri dei Legionari.  Non vede, non sente, non parla. Un collaboratore perfetto. Secondo logiche che sono degne di logge o di cosche, più che della Chiesa di Cristo.
La vicenda dunque della nomina di Farrell a Camerlengo ha diversi aspetti inquietanti. In primo luogo conferma tutto il quadro descritto da monsignor Viganò di una Chiesa dove prevalgono lobbie, cordate, gruppi di pressione che si formano per forme di connivenza e di complicità.  Si è parlato a lungo del “gruppo di San Gallo”, il sodalizio formato da cardinali progressisti che nel 2013 lavorò alacremente per portare Bergoglio al Soglio Pontificio. Accanto a questo gruppo, che perlomeno aveva una base ideologica, ci sono altre conventicole che si formano per interessi molto più bassi e meschini, magari semplicemente per coprire condotte personali indecenti, utilizzando anche il ricatto o la connivenza.
Un’altra amara considerazione è che il Male di diverte e si compiace di corrompere e di fare proselitismo in quelle realtà un tempo fedelissime a Cristo: il Messico dei Cristeros, l’Irlanda mistica e devota. Da queste terre martiri, terre di grande, commovente testimonianza di Fede, sono uscite anche figure assai inquietanti. La corruzione di ciò che buono è un segno inequivocabile dell’azione di Satana. Basti dire che i giovani seminaristi che McCarrick prediligeva erano quelli che più si distinguevano per devozione, per virtù personali. La bestia si divertiva molto a portarli al vizio, a corromperli, a volte a distruggerli, come conseguenza dei sordidi peccati costretti a commettere.  Se qualcuno pensasse che stiamo esagerando, è sufficiente che legga gli atti giudiziari a carico dell’ex Cardinale di Washington, se gli regge lo stomaco.
Un ulteriore considerazione si può fare riguardo al sistema di arruolamento nelle proprie fila da parte della NeoChiesa progressista e modernista anche di esponenti del mondo “conservatore”. Non importa se sei cresciuto in un movimento dalle caratteristiche ortodosse, tradizionali, conservatore sui valori: puoi comunque diventare vescovo, cardinale, puoi fare carriera. Basta che ti adegui. Basta che non giudichi e non denunci il male. Avrai berrette scarlatte, trine e merletti. Cosa ti può offrire di meglio il mondo? Magari anche qualche divertissement sessuale, tanto per gradire. In fondo qualche momento di relax ci può anche stare. Il conservatore asservito alla NeoChiesa è dunque utile, anzi: utilissimo. L’ha già dimostrato Ouellet, chiamato a fare il cane da guardia contro Viganò.  Farrell è il nuovo premiato. Vedremo cosa ci riserverà il futuro immediato, sapendo che al peggio non c’è limite.
 – di L’Elvetico



La vicenda di Theodor Edgar McCarrick è stata emblematica di parecchie cose. Tutta la vicenda, non solo la sua conclusione. A me ha imposto una amara riflessione su un aspetto che, nella ola bergogliana del momento, solo apparentemente è marginale: quello del comportamento dei giornalisti accreditati nella Sala stampa vaticana. Tutti, all’unisono, ci hanno raccontato che Bergoglio ha fatto il proprio dovere, riducendo allo stato laicale l’arcivescovo emerito di Washington DC. Vero: Bergoglio ha fatto quel che doveva. Ma dopo quanto tempo?
Il decreto conclusivo del processo penale contro McCarrick era stato materialmente redatto dalla Congregazione della Dottrina della fede l’11 gennaio, cinque settimane fa. Nessun “vaticanista” ce lo ha raccontato. Il 13 febbraio, quasi una settimana fa, la Congregazione ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso e li ha rigettati. E nessun “vaticanista” ce lo ha detto.  Due giorni dopo, il 15 febbraio, la decisione è stata notificata allo stesso McCarrick. E ancora nessun “vaticanista” ci ha informato.
Come nessun “vaticanista” ha ricordato oggi quanto fossero fondate e documentate le denunce fatte sul caso-McCarrick dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò. E quanto ingiuste fossero, e ancora siano, le critiche rivolte a questo coraggioso che ha avuto solo il pregio di parlar chiaro e forte per ribadire l’evangelico “sì sì, no no” su una questione nota da anni e che per anni è stata lasciata (da Bergoglio e dal suo entourage) sporcare il volto della Cristianità.
Nessuno dei tanti “vaticanisti” apologeti della ola bergogliana ha ricordato le parole con le quali Bergoglio cercò invano di snobbare, sminuendole, le denunce di Viganò, “un documento che parla da solo” disse. Come dire: immondizia! E nessuno dei “vaticanisti” che ieri aveva tentato di linciare Viganò ha fatto oggi mea culpa dopo averlo definito allora “un pollo diventato un corvo” oppure un “povero rosicone”.
Ma c’è di più. Quale dei tanti “vaticanisti” in circolazione (dal Tg1 alla Stampa, dal Giornale Repubblica, dal Tg5 al Corriere della sera, dall’Ansa al Tg3, dal Messaggero a SkyTg24) ci ha detto che, nelle stesse ore nelle quali veniva chiusa la squallida pagina McCarrick, Bergoglio nominava il card. Kevin Joseph Farrel camerlengo di Santa Romana Chiesa?
Chi, di questi esperti di cose vaticane, ci ha ricordato che per sei anni Farrel ha convissuto con McCarrick? E che di quel che avveniva in quella casa dice di non essersi mai accorto di niente? Davvero Farrel come le tre scimmiette? O magari c’è dell’altro?
Chi, di questi “vaticanisti”, ci ha detto che Farrel ha firmato una prefazione di un libercolo di propaganda Lgbt scritto da padre James Martin? Che ha invitato lo stesso Martin a tenere una conversazione all’Incontro mondiale delle famiglie in Irlanda (peraltro un flop clamoroso)? E che il suo diacono alla Messa celebrata a conclusione dell’Incontro era Ray Dever, noto militante Lgbt e padre di un figlio che sostiene di essere in realtà femmina?
Su tutta questa immondizia è stato steso un complice silenzio, firmato da ognuno di questi untuosi addetti ai lavori che, tra un boccolo ben curato, la voce suadente e il sorrisetto di circostanza, ci fanno credere di essere esperti di cose vaticane. Complimenti vivissimi a ciascuno di loro e a tutti!
Tutti costoro sono accreditati presso la Sala Stampa vaticana per raccontare tutta la vita della Santa Sede? oppure stanno lì per leggerci le veline compiacenti consegnate dagli agit prop del bergoglismo?
– di Massimo Magliaro

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