Un “uomo nero o tenebroso” attorno alla basilica di S. Pietro? – la lotta della contro-chiesa satanica contro la Chiesa di Cristo
Segni precursori dell’ Anticristo
Monsignor Henri Delassus riporta la dottrina cattolica sulla lotta tra satana e la Chiesa e, dopo essersi avvalso della S. Scrittura, della Tradizione e del Magistero, non disprezza di fare anche una breve antologia delle rivelazioni private non condannate dalla Chiesa perché nulla vi è in esse di contrario alla Divina Rivelazione. Certamente esse non sono un luogo teologico, ma, come ammonisce San Paolo, “non vanno disprezzate”. Qui rinviamo il lettore ad esse come semplici rivelazioni private, atte a dare un po’ di speranza in questi tristissimi tempi.
Monsignor Delassus ne Il problema dell’ora presente (Lilla, Desclée, 2 voll., 1904-1905; tr. it., 1907; 1a rist. Piacenza, Cristianità, 1977; 2a rist. Milano/Viterbo, Effedieffe, 2014-2015) scrive: “Dove conduce il turbine che trasporta il genere umano? Ai piedi di Dio o ai piedi satana? […]. Non è la prima volta che satana e i suoi si credono alla vigilia del trionfo. […]. Noi siamo nell’ora d’un combattimento il più decisivo” (cit. vol. 2, p. 47).
Infatti Gregorio XVI nella sua Enciclica Mirari vos del 1832 applicava al nostro tempo le parole dell’Apocalisse al capitolo IX sul “pozzo dell’abisso oramai aperto” (vol. 2, p. 48-49, 51), dal quale escono gli errori, le depravazioni e i demoni per tentare l’uomo nella maniera più crudele. “L’antitesi è tra Cristo o l’Anticristo ed essa racchiude il mistero dell’avvenire” (H. Delassus, cit., vol., 2, p. 52).
Anche San Pio X nella sua prima Enciclica E supremi apostolatus cathedradel 1904 si chiede se l’ Anticristo non sia già in mezzo a noi, dato il carattere antropolatrico della modernità filosofica e del modernismo teologico, carattere proprio dell’ Anticristo come insegnano S. Ireneo, S. Ambrogio, S. Agostino, S. Gregorio Magno, Teodoreto, S. Giovanni Damasceno, S. Anselmo, Ruperto da Deutz, S. Beda il venerabile (cfr. Cornelius a Lapide, Comm. in Sacram Scripturam, tomo XII, In Apocalypsim, ed. Vivès, Parigi 1866, p. 178).
Noi siamo attualmente, constata amaramente Delassus, “in uno stato di anticristianesimo, che è lo stato in cui è necessario che l’ Anticristo finale trovi il mondo per esserne accettato” (cit., vol., 2, p. 59). Saggiamente ricorda che nessuno conosce la data precisa del suo avvento, ma, secondo il Vangelo (Lc., XII, 54), quando scorgiamo le nubi addensarsi su di noi, ne deduciamo che la pioggia molto probabilmente è vicina (cit., vol. 2, p. 61).
Pio IX ha scritto che nelle condizioni in cui versa attualmente l’ umanità “gli uomini possono essere salvati non più dalle cause seconde, ossia dalle creature, ma dalla Causa prima che è Dio in quanto la lotta è talmente grande che Egli solo può vincere i suoi nemici” (cit., vol. 2, p. 62).
Nelle tenebre una luce di speranza
Il glorioso Leone XIII nell’ Enciclica Praeclara (20 giugno 1894) ha scritto: “Noi vediamo nel lontano avvenire un nuovo ordine di cose: la soluzione cristiana della questione sociale, la fine dello scisma luterano e bizantino che hanno lacerato l’Europa e la luce del Vangelo che illumina tutti i popoli”.
Ne La conjuration antichrétienne (Lilla, Desclée, 3 voll., 1910, pp. 852-891, 914-927) Delassus riporta le rivelazioni private che confermano le previsioni di Leone XIII e cioè quelle della Beata Caterina Emmerich, di Anna-Maria Taigi, di S. Brigida, di S. Idelgarda, di S. Caterina da Siena, della B. Caterina da Racconigi, di S. Luigi Maria Grignion de Montfort.
Caterina Emmerich (La conjuration antichrétienne, cit., vol. 3°, pp. 867-878) vedeva la massoneria scatenata nel tentativo di distruggere la Chiesa mediante il naturalismo teorico e pratico, con la corruzione delle idee e dei costumi, e la vedeva in rapporto con l’avvento dell’ Anticristo. Specialmente Roma e il Vaticano erano attaccate dagli spiriti del male e dai loro suppositi, il Papa circondato da traditori era molto triste, tuttavia assieme alla tela del maligno Roma era sempre attraversata da una corrente di luce e di grazia. La Beata Emmerich parla di un “uomo nero o tenebroso” che lavora attorno alla basilica di S. Pietro per rovinarne i fedeli e i Pastori ed ha avuto anche la grazia di poter essere condotta in spirito da papa Leone XII per aiutarlo a prendere le giuste decisioni.
Un’analoga missione ha avuta Marie Morel presso papa Gregorio XVI e Pio IX (cit., vol. 3°, pp. 878-879).
Tuttavia la Emmerich narra anche le sue visioni di restaurazione e di trionfo della Chiesa e della sua gerarchia, che era stata prima come sfigurata dalle torbide manovre della setta infernale, tra le cui fila vedeva anche dei sacerdoti (cit., vol. 3°, pp. 880-883). I buoni difensori della Chiesa lottavano anch’essi, ma senza metodo, come se ignorassero la gravità della situazione (cit., vol. 3°, p. 885).
La Beata Anna Maria Taigi (cit., vol. 3°, pp. 886-890) ha avuto le medesime visioni, e specialmente il gioco dei settari per ingannare i cardinali sotto papa Gregorio XVI al fine di distruggere il Papato rimpiazzandolo con una “nuova chiesa delle tenebre”, abbattere i dogmi e mettere sincretisticamente assieme tutte le credenze religiose. La maggior parte del clero era sedotta dalle tenebre. Tuttavia grazie al soccorso di Maria SS. la Chiesa avrebbe prevalso contro di esse. La Beata ha addirittura visto S. Pietro scegliere il suo successore dopo la disfatta della setta infernale che aveva macchinato all’opera di demolizione della Chiesa.
Un ruolo, secondo la Emmerich (cit., vol. 3°, pp. 892-895), decisivo nella battaglia contro l’anti-chiesa l’avrebbe avuto S. Michele arcangelo proprio quando tutto sembrava perso e probabilmente vicino il regno dell’Anticristo: un Papa severo, austero e santo sarebbe sorto ed avrebbe rianimato i fedeli.
Delassus (cit., vol. 3°, pp. 914-927) cita poi S. Ildegarda da Bingen (XII sec.), S. Caterina da Siena (XIV sec.), la quale ha lasciato scritto che “Dio purificherà la santa Chiesa e risusciterà lo spirito dei cristiani con un mezzo che sfugge ad ogni previsione umana” (Bollandisti, Acta Sanctorum, 29 aprile), la Beata Caterina da Racconigi (XVI sec.), S. Luigi de Montfort, S. Leonardo da Porto Maurizio e la Venerabile Maria d’Agreda (XVII sec.), Elisabetta Canori Mora (XVIII sec.). Tutti hanno visto la lotta della “Sinagoga di satana” (Apoc., II, 9) contro la Chiesa di Cristo, la sconfitta apparente di quest’ultima, ma anche il suo trionfo nel momento in cui tutto sembrava perduto[1].
Il mistero della Resurrezione, infatti, continua in un certo senso anche nella Chiesa, che Gesù ha fatto a Sua immagine: dalle terribili prove Essa risorge più gloriosa di prima, come tutta la sua storia sta a dimostrare, dalle persecuzioni di Nerone, Diocleziano e Giuliano l’Apostata ai tentativi della Rivoluzione francese di installare una nuova religione, ai nostri tristi tempi, in cui molti cattolici affrettano con il loro martirio la resurrezione del Corpo mistico di Cristo.
Note
[1] Natura delle rivelazioni private e loro valore teologico: padre Antonio Royo Marìn insegna, con tutti i teologi approvati, che le rivelazioni private “non entrano nel deposito della fede. Infatti la nostra fede si basa sulla Rivelazione pubblica contenuta nella S. Scrittura e nella Tradizione divino/apostolica sotto il controllo e la vigilanza del Magistero. Quindi le rivelazioni private, qualunque sia la loro importanza, non appartengono alla fede cattolica. […]. Per i cristiani possono costituire solo una pia credenza, alla quale non sono obbligati a dare un assenso di fede divina. Quando la Chiesa approva una rivelazione privata dichiara semplicemente che non racchiude nulla che sia contrario alla fede o ai costumi. Tuttavia sarebbe riprovevole contraddirla e metterla in ridicolo dopo questo giudizio ecclesiastico” (Teologia della perfezione cristiana, Roma, Paoline, 1960, p. 1075-1076, n. 600-601; Cfr. S. Th., II-II, qq. 171-175; S. Teresa d’Avila, Vita, capp. 25-30; Id., Castello interiore, Mansione sesta; S. Giovanni della Croce, Salita al Monte Carmelo, lib. II, capp. 21-30; A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, tr. it., Roma, Desclée, IV ed., 1927, pp. 913-927, nn. 1490-1513).
Fonte:
www.sisinono.org/…/245-anno-xli-n%…
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