Vi presentiamo l’intervento di Armando Manocchia al Christian Day di questo sabato. Il Christian Day è la manifestazione pro vita accaduta questo sabato 25 Gennaio a Roma. Manocchia è anche il direttore di Imola Oggi.
Buona Lettura!
Oriana diceva: “Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.”
Noi non ci siamo sottratti e non abbiamo taciuto il 4 luglio 2007 alla “Manifestazione nazionale contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in medio oriente, per la liberta religiosa nel mondo”
Non ci siamo sottratti ed abbiamo sentito l’obbligo di parlare il 18 luglio 2012 alla iniziativa “Salviamo i cristiani”
Non ci siamo sottratti oggi, al dovere morale di partecipare al Christian day per far sentire alta la nostra voce contro il terrorismo e l’olocausto dei cristiani, a cominciare da quello mediatico, che censura, tace e non riporta i giornalieri massacri, o che ridimensiona le reiterate efferatezze.
Siamo qui oggi per protestare contro la conclamata blasfemia, ma anche contro l’imperante intolleranza e la crescente discriminazione, la pressante persecuzione, la profanazione e la distruzione dei luoghi sacri, e contro le orribili stragi nei confronti dei cristiani.
Il nostro imperativo categorico è difendere i valori assoluti e universali della sacralità della vita, della famiglia, della dignità della persona, e rivendicate il pieno riconoscimento della libertà religiosa che deve essere sempre garantita, senza alcuna eccezione.
Ringrazio i promotori di questo evento lodevole. Denunciare la blasfemia, è cosa buona e giusta, ma non è sufficiente per per salvare i cristiani: bisogna infatti contrastare chiunque, anche quei vescovi che, piuttosto che della fede, si occupano della politica; che invece di combattere la scristianizzazione, la cristianofobia e la dissacrazione, combattono contro chi difende i valori cristiani e la Patria.
Lungi da noi fare campagna elettorale, ma poiché il voto di domani sarà una scelta tra il buio e la luce, tra il nichilismo e la rinascita, un appello per queste elezioni epocali lo vogliamo fare, ed è innanzitutto quello di andare a votare; e di scegliere non tra destra e sinistra, ma tra il bene e il male; o se volete, scegliere tra chi difende la sacralità della vita, chi difende i cristiani, chi difende il futuro nostro e dei nostri figli e il futuro della nostra Nazione; oppure, votare per l’anarchia, per la dittatura, per il nichilismo, per la dissoluzione, per la distruzione, per la depredazione, per la desovranizzazione, per il nuovo ordine mondiale, per una ideologia che ha come obiettivo la demolizione della famiglia e la distruzione del cristianesimo.
E’ questa la deriva etica e morale. E’ questo il vero obiettivo dell’impero del male: creare una nuova antropologia umana e modificare l’ordine naturale del creato.
Armando Manocchia – UnaViaPerOriana.it
Marcia per la vita a Washington: un segno di speranza / Intervista a Virginia Coda Nunziante
Venerdì 24 gennaio a Washington circa 700 mila persone sono scese per le strade per l’annuale Marcia per la vita, alla quale per la prima volta ha partecipato un presidente degli Stati Uniti. “Sono davvero orgoglioso di stare con voi”, ha detto Donald Trump. “Tutti noi qui comprendiamo un’eterna verità: ogni bambino è un dono prezioso e sacro di Dio. Insieme, dobbiamo proteggere, amare e difendere la dignità e la santità di ogni vita umana. I bambini non ancora nati non hanno mai avuto un difensore più forte alla Casa Bianca”.
Alla March for Life ha partecipato anche Virginia Coda Nunziante, presidente del comitato organizzatore della Marcia per la vita italiana, che quest’anno si svolgerà il 23 maggio.
Ho rivolto a Virginia alcune domande.
Alla March for Life abbiamo visto una grande partecipazione, con tantissimi giovani. Significa che negli Stati Uniti c’è ormai una diffusa cultura per la vita?
Questa forse è l’impressione più forte che si riceve partecipando alla Marcia per la Vita di Washington. La maggior parte dei presenti è costituita da giovani, sotto i venticinque anni. E venerdì 24 in piazza eravamo forse circa 700 mila persone. Ho parlato in questi giorni con un esperto di statistica che segue con attenzione tutti i dati. Mi ha confermato ciò che avevo già sentito dire: l’America è un paese spaccato a metà, con un 50% pro-life e un 50% pro-choice. Ma poi ha aggiunto un dato a mio avviso importantissimo: questa percentuale non è più valida tra i giovani americani. Nella popolazione sotto i trent’anni infatti i pro-life hanno ormai superato i pro-choice. In questi dati, a mio avviso, è il futuro dell’America.
Come giudichi la presenza e l’intervento del presidente Trump?
La presenza del presidente Trump è di per sé un evento storico. Per la prima volta negli Stati Uniti d’America un presidente ha partecipato alla Marcia per la Vita. I commenti intorno a me, da parte degli americani, erano tutti sulla stessa linea: Trump, anche se non tutti condividono le sue scelte politiche, è il presidente più pro-life della storia americana. Ha superato sia Reagan sia Bush padre e Bush figlio. Durante il suo discorso ha enumerato tutto ciò che lui ha già fatto nei suoi primi due anni di mandato e la piazza lo ha acclamato con vigore. Il suo discorso, fatto tutto a braccio, senza neanche un pezzo di carta davanti a sé, dimostra una sua profonda convinzione che poi si traduce nei fatti. E questi fatti li vedremo nel futuro degli Stati Uniti ma anche a livello internazionale. Per il ruolo che gli USA hanno nel mondo, la partecipazione personale del loro presidente e il suo messaggio estremamente forte avranno certamente ripercussioni positive in tutto il mondo. I gruppi e i movimenti pro-life si sono sentiti molto incoraggiati dalle sue parole. La battaglia contro la cultura della morte ha vissuto negli Stati Uniti una pagina importante.
Che cosa insegna a noi europei l’esperienza dei movimenti pro life americani?
L’esperienza dei movimenti pro-life americani ci insegna che è possibile, con pazienza, perseveranza, vigore, cambiare la mentalità di un paese. Ricordiamoci che quest’evento si tiene da quarantasette anni, nell’anniversario della decisione della Corte Suprema sul caso “Roe vs Wade” che, nel 1973, legalizzò l’aborto negli Stati Uniti. L’importante è portare avanti con chiarezza la difesa della vita senza compromessi. Il movimento pro-life si è sviluppato nel corso degli anni raccogliendo tante persone diverse che si sono sentite chiamate a servire la causa della vita, ognuno con i propri talenti e le proprie caratteristiche. Questo ha generato una pluralità di attività e creato la cultura della vita oggi respirata dai giovani americani in famiglia, nelle scuole, nelle università. Lo stesso vorremmo succedesse anche nel nostro paese e negli altri paesi europei. In questo senso ognuno di noi può avere un ruolo da svolgere e una missione per cambiare la cultura nella quale siamo immersi.
Quali sono stati i momenti e gli incontri che ti hanno maggiormente colpita in questa trasferta negli Stati Uniti?
Certamente vedere il presidente Trump, a pochi passi da me, incoraggiare i “marcianti” a difendere la vita, dal concepimento alla morte naturale, è stata un’esperienza toccante. Non tanto perché si chiama Trump, ma in quanto è il presidente degli Stati Uniti d’America. Conosco bene il popolo della vita americano e so per quanti anni ha dovuto combattere in solitudine, senza nessun appoggio istituzionale. Ebbene , siamo di fronte a una risposta della Divina Provvidenza che vale per la vita di ognuno di noi: non otteniamo mai subito ciò che chiediamo a Dio perché, come Egli stesso dice nel Vangelo, vuole che bussiamo ripetutamente alla sua porta. Ma quando poi ci esaudisce, il Signore non può che fare le cose in grande. Venerdì scorso così è stato per il popolo della vita americano.
Un incontro molto importante è stato quello con il deputato Christopher Smith, il membro del Congresso che ha la più lunga storia, all’interno della politica americana, in difesa della vita. Aveva iniziato già all’epoca di Ronald Reagan. Il suo coraggio e la sua carica si trasmettono all’interlocutore. Siamo rimasti molto colpiti da questa figura. Nella delegazione italiana vi erano anche due giovani Universitari per la Vita, Chiara Chiessi e Fabio Fuiano, e un attivo parlamentare, Vito Comencini, della Commissione esteri della Camera, con sua moglie. Abbiamo finito l’incontro pregando tutti insieme davanti all’immagine della Madonna di Guadalupe.
In ultimo, quello che ti rimane impresso, negli occhi e nel cuore, è la presenza, che sembra interminabile, di giovani che cantano, pregano, urlano per dare voce a chi non ha voce, per esprimere tutta la loro determinazione a portare avanti la battaglia per la vita. È un popolo entusiasta, coinvolgente e che non si arresta: sono sicura che, presto o tardi, riusciranno ad abolire definitivamente la legge sull’aborto nel loro paese.
A.M.V.
GENOVA: MARTEDÌ ROSARIO DI RIPARAZIONE A PIAZZA DE’ FERRARI.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con grande piacere diamo l’annuncio di un evento che si svolgerà martedì prossimo, nel tardo pomeriggio, a Genova, in piazza de’ Ferrari, nel cuore della Superba. Si tratta di una Rosario pubblico, a cui può partecipare chiunque; e mi sembra che questa abitudine, che si sta diffondendo, da parte di cattolici di dare una testimonianza pubblica di preghiera nel cuore di un mondo sempre più secolarizzato e indifferente verso Dio sia un qualche cosa di positivo. E tanto più se accade nella mia Genova…:-))) In particolare in un momento in cui i cristiani sono sempre più perseguitati, nell’indifferenza dei massa media, e anche, ahimè, anche di gente di Chiesa; e questa persecuzione ormai sta cominciando anche in occidente.
§§§
Evento ‘Rosario in piazza’
Pro Vita & Famiglia Genova:
“Si incomincia col dileggiare la religione, e si finisce col perseguitare le persone”
“Ci saremo anche noi, nella piazza genovese in cui è ormai tradizione, a partire dal caso del piccolo Charlie Gard, pregare per le vittime di ogni ingiustizia, a difendere la nostra identità, la dignità di Nostro Signore e la sensibilità religiosa del nostro popolo, quotidianamente attaccate e offese”.
Con questa dichiarazione il circolo genovese di Pro Vita & Famiglia annuncia la propria partecipazione al “Rosario in piazza” indetto per il martedì 28 gennaio a Genova in piazza De Ferrari alle ore 18.45, con un intervento del portavoce locale Carlo Cigolini. L’evento vuole far seguito idealmente al Christian Day del 25 gennaio a Roma ed è aperto a tutti coloro che vogliono difendere la libertà di vivere e testimoniare la fede cristiana oggi dissacrata e vilipesa.
“Riteniamo inaccettabili le recenti blasfemie che segnano una grave escalation nel vilipendio del cristianesimo e, se non contrastate con un atto riparatorio pubblico, preigurano uno scenario di persecuzione dei cristiani che purtroppo – ha proseguito – è già presente in vari paesi del mondo. Secondo il Rapporto di World Watch List relativo al 2018–ha soggiunto-, i cristiani uccisi per la loro fede sono stati 4035, vale a dire ben 11 al giorno, in crescita rispetto ai 3.066 del 2017; i cristiani perseguitati sono stati 245 milioni e di paesi dove la persecuzione è molto alta sono saliti dai 58 del 2017 a 73.”
“Per questo va promosso un clima dipace,rispettoetolleranza enonsipossonopiù accettare rappresentazioni dissacratorie e scandalose della nostra religione che vanno in senso diametralmente opposto alimentando l’odio ed in particolare la cristianofobia” ha concluso Carlo Cigolini.
Genova , 24 gennaio 2020
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.