Rilanciamo un articolo interessante sulle elezioni USA 2020 scritto da Antonio Socci e pubblicato sul suo blog.
“Io credo che senza il coronavirus Trump non avrebbe perso”, ha osservato Massimo D’Alema, riconoscendo così l’importanza decisiva del “virus cinese” nell’abbattimento di Trump, il gran nemico della Cina.
In effetti a gennaio scorso, prima del Covid, tutte le rilevazioni dicevano che Trump era di gran lunga vincente, visti i successi di politica economica e di politica estera (Trump è il primo presidente Usa da decenni che non ha fatto guerre, ma trattati di pace).
Si è spinto oltre l’affermazione di D’Alema un altro che nel Pci è nato e cresciuto, Giuliano Ferrara, quando – a urne aperte – è arrivato a dichiarare: “forse finiremo per ringraziarlo, questo virus maledetto, se almeno porterà via Trump dalla Casa Bianca”.
Una frase terribile che mostra a che livelli polemici si è arrivati, perfino qua. D’Alema ha ricordato che “c’è un video dei Democratici, diventato virale, in cui Trump è paragonato a Hitler. Non mi sembra certo un messaggio moderato”.
La veemente demonizzazione di Trump va avanti da quattro anni e la quantità di intolleranza e di odio che il fronte “progressista” ha messo in circolazione sta letteralmente avvelenando la democrazia americana.
Quando Nancy Pelosi arriva a dichiarare, prima del voto, che “Biden sarà presidente qualunque sia il conteggio finale dei voti”, non esibisce solo un formidabile rancore ideologico, non si mostra solo inadatta al suo ruolo di speaker della Camera, ma fa anche sospettare che nello schieramento Dem non ci sia grande sensibilità democratica (i repubblicani hanno giudicato molto inquietante questa dichiarazione).
D’altra parte – se Biden diventa presidente – lo deve anche ad altre ragioni, oltre al Covid. Anzitutto i grandi potentati economici volevano abbattere Trump (proprio come gli estremisti di sinistra delle manifestazioni di piazza).
L’insospettabile Federico Rampini, su “Repubblica”, parla di “sproporzione nei mezzi economici” e di “un fiume di denaro” che, nella campagna elettorale, “si è rovesciato su Biden” il quale ha speso in spot tv “quasi il doppio di un presidente in carica, uno squilibrio senza precedenti”.
Mentre per Trump è “il popolo trumpiano, la classe operaia del Midwest” che “ha continuato a sostenerlo”. L’analista conservatore Victor Davis Hanson nota che così i Democratici sono diventati “il partito degli ultra-ricchi, in guerra con la borghesia”, cioè contro il ceto medio e i lavoratori, quel popolo che hanno impoverito e che disprezzano e che per questo vota Trump.
C’è poi l’intero circo mediatico che da quattro anni ha demonizzato e delegittimato Trump e che ieri è arrivato a proclamare Biden presidente (come se spettasse ai media).
Ma com’è possibile che in una democrazia pressoché tutti i media siano schierati da una sola parte? Eppure è accaduto nel 2016 come in questa campagna presidenziale. E pure in tutti i quattro anni della presidenza Trump.
Un centro studi dell’Università di Harvard, ha valutato la copertura giornalistica dei primi 100 giorni di Trump rilevando che l’80 per cento era negativa.
Hanson cita “la bufala della collusione russa”. I media hanno amplificato per anni le accuse dei Dem e mai Twitter o Facebook si sono sognati di “censurare” queste accuse senza prove (a proposito com’è che stavolta nessuno più parla degli hacker russi?).
La campagna presidenziale 2020 ha mostrato al mondo intero con quale spavalderia i media arrivano a oscurare i repubblicani e specialmente il presidente degli Stati Uniti: la continua “censura” di Twitter e Facebook alle esternazioni di Trump (nel senso della nota di biasimo e delegittimazione) si somma all’incredibile caso della conferenza di Trump che tre dei principali network (Abc, Cbs e Nbc) hanno deciso di oscurare sostenendo che Trump “ha fatto affermazioni false” (come se spettasse a loro decidere sui reclami che Trump sta presentando in relazione al voto). Lo stesso Rampini parla di “censura”, ancor più surreale “nel Paese dove vige la più estrema libertà di espressione” per chiunque.
Del resto dopo che Nancy Pelosi ha fatto la strana affermazione che ho citato nessun giornalista ha ritenuto di farle domande e chiederle di chiarire, così come hanno evitato, durante la campagna presidenziale, di mettere Biden con le spalle al muro su certi scottanti argomenti.
Con un tale schieramento dei media si può parlare di corretta competizione elettorale? Secondo Hanson i social media, con il loro comportamento, “hanno fatto un regalo di enorme valore a Biden”.
Hanson aggiunge: “La Silicon Valley, come le società petrolifere, ferroviarie e dello zucchero del XIX secolo, non vede alcun motivo per nascondere la sua partigianeria e il suo potere”.
Ma – spiega l’analista – “una repubblica non è solo una nazione basata su leggi. Si affida anche ai suoi cani da guardia in buona fede, come i sondaggisti onesti, i media e le istituzioni bipartisan”. Ebbene, “ci sono molte ragioni per preoccuparsi che qualcosa in America sia andato terribilmente storto”.
Hanson cita anche molti dei principali sondaggi elettorali che per settimane hanno continuato a bombardare “prevedendo” un crollo elettorale di Trump, come avevano fatto nel 2016. Ma dopo aver sbagliato quattro anni fa, la loro previsione si è rivelata sbagliata anche stavolta. Come si spiega un tale disastro? Secondo Hanson molti operatori, che sono “progressisti”, perseguono uno scopo politico. Tutto questo può incidere sull’esito elettorale.
A ciò si aggiungono le grandi zone di opacità sul voto del 3 novembre. Spetterà alle sedi istituzionali valutare le contestazioni mosse da Trump e dai repubblicani, soprattutto sugli sconcertanti aspetti del voto postale, così come spetterà alla revisione degli scrutini definire vincitori e vinti di ogni stato. Di fatto sembra che già siano stati riconosciuti dei problemi, per esempio, per quanto riguarda il bug scoperto nel software per la tabulazione dei voti che aveva alterato i risultati: si tratta di capire in quanti stati si è usato tale software. Per il resto ci saranno le sedi competenti (dovrebbe essere interesse anzitutto di Biden dissolvere ogni ombra e dubbio).
In ogni caso, il fatto che ci vogliano così tanti giorni per conoscere l’esito del voto dimostra obiettivamente che questa elezione è stata molto, molto strana.
Nella sua ultima conferenza stampa Trump, con una espressione molto seria, si è pacatamente rivolto a Biden sottolineando che alla base della democrazia ci sono la trasparenza e la correttezza delle elezioni.
D’altra parte la grave crisi della democrazia, in America, si manifesta anche nel clima di intolleranza ideologica (nelle piazze, nelle università, sui media) che si è visto in questi mesi.
Riccardo Cascioli ha scritto: “Anche negli Stati Uniti si è ormai affermato un totalitarismo culturale e politico che non ammette repliche e voci fuori dal coro”.
Ma forse la partita non è ancora finita.
Un’accreditata teoria psicologica alla base della manipolazione di massa stabilisce che ‘”una menzogna ripetuta un consistente numero di volte finisce per diventare una verità almeno nell’accezione comune”.
Abbiamo potuto constatarne l’efficacia in occasione delle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
Prima che si possa far luce sui clamorosi casi di brogli elettorali a favore del candidato democratico, tutte le principali fonti di informazione si sono affrettate ad incoronare Biden presidente.
E’ un’immensa, mondiale pressione psicologica per far accettare al popolo americano il fatto compiuto.
Da parte nostra preferiamo attendere la certificazione ufficiale secondo le norme e l’eventuale verdetto della Corte Suprema.
Ne ha parlato Martin Bürger su LifeSitenews nell’articolo che riportiamo nella nostra traduzione.
Il presidente Trump: “Joe Biden si affretta a posare falsamente come vincitore”.
Biden ha accennato ad ulteriori restrizioni per il COVID-19, dicendo: “Non possiamo riparare l’economia, ripristinare la vitalità, o assaporare i momenti più preziosi della vita … finché non riusciamo a tenerlo sotto controllo”.
WILMINGTON, Delaware, 7 novembre 2020 (LifeSiteNews) – L’ex vicepresidente Joe Biden non ha mai menzionato il contenzioso in corso sul processo di conteggio dei voti durante un discorso che viene considerato dai media come un discorso di “vittoria“. Il Presidente Trump ha reagito alla manifestazione dicendo: “Sappiamo tutti perché Joe Biden si sta affrettando a fingere di essere il vincitore e perché i suoi alleati dei media stanno cercando di aiutarlo: non vogliono che la verità venga rivelata“.
“Il semplice fatto è che questa elezione è tutt’altro che finita“, ha aggiunto il Presidente. “Joe Biden non è stato certificato come vincitore di alcuno stato, per non parlare di nessuno degli stati altamente contesi che si sono diretti verso i riconteggi obbligatori, o stati in cui la nostra campagna elettorale ha valide e legittime contestazioni legali che potrebbero determinare il vincitore finale“.
All’inizio di oggi, la maggior parte dei media ha presentato la corsa presidenziale in favore del democratico abortista Joe Biden. Il presidente nel suo messaggio ha menzionato la Pennsylvania, dove “ai nostri osservatori legali non è stato permesso un accesso significativo per assistere al processo di conteggio. Sono i voti legali a decidere chi è presidente, non i media“.
Nel suo discorso, Biden ha cercato di fare appello agli omosessuali e alle persone che si dichiarano membri del sesso opposto, vantandosi di aver messo insieme “la coalizione più ampia e diversificata della storia“, tra cui “Democratici, repubblicani, indipendenti, progressisti, progressisti, moderati, conservatori, giovani, urbani, suburbani, rurali, gay, etero, transgender, bianchi, latini, asiatici, nativi americani“.
Ha anche annunciato il suo piano di concentrarsi sul COVID-19 nei prossimi mesi prima dell’inaugurazione presidenziale di gennaio. “Lunedì, nominerò un gruppo di scienziati ed esperti di spicco come consulenti di transizione per aiutare a prendere il piano COVID Biden-Harris e a convertirlo in un piano d’azione che inizierà il 20 gennaio 2021“.
Non sono ancora emersi dettagli sugli scienziati che Biden intende nominare la prossima settimana. Si prevede, tuttavia, che i suoi esperti sottolineeranno i mandati di mascheramento e i blocchi, date le critiche di Biden alle politiche di Trump e il sostegno dei Democratici alle misure draconiane.
“Non possiamo riparare l’economia, ripristinare la vitalità, o assaporare i momenti più preziosi della vita, abbracciando i nostri nipoti, i nostri figli, o compleanni, matrimoni, lauree, tutti i momenti che contano di più per noi, fino a quando non avremo [il COVID-19] sotto controllo“, ha detto l’ex vice presidente sotto il presidente Barack Obama, accennando a restrizioni più severe di quelle già attuate sotto Trump.
“Qual è il nostro mandato“, ha chiesto. “Credo che sia questo: Gli Americani ci hanno chiesto di mettere in campo le forze della decenza, le forze dell’equità, di mettere in campo le forze della scienza e le forze della speranza nelle grandi battaglie del nostro tempo“.
Biden ha proceduto a elencare diverse di queste “battaglie“, tra cui “la battaglia per assicurare la salute della vostra famiglia” e “la battaglia per salvare il nostro pianeta mettendo il clima sotto controllo“.
Ha poi menzionato una seconda volta la “decenza“, il suo sostegno per l’uccisione di bambini non nati nel grembo materno, nonostante la loro età gestazionale.
Verso la fine del suo discorso Biden ha menzionato il suo defunto figlio Beau, morto a causa di un cancro al cervello nel 2015. In questo contesto, ha citato dall’inno poco profondo della chiesa degli anni Settanta “On Eagle’s Wings” (Sulle ali dell’aquila).
“E ora, insieme, sulle ali d’aquila, ci imbarchiamo nell’opera che Dio e la storia ci hanno chiamato a compiere, con il cuore pieno e la mano ferma“, ha detto Biden.
Biden aveva già citato in precedenza la Bibbia, e aveva menzionato più volte la fede.
I sacerdoti cattolici a favore della vita hanno ripetutamente sottolineato che nessun cattolico può votare per Biden.
Il senatore Kamala Harris (D-CA), il candidato di Biden alla vicepresidenza pro-aborto, ha preceduto il suo discorso. Come Biden, non ha mai menzionato i ricorsi in corso contro la campagna di Trump contro il processo di conteggio dei voti in diversi Stati, tra cui Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Nevada e Arizona.
Harris, tuttavia, ha elogiato il processo elettorale, dicendo: “E quando la nostra stessa democrazia era al voto in queste elezioni, l’anima stessa dell’America in gioco, e il mondo che guardava, avete inaugurato un nuovo giorno per l’America“.
“Al nostro staff della campagna elettorale e ai volontari, questa straordinaria squadra, grazie per aver portato più persone che mai nel processo democratico e per aver reso possibile questa vittoria“, ha continuato. “Ai lavoratori dei sondaggi e ai funzionari elettorali di tutto il nostro Paese che hanno lavorato instancabilmente per assicurarsi che ogni voto sia contato, la nostra nazione ha un debito di gratitudine nei vostri confronti. Avete protetto l’integrità della nostra democrazia“.
“E al popolo americano che costituisce il nostro bel Paese“, ha aggiunto, “grazie per essere risultato in numeri record per far sentire la vostra voce“.
Dopo che la maggior parte dei media aveva previsto che Biden avrebbe vinto la Pennsylvania all’inizio di oggi, hanno iniziato a riferirsi a lui come presidente eletto. Il presidente Donald Trump, tuttavia, ha giurato di continuare a lottare.
Il presidente Trump ha promesso: “Non mi darò pace finché il popolo americano non avrà il voto onesto che merita e che la Democrazia esige“.
E a tal fine, ha detto: “A partire da lunedì, la nostra campagna elettorale inizierà a perseguire il nostro caso in tribunale per garantire che le leggi elettorali siano pienamente rispettate e che il legittimo vincitore si insedi“.
“Il popolo americano ha diritto a un’elezione onesta: ciò significa contare tutte le schede legali e non contare quelle illegali. Questo è l’unico modo per garantire che il pubblico abbia piena fiducia nella nostra elezione“, ha aggiunto.
“Rimane scioccante che la campagna di Biden si rifiuti di accettare questo principio di base e voglia che le schede vengano contate anche se fraudolente, prodotte, o lanciate da elettori non eleggibili o deceduti“. Solo un partito impegnato in un illecito terrebbe illegalmente gli osservatori fuori dalla sala di conteggio – e poi combatterebbe in tribunale per bloccare il loro accesso“.
Aiuta a fermare la frode elettorale: La Campagna Trump ha creato “Defend Your Ballot” (Difendi il tuo voto) per segnalare problemi elettorali. Segnalate i brogli qui o chiamate il numero 888-630-1776. Anche il progetto Veritas accetta suggerimenti per le frodi elettorali qui. L’FBI dice di segnalare i casi sospetti di frode o soppressione di elettori all’ufficio locale dell’FBI o su tips.fbi.gov.
Di Wanda Massa
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