GNOSI E MITOLOGIA ANTICRISTICA
Se dovessimo dire qual è il nemico più tenace, implacabile e pericoloso della fede cattolica, che sempre le ha attraversato la strada e ha cercato di scompigliare la sua dottrina e confondere i suoi fedeli, non penseremmo all’arianesimo, o al monofisismo, o al luteranesimo, o al modernismo, ma a un complesso sistema di credenze che esisteva da prima ancora che il cristianesimo si rivelasse nell’Incarnazione del Verbo, e che non è mai scomparso del tutto, ma ha assunto volta a volta, nel corso dei secoli, volti e nomi diversi, conservando sostanzialmente intatto il proprio nucleo: la gnosi.
Semplificando al massimo i termini del discorso, si potrebbe dire che lo gnosticismo postula l’esistenza di due principi perenni, quello della luce e quello delle tenebre, e che l’uomo è chiamato a vivere nella luce, mentre il mondo, il corpo e tutto ciò che afferisce alla vita terrena viene dal principio oscuro e quindi è maledetto e destinato alla sconfitta e alla distruzione finale. Inoltre, e questo è il secondo punto qualificante, sono destinati a partecipare alla vittoria della luce sulle tenebre solo pochi eletti, ossia gli uomini capaci d’innalzarsi al di sopra del comune livello di esistenza per mezzo di una conoscenza segreta (gnosi significa appunto conoscenza), ciò che pone gli gnostici sul terreno della magia, della teurgia, dell’alchimia e di tutte le scienze segrete mediante le quali, nel corso della storia, un piccolo numero d’individui che si credono speciali ha sempre cercato di spezzare il dominio della dimensione oscura e conquistare la salvezza con le proprie forze, invece che rimettendosi alla grazia di un potere superiore. Applicate al cristianesimo, queste idee hanno portato alla nascita di alcuni gruppi iniziatici che fanno una distinzione fra il vangelo “per tutti”, grossolano e adatto alle masse ignoranti, e un vangelo segreto, che si rivolge alle intelligenze raffinate, le quali vedono Dio, creatore del mondo, come il principio dell’oscurità e rivendicano a Lucifero, il portatore di luce, il merito d’essersi ribellato e aver indicato agli uomini la via della vera emancipazione. In pratica, gli gnostici in senso stretto disprezzano ciò che è materiale (ma non sono dispiaciuti che le masse siano immerse nel materialismo), hanno in odio la famiglia e la procreazione e ritengono che il solo modo per spegnere il principio oscuro sia quello di por fine alle nascite, mediante una specie di suicidio collettivo dell’umanità; o almeno di una pare di essa, quella insignificante, mentre loro, gli eletti, godranno i benefici del mondo nuovo. È degno di nota il fatto che questo complesso d’idee traversa tutta la storia del pensiero occidentale e prende forma in svariate religioni, gruppi e società segrete, dal catarismo alla massoneria; quelli che ci seguono da tempo avranno poi notato le impressionanti somiglianze rintracciabili fra la concezione gnostica e la filosofia di Eduard von Hartmann, alla fine del XIX secolo, della quale ci eravamo a suo tempo occuparti (cfr. l’articolo “Inconscio” è, per l’uomo moderno, l’abracadabra che dovrebbe spiegare tutto e non spiega nulla, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 27/02/18). Anche nel Novecento vi sono gruppi esoterici i quali friggono e rifriggono le vecchie idee gnostiche; e non temiamo di affermare che se ne trova traccia, e anzi se ne trova una cospicua presenza, anche nei piani dei superoligarchi del Nuovo Ordine Mondiale, i quali ne hanno fatto la base, o una delle basi, della loro visione del mondo, così come sono alla base della concezione antropologica e teologica della massoneria (quella dei livelli più alti e non quella, popolare e filantropica, dei livelli bassi).
Tra Massoni, Martinisti, Esoteristi, Occultisti, il Graal e il Priorato di Sion: Otto Rahn e la mitologia alternativa al cristianesimo!
La vicenda di Otto Rahn, degna di un romanzo o di un film (che in effetti c’è stato: The Secret Glory, 2001) illustra bene come la gnosi, e i suoi moderni cultori, rappresentino da sempre il più letale avversario del Vangelo di Gesù Cristo. Una sintesi di essa si può leggere nel libro di Lynn Picknett La storia segreta di Lucifero, di cui riportiamo il passaggio centrale (titolo originale: The Secret History of Lucifer, Robinson, 2005; traduzione di Roberto Lanzi, Roma, Newton & Compton, 2005, pp. 139-140 e 142-143):
Un ricercatore per il quale non esisteva alcun punto controverso da discutere [sul fatto che i catari fossero in realtà adoratori del demonio, come sostenuto da Montague Summers] e che aveva anche un’idea molto differente di Lucifero, era il misterioso Otto Rahn, ossessionato dall’ultima roccaforte catara di Montségur, situata alle pendici dei Pirenei, in cui circa 200 “perfecti” nel 1244 trovarono la morte dopo una resistenza contro le truppe dei crociati protrattasi per ben dieci mesi. (…) Nel Libro “Luzifer Hofgesind: Eine Reize zu den Guten Geistern Europas”, Rahn sostiene la tesi secondo la quale quelli che sono visti come gruppi correlarti – catari, templari, “troubadors” e via dicendo – facevano tutti parte di una religione gnostica incentrata sulla figura di Lucifero, da loro anche conosciuta come “Lucibel”, o sul suo equivalete europeo, Apollo, la divinità del sole. Rahn inoltre collegò la fioritura in epoca medievale della “corte di Lucifero” con alcuni miti nordici, nel tentativo di creare una religione che avesse radici europee piuttosto che mediorientali. Secondo l’ipotesi di Rahn ciò che accomunava tutti quei gruppi era il Santo Graal perché associato, in separata sede, sia ai catari che ai templari.
La tesi di laurea di Rahn presentava un’analisi critica del poeta duecentesco Wolfram von Eschenbach, autore del “Parzival”. Nonostante fosse il maggiore poetico tedesco di romanzi cavallereschi sul Graal, von Eschenbach sosteneva di aver utilizzato fonti provenienti dall’Europa meridionale: Linguadoca e Spagna. Nel suo Graal non si riconosce il simbolo cristiano, vale a dire il grande calice ricolmo del sangue di Cristo come invece si legge in racconti successivi, ma una PIETRA collegata se non proprio a Lucifero stesso, almeno ad altri angeli decaduti, sebbene lo stesso von Eschenbach non sia molto preciso su questo punto.(…)
Nell’introduzione all’edizione francese de “La corte di Lucifero” Arnaud d’Aspremont scrive: «Mentre per i comuni mortali Lucifero è sinonimo di diavolo, di Satana, ciò non valeva per Rahn. Per quest’ultimo Lucifero era Lucibel, il portatore di luce, Abellio, Belenos, Baldur, Apollo […]. Figura purissima e luminosa, Rahn desiderava che lo si riconoscesse come un ‘portatore di luce’, un ‘Lucifero’».
D’Aspremont aggiunge poi: «Non c’è nulla nell’opera di che non potrebbe essere stata scritta da un Rahn cataro o un Rahn pagano». Rahn stesso affermava che siccome la pietra era caduta dal diadema di Lucifero, la Chiesa la reclamava «per cristianizzarla». Si riteneva che la pietra conferisse la semi-immortalità: forse condizionato dalla propria mentalità concreta, Rahn la stava cercando per farne dono all’amato Führer, nel qual caso dobbiamo essere grati al fatto che la sua ricerca non abbia avuto successo.
Rahn riteneva che «l’Antico e il Nuovo Testamento, sebbene parlino di diversi anti-dio, si fondano su una sola e unica consapevolezza. L’Antico Testamento maledice la “lucente stella del mattino” mentre il Nuovo Testamento nel libro dell’”Apocalisse di Giovanni” (apocrifo) [?] ci rivela che un certo “re e angelo dell’abisso” recava “in greco il nome di Apollion”».
Rahn spiega: «Apollion, angelo dell’abisso e principe di questo mondo è il luminoso Apollo». Collega i due citando il fatto che il termine greco per indicare la stella del mattino è “Phosphorus” (Fosforo o Espero, “portatore di luce”), che «passava per fedele compagno, messaggero e rappresentante di Apollo», apparentemente il sole, il più grande portatore di luce, e che Apollo stesso veniva confuso con la lucente “stella del mattino”, il sole». Chiaramente la Chiesa, in ogni caso, sarebbe portata a considerare un antico dio del sole come sinonimo di Satana.
Rahn riteneva che la crociata contro i catari rappresentasse la guerra tra “la Croce e il Graal” e che i “Perfecti” detenessero il potere di Lucifero sotto forma di pietra verde. Potrebbe trattarsi, forse, del frutto di un’immaginazione romantica oltremodo fervida, ma c’è ragione di credere che i catari fossero realmente in possesso di un “Graal”, sebbene esso potrebbe non essere stato né una pietra, né un calice…
La risorgenza della gnosi, eterna nemica di Cristo: perchè il nemico più tenace, implacabile e pericoloso della fede cattolica è la gnosi?
La storia ha un seguito, o meglio un mistero, in appendice. Arruolato nelle SS da Heinrich Himmler, che aveva notato il suo libro sul Graal ed era un cultore di esoterismo, nel 1939, pare per disgusto di ciò che aveva visto nei campi di concentramento, Otto Rahn chiese e ottenne di venire dimesso e poche settimane dopo fu trovato morto assiderato nelle montagne del Tirolo, perché sorpreso da una bufera di neve, o eliminato dalle SS che non gli perdonavano la sua “defezione”, o più probabilmente suicida. Questa amara e brusca conclusione della carriera di uno studioso imprestato al nazismo per cause tutto sommato accidentali (Che vuoi, disse a un amico che gli chiedeva cosa ci facesse nell’uniforme delle SS, bisogna pur mangiare per vivere), ha però un’ulteriore, ancor più misteriosa appendice. Come ricorda anche Giorgio Galli nel suo Hitler e il nazismo magico (Rizzoli, 1989, p. 138), esiste anche una versione, o piuttosto una leggenda, secondo la quale Rahn sarebbe stato fatto “sparire”, simulandone la morte, per poi rimetterlo in gioco con lo stesso cognome, ma il nome di Rudolf: e sarebbe quel Rudolf Rahn che più tardi, dopo gli eventi dell’8 settembre 1943, troviamo in Italia al fianco del plenipotenziario delle SS e ambasciatore presso la Repubblica Sociale di Mussolini, il generale Karl Wolff. Catturato dagli Alleati in Alto Adige nel 1945, fu chiamato come testimone al processo di Norimberga, poi sottoposto a un procedimento di denazificazione; morirà nel 1975, dopo aver scritto un libro di memorie intitolato: Ambasciatore di Hitler a Vichy e a Salò.
Lo gnosticismo postula l’esistenza di due principi perenni, quello della luce e quello delle tenebre: sono destinati a partecipare alla vittoria della luce sulle tenebre solo pochi eletti, ossia gli uomini capaci d’innalzarsi al di sopra del comune livello di esistenza per mezzo di una conoscenza segreta (gnosi significa appunto conoscenza), e ciò che pone gli gnostici sul terreno della magia, della teurgia, dell’alchimia e di tutte le scienze segrete mediante le quali, nel corso della storia, un piccolo numero d’individui che si credono speciali ha sempre cercato di spezzare il dominio della dimensione oscura e conquistare la salvezza con le proprie forze, invece che rimettendosi alla grazia di un potere superiore!
Se ci siamo soffermati sulla figura di questo insolito e un po’ inquietante ricercatore, è stato per mostrare quanto tenace e persistente sia la ricerca di una mitologia alternativa al cristianesimo, o almeno al cristianesimo come è stato tramandato dalla Chiesa cattolica, da parte di gruppi massonici, martinisti, esoteristi, occultisti, che esistono anche ai nostri giorni e sono più influenti di quel che non s’immagini, benché la grande stampa non li nomini quasi mai e si voglia far credere al pubblico che appartengono unicamente al passato. Ai cultori della gnosi dà fastidio il mondo così com’è: lo ritengono brutto e oscuro e vorrebbero rifarlo, naturalmente contando sulle forze dell’uomo e non su Dio, che è l’autore di un tale pasticcio; e su quello di Lucifero, che ha dato il “buon” esempio della ribellione a quel Dio ingiusto e malvagio, il quale, per punirlo, lo ha cacciato dai cieli. Per cambiare il quadro di riferimento complessivo, alcuni di essi, come Otto Rahn, si sono dati da fare per “dimostrare” che il più importante mito della civiltà cristiana medievale, quello del Graal, è stato stravolto dai preti, mentre in origine il Graal non aveva nulla a che fare con il sangue di Cristo o con qualsiasi altra cosa di Cristo, ma con la corona di pietre preziose caduta a Lucifero allorché fu espulso dal paradiso. E poco importa se Chrétien de Troyes e tutti gli altri autori, a eccezione di Wolfram von Eschenbach, che scrive nel secolo successivo, il XIII, riferiscono il Graal alla Persona di Cristo. Ecco allora che i catari sarebbero stati i custodi del “vero” Graal e del potere ad esso collegato, e lo avrebbero nascosto in una grotta dei Pirenei all’avvicinarsi dei crociati. Sta di fatto che i nazisti credevano a una storia del genere, e alcuni di loro identificavano il Graal con la lancia del legionario Longino, colui che trafisse il costato di Cristo, la quale, se fosse finita nelle mani di Hitler, avrebbe conferito a costui l’invincibilità.
Lucifero dietro l’ombra del Great Reset?
Qualcuno ha anche messo in relazione questa leggenda, che collocherebbe il Graal in qualche luogo della Francia occitanica, col terribile massacro di civili a Oradour-Sur-Glane, del 10 giugno 1944, perpetrato dalla Seconda divisione corazzata SS Das Reich. Né potevano mancare le ipotesi che legherebbero tutti questi fatti al cosiddetto mistero di Rennes-Le-Cateau e al parroco Bérenger Saunièr (1852-1917), depositario, secondo alcuni, di un indicibile segreto: Saunièr avrebbe trovato, scavando nella sua “strana” chiesa, degli antichi documenti templari che proverebbero senza ombra di dubbio che Gesù Cristo era morto, era stato sepolto e non era affatto risorto. In compenso la sua discendenza reale, nata dall’unione con Maria Maddalena, emigrata in Provenza dopo la morte di Lui, si è tramandata nei secoli, ha dato origine alla dinastia dei Merovingi ed esiste tuttora, nei membri di una società segreta denominata Priorato di Sion. Secondo questo filone di ricerca, rappresentato fra gli altri dal saggista inglese Laurence Gardner, il Graal altro non sarebbe che il sangue reale che scorre nelle vene dei discendenti di Cristo. Come si vede, il filo rosso che lega tutte queste ricerche ed ipotesi, più o meno fantasiose, accomunate dalla gnosi, è sempre lo stesso: sminuire, contraffare, adulterare il Vangelo di Gesù Cristo; screditare la dottrina cattolica e la Chiesa cattolica; collegare la civiltà medievale, come tentò di fare Otto Rahn, più ai miti pagani germanici che al cristianesimo; accreditare la tesi secondo cui non c’è futuro per la civiltà, se non ci si libera della tradizione cattolica. Infine, a coronamento di tutto far vivere il culto di Lucifero sulle rovine del cristianesimo. Fantasie? Può darsi. Ma che sembrano far capolino, da vari indizi, dietro l’ombra del Great Reset…
La risorgenza della gnosi, eterna nemica di Cristo
di Francesco Lamendola
Il progetto gnostico-esoterico delle élite
Se per Karl Marx le leve del mondo erano di fatto mosse dall’Economia, e se per Carl Schmitt, invece, ogni conflitto assumeva carattere riconducibili al Politico, la complessità della natura umana, così come la storia delle grandi rivoluzioni, ha fatto emergere il carattere centrale dell’elemento religioso.
Il c.d. fattore “R”, la scelta di senso che ogni essere umano compie, volente o nolente, dal momento in cui viene al mondo, assume ricadute fortissime sul piano storico, sociale, politico, economico.
Basterebbe, a titolo di esempio, citare il noto saggio di Max Weber sul rapporto tra etica protestante e spirito del capitalismo, in verità corretto dal più nostrano lavoro di Amintore Fanfani “Cattolicesimo e protestantesimo nella genesi storica del capitalismo”, o gli studi di personalità del calibro di Augusto del Noce, di Sameck Ludovici, come anche dei laicissimi lasciti di Hans Jonas, per avere contezza dell’importanza del fenomeno.
In termini molto semplici, alla base della storia dell’Umanità, in ogni epoca, vi sarebbe un conflitto tra Verità e Gnosi, che, in ambito cristiano, viene ricondotta alla scelta per Dio o contro Dio.
Ad Ennio Innocenti si deve la precisazione e la distinzione tra vera e falsa Gnosi, ossia tra Gnosi pura, che coincide con la conoscenza della Verità che rende liberi (Gv. 8,32). E Gnosi spuria, ossia la Gnosi a cui facciamo riferimento.
Ma cosa intendiamo per Gnosi (spuria o falsa)?
Va premesso, in via molto approssimativa, che la Gnosi è quell’idea che vede la realtà del mondo come una caduta: per lo gnostico, l’Uomo è Dio, ma è stato imprigionato nella materia a causa di un inganno da parte di forze negative che hanno dato origine all’universo, alla terra, al corpo, disgregando l’unità originaria.
Tutto ciò che noi vediamo, dunque, è opera del Male.
L’essere umano, fintanto che vive su questa terra, è quindi prigioniero, in gabbia: la sua natura non è di corpo, anima e spirito, ma di puro spirito luminoso, in quanto, appunto, Dio.
L’obiettivo dello gnostico è tornare dunque alla condizione divina, tramite la conoscenza (gnosi) di questa verità che disprezza tutto ciò che è realtà materiale.
Lo gnostico, infatti, è uno spiritualista. Ciò non deve sorprendere: ricordiamo che Chesterton, con una nota battuta, chiosava: “l’opera del Cielo fu materiale, la costruzione di un mondo materiale; l’opera dell’inferno è interamente spirituale”.
Ma attenzione: soltanto una ristretta cerchia di iniziati, di illuminati, può tornare ad essere Dio. La maggior parte è destinata a restare prigioniera delle forze telluriche. Costoro, non sono degni di sapere, non sono degni della divinità, e quindi devono perire con il mondo fisico.
Anzi, dato il loro legame con la realtà materiale, hanno imbruttito sempre di più la terra, che deve essere liberata quanto prima dallo loro infausta presenza, affinché torni ad essere quantomeno una sorta di specchio del paradiso perduto, un’unità indifferenziata per pochissimi in attesa che gli eletti tornino in Alto.
Ogni forma di gnosi, sia antica che contemporanea, si caratterizza inoltre per il disprezzo nei confronti delle norme morali e nell’attacco al Diritto, che assume un’importantissima funzione katechontica: esso, infatti, non va confuso con la Legalità, ma identificato con la Giustizia che è insita nella Legge naturale. Che per la Gnosi è male o non esiste.
Ma se il Katechon viene rimosso, se la funzione del Politico viene meno, come desiderano gli gnostici, vi è il dilagare del Mistero dell’Iniquità e l’instaurarsi del dominio dell’Anti-Cristo. Cioè di Chi e di Cosa si oppone a Cristo. Ossia proprio le svariate sfaccettature della Gnosi. Ancor più chiaramente: se Cristo è Dio che si fa Uomo, l’Anti-Cristo è l’uomo che si fa Dio, che indica sé stesso come Dio e siede al posto di Dio (cfr. 2 Ts. 6-7).
Ma se è vero che la Gnosi, nel corso dei millenni, è mutata, nascondendo la sua caratteristica religiosa e diventando una forma mentis, ed assumendo così le vesti dell’idealismo, del marxismo, del malthusianesimo, dello scientismo, della rivoluzione sessuale, essa mantiene dei tratti fondamentali che consentono di rintracciarla anche negli eventi che stanno sconvolgendo il mondo in questi ultimi periodi.
Già da diverso tempo, alcune voci preziose hanno sottolineato il carattere gnostico della teoria del gender, dove il corpo è inteso come prigione per la mente, che pertanto è la sola realtà determinante ed importante, sì da modificare anche la propria realtà biologica per adeguarla all’idea che si ha di sé. Cornelio Fabro sottolineava, del resto, come tutta la Modernità, intrisa di idealismo, faccia dipendere la Realtà dal pensiero.
Ma anche l’ambientalismo, oggi nella sua versione climatista, che combatte una battaglia perenne contro la presenza nel mondo dell’uomo, ritenuto colpevole dei mali che affliggono il pianeta – concepito come Gaia, un “essere vivente” – nonché di un presunto imbruttimento, è una forma di gnosi, nonché evidente falsificazione della realtà del Peccato originale.
Né è da meno l’animalismo, che, eliminando le differenze tra uomo e animale, non fa altro che ridurre l’essere umano non eletto ad uno stato animalesco, o, persino inferiore alle bestie. O, dall’altro lato, a ripristinare l’ideale unità indistinta di marca panteista, dove tutto è Dio.
L’elenco è lungo, e potrebbe continuare.
Ciò che però dovrebbe suscitare qualche riflessione, è il carattere gnostico che sembra aver assunto la nota vicenda del COVID-19: non solo i corpi bruciati senza riti religiosi, le fosse comuni, l’isolamento e spesso l’abbandono degli ammalati o di presunti tali, ma soprattutto la dinamica dogmatica del “distanziamento”, con tanto di mascherine, guanti, plexiglas. Fino al punto che, contro ogni logica, marito e moglie sono impossibilitati a viaggiare insieme in auto.
Se ci soffermiamo a pensare, infatti, per la prima volta nella storia dell’umanità, su scala globale, si mette sotto accusa la corporalità, e si bandisce ogni contatto fisico.
L’uomo è posto sotto una teca di plastica, impossibilitato – vuoi per norme, vuoi perché terrorizzato dalla campagna mediatica – ad abbracciare, a toccare, a baciare, a stringersi la mano.
E’ uno scenario unico sulla cui possibile tentazione gnostica vale la pena interrogarsi. Anche alla luce della constatazione che lo Scientismo è Gnosi, come molti Autori hanno ben rilevato. Ed è proprio da quello Scientismo dominante, tanto da reggere oggi le sorti del pianeta e alle cui decisioni si piegano governi e popoli, che provengono queste “soluzioni”.
Una casta di eletti – ma non eletti – espressione di un potere tecnocratico senza alcuna garanzia di natura etica o controllo popolare, assume di fatto enormi poteri decisionali in virtù di una presunta conoscenza ritenuta di rango superiore che libererebbe l’umanità dalle menzogne, dalle credenze, dalle fake news. In virtù, appunto, di una forma di Gnosi, un “sapere che sa”.
“Chi è illuminato non ascolta più, perché ha già visto” sintetizza Sameck Ludovici, stigmatizzando l’atteggiamento gnostico di presunzione, di illusione di possedere la conoscenza, di chiusura alla Realtà e alla Verità.
E dovrebbe far riflettere anche l’esultanza di taluni verso un “ritorno della natura libera ed incontaminata” (dall’uomo), grazie alle chiusure disposte a causa del COVID.
Ma attenzione: non stiamo dicendo che tanti scienziati onesti, capaci, che fanno bene il proprio mestiere, abbiano artatamente ipotizzato tali “soluzioni”. Anche perché abbiamo visto la grandissima confusione che regna nel mondo scientifico.
Più semplicemente, venendo meno il ruolo katechontico della Politica, dello Ius, una forma mentis scientista e tecnocratica, presente in alcuni, o meglio nella formazione di alcuni, è dilagata, anche grazie ai mezzi di comunicazione di massa, lasciando libero sfogo alla tentazione gnostica.
Da questi “iniziati”, proviene così un attacco alla realtà corporea considerata mera entità biologica. Aggregato di cellule. Fonte del male e di contagio. E non, invece, tempio dello Spirito. Non più il corpo aristotelico, di cui l’anima è la forma.
Non più l’Uomo nel suo complesso, capace di conoscere ed amare il Buono, il Bello, il Giusto.
Capace di vivere la propria naturale socialità a contatto con gli altri. Un contatto sia morale che fisico, sia spirituale che corporeo, sia sentimentale che sessuale.
Un uomo completo, appunto. (Cfr. Benedetto XVI, Enciclica “Deus Caritas est”)1
Che oggi invece si scontra con un rovesciamento del divino “noli me tangere”, “non mi toccare!”. Solo Dio, a fin di bene, può dare quel comando di “distanziamento”. O l’uomo che crede di essere Dio. Lo gnostico, appunto.
Dimenticando però che il vero Dio, che si era fatto vero Uomo, comanda di mettere il dito nel segno dei chiodi e nella ferita del costato. Che quel vero Dio fonda tutto sulla Sua Incarnazione, santificando così la Carne, e sulla Resurrezione del Corpo. Ed è sempre presente, grazie proprio al Suo Corpo e al Suo Sangue.
Ma qui emerge l’errore spiritualista, quella forma di Gnosi – opposta ma speculare a quella pelagiana – che fa coincidere la Salvezza con un percorso intimo, personale, domestico, a prescindere dalla Realtà della Carne, e, in ambito cattolico, dei Sacramenti.
Errore grave, denunciato, tra l’altro, dalla recente lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, “Placuit Deo”, del marzo 2018.
Intanto, la Gnosi prosegue la sua battaglia.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.