In hoc vaccino vinces. E sostituisce il Sacramento
Continua l'appiattimento della gerarchia a favore dell'antidoto. Il vescovo di Novara definisce il vaccino «viatico per una vita nuova». Tra metafore e giochi di parole, il senso è sempre quello: non rinasceremo finché non ci inietteremo il vaccino. Ma un vettore mRNA ogm può sostituire persino Cristo? Ecco dove ha portato la teologia contestataria del progressismo ecclesiale così aperto al mondo fino al punto da farsi fagoticare.
Dove vai se il vaccino non ce l’hai? Il vescovo di Novara monsignor Franco Giulio Brambilla ci crede così tanto all’inoculo vaccinale da inserirlo non solo come elemento indispensabile per una rinascita della società, ma arrivando perfino a “sacramentizzarlo”. Il vaccino «come viatico per una vita nuova» l’ha chiamato nel corso del pontificale di San Gaudenzio di venerdì sera nel messaggio alla città e alla diocesi in occasione del Santo Patrono.
Un linguaggio figurato per dire qualcos’altro? Magari. Il fatto è che leggendo il testo del vescovo restano pochissimi spazi per le interpretazioni mistagogiche mentre sono assenti elementi di critica vaccinale che pure un vescovo dovrebbe fornire soprattutto se ormai l’antidoto è considerato come l’unico salvatore.
L’omelia-discorso infatti era incentrata sul tema del “rinascere”. Una rinascita che si rende necessaria perché «l’anno scorso abbiamo drammaticamente scoperto di essere mortali», così «quest’anno dobbiamo accogliere il dono di essere natali, generativi e solidali». In realtà che fosse mortale, l’uomo lo sa già da qualche annetto, però il pastore ci ha tenuto a rimarcare bene la metafora dell’uomo che aspetta in fila il suo turno per vaccinarsi prendendo a prestito l’immagine di Gesù che si mette in fila per farsi battezzare da Giovanni.
Il messaggio è chiaro: l’attesa dell’antidoto delle case farmaceutiche è come quella dei penitenti in fila per farsi battezzare da Giovanni.
Così «mentre aspettiamo il vaccino come viatico per una vita nuova, non possiamo non farci una domanda: che cosa dobbiamo lasciare dell’uomo vecchio e che cosa possiamo far rinascere nel tempo nuovo? Abbiamo qualche mese per metterci anche noi in fila tra i sopravvissuti e i salvati. Invito tutti a fissare nella mente e nel cuore che cosa non possiamo continuare ad essere e a fare come accadeva prima. Il tempo che ci separa dalla rinascita». Ma di quale rinascita parliamo? Quella dell’uomo rigenerato dal Cristo o quella del cittadino finalmente libero di uscire di casa senza mascherina? Non è dato sapere e forse è fatto apposta per confondere le acque o per includere un po’ tutto. Sì, Gesù, certo, ma vuoi mettere la sicurezza sanitaria e la pandemia sconfitta?
Insomma, il vaccino è la rinascita a una vita nuova, anzi, un viatico, termine ormai desueto nel linguaggio della neo Chiesa che rimanda alla provvisione per il viaggio e nella tradizione cristiana ha un solo, inequivocabile e incontrovertibile significato: l’Eucarestia, il pane angelico che viene donato al moribondo per accompagnarlo nel gran viaggio dell’Eternità.
Sostituirlo con un vettore a mRNA ogm è qualche cosa di più che ridicolo, forse anche un po’ blasfemo anche se su questo si giocherà facile nell’uso licenzioso e spregiudicato delle metafore.
Però è anche antiscientifico, dato che il vaccino, qualunque sia la sua efficacia e soprattutto la sua sicurezza, non potrà mai essere la pietra tombale sul covid, soprattutto viste le grandi riserve scientifiche che vengono sollevate, anche se silenziate dal mainstream.
Certo, Brambilla è consapevole che «non rinasceremo solo perché torneremo a vivere senza pericolo di contagiarci» perché «senza il corredo di una visione e di una luce spirituale la nostra rinascita sarà solo un ritorno alla spensieratezza di prima». E quale sarebbe il rischio di una rinascita così fatta? «L’abbiamo visto l’estate scorsa e si ripete ogni volta che vengono allentate le regole delle zone rosse o arancioni. Rinascere è possibile solo stando nella circolarità tra visione e chiamata. In essa l’uomo è generato alla vita adulta e potrà entrare nel futuro prossimo».
Decisamente orizzontale come posizione. Ma di un orizzonte da Sol dell’avvenir. Finché non rispettiamo i lockdown non potremo rinascere. Il vaccino, intanto ci accompagnerà alla vita nuova. Siamo di fronte a una nuova forma di paganesimo, che mescola con sapienza affabulatoria la cristologia e la vaccinologia in un tutt’uno ambiguo e scientista.
Certo, il vescovo Brambilla non è che può farsi carico di certe parole da solo, dato che il tema del vaccino come salvator mundi è ormai un grande classico di questo tempi. Con il Papa che lo indica come «imperativo morale», il giornale dei vescovi che lo chiama «dono per Natale» e un vescovo come Paglia che lo definisce addirittura «una luce nuova che si accende nel tunnel», si capisce perché anche un vescovo come Brambilla si senta in dovere di trovare parole ancora più d’effetto per farsi notare, diventando, così, ancora più realista del re e papista del Papa. In hoc vaccino vinces, sembrano dirci questi pastori. Così aperti al mondo fino a farci fagocitare. E' la teologia del bugiardino, la mistica del laccio emostatico.
Ma siamo del resto di fronte allo stesso teologo che nel lontano 1989 firmò la durissima lettera contro San Giovanni Paolo II Papa assieme ad altri 62 esponenti del progressismo ecclesiale per chiedere una svolta pastorale nel nome della libertà teologica. Oggi quei firmatari hanno fatto quasi tutti carriera. Compreso l’attuale vescovo di Novara.
E proprio in quella lettera, che costituiva uno degli attacchi più veementi al pontificato del Papa polacco, si potevano trovare frasi come questa, che letta oggi fa capire molto della svolta vaccinista e scientista della Chiesa: «Diventa urgente il messaggio del Concilio agli “uomini di pensiero e di scienza”, proprio perché i mutamenti introdotti dalle possibilità nuove della scienza provochino sempre più l’approfondimento della fede, senza spirito di intolleranza, dentro e fuori della Chiesa».
Anche a costo di sostituire Gesù con un vettore ogm del quale gli stessi scienziati non conoscono le possibili reazioni nel nostro corpo? Il Great reset partirà dunque da qui e sarà ecologico: pagine e pagine di Sacre Scritture e ora basterà un bugiardino stroppicciato.
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/in-hoc-vaccino-vinces-e-sostituisce-il-sacramento
Vaccino flop, il guru del governo evoca scenari da incubo
Com’è la situazione dopo il primo mese di vaccinazione? Siamo in una situazione No Vax, nel senso che i vaccini proprio non ci sono. L'inadempienza della Pfizer fa emergere le falle organizzative e dimostra come il vaccination day sia stata una grande operazione propagandistica. Intanto però, il guru del governo Ricciardi, dalle colonne di Avvenire, evoca scenari bellici da incubo per costringerci a vaccinarci. Come ammassare 3000 persone in un palasport o inoculare l'antidoto direttamente dall'auto. Dimostrando di non conoscere le norme base della pratica vaccinale.
Walter Ricciardi
E’ passato ormai un mese da quando le prime dosi dei vaccini Pfizer fecero il loro ingresso nel nostro Paese attraverso l’Operazione Eos, il nome della divinità pagana che rappresenta l’alba. E doveva segnare proprio l’alba di una nuova era questo arrivo con convogli militari, atti a proteggere le preziose dosi da una eventuale minaccia di sedicenti gruppi terroristici antivaccinisti.
Dopo quindi il primo mese com’è la situazione? Siamo in una situazione che potremmo definire ironicamente No Vax. Nel senso che i vaccini proprio non ci sono. La Pfeizer si sta dimostrando inadempiente rispetto agli impegni contrattuali e non sta consegnando le dosi pattuite. Una inadempienza che mostra una serie di falle organizzative di non poco conto, e che fa pensare che l’azienda non fosse ancora pronta per assolvere gli impegni presi. E fa pensare anche che il celebre Vaccination Day del 27 dicembre, con il lancio a livello europeo del farmaco salvifico, in corrispondenza proprio del Natale cristiano, sostituito dal prodotto da qualcuno definito messianicamente “luce e speranza”, fosse una grande operazione propagandistica, una anticipazione anche troppo prematura.
Oggi molte Regioni sono costrette a sospendere la campagna di vaccinazioni già iniziata sotto la supervisione del plenipotenziario Arcuri proprio per la totale mancanza delle dosi. Ciò sta inducendo frustrazione diffusa in una popolazione già duramente provata psicologicamente e già preparata ad accogliere l’arrivo salvifico del rimedio farmacologico, presentato dalla propaganda come l’unico rimedio possibile per uscire dal tunnel dell’epidemia e dei vari e ripetuti lockdown.
Oggi, chi ha confidato speranzoso nell’arrivo del vaccino, si trova a vivere in un clima di ancora maggiore incertezza, ansia, attesa. A questo punto l’arrivo, l’aspettativa del prodotto si fa disperatamente spasmodica. Qualcuno insinua che forse tutto questo è stato addirittura voluto e provocato ad arte, proprio per raggiungere le altissime percentuali di vaccinati che le istituzioni europee si aspettano.
Da questo punto di vista, sono molto significative le posizioni del professor Ricciardi, consulente speciale del Ministro Speranza, rese pubbliche nei giorni scorsi attraverso il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. L’esordio dell’articolo di Ricciardi è profondamente indicativo della posizione governativa. «Molti non amano paragonare la lotta che tutto il mondo sta conducendo contro il nuovo coronavirus a una guerra mondiale» scrive Ricciardi. «Eppure, anche se l’immagine è forte e per molti versi disturbante, credo che sia solo rifacendoci agli schemi organizzativi e mentali di una guerra che potremo veramente sconfiggere questo nemico invisibile». In effetti, proprio in corrispondenza dell’uscita su Avvenire di questo articolo, la Bussola sottolineava l’inopportunità di un linguaggio bellico e militarista, il linguaggio retorico delle “trincee” della “prima linea”, e si ricordava che se proprio si voleva utilizzare un paragone bellico, davanti al dato che vede l’Italia con il terzo peggior tasso di mortalità al mondo, si doveva evocare il ricordo di Caporetto.
Ricciardi non sembra voler fare una riflessione epidemiologica sulla situazione italiana. Preferisce confrontare il numero attuale dei morti (senza spiegarne le cause) alla seconda guerra mondiale. Poi fa una divagazione chiamando in causa gli Stati Uniti, approfittando dell’occasione per attaccare il governo Trump, responsabile a suo avviso dei tanti morti americani. Con The Donald, Ricciardi aveva ancora qualche conto da regolare, visto che nei mesi scorsi lo aveva già attaccato, suscitando le rimostranze diplomatiche di Washington.
Ora, dopo il cambio di inquilino alla Casa Bianca, per il consulente del Ministero si è invece sulla buona strada. «Non è un caso – scrive - che la nuova amministrazione Usa finalmente abbia messo l’obiettivo della vaccinazione di massa al primo posto, proponendosi di vaccinare 100 milioni di americani nei primi 100 giorni». Un milione di vaccinati al giorno. Un obiettivo piuttosto ambizioso, ma per Biden e Ricciardi raggiungibile.
E se è possibile negli States perché non qui, sembra chiedersi il professore di Igiene? E allora ecco descritta la strategia da mettere in atto nel conflitto. Secondo Ricciardi siamo come nel 1941. Quindi deve ancora venire El Alamein, la grande battaglia combattuta e persa dall’Italia fascista soprattutto per mancanza di rifornimenti. E qui la Pfeizer sta dando una mano - come stiamo vedendo - alla rievocazione storica. Ma poi arriverà il momento della riscossa. Come? Con una imponente controffensiva. «Solo un esercito ben organizzato» può vincere. Con che armi? «Oggi per noi la sfida è limitare la circolazione del virus, bloccare le nuove varianti, più contagiose, e fare una vaccinazione di massa, quanto prima e nel modo migliore».
Queste sono le grandi manovre. Uscendo dalla metafora in mimetica, da un punto di vista medico si può notare subito in questa visione una importante assenza: non si parla di cure, di potenziamento delle terapie e dell’assistenza. Ancora una volta, il virus resta qualcosa contro il quale non ci sono cure. «Limitare la circolazione del virus» nel linguaggio di Ricciardi significa nuovi e più severi lockdown.
E poi c’è la vaccinazione di massa, che è partita bene ma non è ancora sufficiente. Prescindendo dalla disponibilità del vaccino (che nel linguaggio metaforico militaresco sarebbe come prescindere dalla disponibilità di munizioni) Ricciardi sostiene che bisogna fare almeno 250.000 persone al giorno. E anche qui sorge una domanda: ammesso di avere le munizioni, abbiamo i soldati? Come si fa a fare 250.000 vaccinazioni al giorno? Ricciardi ostenta l’ottimismo della volontà: «La vaccinazione di massa rappresenta un evento senza precedenti che comporterà un impegno straordinario da parte di tutti». Si potrebbe dire che per prima cosa ciò dovrebbe comportare una organizzazione logistica di altissimo livello per l’acquisizione, la conservazione, la distribuzione delle dosi ai centri individuati dalle Regioni per l’effettuazione delle vaccinazioni. Sarà così? Saranno trovate le risorse umane, sperando che non vengano sottratte ad altri settori cruciali della sanità. Fare circa due milioni di vaccinazioni alla settimana da parte di medici infermieri e strutture sanitarie non andrà a scapito del resto dell’attività di prevenzione, diagnostica e cura?
In merito ancora alla logistica, che è un tema a nostro avviso fondamentale, Ricciardi poi illustra un piano strategico a dir poco problematico. Ammesso di avere i vaccini, ammesso di avere medici e infermieri per farli, la domanda successiva è: dove li facciamo? Negli ospedali già abbastanza affollati? Secondo quello che Ricciardi scrive sul quotidiano dei Vescovi, «i luoghi maggiormente adatti a vaccinare grandi numeri di persone sono rappresentati dai palazzi dello sport, dai padiglioni fieristici, da hangar o altre strutture che prevedano grandi spazi di parcheggio e la possibilità di accogliere le persone al coperto e di tenerle in osservazione dopo la vaccinazione».
Ma sì, riempiamo un Palazzetto da 3000-5000 persone. Non ci possono stare gli spettatori di una partita di basket, ma una massa di ottantenni sì. E il distanziamento? E le barriere architettoniche? Le scuole sono chiuse, i bar pure, i negozi anche, ma possiamo aprire e spalancare le porte ai padiglioni fieristici e gli hangar. Mandiamo gli anziani e i cardiopatici a Malpensa o a Fiumicino. E infine la perla: «Da considerare anche l’opzione di “drive through” vaccinali, cioè di luoghi dove si potrà essere immunizzati senza scendere dalla propria auto». Senza scendere dall’auto? Ma la vaccinazione è un atto medico complesso.
E’ necessario prima raccogliere l’anamnesi del paziente. Andrebbe fatta in un luogo dove sia possibile assistere una persona nei venti minuti successivi alla vaccinazione in caso di evento avverso. Sono le norme base della pratica vaccinale. Qui invece ci sarebbe una specie di catena di montaggio, con persone che sporgono il braccio dal finestrino per l’inoculazione. Uno scenario da incubo. Illustrato il quale, Ricciardi passa alla melodrammatica chiosa finale: «Non sappiamo esattamente quanto ancora ci vorrà per vincere questa guerra, ma bisogna partire subito, e bene. Muoviamoci». Nella direzione opposta, però.
Paolo Gulisano
https://lanuovabq.it/it/vaccino-flop-il-guru-del-governo-evoca-scenari-da-incubo
Pfizer blocca il vaccino-messia. Forse non lo è. — TRUMP CHIUDE. BIDEN APRE, LE PORTE DELL’INFERNO — 20 gennaio: C’era una volta in America
di Fulvio Grimaldi
Segnali di Nuovo Ordine Mondiale
– Pfizer, il colosso farmaceutico con la fedina penale più lunga dell’Anticristo, blocca il vaccino “per rivedere gli impianti” (???), dopo che da decine di paesi si sono segnalati gravissimi effetti e decessi.
– USA: colpo di Stato Democratico. Dopo le prove dei brogli elettorali, quelle della False Flag al Congresso “invaso”.
– Nella squadra di Biden tornano i neocon fautori di guerre e colpi di Stato.
– Allineati con il Deep State, i censori delle piattaforme digitali. Miliardari privati decidono chi deve parlare. Banche e multinazionali tagliano Trump e 75 milioni di elettori. Parte la caccia alle streghe.
Credo che nella storia non si sia mai visto quanto di malvagità, mendacità e inganno un ridottissimo pugno di malfattori abbia potuto infliggere al resto dell’umanità e quale gigantesca e capillare condizione di collusione e subalternità abbia saputo ottenere dal volontariato dei suoi caporali di giornata. Una specie di matrix nella quale, con la promessa del vaccino-messia, ci hanno incatenati in un sotterraneo senza aria e senza luce. Poi quando il liquido è sceso nelle nostre vene, abbiamo incominciato a star male, qualcuno a morire, e abbiamo ritrovato i nostri morti, quelli degli errori terapeutici (tachipirina, ventilazione) e quelli perduti per negazione di cure, “causa covid”.
Comporta rischi alla persona e non ne blocca il contagio, o una nuova infezione. Ma cosa è davvero?
In ogni caso, scienziati negli USA e in tutto il mondo affermano che l’mRNA nel vaccino non è scientificamente e legalmente un vaccino, dal momento che, come viene ammesso, non impedisce il contagio. Si tratterebbe di un farmaco che trasforma la cellula in produttrice di patogeni a cui gli anticorpi sarebbero chiamati a rispondere. Con frequente effetto di pericolosa iperimmunità. Per la legge e gli standard delle autorità sanitarie americane (CDC e FDA), un vaccino deve produrre immunità, ma anche porre termine al contagio. Cosa che non fa. L’argomento è stato al centro di un videoconfronto tra lo zar della pandemia e delle vaccinazioni negli USA, Anthony Fauci, e tre prestigiosi accademici: Robert Kennedy J, David Martin e Judy Mikovits
Malattie pregresse: prima non contavano, ora sarebbero decisive
Siamo abituati a tutto, ma non abbiamo potuto evitare lo sbalordimento di fronte al volteggio, degno dei trapezisti del circo di Montecarlo, dei tecnoscientifici che, di fronte alla grandinata di disastri post-vaccino, li hanno attribuiti a “gravi condizioni patologiche pregresse”. Le stesse che, per tutte le morti, due milioni e passa ad oggi, erano state rigorosamente ignorate e anche escluse, a dispetto delle evidenze, poichè era opportuno che tutto fosse ” PER COVID”. Tutti vittime solo del Covid. Casomai qualcuno si facesse condizionare da quei medicuzzi negazionisti, per i quali CON COVID 19 non si muore, a meno che il virus non sia la spintarella finale a qualche malanno davvero grave.
(l’integrale qui:
https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2021/01/pfizer-blocca-il-vaccino-messia-forse.html
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