ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 24 marzo 2021

Effetto Bergoglio

Effetto Bergoglio: meno vocazioni, preti in fuga e la basilica di San Pietro cancella le messe


Otto anni dopo, il vaticinio ha fallito. Se effetto Bergoglio c’è stato sulle vocazioni, c’è stato al contrario, come osserva oggi Libero quotidiano. Eclatante quanto ha rilevato uno studioso dell’università cattolica americana di Notre Dame. Francis Meier ha condotto una inchiesta sulle vocazioni nella chiesa americana. Nessuno dei seminaristi, secondo il suo studio, ha citato come motivo di spinta Papa Francesco.

Insomma, osserva il quotidiano diretto da Pietro Senaldi, “la convinzione di questo mondo era che questo Pontefice, con la sua vocazione al cambiamento, avrebbe generato una maggiore attrazione verso la Chiesa romana. Non è andata così, se si considera, per dire, che in Italia la percentuale di quanti si dichiarano fedeli e vanno a messa è crollata di oltre 10 punti dal 2007 ai mesi ante Covid. Le ragioni sono molteplici, ovviamente, e una è il secolarismo avanzante. Ma mai previsione si dimostrò più errata dell'”Effetto Bergoglio”.

Bergoglio e le vocazioni: seimila preti in meno

Una tendenza che il Secolo d’Italia aveva denunciato già dal novembre scorso in base a dati inoppugnabili. La pubblicazione dell’Annuario statistico ha consentito, infatti, anche di fare un bilancio sulle pecorelle smarrite nella Chiesa. Vale a dire i preti che hanno abbandonato la tonaca. Il fenomeno delle defezioni, in generale, ha interessato quasi seimila sacerdoti nel mondo nel periodo 2014-2018. Pieno periodo del pontificato del papa argentino. In particolare, l’81% delle defezioni è avvenuto in America e in Europa. Proprio dove la comunicazione vaticana arriva in modo più forte e chiaro.

Ma non finisce qui. Il blog del vaticanista Marco Tosatti denuncia in queste ore un’altra inversione singolare. La trasformazione della Basilica di San Pietro da chiesa a museo. Dal 22 marzo, infatti, “i sacerdoti possono solo concelebrare le Messe nel corpo principale della basilica al mattino tra le 7 e le 9.30 ora di Roma. Una rottura con l’usanza abituale di permettere ai singoli sacerdoti di celebrare liberamente la loro Messa quotidiana ai molti altari della basilica”.

A San Pietro dal 22 marzo quasi tutte le messe soppresse

“Il Cardinale Gerhard Müller – riporta il blog – prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha detto al National Catholic Register il 22 marzo che la direttiva avrà l’effetto di rendere il clero che lavora in Vaticano “più simile a dei funzionari e con meno identità sacerdotale”.Gli altari laterali della basilica di San Pietro erano quasi tutti privi del Santo Sacrificio della Messa questa mattina, poiché è entrata in vigore una direttiva del Vaticano che sopprime le messe individuali celebrate nella parte superiore della basilica”. Una denuncia alla quale non ha risposto la Sala Stampa della Santa Sede nè il cardinale Parolin, esplicitamente interpellati sulla questione. Il blog lascia intendere che la decisione sia stata presa direttamente da Bergoglio.

https://www.secoloditalia.it/2021/03/effetto-bergoglio-meno-vocazioni-preti-in-fuga-e-la-basilica-di-san-pietro-cancella-le-messe/

LORIS ZANATTA, “IL POPULISMO GESUITA – PERON, FIDEL, BERGOGLIO”, EDITORI  LATERZA

Un saggio di Loris Zanatta indaga accuratamente e  dettagliatamente sui ‘populismi gesuiti’ latino-americani. Ben riconoscibile il filo ideologico che lega Peron, Castro, Chavez e Bergoglio. Nella premessa la trista approvazione in Spagna della legge sull’eutanasia.

 

Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio (ormai sono passati otto anni da quel 13 marzo in Piazza San Pietro e ancora abbiamo scolpito nella memoria il commento immediato e lapidario – che ci era parso a quel momento un po’ azzardato -  del collega Giuseppe Di Leo … “Vedrai…questo rivoluzionerà la Chiesa”) è certo contrassegnato da una lunga serie di contraddizioni, derivate un po’ dal carattere assai umorale dell’inquilino di Santa Marta, dall’altra dall’habitat mentale acquisito negli anni argentini.

Per cercare di comprendere le ragioni profonde di un comportamento spesso e oggettivamente non lineare (per noi ricco di luci sì, ma abbondante anche di ombre), è bene mettersi in testa che papa Francesco vede il mondo dall’emisfero sud, al contrario dell’Occidente.

E’ uscito qualche tempo fa un saggio agile, di facile lettura e di grande sostanza, che aiuta a porsi in tale condizioni. Scritto da Loris Zanatta (docente di Storia dell’America latina presso l’Università di Bologna), è edito da Laterza Editori e si intitola in modo tanto significativo quanto apparentemente provocatorio: “Il populismo gesuita – Peron, Fidel, Bergoglio”. E Chavez? Non temete, dentro c’è un capitolo assai ampio dedicato anche al dittatore venezuelano. E, riguardo a Peron, non si ignora l’importanza di Evita, “uragano mistico”.

L’introduzione si apre con una doppia domanda di fondo: “Esiste un ‘populismo gesuita’? L’America Latina è la sua terra d’elezione?” . L’Autore non ha dubbi: “Sì, esiste e permea la storia latino-americana”. Insomma “il ‘populismo gesuita’ ha confini sfumati, ma è una realtà assai concreta, la cui portata trascende tali limiti”. In sintesi ” è un filo antico e robusto che attraversa la storia latino-americana, (…) è il filo della cristianità ispanica, della visione del mondo che plasmò per secoli l’America Latina”. Nella storia recente si è manifestato attraverso peronismo, castrismo, chavismo, che tutti hanno avuto/hanno “legami speciali con la Compagnia di Gesù”, l’ordine cui appartiene Jorge Mario Bergoglio, che approdò al ‘populismo gesuita’ “sulle ali del peronismo”, diversamente da chi lo fece suo attraverso una teologia della liberazione di impronta marxista.

Zanatta, esperto riconosciuto delle vicende latino-americane, ricostruisce nei primi due capitoli la genesi storica del ‘populismo gesuita’. Furono dapprima i missionari gesuiti - parte integrante della Conquista spagnola benedetta da Papi e re cattolici – che trasfusero nel continente la loro visione del mondo. E le reducciones nel Paraguay del Settecento la concretizzarono, con la creazione di un’organizzazione sociale e di governo etico-cristiana, in cui la vita era regolata da una sorta di ‘comunismo evangelico’. Irruppero però nello stesso Settecento le idee illuministiche che si manifestarono – specie nel secolo seguente – con i regimi liberali, i quali tuttavia non riuscirono a cancellare (solo li erosero) i presupposti religiosi dell’ ispanidad catolica. Tanto che successivamente “il grosso del nazionalismo ispanico” fu cattolico e lottò in particolare “contro il protestantesimo anglossassone”, per il corporativismo contro la democrazia liberale, “con la croce e la spada contro i partiti e il Parlamento”.

Juan Domingo Peron

Il regime di Juan Domingo Peron fu, secondo Zanatta, la prima incarnazione moderna del ‘populismo gesuita’: “Come i gesuiti nelle antiche missioni – scrive l’Autore -  lo Stato doveva plasmare il popolo, unirlo, moralizzarlo, evangelizzarlo. Il peronismo voleva ‘restaurare l’argentinità’, la cui essenza era ‘il più puro sentimento cristiano’ “. Le scuole gesuitiche erano considerate “gli organi educativi per eccellenza”, contro l’ateismo marxista e l’individualismo liberale, per l’applicazione delle encicliche sociali, “della dottrina cattolica fondata sull’armonia tra le classi” con uno Stato paternalistico garante della giustizia sociale.

Interessante il ritratto che Zanatta fa di Evita Peron, che si ispirava al gesuita e ideologo peronista Hernan Benitez: “Il suo mondo manicheo fu la più genuina espressione del ‘populismo gesuita’ argentino: tutto era per lei ‘noi’ e ‘loro’, amico o nemico; da un lato ‘gli oligarchi e il capitalismo materialista’, le ‘forze del male’; dall’altro ‘lo spirito’ peronista, (…) l’antica diatriba contro i Lumi della cristianità ispanica”. Per tale visione del mondo “il povero era ciò che rimaneva del popolo puro che il liberalismo secolare aveva corrotto. ‘Popolo di Dio’ o ‘proletariato’ era perciò il levatore della ‘redenzione’ o ‘rivoluzione’, del moto che, invocando il piano di Dio’ o le ‘leggi della storia’ l’avrebbe condotto alla terra promessa”.

Fidel Castro

E qui passiamo a Fidel Castro, che aveva ben studiato i discorsi di Peron ed era un suo ammiratore. Zanatta non ha dubbi: “Come e più degli altri ‘populismi gesuiti’ il castrismo ambì a restaurare un ordine organico, una comunità di fede, il Regno di Dio in terra “. Del resto i gesuiti avevano cresciuto Castro “a messa quotidiana, storia sacra e ritiri ignaziani”. Lui, Fidel, “ne assorbì lo zelo missionario”, perché “come loro era un cercatore d’assoluto”. Del resto durante la Rivoluzione Castro “aveva ricevuto l’appassionato aiuto del clero e dell’Azione cattolica: molti militanti passarono dalle sacrestie al regime, dalla fede cattolica a quella comunista”. E perché no? rileva Zanatta, “se Dio era per Castro “l’idea suprema di bene e di giustizia”?

Osserva ancora l’Autore: “La fede castrista si chiamava comunismo come quella peronista si chiamava justicialismo. Chiamala come vuoi, disse Castro anni dopo a Hugo Chavez, suo discepolo: ‘cristianesimo, bolivarismo’, è la stessa cosa”. E Fidel “era un fondatore di religioni, il capo di una religione politica (…) il custode della dottrina”. Da ciò lo scontro con la Chiesa: ne seguirono persecuzioni, espulsioni, scomuniche. E anche una – sostiene Zanatta – “scontata riconciliazione”, perché “il popolo comunista era in realtà il popolo cattolico; a suo modo anche il regime”. E il suo lider un tipico anticapitalista cattolico”, il cui ‘populismo gesuita’ cubano “inaridì le fonti del progresso e irrorò la pianta della povertà”.

Hugo Chavez

In Venezuela il chavismo è pure un ‘populismo gesuita’, con tutti i tratti tipici del fenomeno. Hugo Chavez – in cui a suo tempo padre Arturo Sosa Abascal (oggi papa nero) intravvide il “fulgore messianico”, un atteggiamento di entusiasmo che condivideva con tanti gesuiti venezuelani – mirava a “fondare l’unanimità politica sull’unanimità di fede, a governare gli uomini per mezzo della sua religione, della sua versione di cristianesimo”. Si riteneva “strumento della volontà divina”, fondando “un ordine teocratico”, dove “i principi del ‘populismo gesuita’ sotterravano quelli della democrazia liberale”. Eppure la furia anticapitalista di Chavez ha prodotto “ciò che voleva estirpare: povertà e disuguaglianza”.

Jorge Mario Bergoglio

Finalmente eccoci a Jorge Mario Bergoglio, nella cui storia e nella cui formazione c’è la Chiesa argentina, vincente sul liberalismo. Dio, patria e popolo è la triade dominante nell’Argentina peronista, quella in cui il giovane Bergoglio “forgiò la sua mentalità”. Precisa Zanatta: “Il peronismo di Bergoglio non era un’opzione politica, ma la naturale proiezione secolare della sua fede”. E annota più oltre: “L’identificazione con la cristianità peronista e la ‘cultura’ del popolo mise Bergoglio al riparo dalla sbornia marxista di tanti sacerdoti e teologi”. E’ vero che in Argentina la ‘teologia del popolo’ prevalse su quella della liberazione.

Per Jorge Mario Bergoglio “la democrazia di tipo liberale era frutto di una ‘cultura’ estranea al popolo latinoamericano. (…) Democrazia era la ‘giustizia sociale’, non il modo di organizzare i poteri, di esercitare la rappresentanza, di tutelare i diritti”.

Preminente in Bergoglio l’idea del popolo, una categoria “storica e mitica”, prepolitica: il popolo è quello tipico dei ‘populismi gesuiti’, perché è “colmo di pietà” e nella sua “allegria semplice” prega per “Cristo crocifisso”. Ma il popolo è minacciato di disgregazione dalla modernità liberale: agli occhi del papa argentino “il bicchiere della modernità è sempre mezzo vuoto, mai mezzo pieno: vede gli ‘scartati’, mai gli ‘inclusi’; i ‘poveri’, ma i tanti che alla povertà, un tempo universale, sfuggono; vede gli infermi e non i sani, gli analfabeti e non gli istruiti”.

Per Jorge Mario Bergoglio “l’Occidente è come tale ciò che ‘schiaccia e omogeneizza i popoli”. Qui Zanatta inserisce il tema dei migranti, centrale nel pontificato di papa Francesco e rileva: “Se l’Occidente ha perso la fede, nulla è meglio di una robusta immissione di popolo incontaminato e impregnato di valori religiosi per sanarlo. Tali sono i migranti: la più potente forza per riconquistare il mondo secolare, lo strumento delle ‘periferie’ per convertire il ‘centro’ “. Punge qui l’Autore: “Per questo non tutti i migranti suscitano uguale premura nel Papa. Rare e tiepide sono le sue parole sull’immensa diaspora venezuelana, stentorei i silenzi sui cubani morti durante le avventurose fughe dall’isola”.

Se poi passiamo alle concezioni economiche di Bergoglio, risalta il suo “La ricchezza va distribuita”. Però, annota Zanatta, “come la ricchezza di cui esige la distribuzione si crei, non è oggetto della sua predicazione”. Piuttosto per lui “non importa che i ‘poveri’ salgano sulla scala della prosperità, ma che i ‘ricchi’ ne scendano”. “Decrescita” è la parola chiave: “Bisogna “rallentare la marcia, ritornare indietro prima che sia tardi”.

Per concludere: la tradizione cattolica ispanica ha prodotto i ‘populismi gesuiti’ (da non confondere con l’intera Chiesa Cattolica e nemmeno con l’intera Compagnia di Gesù, di cui però sono certo figli). I ‘populismi gesuiti’, che nascono nelle ‘periferie’ e combattono il ‘centro’, mirano al riscatto del popolo dalle “élite corrotte”. I regimi ‘populisti gesuiti’ “ambiscono a creare l’ordine perfetto, il Regno di Dio in terra”, fondando uno “Stato etico” che “evangelizza e converte, catechizza e reprime”. I ‘populismi gesuiti’ pretendono l’unanimità del popolo, sono gerarchici, sono corporativi, nazionalisti (anche sognando la ‘Patria Grande’ latino-americana). E, fondamentale, vogliono concretizzare la ‘giustizia sociale’.

Il saggio di Zanatta offre poi tante altre riflessioni di sicuro valore e che per ragioni di spazio abbiamo ignorato. Motivo in più perché chi è interessato lo legga con calma e lo metta sul comodino così da assaporarlo sera dopo sera.


(estratto da)

https://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/1007-peron-fidel-bergoglio-il-populismo-gesuita-con-premessa-spagnola.html

Ebrei accusano il silenzio di “Francesco”






L’Associazione Israeliana “Popolo della Verità” chiede a Papa Francesco di indagare sull’accordo Pfizer-Netanyahu

Siccome alcuni lettori non hanno capito  il significato profondo di questo appello, ci tocca spiegare:

Questo appello  è sicuramente un imbarazzo  politico per “El Papa”: sono quarant’anni che la nota lobby ha messo sotto processo mediatico  Pio XII  per i suoi presunti silenzi sulla shoah e gli ebrei  sotto il  nazismo, mirando a   farlo passare alla storia come  un complice consapevole di Hitler.

Adesso siamo davanti al più grave e vergognoso mutismo di “Francesco” davanti allo sterminio decretato dai miliardari del Grand Reset, anzi peggio che  silenzio: complicità attiva al  progetto di riduzione del genere  umano, con l’adesione alla Grande Impostura della falsa pandemia, e propaganda  esplicita al mondialismo e al governo unico mondiale  – inequivocabile progetto anticristico  – come dimostra anche la sua profonda adesione all’attivismo di madame Rotschild. E a dirglielo in faccia sono ebrei per la verità.

Tanto  più che davvero in Israele,  dove  il 60% della popolazione è  stata Pfiferizzata,  persino le  fonti ufficiali  (ufficio di statistica) registrano
Forte aumento della mortalità  dopo la vaccinazione di massa

Gennaio 2020: 4.584 morti. Febbraio 2020: 3.956 morti.
Gennaio 2021: 5.439 morti (+ 18,7% rispetto a gennaio 2020). Febbraio 2021: 4.374 morti (+ 10,6% rispetto a febbraio 2020).
Tali aumenti sono superiori all’incremento osservato tra il 2019 e il 2020 (per l’intero anno): da 45.980 a 48.719 morti, pari al + 6,0%.

È soprattutto per il mese di febbraio 2021 che i dati saranno nuovamente fortemente corretti al rialzo perché i dati sono più recenti e una quota maggiore di certificati di morte non è stata ancora portata all’attenzione dell’istituto di statistica (o non ancora registrata). Inoltre, febbraio 2021 ha avuto solo 28 giorni mentre febbraio 2020 ne aveva 29. Se calcoliamo la mortalità giornaliera, troviamo 156 morti al giorno a febbraio 2021 e solo 136 a febbraio 2020 (+ 14,5% nei dati non arrotondati).




Bergoglio muto. Vietò di celebrare la Pasqua.


L’Associazione Israeliana “Popolo della Verità” chiede a Papa Francesco di indagare sull’accordo Pfizer-Netanyahu

Gli avvocati Ruth Machnes Suchovolsky e Arie Suchowolsky, dello studio legale A. Suchovolsky & Co., hanno inviato un’importante lettera a diversi destinatari, tra cui il laboratorio Pfizer, la Corte penale internazionale, la Corte suprema di ‘ Israele, la Food and Drugs Administration (FDA), il Federal Bureau of Investigations (FBI), Sua Santità Papa Francesco, la Polizia israeliana, i Procuratori generali di Israele e degli Stati Uniti, nonché diversi membri del Congresso e dei Senatori .  E’  la richiesta   di aprire un’indagine sull’accordo sul vaccino Pfizer-Netanyahu COVID-19, concentrandosi sulla sezione 4.2.6, che si occupa di rescindere l’accordo non appena viene aperta un’inchiesta pubblica. È imperativo nell’interesse della sicurezza nazionale dello Stato di Israele, della protezione e della sopravvivenza del popolo ebraico  e del mondo intero.

Israele chiede al Papa di sfidare la distopia medica

Gli obiettori di coscienza ebrei al draconiano blocco del governo israeliano e al regime di vaccinazioni obbligatorie chiedono a Papa Francesco di denunciare l’esperimento medico di massa distopico condotto sul popolo di Israele. “Il popolo ebraico ha la memoria collettiva di essere stato sperimentato [su] dai nazisti, comprese le sperimentazioni sui vaccini nei campi di concentramento”, avvertono i firmatari in una lettera del 15 marzo al pontefice chiedendo “la sospensione del prodotto sperimentale”.

La petizione denuncia “l’indiscriminato del vaccino COVID-19” come “una dichiarazione medica di guerra all’umanità, alla stabilità globale, alla sicurezza nazionale e alla sopravvivenza dell’intera razza umana”.

La lettera di 26 pagine, ottenuta da Church Militant, ha accusato il Ministero della Salute israeliano di impegnarsi in una “politica sconsiderata di vaccinazione indiscriminata di tutte le donne incinte” e di “tutti gli adolescenti” e di avere “l’intenzione di passare a tutti i bambini nel futuro prossimo ‘.
Queste politiche continuano nonostante gli avvertimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e delle riviste mediche contro l’immunizzazione delle donne incinte.
L’avvocato Ruth Machnes Suchovolsky – che ha firmato la lettera – ha detto a Church Militant che se avesse avuto un minuto al telefono con Papa Francesco, avrebbe detto: “Dobbiamo fermare la dittatura medica. Israele è sotto la dittatura medica e se non la fermiamo, il resto del mondo seguirà.

Nella denuncia presentata da A. Suchovolsky & Co dinanzi alla Corte Suprema di Israele, che accusa il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu di aver violato il Codice di Norimberga violando l’obbligo di chiedere il “consenso informato nelle prove mediche dell’ “Uomo per quanto riguarda sperimentazione con il vaccino. Il processo inizia con un midrash [commento] su un testo della Torah, che confronta l’oppressione degli israeliti in Egitto con la tirannia della nuova dittatura medica: “Molto tempo dopo il re d’Egitto morì, e i figli di Israele continuarono a lamentarsi sotto la schiavitù , e lanciarono grida. Queste grida, che la schiavitù strappò loro, salirono fino a Dio “. (Esodo 2:23).

L’antropologa ebrea Karen Harradine ha detto a Church Militant. “Nessun ebreo dovrebbe sostenere questa tirannia medica”. “La Pfizer ha già detto che Israele è il loro “esperimento “di vaccini. Considerando il Codice di Norimberga e la storia del mio popolo, è stato a dir poco negativo che la Pfizer abbia scelto lo stato ebraico per la sua nefasta esperienza”, ha detto Harradine. “Dobbiamo combattere o il presente distopico medico in cui viviamo diventerà anche il nostro futuro”, ha esortato, esprimendo la sua “delusione per il fatto che Papa Francesco abbia imposto una tirannia medica al Vaticano insistendo sui vaccini obbligatori per chiunque.”

Church Militant ha contattato l'ufficio stampa della Santa Sede per un commento, ma non ha ricevuto risposta al momento della stampa. 


di Maurizio Blondet



Pubblicato sul sito dell'Autore



http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3868_Blondet_Ebrei_accusano_silenzio_di_Francesco.html

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