ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 23 aprile 2021

Il vicolo cieco

Il Dibattito sul Concilio è un Vicolo Cieco. Il Nodo sono le Dimissioni…

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’amico e collega Andrea Cionci, che ben conoscete, ci ha inviato questo commento, un contributo alla discussione che si è sviluppata sul Concilio Vaticano II, e che riaffiora periodicamente con sempre maggiore intensità. Lo ringraziamo di cuore. Buona lettura.

§§§

Il dibattito sul Concilio è un vicolo cieco. Indagare le dimissioni di Benedetto


Caro Tosatti,

sono vari mesi che, partendo da una attenta analisi storica di Mons. Viganò – largamente condivisibile – si continua a tirare in ballo la critica al Concilio Vaticano II come se fosse la vera Magna quaestio e la soluzione dell’attuale impasse. Credo sia un grosso abbaglio e come dimostrerò, non porta assolutamente a nulla, se non a un claustrofobico vicolo cieco.

Nella progressione del modernismo, qualcuno ha voluto ravvisare in Benedetto XVI il gradino immediatamente precedente a Francesco: un po’ come paragonare una bicicletta a un treno merci, a mio avviso.

Peraltro, lo stesso Ratzinger che, come tutti, subì il momento culturale e le influenze del periodo conciliare, si emendò pubblicamente da quei “peccati di gioventù”. Gli si contesta spesso che quando era papa non provvide a scomunicare sul posto i teologi modernisti, ma la gestione “cum clava” del potere pontificio è abbastanza recente e si tende a dimenticare che il papa, una volta, era una figura soprattutto garante dell’unità della Chiesa, anche a costo di tollerare alcune “pecore rosse”. Nessuno è perfetto e anche Ratzinger avrà avuto le sue debolezze, ma, a questo punto, perché fermarsi al Concilio e non prendersela col de Lammenais (1782-1854) e il cattolicesimo liberale? Del resto, le tendenze erosive della Tradizione sono cominciate ben prima del Concilio, come ha ben illustrato, proprio su Stilum curiae, Sergio Russo.

Riproporre continuamente il piagnisteo sul Vaticano II prevede solo due soluzioni operative.

La prima è quella di salire su una macchina del tempo, tornare al 1962, narcotizzare e rapire Karl Rahner.

La seconda è quella di utilizzare la critica sul Concilio per rifondare la Chiesa cattolica, lasciando la ”sede” agli scismatici di fatto, riappropriandosi almeno della “fede”, con un discorso del tipo: “Dato che, come vi abbiamo abbondantemente dimostrato, da Pio XII  in poi non si riesce ad avere un papa degno di questo nome, ci siamo stancati: è giunto il momento per riprenderci una Chiesa cattolica romana con un vero papa che nomineremo per conto nostro. Non è che possiamo restare senza pontefice per i prossimi secoli”.

Avevo accennato a tale ipotesi qui: https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26082280/concilio-vaticano-ii-scisma-concordato-unica-via-salvare-chiesa-cattolica-tradizione.html

Visto che la soluzione della macchina del tempo pare non essere immediatamente percorribile, solo nell’ottica di ratificare uno scisma, i peana sul Concilio acquisirebbero una funzione pratica, ma a quanto pare nessuno poi ha il coraggio di proseguire su questa strada: “non si può”,  “è peccato”, “non sta bene”, “è antieconomico”, “se ne devono andare loro”, “darebbe scandalo” etc.

E allora, scusate, ma continuare con le recriminazioni sul Concilio è obiettivamente inutile e improduttivo. Come se un tizio che si trova, un giorno, ad avere un pessimo capoufficio, cominciasse a lamentarsi del corso di studi intrapreso da ragazzo: o utilizza quel discorso per trovare la forza di cambiare radicalmente mestiere (“ok, ho sbagliato tutto, ora mi apro un chiringuito alle Bahamas”) oppure si tiene il capoufficio e impara a conviverci. Non è che lamentandosi delle sue antiche scelte risolve qualcosa.

Ciò che è più dannoso, però, è che tali discorsi distraggono energie intellettuali e morali dalla VERA Magna quaestio: la validità delle dimissioni di Benedetto XVI. Lo sappiamo che è una faccenda complessa, che occorre applicarsi, documentarsi e trovare un coraggio da leoni. Ma passi avanti ne sono stati fatti per chiarire e divulgare come le dimissioni siano state annunciate – sia giuridicamente che formalmente – invalide e come non siano state mai ratificate. Anche solo impugnando un 10% di quelle presunte dimissioni, chi ne avesse davvero voglia, potrebbe verosimilmente fare tabula rasa della neochiesa. Basterebbe forse il solo canone 14 del Codice di Diritto canonico:  “Le leggi, anche irritanti o inabilitanti, nel dubbio di diritto non urgono”. Abbiamo chiesto conferma a 20 canonisti della Rota e nessuno ha risposto: segno indicativo.  https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26572387/ratzinger-dimissioni-interpellati-venti-monsignori-canonisti-validita-nessuno-risponde.html

Potrà dispiacere a molti, ma oggettivamente l’unico ad essere passato al contrattacco in piena operatività è Don Minutella, che, svincolato da ogni impaccio grazie a due (!) scomuniche, non giustificate da alcun processo canonico, di fatto è l’unico a essere sceso in campo con un esercito: ha fondato un canale social, interviene in radio e trasmissioni, amministra sacramenti una cum papa Benedicto in giro per l’Italia… insomma, fa davvero “il diavolo a quattro”. Potrà piacere o meno, ma per favore, finiamola di fingere che non esista, è abbastanza ridicolo. Se è stato scomunicato, per chiunque non ami Francesco, questo non può che essere un enorme titolo di merito. Don Minutella urla? E che dovrebbe fare un vero prete, se è vero, come sostengono in molti, che c’è un “golpe anticristico” in corso? Se non vi piace quello che dice, attaccatelo nel merito: da un leale, feroce scontro dialettico con Don Minutella non potrà che restare sul terreno qualcosa di veramente utile.

L’illusione di molti tradizionalisti è che, defunto o dimessosi Bergoglio, il prossimo conclave possa rimettere le cose a posto, magari – vista la maggioranza blindata – per intercessione divina. “Ha da passà a nuttata”, mi disse un autorevole collega, ma è una pia illusione: se Francesco non è il papa, nemmeno il prossimo conclave sarà valido, con la presenza di circa 80 cardinali invalidi. Mi pare che su questo si possa convenire.

Anche il successore di Bergoglio, perfino se fosse un sant’uomo iper-tradizionalista, si troverà con la spada di Damocle, l’atroce sospetto, di essere stato eletto da un conclave invalido. Ecco perché la questione principale, su cui dovrebbero convergere tutti gli osservatori cattolici è solo e unicamente la validità delle dimissioni di Benedetto. Quella è l’unica cosa veramente importante che dovrebbe stare a cuore persino ai bergogliani, dato che il dubbio delegittima il loro capo. Dovrebbero essere loro per primi a chiedere una “commissione d’inchiesta”, se non hanno nulla da nascondere. (Perché fanno orecchie da mercante?).

Persino la critica serrata a Francesco e a tutte le questioni della neochiesa, che senso ha? Se Bergoglio non è il legittimo papa, ed è stato messo lì dai massoni modernisti, come dicono, cosa vi aspettate, che ripristini la sedia gestatoria e la Guardia Nobile?

Oltre al nocciolo della questione dimissioni, l’unico valido argomento (laterale) di dibattito dovrebbe essere: perché nessuno si muove? Perché i cardinali non si pronunciano come dovrebbero? Cosa aspettano? Perché il clero non si ammutina in massa? E’ meglio chiedere lumi direttamente a Benedetto XVI, od organizzare un sinodo?

Queste sono le domande che contano: il fatto che Ratzinger sia modernista o meno non ha alcuna importanza e, alla fine, non conta nemmeno se lui stesso abbia organizzato delle dimissioni invalide più o meno volontariamente. Quel discorso può essere un incoraggiamento per decidersi a impugnare le dimissioni, ma il punto è stabilire se Benedetto si è legalmente dimesso o no, a prescindere da tutto, dalle sue intenzioni e persino dal fatto se Francesco sia, o no, un buon papa. Prima di giudicarlo come pontefice bisogna verificare che lo sia realmente.

Grazie per lo spazio concessomi, un caro saluto.

Andrea Cionci

23 Aprile 2021 Pubblicato da  109 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/04/23/il-dibattito-sul-concilio-e-un-vicolo-cieco-il-nodo-sono-le-dimissioni/

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.