Scegliere il bene contro il male e difendere la fede. Alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà
Condividiamo un articolo da The Wanderer dal titolo È ora di prendere posizione e difendere la fede a firma del Diacono Mike Manno, in riferimento alla devastazione della Chiesa Cattolica Romana di cui siamo testimoni. Poi, segue un articolo da Stilum Curiae dal titolo Il giardino incolto, e la metafora del bene e del male a firma di Benedetta De Vito, che anche nel suo giardino in Sardegna vede il messaggio dei tempi, che stiamo vivendo, e conclude: “La vita trionferà, il bene è più forte perché viene da Dio che ci ama. Sono contenta: tolte le male erbe, il giardino splende e sorride e così sarà anche nel mondo, dove trionferà – ed è così ne sono certa – il Cuore Immacolato di Maria”.
È ora di prendere posizione e difendere la fede
di Mike Manno, Diacono
The Wanderer, 7 giugno 2021
Sono, come si potrebbe definire, un cattolico dalla culla. Sono nato, battezzato e mandato alle scuole cattoliche da genitori che non solo prendevano sul serio la loro fede, ma cercavano di infondermi quella fede. Per la maggior parte, immagino, abbia funzionato. Mi sono diplomato in un liceo cattolico e ho frequentato un collegio gesuita.
Ero cattolico. E in seguito, su suggerimento della mia famiglia e di alcuni parrocchiani, ho iniziato a studiare per il diaconato e sono stato ordinato. Negli anni ho sviluppato un grande amore per la Chiesa, la sua storia, i suoi insegnamenti; e fin dall’inizio ho sviluppato una grande devozione per la Madonna e ho passato molto tempo a ricercare le sue apparizioni e i messaggi che le accompagnavano.
Non so se sarebbe corretto chiamarmi nerd cattolico, ma io sono tutt’altro che un apostata.
Quindi mi rattrista leggere storie quotidiane di come la Chiesa e molti dei suoi leader hanno minato la fede dei laici; e quanti di quegli stessi laici sono ora in una non così silenziosa ribellione contro alcuni degli insegnamenti più fondamentali della Chiesa. I vescovi contraddicono gli altri vescovi, i sacerdoti vengono censurati per aver detto la verità e i fedeli accettano una leadership laica che non ha la più vaga idea di cosa sia la Chiesa e di cosa la renda diversa da tutte le altre denominazioni cristiane, e non ha comprensione della ricca tradizione e storia che è la Chiesa Cattolica.
E, naturalmente, mi chiedo perché.
Se sei un lettore abituale di questa rubrica, hai visto alcuni suggerimenti nei circa cinque anni in cui scrivo questo. Quindi proverò a metterlo insieme in modo conciso, partendo dalla risposta: il principe di questo mondo, noto anche come Satana. È conosciuto con molti altri nomi, ma Satana, o il diavolo, andrà bene per i nostri scopi.
Ha successo oggi perché ha trovato molti compagni che, per disegno o per ignoranza, dietro le quinte hanno devastato la Chiesa che amiamo. Sappiamo che il diavolo è stato impegnato a cercare di sconfiggere la Chiesa fin dai tempi degli apostoli, ma ultimamente sembra che abbia alzato la fiamma.
Dopo la Riforma protestante del XVI secolo, con il suo colpo quasi fatale alla Chiesa in Europa, il movimento iniziò a frammentarsi in vari culti. C’era poi una voce crescente per un “nuovo ordine mondiale” basato su valori naturali, non spirituali. Questa nuova “religione” doveva sostituire il cattolicesimo ed è stata promossa attraverso società segrete in tutto il continente. Il principale oppositore della Chiesa erano i massoni [QUI].
Poi, una mattina del 1884, durante il pontificato di Leone XIII, il Papa apparve sconcertato e parve perdere i sensi dopo aver celebrato la Messa mattutina. Gli vennero in aiuto i suoi aiutanti e passato l’episodio raccontò loro l’accaduto.
Ha detto di aver assistito a una conversazione tra Dio e Satana durante la quale Satana si è vantato che sarebbe stato in grado di distruggere la Chiesa se solo Dio gli avesse concesso il tempo. Dio accolse la sua richiesta e gli diede cento anni. Il Papa ha poi avuto una visione dell’Inferno e ha visto l’Arcangelo Michele rispondere alle preghiere dei fedeli. Ha scritto la Preghiera a San Michele che ha disposto che doveva essere recitata dopo ogni Messa bassa in tutto il mondo. Quella preghiera è stata recitata fino a quando non è stata rimossa dal suo posto durante le riforme del Concilio Vaticano II nel 1964. Tuttavia, di recente, ci sono state iniziative per riportarla al suo posto.
Andiamo un po’ più avanti nel tempo. Nel 1904 nasce in Italia Maria Asunta Isabella Visono, in seguito nota come Bella Dodd, che presto si trasferì negli Stati Uniti. Con una mente brillante, Bella si è laureata, ha frequentato la scuola di specializzazione alla Columbia University e infine ha conseguito una laurea in legge presso la New York University. Fu durante gli studi che abbandonò il suo cattolicesimo nativo, alla fine divenne consigliere per il sindacato degli insegnanti locali e infine membro del Partito Comunista, dove alla fine è diventata membro del comitato nazionale del partito.
Dodd, che in seguito si riconvertì al cattolicesimo e rinunciò al comunismo, affermò che alla fine degli anni ’20 e ’30, in risposta alle direttive inviate da Mosca, il partito avrebbe dovuto collocare membri del partito nei seminari e nelle organizzazioni della Chiesa per distruggere la Chiesa dall’interno . Ha anche affermato che lei stessa ha inserito numerosi compagni di viaggio nei seminari degli Stati Uniti.
È tutto interessante da ascoltare, un po’ spaventoso, ma interessante. Quindi, come si inserisce tutto questo in quello che sta succedendo ora? Tenere conto:
Ad Akita, in Giappone, Maria disse a Suor Agnes Sasagawa nel 1973: “L’opera del diavolo si infiltrerà anche nella Chiesa in modo tale che si vedranno cardinali opposti a cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e osteggiati dai loro confratelli… la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore» (Mons. John Shojiro Ito, Vescovo di Niigata, ha riconosciuto “il carattere soprannaturale di una serie di misteriosi eventi riguardanti la statua della Santa Madre Maria” e in una lettera pastorale del 1984 ha autorizzato “la venerazione della Santa Madre di Akita” all’interno della Diocesi Cattolica Romana di Niigata).
San Pio X, vedendo la Chiesa assediata dal modernismo, scriveva nella Pascendi Dominici gregis nel 1907: “Mettono in atto i loro disegni per il disfacimento della Chiesa. Quindi il pericolo è presente quasi nelle stesse vene e nel cuore della Chiesa, la cui ferita è tanto più certa per il fatto stesso che la loro conoscenza di Lei è più intima. Inoltre, non pongono la scure ai rami e ai germogli, ma alla radice stessa, cioè alla fede e alle sue fibre più profonde”.
Papa Pio XII ha avvertito: “Sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questa insistenza di Maria sui pericoli che minacciano la Chiesa è un monito divino contro il suicidio dell’alterazione della fede”.
E naturalmente c’è il commento di Papa Paolo VI nel 1972, quando l’enciclica Humanae vitae del 1968 veniva respinta da sacerdoti, vescovi e cultura: “Il fumo di Satana è entrato nella Chiesa”.
Certo che potrei andare avanti, ma penso che tu abbia capito il mio punto. Satana sta usando ogni arma a sua disposizione per infiltrarsi nella Chiesa e distruggerla. E ora ci chiediamo perché c’è così tanta confusione in corso, perché molti vescovi non assumono posizioni ferme sulle principali questioni dottrinali che la Chiesa deve affrontare, e desiderano invece “dialogare” con i dissidenti invece di insistere sull’ortodossia.
E su cosa dovremmo “dialogare”? Mettere in discussione l’umanità di un bambino nel grembo materno? Discutere sul motivo per cui una persona può scegliere il suo genere e cambiarlo a piacimento? O perché tua figlia adolescente è costretta a fare la doccia con il ragazzo in fondo all’isolato dopo la lezione di ginnastica? È quello che alcuni chiamano “relativismo”?
Ad ogni modo, è tempo di prendere posizione e scacciare gli infiltrati. Vescovi, clero e laici devono attenersi alla verità universale della fede cattolica. Potrebbe non renderci popolari, ma come ha detto Gesù, se ci odiano è perché prima hanno odiato lui. Un po’ ti mette in buona compagnia, vero?
Puoi contattare Mike via Email [QUI] e ascoltare il suo programma radiofonico, Faith On Trial, ogni giovedì su Iowa Catholic Radio.
Il giardino incolto, e la metafora del bene e del male
di Benedetta De Vito
Stilum Curiae, 8 giugno 2021
Quando il conte veneziano Luigi Donà delle Rose costruiva il suo sogno a Porto Rotondo e in Sardegna c’erano ancora i “banditti”, le donne sempre in lutto e gli uomini in completo di fustagno, mio padre, insieme a due ingegneri come lui, presa l’orientale sarda allora deserta, scese a sud di Olbia e si trovò naso a naso con Tavolara, un’isola rosa e celeste che sembra un pezzo d’alpe con i piedi nel mare. Lì, in terraferma, comperò un pezzo di roccia arrampicato sull’aldia bianca e ci costruì una casa-capanna di cotto, gesso e legno, chiamandola la nostra villa al mare. Lì ho passato lunghe estati solitarie, senza tv né telefono e lì ho incontrato, piccolissima, il Signore. Ma la storia che vorrei raccontare non riguarda la mia infanzia (e per fortuna dirà qualcuno), né la notte in cui mi trovai davanti all’infinito e alle stelle, lassù, che mi parlarono, facendomi correre un brivido sulla schiena e liberando il mio cuore dalla prigionia del mondo, ma è quanto mi ha raccontato, in questi giorni miei sardi, tornata nell’incanto di allora, il giardino che ricama tutt’attorno la casa e che, per dodici anni, per motivi che terrò riposti nell’armadio del cuore, è stato lasciato allo sbando, divorato dall’incuria e dall’abbandono.
Dunque, eccomi qui, alta sull’aldia, con il mio bel completino di attrezzi, guanti, rastrello, zappetta, che mi serviranno per diserbare, pulire, tagliar rami e cime e ridare lo smalto antico alle erbe care che portano i bei nomi che mi insegnò mia madre: ecco il plumbago dai fiori cilestrini che sembrano farfalle posate sul ramo, la lantana con i suoi cappellini a fiori piccini dai colori d’agrume, il ginepro odoroso, il mirto spettinato, con le sue bacche succose. Ho cominciato, va da sé, con le aiole che costeggiano le scale di legno dell’entrata, pensando che mi sarei limitata a fare una romanella e a pulire lì dove cade l’occhio dell’ospite che verrà. Invece, man mano che strappavo a viva forza le secche erbacce, creando dei piccoli covoni di paglia e fiori, i cespugli e gli alberelli più lontani parevano chiamarmi, mentre, nel cielo svolazzava, nella sua tutina azzurra e nera, la ghiandaia di casa. “Vieni, vieni a vedere, finalmente sei qui, da tanti anni ti aspettavamo”.
“Arrivo, arrivo”, ho risposto e via verso la boscaglia. Ed è lì che ho trovato le gramigne più cattive, che avevano già attaccato i rami più bassi di un bosso ed erano salite più su lungo il fusto di un olivastro d’argento. E poi, girando lo sguardo, eran qui e lì e dovunque, con le loro sciarpe di foglie secche. “Non vedi, ci strangolano?”, piangevano gli alberi e mi chiamavano anche gli altri, a gran voce, chiedendomi di liberarli. E guardando le male erbe ho notato che ce ne sono di tre tipi. La prima, bellina, pare una piantina a modino, con certe foglioline leggere che a toccarle, però, par di aver tra le dita il vinavil. La seconda ha l’aspetto di un innocuo alberello che, però, nel sollevarsi si fa serpente e, in metamorfosi, si involtola a spire e soffoca la vita. La terza è cattiva fin da principio. Ha le spine sul dorso e le foglie a forma di cuore, un cuore di spine. Tutte e tre, come vampiri, saltano addosso a cespugli e alberi, e, uccidendo l’ospite, raggiungono il sole. E sono, in metafora, i tre tipi di tentazioni che noialtri si incontra per la via…
Così, dichiarata la guerra alle male piante, mi sono data da fare e ogni giorno, mattina e sera, sono lì che stacco, strappo, taglio, recido, restituendo la libertà alle mie fronde sarde. E oggi pomeriggio, mentre me ne stavo seduta in un canto a riposare, con i gatti matti intorno alla ricerca perenne di mettere qualcosa tra i denti, d’un tratto, ho capito che anche noi siamo come quegli alberi attaccati dalle male piante, che, stringendoci un laccio al collo, ci spingono verso il burrone e la morte. Sì, è così, io, qui non ho la televisione, ma le code per i vaccini mi paiono la coda di bimbi che il pifferaio magico portò via dal villaggio e in una grotta senza uscita…
La gramigna di Satana ha, restando nella metafora, prima eliminato il Giardiniere, cioè il Signore, poi piano piano, appiccicosa, serpentina, cattiva, ha creato la paura, offerto un finto rimedio e soffocato il bene, chiamandolo male e ora si appresta, ma è una pia illusione la sua (perché il dragone è sempre perdente) a uccidere la vita.
Oddio, mi alzo in piedi. Respiro. Eh sì, in tutti questi anni, anche nel bel giardino sardo, si è combattuta una guerra sotterranea tra il bene e il male. Eppure, nonostante tutto, anche se il male era lì tutto il tempo, nelle sue odiose spire, la vita ha trionfato lo stesso: gli alberi verdi. Io, cieca, non mi sono accorta di nulla. Come cieca e addormentata mi pare l’umanità che vede bianco di vita lì dove il nero la veste di morte. E mi chiedo se strapperebbero le lantane e non le gramigne. Sorrido tra me mentre riprendo il lavoro.
La vita trionferà, il bene è più forte perché viene da Dio che ci ama. Sono contenta: tolte le male erbe, il giardino splende e sorride e così sarà anche nel mondo, dove trionferà – ed è così ne sono certa – il Cuore Immacolato di Maria.
La strada per il Paradiso
Abbiamo visto ieri che senza una chiara idea di bene e di male non è possibile nenche affermare con certezza chi sia o meno malvagio.
Eppure il mondo moderno ha esattamente questa pretesa: decidere cosa sia buono e cosa sia malvagio.
Non solo; ma presume di poter raggiungere questo bene con le sue sole forze. E’ una conseguenza ovvia del rifiuto di riconoscere qualcosa di più alto: se il Paradiso esiste, deve essere raggiungibile con le sole forze umane.
Il negare che il Paradiso esista non può che condurre al cinismo, all’edonismo spicciolo, alla forza usata per procurarsi brevi attimi di piacere. O alla disperazione.
Il pensare che esista e che sia umanamente raggiungibile porta all’ideologia; a individuare la ragione per cui non si riesce ancora a realizzare in un nemico da combattere. Negli ultimi due secoli i cimiteri sono stati riempiti da tutti questi ostacoli eliminati sulla via del progresso.
Ma il bene e il male sono solo apparentemente questione di libertà; sono questione di verità.
O Signore, difendimi dall’uomo che ha eccellenti intenzioni e cuore impuro: perchè il cuore è su tutte le cose fallace, e disperatamente malvagio.
T.S.Eliot, Cori da “La Rocca”
Vi darò una mia definizione. Per me il bene e il vero coincidono. Fa il bene chi aiuta il vero delle cose ad affermarsi; il male chi lo nega.
Il bene diventa dunque qualcosa a cui aderire. Ma questa adesione non è mai semplice, o definitiva. L’uomo continua a cercare di riformulare il concetto di bene per farlo assomigliare a ciò che lo avvantaggia di più. Ogni riformulazione lo allontana dal vero, e quindi dal bene stesso.
Da soli dunque non riusciamo ad uscirne. Saremmo fregati, se l’universo fosse indifferente, stretti tra la disperazione e l’utopia. Urleremmo come il “cercatore d’avventura” della canzone dei Queen
Non chiedo molto, l’ho udito dire
Devo trovarmi un futuro, andate fuori dai piedi!
Voglio tutto, voglio tutto,
Voglio tutto e lo voglio ora!
Queen, “I want it all”
Reattività pura, contrapposta all’attesa che qualcosa, o Qualcuno, arrivi, e ci mostri la maniera di arrivare, alla fine, a questo Paradiso.
https://berlicche.wordpress.com/2021/06/08/la-strada-per-il-paradiso/
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