Mentre i vescovi diocesani considerano come attuare il motu proprio di Papa Francesco sull’uso della Messa tradizionale in latino, l’arcivescovo di San Francisco ha detto che continuerà ad essere disponibile nella sua chiesa locale.

Un articolo di Christine Rousselle, pubblicato sul Catholic News Agency, nella mia traduzione. 

Cordileone Salvatore, arcivescovo di San Francisco (USA)
Cordileone Salvatore, arcivescovo di San Francisco (California, USA)

 

Mentre i vescovi diocesani considerano come attuare il motu proprio di Papa Francesco sull’uso della Messa tradizionale in latino, l’arcivescovo di San Francisco ha detto che continuerà ad essere disponibile nella sua chiesa locale.

L’arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco ha detto alla CNA il 16 luglio che “La Messa è un miracolo in qualsiasi forma: Cristo viene a noi nella carne sotto l’aspetto del pane e del vino. L’unità sotto Cristo è ciò che conta. Perciò la Messa tradizionale in latino continuerà ad essere disponibile qui nell’Arcidiocesi di San Francisco e fornita in risposta ai legittimi bisogni e desideri dei fedeli”.

Sembra che le Messe Latine Tradizionali nelle diocesi di tutti gli Stati Uniti siano in gran parte destinate a continuare come previsto, mentre i vescovi preparano le risposte alla Traditionis Custodes.

Il motu proprio afferma che è “competenza esclusiva” di ogni vescovo autorizzare l’uso del Messale Romano del 1962 nella sua diocesi.

Esso stabilisce anche le responsabilità dei vescovi le cui diocesi hanno già uno o più gruppi che offrono la Messa nella forma straordinaria, incaricando i vescovi di determinare che questi gruppi non neghino la validità del Vaticano II e del Magistero.

I vescovi sono incaricati di “designare uno o più luoghi dove i fedeli aderenti a questi gruppi possano riunirsi per la celebrazione eucaristica (non però nelle chiese parrocchiali e senza l’erezione di nuove parrocchie personali)”.

Il sentimento dell’arcivescovo Cordileone è simile a quello di altri vescovi. 

Il vescovo Edward Scharfenberger di Albany ha scritto che “Per quanto riguarda la celebrazione della Liturgia Romana prima delle riforme del 1970, vorrei ribadire il grande bene pastorale e spirituale che è stato sperimentato da coloro che sono stati e che sono impegnati in questa forma di Liturgia. Vorrei anche riconoscere i molti preziosi contributi apportati alla vita della Chiesa attraverso tali celebrazioni”.

Ha aggiunto che lui, insieme agli altri vescovi, è stato consultato l’anno scorso in merito alla Messa latina tradizionale: “Questa è stata debitamente completata e spedita, anche se, per quanto ne so, finora non è stata fornita alcuna sintesi delle varie risposte dei vescovi. La mia risposta ha fornito dettagli sulle attuali disposizioni ed esperienze all’interno della Diocesi; così come altri punti, come quelli menzionati nel paragrafo precedente”.

La diocesi di Arlington ha detto alla CNA che tutte le parrocchie che avevano previsto di offrire messe nella Forma Straordinaria saranno in grado di farlo. 

“Il vescovo Burbidge ha letto il motu proprio riguardante il Messale del 1962”, ha detto una dichiarazione di Billy Atwell, responsabile delle comunicazioni della diocesi di Arlington.  

“Lo esaminerà in modo più dettagliato e offrirà ulteriori indicazioni ai nostri sacerdoti nel prossimo futuro. Le parrocchie attualmente programmate per offrire la Messa nella Forma Straordinaria questo fine settimana hanno ricevuto il permesso di farlo”.

Il vescovo Thomas Tobin di Providence ha definito il motu proprio “sia una sfida che un’opportunità”. 

“Nella diocesi di Providence lo studieremo e lo attueremo insieme, pacificamente e con la preghiera. Ma soprattutto, affermeremo il nostro amore per la Santa Messa, e la nostra unità in Cristo e nella sua Santa Chiesa”, ha detto. 

Al Nuovo Movimento Liturgico, Gregory DiPippo ha osservato che il motu proprio è stato pubblicato in occasione della festa di Nostra Signora del Monte Carmelo, e che “quando gli ordini mendicanti come i Carmelitani emersero nel 13° secolo, come parte del movimento di riforma in corso all’interno della Chiesa, furono attaccati su vari motivi dai rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche più consolidate, che non amavano che la loro decadenza e compiacenza fossero sfidate dalla vitalità evangelica del nuovo movimento. Semper idem”.

“Se amate la Chiesa e la liturgia tradizionale, prendete una devozione mariana, se non ne avete già una, e fatevi l’intenzione di chiedere l’intercessione della Vergine per sciogliere questo nodo di grave ingiustizia. Allo stesso modo, invochiamo continuamente l’intercessione di San Giuseppe, che onoriamo con il titolo di Patrono della Chiesa Universale, che ha estremo bisogno della sua potente protezione, e di San Pio V, il cui Messale rimane l’espressione più autentica della lex orandi della Chiesa Romana”.

Di Sabino Paciolla