ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 luglio 2012

De corvis


"Una buona notizia, la liberta' provvisoria", ha detto da parte sua la Radio Vaticana commentando il comunicato relativo alla decisione presa sabato 21 luglio dal giudice istruttore del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano, professor  Piero Antonio Bonnet. E nello stesso servizio l'emittente ha riportato le frasi con le quali  l'altro avvocato difensore, Carlo Fusco, ha voluto precisare che il maggiordomo spergiuro "e' stato  sempre mosso e ed e' mosso tuttora dal desiderio di fare qualcosa che fosse un atto di aiuto, un atto di amore, potremmo dire, nei confronti del Santo Padre".
"Una buona notizia, la liberta' provvisoria", ha detto da parte sua la Radio Vaticana commentando il comunicato relativo alla decisione presa sabato 21 luglio dal giudice istruttore del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano, professor  Piero Antonio Bonnet. E nello stesso servizio l'emittente ha riportato le frasi con le quali  l'altro avvocato difensore, Carlo Fusco, ha voluto precisare che il maggiordomo spergiuro "e' stato  sempre mosso e ed e' mosso tuttora dal desiderio di fare qualcosa che fosse un atto di aiuto, un atto di amore, potremmo dire, nei confronti del Santo Padre". E' del tutto diverso, ovviamente, il caso del sacerdote Giangiacomo Ruggeri ripreso in spiaggia il 12 e 13 giugno scorso a Torrette di Fano dalle telecamere della Polizia di Stato mentre assumeva atteggiamenti non corretti verso una ragazza di soli 13 anni. Ma accomuna le due vicende il tentativo della difesa di accreditare sui media un'immagine positiva della persona coinvolta: "e' un uomo di fede, una fede vissuta in grandissima trasparenza", ha dichiarato l'avvocato Sposito, legale di don  Ruggeri, "un uomo - ha tenuto a ricordare - sottoposto ad un' indagine, tuttora in corso".L'avvocato ha anche evidenziato che "sul web vengono riportate alcune presunte descrizioni dell'atteggiamento mostrato dal suo assistito nell'immediatezza della notifica dell'ordinanza di custodia cautelare" che "sembrano frutto di perizie sommarie e atecniche". "Qualunque esternazione possa aver fatto il mio assistito al momento della notifica - ha aggiunto il legale pesarese con parole che richiamano molto quelle dette dagli avvocati del maggiordomo traditore del Papa - essa e' da ricondurre ad un contesto di grandissimo stress psico-fisico e non puo' certo costituire strumento per giungere a conclusioni inevitabilmente affrettate".Secondo l'avvocato Sposito - cosi' come per i legali di Paolo Gabriele - le prove contano relativamente, cio' che conta e' l'immagine positiva dell'assistito: "qualunque riscontro oggettivo necessita - ha affermato Sposito - di opportuna valutazione e non puo' mai, ancor meno prima di un confronto tra tutte le parti, essere considerato inequivoco". In sostanza, anche se ci sono documenti filmati e la legge parla molto chiaro sugli atti sessuali compiuti su minori di 14 anni, per l'avvocato di don Ruggeri,  "qualunque riferimento a forme di violenza nei confronti della minorenne sono destituite di ogni fondamento". E, analogamente, i legali del maggiordomo sostengono che nemmeno il reato di "furto aggravato" possa essere provato con il ritrovamento in casa di Paolo Gabriele di una mole ingente di documenti sottratti dall'Appartamento Pontificio. Strategie difensive speculari quelle scelte dai legali nei rapporti con i media (che ancora una volta si dimostrano poco attrezzati quanto a capacita' critica) pur in casi cosi' diversi, anche se entrambi drammatici e, almeno secondo me, estremamente gravi sotto il profilo penale, nonostante si cerchi derubricare i reati commessi. Un tentativo che trova come fertile terreno di coltura una mentalita' perdonista (e molto negativa) ancora diffusa nella Chiesa Cattolica, dove abbiamo visto a causa di essa il proliferarsi dei casi di pedofilia. Si dimentica facilmente che c'e' una vittima (il Papa per il furto dei documenti e soprattutto la violazione del suo ministero di pastore supremo con un atto che ha ferito tutti i cattolici, e, nel caso di Fano, una bambina di 13 anni) e un aggressore (in Vaticano il maggiordomo e a Fano il prete che sui media locali si vuol far passare come un "fidanzatino" e che il padre stesso della tredicenne definisce in una sconcertante intervista "una brava persona un po' esuberante"). Il perdono cristiano non e' cancellare responsabilita' ma riaccogliere il fratello che ammette l'errore, paga per questo, e vuole convertirsi, cioe'  non puo' essere un atto dovuto ma il punto d'arrivo di un percorso di conversione. E cosi' le riflessioni piu' appropriate che io abbia trovato in queste ore sono proprio quelle di un sito internet che ripropone una riflessione sulle "crisi esistenziali" scritta, in tempi non sospetti e con un inquietante sdoppiamento di responsabilita',  proprio da don Giacomo Ruggeri, righe che potrebbero essere anche lette come una richiesta di aiuto che nessuno ha saputo cogliere. "Non sono solo i giovani - si legge nel post - ad essere in crisi. Lo sono anche gli adulti quando rinunciano a scegliere, ad assumersi responsabilita' e impegni". La via di salvezza per i giovani, e non solo per loro, dunque, contrariamente a quel che sostengono gli avvocati difensori di Gabriele e Ruggeri, e' l'ammissione delle colpe, cioe', spiegava il sacerdote, "riconoscere che senza l'umilta' non si viene innalzati; se non si impara a tendere la mano si crescera' nell'idolo della propria immagine che puo' tutto. E invece non puo' nulla. Ben venga, allora, la crisi esistenziale (...) se questa puo' servire a far prendere coscienza che la forza (di ciascuno, ndr) dipende dal chiamare per nome cio' che vive in lui.Con onesta' e condivisione".
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=6016&ID_blog=242&ID_sezione=524



A proposito di corvi

Sul seguitissimo "Papa Ratzinger Blog" scrive il vaticanista Salvatore Izzo, uno dei più autorevoli analisti di questioni ecclesiastiche:"E' un uomo sereno, si affida alla Provvidenza. D'altronde e' un uomo di fede". Sono le parole che l'avvocato difensore, Cristiana Arru, ha utilizzato per descrivere ai giornalisti lo stato d'animo di Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele del Papa, che dopo 60 giorni di arresti nella caserma della Gendarmeria vaticana ha ottenuto i domiciliari. 

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