ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 20 marzo 2013

Francesco: cambiare lo stile del papato è facile…

Cambiare il Vaticano un po’ meno




Come capo della Chiesa cattolica, papa Francesco è molto di più che il suo semplice leader spirituale. Egli è anche il capo di uno dei governi meno trasparenti della Terra, che regna sull’ultimo impero veramente globale che è allo stesso tempo il più piccolo Stato sovrano del mondo, meno di mezzo chilometro quadrato nel cuore di Roma, circondato da alte mura.

E se il potere del Papa è assoluto, anche l’apparato Vaticano e la Curia sono potenti, troppo potenti. Se Francesco vuole cambiare questo stato di cose deve fare i conti con i centri di potere interni al Vaticano che ruotano intorno al denaro (leggi: Ior), alla gestione dell’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa, alla distribuzione di risorse, alla politica estera, l’ideologia e la dottrina della Chiesa.
Sotto il Papa, un gruppo ristretto di potenti cardinali guida nove congregazioni, incluse quelle che governano gli ordini religiosi, le attività missionarie nel mondo, la liturgia e la nomina dei vescovi e dei 12 Consigli Pontifici.
“Riuscite a immaginare una multinazionale delle stesse dimensioni guidata da uno staff così ristretto? È semplicemente incredibile”: a parlare è il cardinale di Vienna Christoph Schönborn, uno dei papabili del conclave appena concluso.
Questa sarà una delle sfide più difficili per papa Francesco, che insiste nel definirsi “vescovo di Roma”: una riforma costituzionale del Vaticano. Rendere il ruolo del Papa quello di un “primus inter pares”, meno monarca assoluto e più “presidente”, delegando e decentrando il governo della Chiesa tramite un rafforzamento del ruolo sul territorio dei vescovi e una distribuzione delle cariche su uno “staff” meno ristretto di quello attuale.
http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/papa-francesco-cambiare-stile-papato-facile-cambiare-vaticano-1507905/

Nelle 1330 parole dell’omelia della messa d’inizio pontificato di Jorge Mario Bergoglio, la parola “papa” è ricorsa una sola volta. Il nome di Pietro quattro volte. Vi ha dominato invece, dodici volte, il nome di Giuseppe. Che la mansione di “custode” della Sacra Famiglia impersonata dal padre putativo di Gesù sia stata assunta come emblematica della funzione papale è un altro degli strappi introdotti dal successore di Benedetto XVI.
Naturalmente papa Francesco non ha omesso di ricordare che Cristo il “potere” l’ha dato a Pietro, non ad altri. Ma il “servizio” amorevole in cui ha detto che si concreta tale potere è lo stesso di tutti i discepoli di Gesù. È come se la presenza alla messa d’inizio pontificato del patriarca ecumenico di Costantinopoli, per la prima volta dopo lo scisma del 1054, abbia indotto Bergoglio a tacere, invece che a dire, lo specifico dell’ufficio petrino.
Paradossalmente, il nuovo papa ha detto molto di più sull’ufficio petrino – e di più consistente – nel suo primo apparire sulla loggia della basilica di San Pietro, dopo l’elezione.
Ma dopo essersi presentato come “vescovo della Chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le Chiese”, egli ha poi insistito, nei giorni seguenti compresa la messa d’inizio pontificato, solo sul primo elemento del dittico, quasi avesse timore a guardare oltre lo spazio romano, all’intero orbe cattolico che egli è stato chiamato a presiedere. Ha persino evitato di salutare in più lingue, dopo il suo primo Angelus domenicale.
Sicuramente, si è già intravisto in papa Bergoglio un forte profilo di vescovo “defensor civitatis”, ortodosso nella dottrina e nei costumi e protettore del proprio popolo dall’arbitrio del sovrano e dalle insidie del Diavolo, del quale non ha paura di parlare.
Ma nello stesso tempo alcuni suoi gesti hanno acceso nell’opinione pubblica dentro e fuori il cattolicesimo cattive tentazioni: dalla liquidazione del governo centrale della Chiesa alla scomparsa del titolo di papa, dall’avvento di una “nuova Chiesa” spirituale alla umiliazione della bellezza che celebra Dio, cioè della simbolica di riti, abiti, arredi, edifici sacri. La modesta “ars celebrandi”, senza forza né splendore, della messa inaugurale del 19 marzo non ha aiutato a fugare quest’ultima tentazione.
Ma conoscendolo da una vita come pastore austero, netto nel giudizio, misericordioso nel tratto, c’è la certezza che papa Bergoglio immetterà questa sua tempra nella pienezza simbolica e politica del “vicarius Christi”. Tutto l’opposto del facile “francescanesimo” alla moda, che tanti gli applicano.
Pietro De Marco, in un suo commento pubblicato oggi sul supplemento fiorentino del “Corriere della Sera”, fa notare che “l’Argentina, come ogni parte dell’orbe cattolico, è ‘provincia’ rispetto a Roma, come lo era la Polonia di Karol Wojtyła. E come Wojtłyla riversò la sua forza di vescovo combattente in patria nella funzione universale di successore di Pietro, così l’ufficio plasmerà Bergoglio come papa che presiede nella carità tutte le Chiese”.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/03/19/sotto-la-custodia-di-san-giuseppe-appunti-sul-nuovo-papa/

Appello al capo del Vaticano

Leopoli (Ucraina), 16 marzo 2013

Santo Padre Francesco I

Città del Vaticano

Santo Padre Francesco,
se vuole o no, Lei sta davanti al fatto che la Chiesa Cattolica, con il gesto d’Assisi e la beatificazione di Giovanni Paolo II, ha cambiato il suo insegnamento e ha accolto  un vangelo diverso da quello che aveva predicato San Paolo Apostolo e tutti Santi Apostoli. Si tratta di sincretismo con le religioni pagane. Giovanni Paolo II salvo altre negazioni pubbliche del Vangelo, ha permesso ad Assisi togliere le croci nelle chiese e collocare la statua di Budda sul tabernacolo come anche venerarla come Dio! Questa è una apostasia evidente. Il suo modo di pensare apostatico ha seguito tutta la gerarchia cattolica, sacerdoti, teologi e di conseguenza loro hanno introdotto un insegnamento nuovo tra i fedeli cattolici, cioè, non è necessario più predicare Gesù Cristo come unico Dio e Salvatore. Altrettanto che per salvarsi non bisogna accogliere e credere in Cristo, perché secondo quel nuovo vangelo ogni persona si salva nella propria religione, basta che “sinceramente confessa” la propria fede.  Questa è la negazione dell’insegnamento di Gesù Cristo, della sua morte redentrice sulla croce e la profanazione di milioni martiri.
Avete perso la consapevolezza in che maniera si salva la persona. Avete rinunciato alla verità immutabile del Vangelo, cioè che la persona si giustifica e si salva per la fede salvifica in Gesù Cristo, la quale lo unisce a Lui. Questa unione con Gesù è causata da osservazione dell’insegnamento immutabile di Gesù, dei comandamenti per il pentimento continuo. In contraddizione a ciò avete creato un vangelo diverso, un Gesù diverso somigliante a Budda, Krishna, Maometto e diversi guru. Avete inventato le nuove teorie teologiche, insegnando tutti che il peccato praticamente non esiste, che l’inferno sarà vuoto, che non è necessario raggiungere la salvezza, prechè la persona non nasce nello stato di maledizione. E pure che basta essere una persona buona, membro della nostra organizzazione cattolica ecc. A causa di tutto ciò il Preside della Conferenza Episcopale Tedesca Arcivescovo Zollitsch poteva senza essere punito pronunciarsi in Venerdì Santo dicendo “Gesù non è morto per i nostri peccati, ma soltanto a causa della compassione con i poveri”. Questa è una eresia maxima che distrugge la salvezza di milioni persone. Nonostante ciò voi tutti avete taciuto!
A questo modo di pensare sacrilego ha preparato la via in Chiesa Cattolica la Teologia storico-critica (TSC), la quale, se lo riconoscete o no, nella sua sostanza nega la divinità di Gesù Cristo, la sua resurrezione reale e storica e praticamente tutti i miracoli ed eventi di carattere sopranaturale nella Sacra Scrittura. I Suoi cardinali e teologi hanno messo la Bibbia sullo stesso livello come tutti altri cosiddetti  libri sacri delle religioni pagane. Ma la Parola di Dio dice che le divinità dei pagani sono i demoni e non c’è l’unità tra Cristo e Beliar (2 Kor 6, 15). Giovanni Paolo II ha baciato il Corano e ha detto che abbiamo con i musulmani lo stesso Dio. Il Corano nega la divinità di Gesù Cristo e la Santissima Trinità. La Parola di Dio dice: “Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre” (1 Gv 2, 23). Agli ebrei Gesù disse: “Se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati”(Gv 8, 24).
Il 1 maggio 2011 nella ora quando è stata pronunciata cosiddetta beatificazione di Giovanni Paolo II è stato de facto, da parte della Chiesa Cattolica, affermato il nuovo insegnamento eretico con lo spirito di New Age. Il Patriarcato Cattolico Bizantino e la Chiesa Ortodossa Greco-Cattolica Ucraina si sono separati dal Vaticano nello stesso giorno e in  conformità di Gal 1, 8-9 hanno pubblicato l’anatema (scomunica) di Dio a Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, nella quale sono incorsi da soli per la negazione della essenza stessa del Vangelo. La Chiesa è costruita sugli apostoli e profeti (Ef 2, 6). Allora noi stiamo esercitando la parte di questo ufficio apostolico e profetico per la Chiesa.
I frutti della maledizione sono stati visibili ancora prima della pubblicazione di anatema. Sul territorio d’Europa cristiana è già stato proclamato l’antidecalogo del Trattato di Lisbona con la priorità di omosessualità; questa putrefazione morale è stata accolta da USA come priorità di sua politica esteraLa ideologia di genere del omosessualità distrugge tutti valori morali, spirituali e cristiani. Sottrazione dei figli da parte della giustizia minorile, la loro demoralizzazione e satanizzazione sono altrettanto i frutti di questa maledizione.
Per la colpa di gerarchia ecclesiale, allora anche la Sua, è avvenuta l’apostasia totale di quale scrive San Paolo nella Seconda lettera ai Tessalonicesi (Ts 2,3). Gesù la ha predetta quando disse: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra” (Lc 18,8). La ricordiamo la parola di Gesù sull’abominio della desolazione nel luogo sacro (Mt 24,15) collegato con la profezia di Daniele (Dn 9,26-27; 11,31). Là si parla dell’abolizione del sacrificio quotidiano. Questo non si può applicare, come lo vorrebbe forse la gerarchia cattolica, cioè alla distruzione del tempio di Gerusalemme nell’anno 70 sotto il governo di  imperatore Vispasiano. Dal giorno  della morte di Gesù Cristo sulla croce Dio cessò il sacrificio veterotestamentario e il tempio non fu più il luogo sacro, piuttosto «la sinagoga di satana» (Ap 2,9). Il vero tempio di Dio diventò allora il Corpo di Cristo – la Chiesa.  Quando Gesù parla dell’abominio della desolazione nel luogo sacro Egli parla dello spirito di anticristo. Voi, cardinali e vescovi, lo faceste entrare, piuttosto lo avete introdotto nella Chiesa, allontanando da essa lo Spirito Santo. Dunque, quando Gesù parla sulla cessazione del sacrificio quotidiano, Egli parla che Dio ha preso da voi, apostati, l’Eucaristia per la vostra apostasia.
Gesù Cristo è la vite e noi i tralci. Senza di Lui non possiamo fare nulla.  Se uno dei sacerdoti o vescovi compie i peccati moralmente gravi, ma professa la stessa fede che hanno predicato gli apostoli, sebbene rimane il tralcio morto, compie il ministero sacerdotale validamente (ex opere operato). Però se qualcuno con il gesto o con l’unità di “fede” con l’apostata accoglie un’altro vangelo e nega l’essenza del cristianesimo, allora egli non è solo un membro morto del Corpo di Cristo, ma è tolto dalla vite che è Gesù Cristo. Il suo dono del sacerdozio non si attualizza a causa di apostasia. San Basilio Magnio come anche tutta la Chiesa Orientale confessa che apostata celebra i Sacramenti invalidamente. Egli non riconosceva i Sacramenti degli ariani perché loro non professavano Gesù come vero Dio. Lo stesso modo di pensare su Gesù degli ariani hanno i seguaci della Teologia storico-critica e dello spirito d’Assisi. Purtroppo, questo spirito vive nel Suo cuore e nei cuori dei gerarchi della Chiesa Cattolica i quali hanno accolto lo spirito che sta dietro la cosiddetta beatificazione di Giovanni Paolo II.
Santo Padre Francesco, Lei è venuto in Vaticano che sta in contraddizione con la Parola di Dio. Perché è il primo Stato nel mondo che è totalmente chipizzato con un numero della bestia apocalittica 666. Aspettiamo che il primo passo di Lei sarà l’eliminazione di chipizzazione degli ufficiali vaticani.  Chipizzazione del Vaticano è, in altre parole, il precedente per tutte le nazione del mondo.
Certamente Lei stesso sente che non c’è tempo per festeggiamenti, ma per il pentimento autentico. Suo predecessore per quale ha sinceramente pregato se ne andato accusato dai crimini contro l’umanità. Egli solo copriva questi crimini, ma con ciò li de facto approvava. In tal modo conservava image della struttura ufficiale. Crediamo che sia consapevole che tutta questa triste eredità Le è consegnata.
Quello che si presenta come la modestia cioè il fatto che Lei dimorava in un appartamento privato e non nell’edificio della propria residenza piuttosto fa nascere i sospetti che ammirazione.
Argentina è diventato il primo Stato nell’America Latina che ha legiferato le unioni omosessuali con il diritto di addozione dei bambini. Lei in qualità di Primate d’Argentina ha sulla propria coscienza epidemia omosessuale, perché non ha condotto i sacerdoti alla conversione autentica e al pentimento che consiste nella rinuncia delle eresie di teologia liberale. Lei non ha partecipato nelle grandi manifestazioni di protesto contro l’omosessualità, ma piuttosto si è nascosto. Il pubblico ha giudicato questo come grande faux pas. Avete solo lasciato leggere il proprio contributo nulla dicente. È un manovro psicologico dei media che senza fine La presentano nel ruolo d’omofobo di merito. Sono  ben consapevoli che con ciò svelano la più grande popolarità tra il pubblico cattolico.
Il Suo detto “che dobbiamo rispettare i omosessuali” rivela la posizione reale. Rispettare l’omosessualità aggressive significa creare le condizioni per la omodittatura. Dopo di ciò non rimane altro che seguendo il Suo esempio bacciare i piedi non solo di alcuni omosessuali infettati, ma di tutta la generazione dei giovani moribonda d’AIDS.
Per amore di Dio e la salvezza delle anime umane La invitiamo e preghiamo di rinunciare alle eresie odierne con un gesto pubblico: allo spirito d’Assisi e modo di pensare apostatico della Teologia storico-critica, con ciò elimina abominio della desolazione nella Chiesa. Pure è necessario eliminare la beatificazione di Giovanni Paolo II. Se non fa così, significherebbe che Egli non sarà in grado di guidare allo spirito di pentimento e alla conversione la Chiesa Cattolica. Allora rimarrà apostata il quale hanno scelto apostati. La struttura ufficiale della Chiesa Cattolica non sarà più la Chiesa di Cristo, ma la prostituta dell’anticristo. Dunque, è miglio per Lei fare in anticipo quel passo, che ha fatto Benedetto XVI.
+ Elia
Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino
+ Metodio, OSBMr                           + Timoteo, OSBMr
Vescovi secretari
Copie:
Ai presidenti degli Stati europei ed eurodeputati
Ai rappresentanti delle Chiese cristiane
Ai mass media


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