ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 marzo 2013

IOR, MAMMETA E TU:

LA CHIESA SI SPACCA SULLA TRASPARENZA DELLA “BANCA DI DIO”

INAUGURAZIONE DI 
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Giacomo Galeazzi per "la Stampa"
C'è un piano per ricondurre lo Ior sotto il Governatore vaticano in vista dell'ingresso nella «white list» dell'Ocse.
Porre l'Istituto Opere di Religione sotto il controllo del Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano (il governatore vaticano Giuseppe Bertello, stimato da tutti per la sua onestà e correttezza) assicurerebbe maggiori verifiche e garanzie legali rispetto all'attuale fase di crisi e inchieste delle procure. Lo Ior verrebbe inglobato organicamente nella macchina burocratica della Santa Sede sul modello di ciò che accade già per l'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica che ha anch'essa i suoi correntisti.

CARDINALE ANGELO
 SODANO
Si tratta di un progetto di riforma ispirata ad un criterio di trasparenza che bilancia due spinte opposte. Quella di chi, come i cardinali Schoenborn e Onayekan, intende chiudere lo Ior (per stipulare una convenzione con una banca etica o comunque un istituto esterno al Vaticano) quella di quanti come Sodano e Sandri vorrebbero che le cose restassero come sono ora, con i bilanci dell'Istituto che non vengono resi noti a differenza di altre amministrazioni e con la «banca del Papa» che tecnicamente non fa parte degli organismi della Santa Sede.
Inoltre la struttura rinnovata della Segreteria di Stato avrà una gestione più collegiale e sarà ricalcata sull'impostazione della Compagnia di Gesù dove il Preposito generale è affiancato da responsabili di area geografica. Insomma, il modello del «direttorio» consueto per gli istituti religiosi e garanzia di collegialità nell'esercizio del potere.

IL CARDINALE ARGENTINO
LEONARDO SANDRI jpeg
Mentre Francesco si appresta a riformarla, la «banca di Dio» finisce ancora al centro della bufera. La Guardia di Finanza ha fermato all'aeroporto romano di Ciampino monsignor Roberto Lucchini e l'avvocato Michele Briamonte. «Il primo - riferisce il settimanale L'Espresso - è uno dei collaboratori più fidati del segretario di Stato Tarcisio Bertone, mentre il legale, partner dello studio torinese Grande Stevens, è da anni consulente dello Ior».
Christoph Schoenborn
A fine febbraio «Briamonte e Lucchini si sono opposti alla perquisizione esibendo un passaporto diplomatico vaticano». Dopo una convulsa trattativa e numerosi contatti telefonici con la Santa Sede, l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto romano senza consegnare ai militari le loro borse.

MICHELE BRIAMONTE
 FOTO LAPRESSE
Una ricostruzione contestata da Briamonte (classe 1977, ascoltato consulente della Curia romana, entrato nel 2012 anche nel cda Monte dei Paschi) secondo cui «occorre molta fantasia per trasformare un normale controllo doganale in un caso dopo l'incidente di Ciampino, il legale o diplomatico». Proprio pochi giorni dello studio Grande Stevens si è visto perquisire casa e ufficio su richiesta della procura di Siena che indaga su un presunto caso di insider trading al Mps.

Intanto si discute sul futuro dell'Istituto. Risollevare l'immagine di una Chiesa dilaniata dagli scandali. Rivedere gli assetti di potere all'interno delle mura vaticane. E riformare la gestione delle risorse economiche. Per don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, sono soprattutto queste le sfide prioritarie che Bergoglio dovrà affrontare.
«Mi aspetto una significativa riforma della Curia romana, che dovrà avere un look e uno stile più umile, più sobrio e meno legato a ritualismi medievali», raccomanda Davanzo. «Occorre evitare di offrire al fianco ad attacchi esterni», aggiunge, mettendo il guardia il nuovo Pontefice dalle insidie che lo attendono. «Oggi ci sono problemi di gestione delle risorse e di lotte intestine che tanto hanno fatto male alla Chiesa in particolare durante il pontificato di Benedetto XVI.
Esistono problemi di cattiva gestione del potere da rivedere: è questo il mondo con cui il Papa dovrà fare i conti» dice don Davanzo che suggerisce a Francesco di «scegliersi collaboratori leali, schietti e trasparenti». È soprattutto nella gestione delle risorse economiche del Vaticano che è attesa una svolta radicale: «Il problema non è se usarle o meno, ma come farlo».
BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR

1. IOR:P FANTASTICO! IL VATICANO CONFERMA PASSAPORTO PER BRIAMONTE

1. IOR:P FANTASTICO! IL VATICANO CONFERMA PASSAPORTO PER BRIAMONTE
PADRE FEDERICO LOMBARDI

ADRE LOMBARDI,PASSAPORTO DIPLOMATICO BRIAMONTE PER MISSIONI
(ANSA) - L'avvocato Michele Briamonte, consulente dello Ior per lo studio legale Grande-Stevens, «ha un passaporto diplomatico della Santa Sede per le volte in cui va all'estero» per questa sua consulenza. Il passaporto diplomatico «vale per le missioni all'estero ma in Italia non garantisce nulla, nessuna particolare iummunita»`.
Lo ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano se il consulente avesse potuto avvalersi di qualche immunità e rifiutare perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. La vicenda è stata sollevata da un articolo dell'Espresso
FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE
2. MONSIGNOR LUCCHINI E IL CONSULENTE IOR, GIALLO A CIAMPINO
Maria Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"
Incidente diplomatico con il Vaticano? O banale controllo di polizia sui passeggeri di un volo privato? A fine febbraio la Guardia di Finanza ha fermato all'aeroporto di Ciampino monsignor Roberto Lucchini e l'avvocato Michele Briamonte. «Il primo - riferisce il "lancio" del settimanale L'Espresso - è uno dei collaboratori più fidati del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, mentre il legale è partner dello studio torinese Grande Stevens». L'articolo del settimanale rivela che «Briamonte e Lucchini si sono opposti alla perquisizione esibendo entrambi un passaporto diplomatico vaticano» visto che Briamonte è da anni consulente dello Ior.
CARDINALE TARCISIO BERTONE
Dopo contatti telefonici con l'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, «l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto senza aprire ai militari le loro borse». In effetti, monsignor Lucchini è un giovane diplomatico vaticano, uno dei due segretari di Bertone, e come tale ha il passaporto diplomatico. L'avvocato Briamonte è partner dello studio Grande Stevens, e in questa veste è stato «delegato» dallo studio professionale torinese (che ha tra i suoi clienti la famiglia Agnelli e il Vaticano dai primi anni Ottanta) come consulente legale dello Ior, la cosiddetta banca vaticana.
BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR
Briamonte ha un passaporto diplomatico della Santa Sede (forse più propriamente un passaporto di servizio) per poter effettuare missioni all'estero per conto dello Ior. Ma si tratta di un documento che non gli concede nessun tipo d'immunità in Italia, essendo l'avvocato cittadino italiano. «Occorre molta fantasia per trasformare un normale controllo doganale in un caso diplomatico», ha dichiarato Briamonte, smentendo quella che viene definita come una «malevola versione di un fatto accaduto all'aeroporto di Ciampino».
VATICANO PIAZZA SAN PIETRO
«I bagagli miei e di monsignor Roberto Lucchini, che viaggiava con me», dice l'avvocato Briamonte, «sono stati sottoposti a un normale controllo con cane poliziotto che, come riportano i verbali redatti dai militari operanti, veri fino a querela di falso, ha dato esito negativo. Non è mai esistito, dunque, alcun decreto di perquisizione dell'autorità giudiziaria», prosegue Briamonte.
GOTTI TEDESCHI
«Dunque - conclude - nessun mistero né tantomeno nessuna relazione con il mio ruolo di consigliere di amministrazione del Monte dei Paschi». Briamonte da un anno è entrato nel cda del Monte dei Paschi, quando è diventato presidente Alessandro Profumo, al posto di Giuseppe Mussari, dopo l'inchiesta sull'acquisizione del banco Santander. La questione è complicata dal fatto che il Santander è ancor oggi rappresentato in Italia (e lo era anche quando Mps ha acquistato Antonveneta) da Ettore Gotti Tedeschi.
E Gotti nel marzo 2012 era ancora presidente dello Ior, che dovette lasciare alla fine del maggio successivo. Ebbene, Gotti nel suo memoriale, fatto trapelare sui giornali, ha puntato l'indice contro Briamonte come l'artefice della sua defenestrazione e addirittura possibile mandante di un progetto di morte nei suoi confronti.
Briamonte ha querelato Gotti. Ecco perché la storia di Ciampino ha assunto contorni degni di un giallo. Quanto a monsignor Lucchini non ha nulla a che fare con lo Ior e ha spiegato ai suoi superiori di aver accettato un passaggio sull'aereo di Briamonte perché rientrava a Roma da Torino dopo due giorni in famiglia in visita al padre malato. Era la prima volta che volava con un aereo privato. La prossima volta probabilmente userà il treno.


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