ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 gennaio 2016

Insomma la Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è viva?

Quelli che fanno finta di difendere la famigliaIn questi giorni si intensificano discussioni e mediazioni sull'«adozione del figliastro» prevista dal ddl Cirinnà sulle unioni civili. Un balletto di posizioni tra i politici cattolici di diversi partiti, che però ignorano totalmente quanto la Chiesa ha già solennemente indicato come criteri operativi. Come per esempio la Nota del 2003 della Congregazione per la Dottrina della Fede.


SenatoNon c’è niente da fare. Ci vogliono convincere – almeno in casa cattolica – che il problema del ddl Cirinnà sulle unioni civili sia essenzialmente sulla stepchild adoption (letteralmente “adozione del figliastro”), soprattutto perché aprirebbe all’utero in affitto.

Così in queste ore tutto il dibattito si è spostato su quest’ultima questione, grazie anche alla rumorosa intervista ad Avvenire del ministro dell’Interno nonché leader del Nuovo Centro Destra (NCD), Angelino Alfano. Egli ha chiesto addirittura che l’utero in affitto sia considerato un «reato universale da punire con il carcere». Ma così facendo ha ulteriormente concentrato l’attenzione su una conseguenza del ddl Cirinnà, distraendo dalla vera questione che – come abbiamo più volte ripetuto – è quella delle unioni civili. Una mossa non casuale: perché se fosse stralciato l’articolo 5 sulla stepchild adoption, alla fine Alfano voterebbe a favore pur se non totalmente soddisfatto della formulazione degli altri articoli.

Ciò che invece il leader del NCD non intende assolutamente fare è mettere in discussione la sua partecipazione a un governo in cui il PD, a cominciare dal presidente del Consiglio Renzi, spinge fortemente per chiudere in fretta la questione e approvare la legge così com’è. C’è anche chi arriva a dire – come Il Sole 24ore – che siamo di fronte a un gioco delle parti: Alfano alza la voce per ingraziarsi i “cattolici moderati” ma lascia che Renzi approvi la legge con il voto dei Cinque Stelle; così il PD ha la legge che vuole, l’NCD si pone come punto di riferimento per quel mondo che ancora crede nella famiglia naturale e poi si continua a governare insieme come se niente fosse. La posizione di Alfano è sfidata da quel gruppetto di parlamentari – da Carlo Giovanardi a Eugenia Roccella – che sono usciti dall’NCD e dal governo proprio in polemica per la posizione assunta sul ddl Cirinnà e che invitano l’NCD a mettere in discussione la presenza nel governo se il PD andrà avanti ignorando gli alleati; posizione peraltro sostenuta anche da qualcuno rimasto nel NCD, come Alessandro Pagano. Ma stessa richiesta fanno anche le associazioni pro-famiglia, quelle del 20 giugno per intenderci, perché questo è un vero e proprio test di credibilità.
In ballo non c’è una questione semplicemente etica o ideologica o identitaria: se si è davvero convinti che questa legge – adozione o non adozione - darebbe il colpo di grazia alla famiglia e che questo comporterebbe gravi conseguenze sociali ed economiche al punto da minare qualsiasi sogno di ripresa, è chiaro che diventa impossibile fare parte di un governo che vuole proprio questo. Se non si è disposti a mettere in gioco la propria posizione si deve concludere che certi presunti riferimenti ideali sono solo strumentali. E cercare di guadagnare consensi tra i cattolici affermando ora - come fa Alfano - l’intenzione di promuovere un referendum per l’abrogazione della eventuale legge (che poi potrebbe riguardare solo l’articolo sull’adozione) è una mossa politica patetica quanto inefficace.
Nel frattempo ci sono i fantomatici cattolici del PD che - guidati dall’esperto in mediazioni, il senatore Giorgio Tonini – per facilitare il compito offrono all’NCD l’affido rafforzato invece dell’adozione, vale a dire un riconoscimento della genitorialità fino alla maggiore età del figlio che poi deciderà autonomamente se essere adottato o meno. Per ora Alfano dice no. Per ora. Perché da qui al 26 gennaio, quando comincerà la discussione in Senato, possono accadere ancora molte cose, soprattutto visto il rilievo che anche ieri il quotidiano della CEI Avvenire dava a questo tentativo di mediazione dei cattolici del PD. 
Ciò che comunque è evidente è che tra i cattolici in Parlamento – a parte rarissime eccezioni, peraltro da verificare – prevale la convinzione che una certa forma di riconoscimento delle unioni gay sia necessaria (la differenza è sul grado di riconoscimento) e se la Cirinnà – oltre ad evitare il capitolo adozioni – fosse più chiara nel distinguere tra unioni civili e matrimonio non avrebbero alcun problema a votarla. Perché «è un elemento di civiltà», ha detto ieri il ministro Graziano Del Rio. C’è da dire che non è un problema soltanto dei politici, anche nelle gerarchie ecclesiastiche si ragiona allo stesso modo.
Al che viene da chiedersi - è una domanda non polemica - in che modo ci si possa definire cattolici quando non si prende neanche in considerazione ciò che la Chiesa sull’argomento dice non certo da oggi. Oltre ai principi generali enunciati nel Catechismo infatti, la Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 2003 è intervenuta con precisione sull’argomento con la Nota «circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali», che ovviamente ha valore universale. È una nota – controfirmata da papa Giovanni Paolo II - che è rivolta a tutti ma in modo particolare ai politici cattolici che si trovano davanti a questo fenomeno «preoccupante».
La Nota afferma intanto che «La coscienza morale esige di essere, in ogni occasione, testimoni della verità morale integrale, alla quale si oppongono sia l'approvazione delle relazioni omosessuali sia l'ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali». Il rispetto delle persone dunque non può tradursi in riconoscimento di unioni che – dice la Nota – «contrastano con la legge morale naturale». Per questo, ed essendo il matrimonio santo, «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».
Dopo aver spiegato il significato biologico, antropologico, sociale e giuridico del matrimonio, la Nota afferma con chiarezza che: «Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale». Nessuno spazio dunque per qualsivoglia riconoscimento di unioni gay.
 La conclusione riguarda tutti, politici, vescovi, laici:
«La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società».
Parole semplici e chiare che fanno piazza pulita di tante discussioni sentite in questi mesi a proposito di male minore, inutilità delle leggi, inefficacia di un impegno pubblico per la famiglia. Parole semplici e chiare che però continueranno ad essere ignorate.

P.S. Da notare che su Avvenire di ieri nella pagina dedicata alle unioni civili non ha trovato posto la forte dichiarazione in proposito del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, il quale si è espresso in termini più in consonanza con la Nota succitata. Le sue parole sono state invece nascoste in altra pagina alla fine di un colonnino dedicato alle sue dichiarazioni sul problema delle migrazioni. Se Avvenire arriva a censurare il presidente della CEI, è probabile che presto ne vedremo delle belle.

di Riccardo Cascioli 08-01-2016
Unioni civili, Paola Concia: "Se Ncd esce dalla maggioranza io mi faccio suora"
08 gennaio 2016 ore 11:59, Marco Guerra
“Se Ncd esce dalla maggioranza a causa delle unioni civili io mi faccio suora”. Paola Concia, ex parlamentare del Pd e in prima linea sulle battaglie per i diritti civili, è sicura che il voto sul ddl Cirinnà non provocherà alcuna crisi di governo. E parlando con IntelligoNews affronta anche il tema delle molestie degli immigrati a Colonia: “Chi commette reati deve andarsene dalla Germania”.

Concia ci siamo, a fine gennaio arrivano in Senato le unioni civili, il Pd saprà dare prova di unità?

“Mi pare che Scalfarotto lo abbia detto; c’è una posizione del partito, punto, chi si dissocia se ne prende le responsabilità. Quindi c’è la posizione del partito che è un fatto positivo, in democrazia si può fare solo così. Io mi auguro che i parlamentari del Pd rispettino le indicazioni del partito, io quando ero parlamentare facevo così, è una questione di rispetto verso la forza politica di appartenenza”.

Eppure Renzi ha lasciato libertà di coscienza sul ddl Cirinnà, che cos’è un assist all’ala cattolica del Pd che non vuole votare il provvedimento?

“La libertà di coscienza c’è sempre in qualsiasi provvedimento, non è che si può mettere una pistola dietro la testa delle persone. Il problema è il senso di responsabilità di chi è stato eletto nel partito ed è iscritto al suo gruppo parlamentare. Se non sei d’accordo sulla linea politica te ne vai, come hanno fatto altri, è un fatto di coerenza”.

E Ncd rischia di spaccare la maggioranza o dopo questo voto la coalizione di governo ritroverà i suoi equilibri?

“Ma figuriamoci se Ndc spaccherà la maggioranza sulle unioni civili. Se lo fa divento Santa Maria Goretti”.

La poltrona non la molla proprio nessuno…

“Ma no, la minacciano ma non la faranno la crisi di governo”

Magari uscirà qualche parlamentare?

“Si è possibile, ma ripeto se Ncd esce dalla maggioranza io mi faccio suora”

Senta lei vive in Germania come commenta i fatti di Colonia?

“E beh… l’integrazione di profughi e immigrati non è un pranzo di gala, in Germania è un momento incandescente. È successa una cosa gravissima che i tedeschi non si aspettavano e adesso fanno i conti con l’integrazione di culture diverse in cui la libertà femminile è l’elemento più eclatante. È una situazione che va affrontata con freddezza e lucidità”.

Sono nodi che prima o poi vengono al pettine quando arrivano masse di persone culturalmente molto diverse…

“I tedeschi molto coraggiosamente hanno accolto i profughi, naturalmente non tutti i profughi sono educati, ci saranno tra di loro anche delinquenti. Ma molto banalmente chi commette reati deve andarsene dalla Germania. Coloro che invece vogliono restare devono rispettare le regole di questo Paese”.

Sulle unioni civili qual è la posizione ufficiale della Cei: Bagnasco o Galantino?
07 gennaio 2016 ore 15:13, Americo Mascarucci
Qual è la posizione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana sul tema delle unioni civili?
Mentre nel Governo prosegue il dibattito fra il Pd e il Nuovo centrodestra contrario a che nel Disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili sia inserita la possibilità per le coppie gay di adottare il figlio biologico di uno dei partner, fra i vescovi appare sempre più evidente la divergenza di approccio nei riguardi di una legge che di fatto sancisce l'equiparazione fra famiglia naturale e coppie di fatto e che, a detta dei cattolici, potrebbe addirittura incentivare la pratica della maternità surrogata. Mentre Alfano e company in Parlamento languono, tentando in tutti i modi la ricerca di un compromesso impossibile e minacciando l'indizione di un referendum ormai convinti di non potere nulla di fronte all'alleanza trasversale che sulle unioni civili si sta concretizzando fra il Pd, la sinistra, il Movimento 5Stelle e l'area liberale di Forza Italia, nel mondo cattolico si sta discutendo delle iniziative da adottare contro un Ddl ormai prossimo all'approvazione. 

Sta facendo molto discutere la posizione non pro-piazza assunta dal nuovo presidente del Forum delle Famiglie Gianluca De Palo. Una posizione che, secondo il direttore de La Bussola Quotidiana, sarebbe dettata dal segretario generale della Cei Nunzio Galantino, il quale si era già dissociato dalla piazza del 20 giugno, quella organizzata dall'associazionismo cattolico per riaffermare come l'unica famiglia riconosciuta dalla Costituzione dovesse restare quella fondata sul matrimonio fra un uomo ed una donna. La piazza di San Giovanni che rivendicava fra le altre cose il diritto dei figli ad avere un "padre ed una madre" fu vista da Galantino come una sorta di "sfida", una "prova di forza" in piena regola, ragione per cui la Cei decise di prenderne le distanze.

Sulle unioni civili qual è la posizione ufficiale della Cei: Bagnasco o Galantino?
La politica di Galantino, da sempre improntata al dialogo con tutti e verso tutti, sarebbe allergica alle piazze cattoliche e ai rosari meditati davanti alle cliniche in cui si praticano aborti e una parte del cattolicesimo teme l'uniformazione al "Galantino- pensiero" e alla ricerca di un dialogo e di un compromesso "sempre e ad ogni costo".
Il punto di riferimento dei vescovi conservatori rimane il presidente Angelo Bagnasco il quale negli ultimi tempi è sembrato spesso subire una sorta di "commissariamento" da parte del segretario. Le proteste dei vescovi anti-Galantino deve aver sicuramente sortito gli effetti sperati se stavolta il presidente Cei ha "battuto un colpo". E che colpo!
Ecco che nelle ultime ore, con buona pace di De Palo, è tornata in auge la "linea Ruini" con lo stesso Bagnasco che, diversamente da quanto accaduto nel giugno scorso, è sembrato dare un sostanziale via libera alla mobilitazione cattolica, un nuovo Family Day che porti in piazza come in passato migliaia di persone e dimostri in maniera chiara come esista e sia massiccia "un'altra Italia", un'Italia cattolica che non accetta di vedere la famiglia ridotta ad un qualcosa di vuoto e di indefinito e che non si rassegna all'idea di far crescere i figli rottamando le figure genitoriali di riferimento, il padre e la madre.
Una sorta di "guerra fredda" dunque sarebbe in atto fra Galantino e Bagnasco, una guerra fredda che in pratica stavolta sembra delineare senza ombra di dubbio l'esistenza nella Chiesa e fra i cattolici di due diverse, e per certi versi opposte, visioni ideologiche; la visione di chi come Bagnasco e larga parte del laicato cattolico è contraria ad ammainare la bandiera della difesa dei temi etici in favore di altre priorità sicuramente importanti ma non certamente più rilevanti della tutela della vita umana e della famiglia (l'accoglienza, l'opzione per i poveri o la lotta alla corruzione, temi tanto cari a Papa Francesco) e chi invece come Galantino e gli esponenti del cosiddetto "cattolicesimo progressista" ritengono che si debba prediligere il dialogo e i temi non strettamente di carattere etico. 
Una sfida aperta che stavolta farà sentire "meno soli" e "meno abbandonati" quei cattolici che sceglieranno di essere in piazza per riaffermare le loro idee e la loro volontà di non farsi sottomettere dal relativismo.  
Insomma la Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è viva.
http://www.intelligonews.it/articoli/7-gennaio-2016/35326/sulle-unioni-civili-scorre-il-confronto-dentro-la-cei-fra-bagnasco-e-galantino

Cirinnà, vescovi divisi?

(di Marco Tosatti su La Stampa) Venerdì 8 gennaio si svolge la prima riunione della Presidenza della Cei, in previsione dell’assemblea di fine mese. All’ordine del giorno non c’è il disegno di legge Cirinnà; ma non è escluso che il tema affiori all’interno del dibattito sulla pastorale delle famiglie. E sarà interessante sapere, in questo caso, se si avrà una formalizzazione delle due linee che appaiono in contrasto.
Quella del cardinale Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale, e quella del Segretario generale, Galantino. Bagnasco apparentemente più favorevole a una linea del dura contro il disegno di legge, che per alcuni settori politici cattolici andrebbe rimandato in commissione, per una riscrittura radicale; e quindi non sfavorevole a una manifestazione di massa – probabile il 30 gennaio prossimo – organizzata da laici cattolici.
E quella di Galantino, che sembra veda con sfavore mosse che mettano in difficoltà il governo Renzi, e critico a priori delle manifestazioni che ricordano la chiesa di presenza di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI; come il “Family Day” del 2007, a cui partecipò anche Renzi, e che affondò il primo progetto di matrimonio omosessuale, i cosiddetti “Dico”. In quest’ottica si leggono le dichiarazioni di associazioni di laici direttamente sotto il controllo della Segreteria Cei, e il richiamo al “quoziente familiare”; una formula che ha portato qualcuno a pensare che il Segretario della Cei possa offrire una resistenza “morbida” al governo sul DDL Cirinnà in cambio di qualche forma di finanziamento alle famiglie.
Ma molti laici cattolici, seguendo quanto detto in forma molto netta da papa Francesco, non vogliono rinunciare a esprimere una posizione netta e dura contro l’equiparazione di matrimonio eterosessuale e omosessuale, con tutto ciò che ne consegue, fra cui la probabilità che i tribunali, nazionali ed europei, sdoganino in qualche modo l’utero in affitto. Sono laici che sull’esempio della Manif pour tous francese agiscono in maniera autonoma, senza il telecomando Cei; anche se non pochi vescovi e probabilmente Bagnasco – ne approvano l’autonomia e l’iniziativa. Come hanno dimostrato il fenomeno delle “Sentinelle in piedi” e della manifestazione romana del giugno scorso.
Oltre alla probabile manifestazione di fine gennaio è stato lanciata un’iniziativa spirituale: “Un’ora di guardia”. Si citano le parole del cardinale Bagnasco: “nessun’altra istituzione deve assolutamente oscurare la realtà della famiglia con delle situazioni similari” perché questo “significa veramente compromettere il futuro dell’umano. Nessun’altra forma di convivenza di nucleo familiare, pur rispettabile, può assolutamente oscurare o indebolire la centralità della famiglia, né sul piano sociologico, né sul piano educativo.
La Chiesa conferma la propria profonda convinzione verso la famiglia come il grembo della vita umana” e “come prima fondamentale scuola di vita, di umanità, di fede di virtù civiche, umane e religiose. Questa è l’esperienza universale che la Chiesa difende in ogni modo, per amore dell’uomo, della vita e dell’amore”. E si chiede a chi è interessato di pregare per 60 minuti, da soli o in compagnia, in Chiesa o in qualsiasi altro luogo, iniziando con un’invocazione particolare riportata su questo sito. La battaglia si sposta dal Parlamento alla metafisica.
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/cirinna-vescovi-divisi/



Così mi ricordo che nel 2004 avevo chiesto ai politici cattolici di porre le loro azioni pubbliche coerentemente con la legge morale insegnata dalla Chiesa, altrimenti non sarebbe stato più possibile per loro ricevere la santa comunione . Poiché è uno scandalo violare pubblicamente la legge morale e dopo accedere alla comunione. Nel 2004 , quando fui trasferito dalla diocesi di La Crosse  a quella di S. louis , i giornali ripresero questa affermazione da me fatta. Poco dopo,  nell’incontro estivo della conferenza episcopale degli Stati Uniti , che si tenne a Denver, ci fu una viva discussione su questa pratica disciplinare della Chiesa. Alcuni dei miei confratelli affermarono che non era necessario punire i politici il cui operato politico fosse disordinato. Per me , non si trattava di punizione , ma semplicemente di constatare che alcuni non erano disposti a ricevere la comunione. Un vescovo allora mi disse: “ Monsignore, voi non potete dire queste cose, perché la conferenza dei vescovi non si è ancora pronunciata a proposito”. Gli risposi che la conferenza dei vescovi non può sostituire la missione del vescovo nella propria diocesi, che è quella di governare il proprio gregge e di annunziare la fede . E aggiunsi : “ Monsignore, nel giudizio finale , comparirò davanti al Signore , e non davanti alla conferenza episcopale!”.

UN'ORA DI PREGHIERA PER FERMARE IL DDL CIRINNÀ

Il Disegno di legge sulle cosiddette unioni civili arriverà in Aula al Senato il 26 gennaio, dopo mesi di braccio di ferro all'interno della Commissione Giustizia, dopo il rinvio ottenuto grazie alla resistenza di piazza, culturale e politica portata avanti negli ultimi mesi da tanti singoli e associazioni, ma come cattolici possiamo e dobbiamo fare di più.

Sappiamo che questa non è una semplice lotta politica, è una battaglia escatologica delle forze del Bene contro quelle del Male “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” ecco perché occorre che ci prepariamo per combattere insieme e combattere in ginocchio.

Ci sia da esempio quanto accaduto da poco nella vicina Slovenia, che con il referendum abrogativo di domenica 20 dicembre 2015 ha cancellato la legge approvata solo lo scorso marzo che regolava l'istituto della famiglia nel Paese e che ammetteva appunto matrimoni e adozioni di coppie dello stesso sesso. Una vittoria ottenuta certamente con un lavoro culturale di informazione capillare, con la resistenza di piazza, ma anche – come hanno raccontato gli sloveni in diverse interviste - con la preghiera strutturata, organizzata e costante.

Possiamo lasciare inutilizzata questa potentissima arma?

No. Ecco perché dal 5 al 26 gennaio e per i tre giorni della discussione del testo (ovvero fino al 30 gennaio) siamo chiamati in modo speciale a pregare per questa intenzione. Come?

Scegliendo la nostra Ora di Guardia e impegnandoci a pregare per 60 minuti, da soli o in compagnia, in Chiesa o in qualsiasi altro luogo, iniziando con l’invocazione che trovate su questo sito per fermare il ddl sulle cosiddette unioni civili.

In compagnia di Maria, di San Giuseppe e dei Santi, grazie all’intercessione dei quali ogni cosa ci può essere accordata da Dio se è secondo la Sua Volontà e per il Bene del suo popolo.

Scegliamo la nostra Ora dunque, e invitiamo a pregare anche i nostri amici e conoscenti, altrimenti ogni sforzo umano non porterà frutto. Dice infatti il Salmo 26 “invano si affannano i costruttori se il Signore non custodisce la città”.

Se preghiamo con fede, con perseveranza e chiediamo nel nome di Gesù, ogni cosa ci verrà concessa: “In verità vi dico: se due di voi, sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro “. (Mt. XVIII, 19)

A noi la battaglia, a Dio la vittoria!
http://www.unoradiguardia.it/index.html

Crociata di preghiera contro il disegno di legge Cirinnà, da vivere e diffondere

Quella in corso è una guerra tra figli della luce e figli delle
tenebre. L'invocazione proposta e l'ora di "guardia": armi
soprannaturali per vincere una guerra "spirituale" 
tra male e bene

di Patrizia Stella
crociata di preghiera contro il ddl cirinnà
 Crociata di preghiera contro il ddl Cirinnà                                                   
Roma, Verona – di Patrizia Stella   IL 26 gennaio prossimo il Parlamento voterà la legge Cirinnà, sui matrimoni gay, le adozioni o "l'acquisto"  di poveri bambini con utero in affitto da altrettante povere donne strumentalizzate dalle multinazionali farmaceutiche, tutte pratiche abominevoli contro i diritti primordiali del bambino oltre che contro il disegno di Dio sull'uomo e sulla famiglia. Alcuni gruppi cattolici, consapevoli che qui si tratta della lotta non più tra uomini, ma fra il potere delle tenebre e quello della Luce, hanno proposto di ricorrere aimezzi soprannaturali, attraverso una catena di preghiere specifiche quotidiane da oggi al 26.  Anche la voce ufficiale della Chiesa, purtroppo, è assente o assai debole. Si è sentita appena quella della Cei affermando la priorità assoluta della famiglia naturale e nulla di più.   Noi laici siamo lasciati ormai soli ma sappiamo di poter e dover confidare sull'Onnipotenza di nostro Signore Gesù Cristo che, in fatti gravissimi della storia, non ha esitato ad intervenire inviando addirittura schiere angeliche in soccorso dei cristiani che supplicavano il Suo aiuto e quello della Madonna. Si parte da un massimo di un'ora di preghiere al giorno, detta "ora di guardia", con la recita di tre Rosari, la coroncina, adorazione e preghiere devozionali (vedi la preghiera specifica alla Madonna posta in calce) fino a un minimo di un Rosario al giorno per questa precisa intenzionePer saperne di più sulla legge e prenotare  la propria ora di preghiera (è facoltativo) cliccare sul link http://www.unoradiguardia.it/ . Ciascuno lo può fare liberamente da casa o in chiesa ecc..   In Slovenia queste preghiere hanno abrogato la stessa legge.  Confidiamo anche noi perchè la posta in gioco è gravissima. Gesù, Giuseppe e Maria salvate Chiesa e Italia, così sia.  
Patrizia Stella 
 
 L'invocazione proposta                                                                                    
Ora, Maria, ti preghiamo perché la legge sulle cosiddette “unioni civili” non passi. Te lo chiediamo da ora fino al giorno fissato per l’approdo in parlamento e per i giorni della discussione. Con fiducia e insistenza ci uniamo per chiedere il tuo aiuto. Perché la famiglia cessi di essere oggetto di gravi attacchi e trovi invece coraggiosi sostenitori e difensori che la riconoscano come il luogo del manifestarsi della bellezza della complementarità uomo-donna. Una bellezza a cui il mondo non può rinunciare. Ogni tentativo di snaturarla e deturparla fallisca.
Perchè venga riconosciuto che solo tale unione è in grado di generare la vita nel rispetto della vita e che solo la riscoperta e la valorizzazione della differenza sessuale conduce al vero rispetto dell’altro, a relazioni armoniche, collaborative e responsabili. Ora, Maria, ti preghiamo perché i bambini non siano considerati mai il diritto di qualcuno, ma doni prezioni, tesori unici e irripetibili da difendere sempre e comunque. Non sia negato il loro diritto a conoscere i propri genitori e a crescere con un papà e una mamma e la loro infanzia non sia violata. Le giovani generazioni non siano ingannate con illusorie prospettive di felicità e false idee di amore che in realtà negano ciò che promettono.
Vergine potente, per questo noi ti affidiamo:
i nostri governanti e i parlamentari che hanno il potere di fermare questa legge. Illuminali, convertili, scuoti le loro coscienze, perché non si rendano responsabili di una tale legge in grado di ferire ulteriormente questa umanità già sanguinante.
tutti coloro che lavorano e si adoperano coscientemente per distruggere la creatura più bella da Dio creata, cioè l’uomo, il suo cuore e la sua natura. Nulla è impossibile a Dio, che vuole che il peccatore si ravveda e viva. Nessuno può resistere al tuo amore di Madre. Tocca il loro cuore perché si ravvedano e si riconcilino con Dio Padre che li attende.
- tutte le persone ingannate da false opinioni e stordite da una propaganda martellante che pensando di perseguire il bene, perpetuano questo crimine. Attirale alla Verità.
l’intera chiesa italiana, perché non rimanga inerme di fronte a questa sfida e sappia rispondere con intelligenza. Dona a quanti tentennano il coraggio e a quanti già combattono il tuo sguardo misericordioso e la tua umiltà.
- tutte le vittime di questa ideologia, i bambini, i giovani, le persone con ferite legate all’orientamento sessuale e dell'identità. Per loro sia ogni nostro sforzo, perché non si sentano abbandonati e non raggiunti dall’amore di tuo Figlio. Amen

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