ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 26 settembre 2011

Di male in peggio

LA C.E.I. LANCIA "UNA CHIESA AL MESE": CONSIGLI ARCHITETTONICI PER CHI VUOL PERDERE LA FEDE

di Francesco Colafemmina

 Solo la scorsa settimana vi avevo informato circa il nuovo concorso C.E.I. dedicato all' "edilizia di culto", termine trés chic che sostituisce quello di "architettura sacra". E infatti quasi a dimostrazione dell'assenza di "sacro" dall'edilizia di culto italica, ecco che la C.E.I. lancia la rubrica online "Una chiesa al mese".
Di che si tratta? Semplicemente di una sorta di sfida autoreferenziale e cattedratica alle costanti critiche che la Conferenza Episcopale Italiana continua a ricevere quando si parla di edificazione di nuove chiese. Chiese orribili, chiese garage, chiese dissacranti... Ma, a quanto pare, l'unica risposta alle critiche che l'ufficio guidato da mons. Giuseppe Russo è riuscito a individuare consiste nell'elitarismo accademico: "la rubrica risponde ad una diffusa esigenza di conoscenza non superficiale e non generica dell’architettura sacra contemporanea. Come dire: cerchiamo di comprendere al meglio ciò che costituisce l’oggetto costante del nostro lavoro!".


La prima chiesa della nuova rubrica C.E.I.: San Giuseppe - Monza (aula massonica o auditorium?)

 Così scrive mons. Russo e chiaramente quando parla di "conoscenza" intende semplicemente restringere la capacità di giudizio e di critica sull'architettura sacra degli ultimi '50 ai soli "esperti". E, ca va sans dire, gli unici esperti sono quelli che seguiranno la rubrica della C.E.I. e che pertanto "entrano in relazione con l’architettura sacra e sentono il bisogno di affondarvi lo sguardo in modo più accorto e fondato". L'iniziativa è naturalmente coordinata da un architetto, il torinese Andrea Longhi, già co-autore di un volume su "Architettura Chiesa e società in Italia (1948-78)". Longhi è anche coinvolto nel concorso C.E.I. appena bandito, tanto da aver partecipato non solo ad un dibattito in merito nel luglio scorso (conclusosi con una "visita dialogante" al complesso del Santo Volto di Botta), ma anche al seminario operativo con le diocesi selezionate per i progetti pilota il 15 settembre scorso. Viene quindi spontaneo chiedersi se gli esempi di chiese degli ultimi 50 anni possano essere utilizzati quali "modelli" per le chiese contemporanee.


La seconda chiesa: San Valentino presso il Villaggio Olimpico - Roma (vista dall'altare)

 Mons. Russo ci tiene tuttavia a precisare che: "la descrizione e l’analisi delle chiese, ma ancor prima la scelta degli edifici, sono orientate a evidenziare le particolari ragioni e i contesti in cui hanno preso corpo le opere, senza voler in alcun modo indicare modelli architettonici o liturgici cui ispirarsi."


La seconda chiesa: San Valentino presso il Villaggio Olimpico - Roma (vista del presbiterio)

 Strano, però, che il curatore di questa rubrica della C.E.I. sia anche uno dei responsabili del concorso dedicato ai nuovi edifici di culto che saranno realizzati in tre diocesi italiane (Nord, Centro, Sud). E strano che la nuova rubrica presenti ogni mese una chiesa del Nord, una del Centro, ed una del Sud Italia, quasi a voler disegnare l'evoluzione dell'architettura chiesastica secondo la suddivisione geografica ancora in uso negli attuali concorsi.


Terza chiesa: San Vincenzo De Paoli - Matera (il Crocifisso espressionista di Quaroni)

 D'altra parte ciò che la C.E.I., o meglio, Mons. Russo, sembra dimenticare è per me l'essenziale: queste chiese mostrate nelle schede di "Una chiesa al mese" rappresentano dei reperti di storia dell'architettura o degli esempi positivi di "dimore di Dio"? Sono, in altre parole, meri esercizi di stile e composizione architettonica o validi esempi di come bisognerebbe costruire una chiesa cattolica? E poi: sono luoghi che hanno aiutato la fede a crescere o che hanno testimoniato storicamente un periodo di deficienza della fede e di desacralizzazione? E ancora: attraverso le opere d'arte sacra presenti in quelle chiese i fedeli hanno potuto conoscere il volto di Cristo, il Dio incarnato, raffigurato con amore per il vero? E quante conversioni sono avvenute in quelle chiese? Quanta Grazia ha alitato sul capo dei fedeli raccolti in preghiera in quei luoghi?


San Vincenzo De Paoli - Matera (Degna sala da concerto? Peccato per il Crocifisso inquietante!)

 A quanto pare le domande essenziali sono eluse dalla C.E.I. che continua a proporre un modello di architettura sacra passato e passatista, misoneista se per nuovo intendiamo anche il recupero di stili architettonici tradizionali ossia al di là del presente e del passato. E questa architettura viene intesa solo quale ambito di ricerca funzionale, sociale, storica e quasi mai viene messa in relazione con la fede. Ricordiamo: le grandi cattedrali del passato, ma anche le piccole chiese di campagna del XIX secolo nascono dalla fede. Mentre è evidente che gli edifici proposti dalla C.E.I. sono testimonianze di una decadenza della fede se non di un suo totale abbandono. E sono esempi di un'architettura sacra che vuol seguire i movimenti della "ricerca" architettonica, dell'evoluzione tecnica e compositiva e non la stabilità della fede, dello spazio sacro, e del rapporto fra uomo e Creatore, fra adorante e Adorato.

 Per questa ragione ho deciso, di comune accordo con alcuni architetti che da anni sono impegnati nel recupero di un'architettura sacra in stretta relazione con la fede, di lanciare una rubrica settimanale dal titolo "Una chiesa a settimana". Una rubrica che non vi mostrerà chiese orribili o deformi con l'intento di erudirvi sull'evoluzione dell'edilizia di culto in Italia, ma chiese belle e nate dalla fede in anni recenti con l'unico obiettivo di offrire alla Chiesa uno stimolo per il risveglio della fede attraverso l'arte e l'architettura sacra.

 Concludo riprendendo le parole recentemente pronunciate dal Santo Padre a Friburgo: "La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace."

 P.s.: Notaterete che sul sito della rubrica il "banner" realizzato dall'ufficio di Mons. Russo mostra la famosa chiesa di Le Corbusier a Firminy-Vert. Si tratta di una pseudo-chiesa della quale il sottoscritto ha scoperto la matrice "astronomica" connessa al culto mitraico: vedi qui e qui.

http://fidesetforma.blogspot.com/2011/09/la-cei-lancia-una-chiesa-al-mese.html
 

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