ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 novembre 2011

I pesi e le misure


23 novembre 2011 -
Non è sempre facile comprendere su quali priorità basi la propria azione il governo centrale del Vaticano.
Nelle scorse ore ha mostrato una mano ruvida con il cardinale Bernard Law. Ex arcivescovo di Boston, negli anni Ottanta ascoltato promotore delle istanze cattoliche all’interno dell’Amministrazione Reagan, costretto dal 2004 all’esilio romano perché accusato di aver coperto i preti pedofili nell’ambito di una campagna di linciaggio personale, pochi giorni dopo il compimento del suo ottantesimo compleanno (il 4 novembre) è stato sostituto all’arcipretura di Santa Maria Maggiore dove aveva trovato rifugio per così dire apostolico.
Beninteso, è naturale che chi compie ottant’anni lasci ogni incarico. Ma i modi sono sostanza.
Di eccezioni ce ne sono state parecchie, non ultima quella che ha riguardato il diretto predecessore di Law nella stessa basilica romana: il cardinale Carlo Furno rimase arciprete fino a pochi mesi prima di compiere ottantatré anni.
Law, invece, è stato dimesso immediatamente, senza che nemmeno la sala stampa vaticana abbia comunicato, come avviene per tutti senza eccezioni, l’avvenuta accettazione delle sue dimissioni da parte del Papa.
E’ stato dimesso nonostante egli abbia più volte manifestato il desiderio di restare al proprio posto, anche per ragioni logistiche: via da Santa Maria Maggiore sarà costretto a un ulteriore esilio, si dice in Gran Bretagna.
Nel 2004 fu Stanislaw Dziwisz, segretario di Wojtyla, a imporre il suo nome per un incarico romano. Dziwisz, a differenza dell’attuale dirigenza vaticana, era alieno dalla linea della “tolleranza zero” verso chi è accusato di aver coperto casi di pedofilia nel clero. Fu Dziwisz che spinse anche per inserire Law come membro delle principali congregazioni vaticane (sette su nove, una in più del segretario di stato Tarcisio Bertone).
Particolarmente frettoloso nell’archiviare l’“incomdo” cardinale Law, il Vaticano è più accorto nel trattare altri dossier, magari anche più imbarazzanti. Su tutti quello relativo al San Raffaele. I buchi finanziari che hanno fatto gigante la sanità dottrinalmente assai discutibile dell’indagato don Luigi Verzé, la Santa sede se li carica senza tentennamenti sulle proprie spalle, pensando che il faustismo non sia un peccato contro la fede e la ragione.

Pubblicato sul Foglio mercoledì 23 novembre 2011


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