“Gesù Cristo” ti chiede il contatto facebook. Poi scopri che è un demente
una specie di riflessione sulle vane parole
e sul secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano
Su facebook capita che “Gesù Cristo” ti chieda il contatto. Poi scopri che è solo un demente. Il dovere di essere cattolici “adulti”, cioè seri. Ciò che è buono per Maria de Filippi non lo è sempre per Maria di Nazareth. Quando Gesù disse “siate come bambini”, non intendeva dire deficienti. Se le ossessioni para-religiose sono solo para-noia. Un devozionista spinto mi fa l’esorcismo maggiore di Leone XIII: online. Pregando, chiudetevi nella vostra stanza, invece di esibirvi
Ma soprattutto sono vane parole. Una continua sfida al più dimenticato dei comandamenti: Non nominare il nome di Dio invano. La cosa che balza all’occhio a chi ha un minimo di senso critico, è che si ha a che fare con gente che ha scoperto in età adulta la fede, e che ha dovuto fare un po’ da sé, arrangiarsi da sola alla meno peggio, entro i limiti della capacità di compresione di ognuno. In mancanza di un clero che si occupasse della loro educazione religiosa (dal momento che ci vorrebbe poi anche chi alla stessa cosa educasse il clero, prima d’improvvisarsi educatore esso stesso). E con lo zelo bislacco dei neoconvertiti in basso, fra i più semplici, magari ex teledipendenti o ancora tali, credono che aver fede significhi mostrarne in eccesso, esagerare con questi infantilismi; mutuati, in mancanza di meglio, dalla tv delle lacrime a comando e dei sentimenti artificiali. Qualcuno crede, in buona fede, che le stesse dinamiche valide per Maria de Filippi valgano anche per Maria di Nazareth. Credono ingenuamente che manifestare fede agli altri e a se stessi sia non badare a spese, sovrabbondare nello sperperare i nomi, le immagini, i pensieri, le azioni più sante e venerabili. Fino a fare l’abitudine a questo scialacquare le cose della fede. Credono, in buona fede (forse), che ripetere “Ave Maria”, “Dio è misericordioso” et similia centinaia di volte nella giornata sul web corrisponda a combattere la buona battaglia, a rendere lode a Dio. Mentre invece si pecca soltanto contro il Secondo Comandamento. “Non chiunque dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli”, ammonisce Gesù sulle pagine di Matteo.
di Antonio Margheriti Mastino
SU FACEBOOK CAPITA CHE “GESÙ CRISTO” TI CHIEDA IL CONTATTO. POI SCOPRI CHE È UN DEMENTE
Prendiamo i gruppi facebook, che sono alla portata di tutti noi ormai. Chi milita da cattolico anche su questo social network, sa una cosa: sarà subissato di richieste di amicizia da parte di gente che non si presenta a bussare alla tua porta virtuale con nome, cognome, città, tendenze sessuali e tanto di foto avatar; bensì mascherata con dolciastre foto di gesùemarie e con nomi tipo “Amici fraterni di Gesù Misericordioso”, “Discepoli di Gesù divina misericordia”, “Apostoli innamorati del rosario” “Maria Vergine di Medgiugorje” e gli immancabili (da due secoli) “Ammiratori dell’uomo Gesù”. Va da sé che di lì a poco sarà proprio “Gesù Cristo” (per interposta persona) a chiederti il contatto facebook. Pazienza se poi scopri che è solo un demente: e dire che l’avevi sospettato! E si va avanti così all’infinito con questa irritante processione carnevalesca di “santi” e “divinità” online che ti vogliono costi quel che costi sul loro profilo. Carnevalate seriose (non… serie) e bizzochesche che, francamente, dopo un po’ risultano disgustose. Oltre che moleste.
Anche perchè alle richieste di amicizia con persone in carne e ossa, sebbene mascherate da madonne e gesucristi, fanno seguito centinaia di pressanti inviti a iscriversi a gruppi facebook che suonano la stessa musica. I nomi di queste migliaia di gruppi li sapete: Adoratori perpetui del Santissimo Sacramento, Amici di mamma Evolo, Amiamo il cuore sanguinante di Gesù, Rosario tutto il giorno, Quelli che non sopportano l’alleluja delle lampadine, Maria Dolcissima Madre dell’Umanità, Preghiamo notte e giorno la Madonna, Fan Apparizioni di Medgiugorje, Quelli che si sono commossi quando è morto Giovanni Paolo II, Sostenitori dell‘Esorcismo per tutti… e bla bla bla. E via con cuoricini, “abbraccissimi”, tvb, “DioTiBenedica” pure se hai scritto che ti allontani solo un attimo per andare al cesso; e poi fiumi di Viva Maria e Padre Pio e avemarie. E sei fortunato se non ti capita uno di questi, come a me di recente è capitato, che ti fa un esorcismo online che dura 8 ore, tramite decine di messaggi di posta, solo perchè ho scritto questi articoli su questo sito.
IL DOVERE DI ESSERE CATTOLICI “ADULTI”. CIOÈ SERI
È quasi sempre gente adulta questa qua; ma che, in tutta onestà, spesso ti chiedi se per caso non sia composta da persone in stato di minorità, ferme allo stato preadolescenziale. Soltanto che invece di infoiarsi per le case di Barbie e i pokemon, sostituendo semplicemente l’oggetto, si infoiano per madonnine plastificate, santini melensi, cristini cotonati, adorazioni fasulle, frasettine da cartone animato, salamelecchi vari. Sembra tutto un rimedio alla solitudine e alla noia, per non dire alla nevrosi e a un certo deserto sentimentale: una regressione psicologica in ogni caso. Cattolici “adulti” non è un termine abusivo, se non è usato nell’accezione dei traviati cattocomunisti come laBindi e Prodi: è dovere del seguace di Cristo esserlo. E non significa “sono maggiorenne e non ho bisogno di tutori in Vaticano”; bensì ci ricorda l’inderogabile obbligo di essere dinanzi a Cristo e agli uomini, persone serie. Rettamente inteso, il termine cattolico “adulto”, questo significherebbe: serietà. E responsabilità. E decoro. E contegno.
Certe volte accetti per sfinimento le pressanti richieste di queste centinaia di soggetti da devozionismo online. Ed è la fine della tua pace. Praticamente, passano tutta la giornata a postare robetta sdolcinata, orante, apocalittica; migliaia di presunti “messaggi” della Madonna di Medgiugorie applicati a qualche evento e di altre madonne ovunque disperse; frasi devozionistiche a migliaia estrapolate qua e là; ma la precedenza assoluta va a dichiarazioni “diaboliche” in esorcismi vari e “rivelazioni divine” private varie ed eventuali fatte a un qualche aspirante “santo” in qualche luogo in un qualche tempo. Tutto buttato lì senza senso, discernimento, requie. Te la infilano ovunque, in ogni bacheca, posta, orifizio, finchè non ti viene un rigetto rancoroso. Pattume para-religioso online a quintali ogni giorno catapultato sull’incolpevole cattolico che cerca nel web di dare un contributo serio, magari di spiegare qualcosa della fede e della malafede a qualcuno che può essere interessato. E che invece rischia di restare invischiato da questi qui, che davvero ti fan correre il pericolo di renderti ridicolo agli occhi dello scettico, del giovane incredulo ma in ricerca, il quale poi va a finire che immagina che la religione cattolica è quella roba lì: roba degna di compatimento, fideismo un po’ delirante, e da scansare con uno stracco sbadiglio. Magari con fastidio. O paura.
CIÒ CHE È BUONO PER MARIA DE FILIPPI NON LO È SEMPRE PER MARIA DI NAZARETH
Ma soprattutto sono, quelle, vane parole. Una continua sfida al più dimenticato dei comandamenti: Non nominare il nome di Dio invano. La cosa che balza all’occhio a chi ha un minimo di senso critico, è che si ha a che fare con gente che ha scoperto in età adulta la fede, e che ha dovuto fare un po’ da sé, arrangiarsi da sola alla meno peggio, entro i limiti della capacità di compresione di ognuno . In mancanza di un clero che si occupasse della loro educazione religiosa (dal momento che ci vorrebbe poi anche chi alla stessa cosa educasse il clero, prima d’improvvisarsi educatore esso stesso). E con lo zelo bislacco dei neoconvertiti in basso, fra i più semplici, magari ex teledipendenti o ancora tali, credono che aver fede significhi mostrarne in eccesso, esagerare con questi infantilismi; mutuati, in mancanza di meglio, dalla tv delle lacrime a comando e dei sentimenti artificiali. Qualcuno crede, in buona fede, che le stesse dinamiche valide per Maria de Filippi valgano anche per Maria di Nazareth. Credono ingenuamente che manifestare fede agli altri e a se stessi sia non badare a spese, sovrabbondare nello sperperare i nomi, le immagini, i pensieri, le azioni più sante e venerabili. Fino a fare l’abitudine a questo scialacquare le cose della fede. Credono, in buona fede (forse), che ripetere “Ave Maria”, “Dio è misericordioso” et similia centinaia di volte nella giornata sul web corrisponda a combattere la buona battaglia, a rendere lode a Dio. Mentre invece si pecca soltanto contro il Secondo Comandamento. “Non chiunque dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli”, ammonisce Gesù sulle pagine di Matteo.
A me capita ogni giorno, sul profilo facebook Redazione PapalePapale, che mi si apra la chat, dove in deliranti chattate di gruppo, beghine e begoni, dicono una specie di rosario. Rosario che corrisponde non a quello classico, ma a un pot-pourri di loro invenzione, brevettato a secondo dell’ispirazione sentimentalistica e poeticante del momento, a casaccio. Il quale procede all’incirca così nei sui botta e risposta: “AveMaria piena di grazia (3 cuoricini); Gesù Fratello TVB (10 bacetti);Maria Santissima mamma dolcissima nostra il Signore Gesù Misericordioso è con te (20 punti esclamativi); Dolce Gesù ti amoooooo prega per tutti questi amici… Ciaooooo…. vi voglio bene a tutti… abbraccissimi (6 smile 5 cuoricini); Satana ti odio, la Madonna di Medgiugorie di schiaccia la testa, in nome di Dio, Ave Maria piena di grazia il Signore Dio onnipotente e con te e con tutti i suoi figli” (5 faccine incazzate, 5 faccine sorridenti, 10 cuoricini)”… E così 24 ore su 24 questo carrozzone carnevalesco, che ha qualcosa di manicomiale, procede e non si ferma mai: e dubiti veramente della loro non dico sanità mentale, ma sicuramente della maturità, intellettuale, morale e religiosa.
QUANDO GESÙ DISSE “SIATE COME BAMBINI”, NON INTENDEVA DIRE DEFICIENTI
Davvero crediamo che l’essere “come bambini” che il Cristo intendeva, significa gareggiare quanto a dabbenaggine e puerilità, con i bambini dell’asilo un po’ tardi quando non proprio con i ritardati maggiorenni? Evidentemente non si conoscono bene i bambini: i quali, in genere, sono persone serie, pratiche e vanno dritti al nocciolo delle questioni che gli interessano. Queste sono americanate da battisti negri che cadono in deliquio e in trans danzante al suono di una trombetta. Io mi faccio meraviglia che mariti, genitori che vedono mogli e figli giocare in modo tanto stolido con le cose della fede, non si decidano per il bene loro, dei congiunti e il tutto ad majorem Dei gloriam, a sfilarsi la cinghia facendoli rinsavire a cinghiate. Ad ammonirli a non degradare in modo tanto squallido il Suo Nome, flagellarli per purificarli delle innumerevoli volte che il Nome Santissimo è stato mortificato pronunciandolo vanamente. Sarà per questo che sono ancora single e senza figli…
Nel Siracide è scritto: “Figli, osservate l’educazione della bocca, chi l’osserva non si perderà… Non abituare la bocca al giuramento, non abituarti a nominare il nome del Santo… Come uno schiavo interrogato di continuo non sarà senza lividure, così chi giura e ha sempre in bocca Dio non sarà esente da peccato” (Sir. 23; 7,9 e 10)
SE LE OSSESSIONI PARA-RELIGIOSE SONO SOLO PARA-NOIA
E non vi dico poi i messaggi di posta, che intasano tutta la casella facebook e la mail. I quali messaggi hanno tutti la stessa caratteristica: una parvenza di appuntamento online di preghiera, da 1 a 5 testi “rivelati” estrapolati da qualche “entità divina”; testo disordinatissimo, sconnesso, pieno di errori di battitura e grammaticali; la maggioranza delle parole scritte in maiuscolo accompagnando ogni frase da 1 a 5-6 punti esclamativi; ammonimento semi-apocalittico; ogni frase inframmezzata dall’intercalare di mozziconi di preghiere (che prevederebbero che chi legge recitasse il resto) imploranti e declamatorie; quasi sempre spezzoni di esorcismo; testo interminabile, illeggibile, che se alla fine riesci a leggerlo ti rendi conto che han fatto tanto rumor per nulla, perchè nulla dicono. Al massimo l’invito per una Ave Maria ad una tale ora. E talora manco quella. Era giusto per blaterare, profetare, molestare il prossimo con pretesti para-religiosi, che poi sono l’altra faccia della para-noia, stante il fatto che in molti casi è palese la natura ossessivo-compulsiva di tali fenomeni. Specie quando cercano di diffondere il culto forsennato degli esorcismi a prescindere, per tutti e a tutti i costi, vedendo, naturalmente, demoni ovunque. Gli affetti da esorcistite acuta in questo ambiente di nuova “religiosità” fervente e logorroica online è diffusissimo: l’Esorciccio di cinematografica memoria, al confronto, è fior di rigore teologico. Il che non è solo un segnale patologico: significa che c’è una disordinata ma enorme richiesta di sacro e di mistero, di soprannaturale che abbondantemente supera la stitica, esangue e svogliata, quando non scettica offerta del clero. Clero che dopo il Concilio ha creduto di dover allevare intellettuali della Magna Grecia de noantri, invece che fedeli. E infatti vedi che la gente ha sempre più bisogno della stessa cura di sempre: un raggio del cielo, una spinta istintiva verso la santità. Aspirazione che se è ben educata e indirizzata, significa davvero fare su questa terra la volontà del Padre. Come non accorgersi che questi fedeli, pur in modo confuso, ripropongo con una alla fine commovente fai-da-te elementi che demonio solo sa perchè ad un certo punto Roma ha espulso dal culto: la passione per l’eucarestia, per la confessione, per la devozione, per le evitazioni rituali, per san Michele Arcangelo, la presenza reale di Cristo e pure del demonio, gli esorcismi, il soprannaturale, l’inferno, il marianesimo? Ma da quell’orecchio il clero non ci sente più: vogliono educare cittadini, non anime. E siccome non hanno la vocazione per la politica, falliscono nell’uno e nell’altro ambito, autocondannandosi al fallimento umano e totale, all’irrilevanza. All’inutilità sociale, proprio a causa della sociologite.
UN DEVOZIONISTA SPINTO MI FA L’ESORCISMO MAGGIORE DI LEONE XIII. ONLINE
Un prevalere di diavoli, sovrabbondanza di autosuggestioni esorcistiche, superstizioni, devozionismi fuori controllo, paure ed esagerazioni religiose. Mi viene da pensare a quel che ha scritto Messori concludendo un suo pensiero, come sempre acuto, sull’apparente contraddizione di una società che presumevamo “secolarizzata” (a forza) e che poi si dimostra nei fatti all’estremo opposto: “Col loro ritornello che credevamo ironico (“Tremate, le streghe son tornate”), le femministe non sapevano di annunciare una realtà della società postcristiana. Così come lo fu in quella precristiana: dove Dio muore, rispunta la paura del diavolo; dove il prete batte in ritirata, riecco lo stregone; dove la fede scompare, irrompe la supestizione. È una lezione costante della storia”.
Ciliegina sulla torta, vado a guardare il profilo internet di uno dei più esagitati di questi soggetti afflitti da manie religiose, un tal Giovanni P., uno che guida pure un piccolo movimento politico di indole moralistica, buonista e va da sè forcaiola alla Di Pietro, tipo… “Movimento degli onesti”. Che poi sarebbe quello stesso che mi ha fatto online (pur da laico) l’esorcismo maggiore di Leone XIIIreputandomi indemoniato, dal momento che avevo scritto (come in altri termini lo stesso pontefice aveva stabilito) di “strappare la bandiera della pace”, perchè Dio era venuto a portare la “spada” (della Verità). E leggo trasalendo della enorme confusione che hanno in testa, e, di riflesso, capisco che nessuno li segue questi nuovi cattolici selvatici, nessuno li “pettina”, dal momento che i preti si occupano di tutt’altro; e talora i bazzicamenti, per supplire a queste mancanze, fra i carismatici fanno peggio invece che meglio. Ebbene, dicevo, vado sul profilo di Giovanni P., questo “cattolicissimo” tale sino al devozionismo più spinto, sino al grottesco, e leggo che fra 30 (e dico trenta!) “Personaggi che ispirano Giovanni”, ci sono questi: Lorenzo Milani, Gandhi, Martin Luther King, La Pira, Dossetti, Primo Mazzolari, nientemeno che l’antitesi più perfetta del cattolicesimo Piero Calamandrei, Aldo Capitini, Camara, Ernesto Balducci, De Gasperi… e non potevano mancare Madre Teresa, papa Giovanni e san Francesco (nell’accezione new age ed ecologista, e tutto sommato anticattolica, naturalmente). Uno così, cosa ha in testa? I pupazzi ci ha. Prima mi pratica l’esorcismo, poi invoca per sé i peggiori “demoni” che abitarono la terra (e non parlo degli ultimi tre). Senza contare che si dichiara pure “fedele seguace” di Benedetto XVI. Poche idee, ma tutte belle confuse.
PREGANDO, CHIUDETEVI NELLA VOSTRA STANZA, INVECE DI ESIBIRVI
Ma concludo questa riflessione sul devozionismo online, con un ultimo particolare. Il vizio che questi signori -e signore soprattutto- hanno di citare qualsiasi cosa un minimo sacra o anche un semplice nome sacro, facendolo precedere e seguire da un rosario catastrofico di aggettivi, sostantivi, superlativi, titoli, oltre alle solite maiuscole ed esclamativi a volontà. Un acquazzone tropicale di parole vuote e vane, che cascano dal cielo come un castigo divino più che come una manna. Vi faccio un esempio soltanto. Uno di questi, per mostrare la foto di un dipinto della Madonna e invitare alla devozione collettiva, così l’ha presentata: “Una VENERABILISSIMA Santissima IMMAGINE e icona della Dolce MADRE DI DIO ONNIPOTENTE NOSTRO SIGNORE, Madre della Chiesa gloriosa e SANTISSIMA!, MARIA SANTISSIMA VERGINE!!, IMMACOLATA E PURISSIMA!!! Alla quale devotissimamente e umilissimamente ci prostriamo, implorando il suo Santissimo CUORE IMMACOLATO, e il CUORE TRAFITTO del suo dilettissimo misericordioso FIGLIO Nostro Signore GESù!!!!…”. Che c’è da aggiungere?
Se per un verso ricalca un certo clericalismo ampolloso, edificante al ribasso e di meschina enfasi d’altri tempi, per l’altro verso è anche e semplicemente un fenomeno di modernissima minchioneria. Dove si scarica sulle parole il valore che dovrebbero avere i fatti; sulla sovrabbondanza di superfluo sguaiato, la carenza di sostanza. La fede e la preghiera, la venerazione e l’adorazione delle cose venerabili e adorabili, non sono fatte solo di parole, di nomi pronunciati: la preghiera e la fede sono anche il sapere delle cose, accettare delle cose, fare delle cose. Tacerne molte altre. Non solo dire dire dire, a ndo-cojo-cojo. “Non chi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli, ma ci fa la volontà del padre mio”, ricordate?…
Eppure, al capitolo 6 del vangelo di Matteo leggo altre parole che non lasciano dubbi su come la pensasse Gesù circa elemosine e digiuni, ma specialmente sulla preghiera; capitolo che questi sfoggiatori logorroici e grafomani di devozionismo ossessivo-compulsivo online dovrebbero sapere a memoria: “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu, invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecare parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perchè il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancora prima che gliele chiediate”.
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