ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 luglio 2012

I lupi (CIA) travestiti da agnelli e i finti pastori nostrani


[Text: Italiano, English]
(a cura Redazione "Il sismografo")
1. La Siria sta vivendo la crisi più drammatica della sua storia. La scelta della soluzione militare, che non tiene conto delle richieste della rivolta di libertà e di dignità del popolo siriano,  ha portato alla diffusione della violenza, alla perdita di troppe vite umane e a distruzioni generalizzate.
2. Riuniti a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, noi appartenenti a diversi gruppi dell’opposizione democratica siriana, attiva sia all’interno che all'esterno del Paese, rivolgiamo questo Appello al popolo siriano, a tutte le parti coinvolte e alla Comunità internazionale.3. Siamo diversi per opinioni ed esperienze. Abbiamo lottato e lottiamo per la libertà, la dignità, la democrazia, i diritti umani e per costruire una Siria democratica, civile, sicura per tutti, senza paura e senza oppressione. Amiamo la Siria. Sappiamo che la Siria, luogo di convivenza di religioni e popoli diversi, corre oggi un rischio mortale che incrina l’unità del popolo, i suoi diritti e la sovranità dello Stato.
4. Non siamo neutrali. Siamo parte del popolo siriano che soffre per l’oppressione della dittatura e la sua corruzione Siamo fermamente contrari a qualsiasi discriminazione su base confessionale o etnica, da qualunque parte venga. Siamo per una Siria di uguali nella cittadinanza. Vogliamo che la Siria in futuro sia patria per tutti, capace di  rispettare la vita e la dignità umana, nella giustizia.
5. La soluzione militare tiene in ostaggio il popolo siriano e non offre una soluzione politica in grado di accogliere le sue aspirazioni profonde. La violenza porta a credere che non c’è alternativa alle armi. Ma le vittime, i martiri, i feriti, i detenuti, gli scomparsi, i rapiti, la massa di rifugiati interni e i profughi all'estero, ci chiedono di assumere la responsabilità di fermare questa spirale di violenza. Ci impegniamo a sostenere tutte le forme di lotta politica pacifica e di resistenza civile, e di favorire una nuova fase di incontri e conferenze all’interno del Paese.
6. Non è troppo tardi per salvare il nostro Paese!  Pur riconoscendo  il diritto dei cittadini alla legittima difesa, ribadiamo che le armi non sono la soluzione.  Occorre rifiutare la violenza e lo scivolamento verso la guerra civile perché mettono  a rischio lo Stato, l'identità e la sovranità nazionale.
7. Occorre, oggi più che mai, un’uscita politica dalla drammatica situazione in cui ci troviamo. È il modo migliore per difendere gli ideali e realizzare gli obiettivi di chi mette a rischio la propria vita per la libertà e la dignità. Invitiamo i nostri concittadini dell’Esercito Siriano Libero, e tutti quelli che portano le armi, a partecipare a un processo politico per giungere a una Siria pacifica, sicura e democratica.
8. Non possiamo accettare che la Siria si trasformi in un teatro di scontri regionali e internazionali. Crediamo che la Comunità internazionale abbia la forza e le capacità necessarie per trovare un consenso che sia base di un'uscita politica dall'attuale drammatica crisi, basata sull'imposizione del cessate il fuoco, il ritiro degli apparati militari, la liberazione dei detenuti e dei rapiti, il ritorno dei profughi, gli aiuti di emergenza alle vittime, un vero negoziato globale senza esclusioni, che sarà completato da una vera riconciliazione nazionale basata sulla giustizia.
9. Chiediamo che l'ONU sia l'unico soggetto internazionale ritenuto responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari per sostenere i siriani in difficoltà sia in patria che all’estero.
10.  Ci rivolgiamo con questo Appello a tutti i Siriani e in particolar modo ai giovani: il nostro futuro lo costruiremo con le nostre mani. Insieme possiamo costruire una Siria democratica, civile, pacificata, pluralista. Ci rivolgiamo a tutte e a tutti coloro che lottano per il cambiamento democratico in Siria, a qualunque parte essi appartengano: per porre in essere un dialogo e un coordinamento tra di noi  che avvii rapidamente la Siria ad una fase transitoria verso la democrazia, sulla base del patto nazionale comune.
11. Ringraziamo la Comunità di Sant’Egidio per il lavoro e il sostegno nella ricerca di una soluzione per la crisi nazionale siriana, e le chiediamo di  continuare ad accompagnare gli sforzi e il lavoro che ci aspettano.
Roma, Sant’Egidio, 26 luglio 2012

Appeal for Syria from Rome
“With our will, we decide out destiny. With our hands, we build our future”

 

1.    Syria is experiencing the most dramatic crisis in its history. The option for a military solution, which does not take into account the revolt’s calls for the freedom and dignity of the Syrian people, has led to the spread of violence, the loss of too many human lives and generalized destruction.
2.    Gathered in Rome at the Community of Sant’Egidio, we who belong to various groups of the Syrian democratic opposition, active both inside and outside the country, address this appeal to the Syrian people, to all sides involved and to the international community.
3.    We have different opinions and experiences. We have struggled and continue to struggle for freedom, dignity, democracy, human rights and to construct a Syria that is democratic, civil and safe for all, without fear and without oppression. We love Syria. We know that Syria, a place where different religions and peoples have coexisted peacefully, today runs a deadly risk that threatens the unity of its people, their rights and the sovereignty of the state.
4.    We are not neutral. We are part of the Syrian people, which is suffering because of the oppression of a dictatorship and its corruption. We are firmly opposed to any discrimination based on religious confession or ethnicity, from whatever side it comes. We are in favour of a Syria of equals sharing citizenship. We desire to see a Syria that is a homeland for all, able to respect life and human dignity in justice.
5.    The military solution is holding the Syrian people hostage and does not offer a political solution capable of responding to the people’s deepest aspirations. Violence leads people to think that there is no alternative to the use of weapons. But the victims, the martyrs, the injured, the detained, the disappeared, the kidnapped, the mass of refugees inside and outside the country, call on us to take the responsibility to stop the spiral of violence. We commit ourselves to supporting all forms of peaceful political struggle and civil resistance and to promote a new phase of meetings and conferences inside the country.
6.    It is not too late to save our country! While recognizing the right of citizens to legitimate defence, we repeat: Weapons are not the solution. We must reject violence and the slip into a civil war because that places at risk the state, and our national identity and sovereignty.
7.    Today more than ever we need a political exit from the  dramatic situation in which we find ourselves. It is the best way to defend our ideals and to obtain the objectives of those who are putting their very lives at risk for liberty and dignity. We invite our fellow citizens in the Free Syrian Army and all those bearing arms, to participate in a political process to establish a peaceful, secure and democratic Syria.
8.    We cannot accept Syria being transformed into a theatre of regional and international conflict. We believe the international community has the strength and the necessary ability to find a consensus that would be the basis of a political solution to the current dramatic crisis, based on the imposition of a ceasefire, the withdrawal of the military, the release of detainees and the kidnapped, the return of refugees, emergency assistance for the victims, a real global negotiation that excludes no one and a process that would be completed with real national reconciliation based on justice.
9.    We ask that the United Nations be the only international body responsible for coordinating humanitarian assistance to Syrians in difficulty, both within the country and outside it.
10.     With this appeal, we address all Syrians, particularly the youth: We will build our future with our hands. Together let us build a democratic, civil, peaceful and pluralistic Syria. We appeal to all those who struggle for democratic change in Syria, no matter what group they belong to: Let us begin a dialogue and a coordination effort what would rapidly move Syria to a transition phase toward democracy on the basis of a common national pact. 
11.    We thank the Community of Sant’Egidio for its work and support in seeking a solution to Syria’s national crisis and we ask them to continue to accompany the efforts and the work that awaits us.
Roma, Sant’Egidio, 26 July 2012
 


Elenco firmatari
ABDUSALAM AHMAD
ABDULAZIZ ALKHAYER
SAMIR AITA
RAJAA ALNASER
RIAD DRAR
MICHEL KILO
SADA HAMZEH
FATEH JAMOUS
ANAS JOUDEH
AYHAM HADDAD
FAEK HWAJEH
HAYTHAM  MANNA
AMAL NASER
ALI RAHMOUN
RIM TURKMANI
FAIEZ SARA
UGAB ABOU SUEDE

PER UNA SOLUZIONE POLITICA DELLA CRISI SIRIANA
Sant’Egidio, 26 luglio 2012
Partecipanti
NCB ( National Coordination Body)
HAYTHAM  MANNA
ABDULAZIZ ALKHAYER
RAJAA ALNASER
DEMOCRATIC FORUM
FAIEZ SARA
MICHEL KILO
SAMIR AITA
WATAN Coalition
FAEK HWAJEH
DEMOCRATIC ISLAMIC GROUP
RIAD DRAR
Syrian Trade Union/ Women Syrian Activist
AMAL NASER
MAA Movement  (Together)
ALI RAHMOUN
COALITION FOR PEACEFUL CHANGE
FATEH JAMOUS
BUILDING SYRIAN STATE
ANAS JOUDEH
RIM TURKMANI
WEST KURDISTAN  Assembly
ABDUSALAM AHMAD
NATIONAL BLOC
AYHAM HADDAD
HORAN RENCONTRES (FOR CITYZENSHIP)
UGAB ABOU SUEDE
SADA HAMZEH

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.