ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 1 settembre 2012

A porta inferi



“Sui morti niente, se non bene”. Si diceva così, e vorrei essere fedele a questo detto. Non dire niente. Ma poichè tutti dentro e fuori la Chiesa si sbracciano per incensare un uomo che ha combattuto di continuo la Chiesa, la sua dottrina, e la sua morale (Humanae vitae), mi limito a ricordare la proficua collaborazione tra Martini e Ignazio Marino, alfiere “cattolico” di aborto, ricerca occisiva sulle embrionali, liberalizzazione delle droghe, eccetera.
E penso tra me e me che qualcuno avrebbe dovuto farlo firmare a Martini, un preambolo sulla sua adesione alla fede cattolica; che, per lui, un cattolico dovrebbe solo pregare “con timore e tremore”. Gli elogi post mortem, tanto più a chi non li merita, non servono a nulla per la salvezza dell’anima…
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/09/un-requiem-per-martini/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-requiem-per-martini

E' morto il modernista Cardinale Martini, uno dei fautori dello sfascio concilare si è presentato davanti al Signore per rendere conto del Suo operato anticattolico... 







I compagni di merenda modernista, Martini e Ratzinger...
IL RELATIVISMO ETICO DEL CARD. MARTINI

"Siccome credo nella vita eterna, su quella temporale, fisica, di questa terra, posso transigere, sfumare, variare a seconda dei tempi, della storia, delle culture, e alla fine il nascere e moriresono misteri sui quali ciascuno può e deve giudicare secondo la propria sensibilità. Contro un'etica non negoziabile della vita, dal concepimento alla morte naturale, c’è il relativismo cristiano della libertà che decide" (Card. Carlo Maria Martini).


"Io ritengo che la famiglia vada difesa perchè è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell'educazione dei figli. Però non è male che, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli".(Card. Carlo Maria Martini).

Preghiamo che per lui ci sia almeno il purgatorio...

Il cardinale Martini nel ricordo di Bagnasco, Scola e Paglia


2012-08-31 Radio Vaticana
“Con la morte del cardinal Carlo Maria Martini scompare un Pastore solerte e intelligente, che con sapienza ispirata alla Parola di Dio ha retto la Chiesa Ambrosiana attraverso un lungo e difficile periodo storico”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, raggiunto dalla notizia della morte del card. Carlo Maria Martini. “Egli – continua il porporato - è divenuto così un educatore affidabile per tante generazioni che sono state da lui condotte all’incontro con Dio. La sua presenza all’interno della Conferenza Episcopale Italiana è sempre stata apprezzata, così come il suo servizio in seno alle Conferenze Episcopali d’Europa. Mentre esprimo al Card. Scola le più vive condoglianze da parte della Chiesa italiana, mi unisco alla preghiera che sale a Dio per l’anima eletta del Cardinal Carlo Maria Martini”.
Grande commozione per la scomparsa del cardinale Martini nella diocesi di Milano. Giovedì sera, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, aveva invitato tutti i fedeli della Diocesi a pregare per il porporato in segno di affetto e di vicinanza. Ma ascoltiamo il cardinale Scola al microfono di Luca Collodi: 
R. - Abbiamo appreso la notizia mentre eravamo riuniti come Consiglio episcopale, e insieme, ci siamo raccolti in preghiera. Adesso, abbiamo invitato tutta la diocesi, le famiglie, le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni e i movimenti, ad intensificare la preghiera di gratitudine per la grande personalità del cardinal Martini e per il suo lungo ministero a Milano. Mi auguro che tutti noi possiamo vivere con fede questo momento di passaggio del cardinal Martini, testimone di una vita offerta e donata a Dio secondo una varietà di forme: intellettuale, grande biblista, rettore di università e pastore. Personalmente, ho avuto la possibilità di un ultimo lungo colloquio con lui sabato scorso, da cui ho ricavato sostegno e aiuto per questo delicato ministero. Sono certo che ora il cardinal Martini accompagna dall’alto la Chiesa milanese e tutti gli abitanti di questa nostra grande arcidiocesi.D. - Molti ricordano il cardinale Martini per la sua volontà di aprire ad un rapporto fiducioso con il mondo moderno ..R. - Certamente. Questo è stato uno degli aspetti che ha contraddistinto il suo ministero milanese e di cui tutti gli daranno atto; tutti i mondi -milanese- e non solo gliene daranno atto.
D. - Tra l’altro è stato uno dei primi ad aprire al dialogo anche con atei ed agnostici…R. - È vero. Perché la proposta di Gesù Cristo è sempre, di nuovo, rivolta a tutti. Il cardinale ha ripreso una grande tradizione con una sua peculiare sensibilità.
Tristezza mista a gratitudine: sono i sentimenti con i quali la Comunità di Sant’Egidio, in un comunicato, ricorda il cardinale Martini, la sua grande testimonianza di pastore e il suo amore per la Parola di Dio. La profonda conoscenza delle Scritture, da lui predicate negli anni Settanta nelle periferie di Roma insieme a Sant’Egidio quando era rettore della Università Gregoriana, il suo amore per i deboli e per i poveri, la sua passione per la pace e il dialogo, condivisi in tanti anni di amicizia, restano per tutti come preziosa eredità della sua passione evangelica per la Chiesa e per il nostro tempo. Al microfono di Francesca Sabatinelli, il ricordo di mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, e assistente spirituale della Comunità di Sant’Egidio: 
R. – Il mio ricordo è quello di un uomo di Dio, di un uomo appassionato del Vangelo, e di un uomo che voleva portare il Signore accanto, anzi, nel cuore della gente. Io lo ricordo quando, allora giovane rettore del Biblico, diceva: ”Io parlo molto di evangelizzazione, ma faccio poco con i poveri. Io vorrei spendere almeno mezza giornata della settimana con i più poveri”. Questa affermazione poi divenne realtà. E lui trascorreva ogni giovedì pomeriggio con un anziano che era a Trastevere, lavando i piatti, pulendo per terra, andando a fargli la spesa. Ecco, questo Vangelo che arrivava attraverso i credenti nel cuore dei più deboli, dei più poveri, è uno dei segni più belli che ricordo del cardinale Martini, che poi ha vissuto tutto questo in maniera straordinaria divenendo arcivescovo di Milano.
D. - La commozione per la morte del cardinale Martini è stata condivisa da credenti e non ..
R. - Sì. Il cardinale Martini era un prete che aveva l’ideale di Paolo VI, cioè una Chiesa che sapesse parlare di Dio e del Vangelo all’uomo di questo tempo. Questo è stato il grande impegno del cardinale: cercare di dire il Vangelo di sempre con un linguaggio che l’uomo di oggi avesse potuto comprendere, perché la Parola di Dio deve entrare nelle parole degli uomini per fermentare. Ecco perché oggi piangono in tanti, credenti e non, la scomparsa di questo grande testimone. Pensiamo quando le Brigate Rosse consegnarono a lui un arsenale di armi, ecco, noi possiamo capire quanto c’è bisogno di uomini di questa caratura, di credenti con questa passione, con questa straordinaria intelligenza pastorale. Martini resta indubbiamente un grande maestro, e vorrei dire anche un grande italiano e, aggiungo, un grande europeo. Ricordo ancora con estrema nettezza quando, soprattutto da Milano in poi, lui credeva che l’Europa doveva conservare e proclamare con ancor maggiore forza il messaggio cristiano al mondo. E oggi, mentre il mondo sembra frantumarsi, l’Europa indebolirsi, il messaggio del cardinale Martini è come consegnato alle nostre mani, perché noi, a nostra volta, continuiamo lo sforzo, l’impegno, che lui non ha mai lesinato lungo tutta la sua vita, compreso il tempo della malattia.
D. - Il percorso del cardinale Martini si è intrecciato molte volte con quello della comunità di Sant’Egidio, soprattutto per quanto riguarda la promozione del dialogo tra le religioni ..
R. - Sì. L’incontro del cardinale Martini con la comunità di Sant’Egidio risale al 1974, quando lui, ricordo, teso a vivere la Chiesa secondo le immagini degli Atti degli Apostoli, voleva stare vicino ai poveri. Tutte le domeniche andava a celebrare la Messa in un locale, una ex pizzeria, con questa piccola comunità di Sant’Egidio, nei quartieri della Roma di allora, i quartieri di periferia. E poi, man mano, il legame con la comunità si è via via allargato con la vita stessa della comunità: gli incontri con gli altri credenti a partire dagli ebrei, dagli ortodossi ai protestanti, ma poi anche con il mondo islamico e anche con i non credenti, già negli anni ’80. In questo senso, la comunità perde un grande amico che comunque continuerà ovviamente a ispirare le migliaia di persone che già in questa vita hanno avuto in lui un punto di riferimento.
Ultimo aggiornamento: 1 settembre 2012

La morte del cardinale Martini. Il Papa: insigne pastore e caro fratello, ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa


2012-08-31 Radio Vaticana
Cordoglio nella Chiesa, ma non solo, per la scomparsa del cardinale Carlo Maria Martini, spentosi nel pomeriggio di ieri presso l’Aloisianum, istituto dei Gesuiti a Gallarate, in provincia di Varese: il porporato, malato da tempo di Parkinson, aveva 85 anni. “Pensando con affetto a questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa - scrive il Papa in un telegramma al cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola - ricordo con gratitudine la sua intensa opera apostolica profusa quale zelante religioso figlio spirituale di Sant’Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato rettore della Pontificia Università Gregoriana e del Pontificio Istituto Biblico, e quindi come solerte e saggio” arcivescovo di Milano. Benedetto XVI sottolinea anche il “competente e fervido servizio” reso da questo “insigne pastore” alla Parola di Dio, “aprendo sempre più alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura, specialmente attraverso la promozione della Lectio divina”. Nel messaggio il Papa ricorda quindi la lunga infermità del cardinale Martini, da lui vissuta “con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del Signore”.
In un suo messaggio il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone rileva che il cardinale Martini “ha testimoniato e insegnato il primato della vita spirituale e al tempo stesso l’ascolto attento dell’uomo nelle sue diverse condizioni esistenziali e sociali”. Tra i tanti i messaggi di cordoglio, anche quello del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano che definisce la scomparsa del cardinale Martini “una dolorosa, grave perdita non solo per la Chiesa e per il mondo cattolico ma per l'Italia”. "Nella metropoli lombarda – afferma il capo di Stato - ha lasciato l'impronta profonda della sua attività pastorale così ispirata e socialmente sensibile”. "Personalmente – conclude - conservo incancellabile il ricordo dei numerosi incontri e colloqui che ebbi con lui, nella sede della diocesi milanese, da Presidente della Camera e ancor più, da Ministro dell'Interno, soprattutto sui temi dell'immigrazione. Ne trassi ogni volta illuminate e concrete suggestioni''.
I funerali del cardinale Martini saranno celebrati lunedì 3 settembre alle 16.00 nel Duomo di Milano. Oggi la salma sarà esposta in Duomo a partire dalle 12.00.
Ultimo aggiornamento: 1 settembre 2012


Padre Lombardi: il cardinale Martini, un grande evangelizzatore


2012-09-01 Radio Vaticana
Sulla figura del cardinale Martini la nota del direttore della Sala Stampa vaticana, il padre gesuita Federico Lombardi: 
La morte del cardinale Carlo Maria Martini è un evento che suscita grande emozione ben aldilà dei confini della pur vastissima Archidiocesi di Milano, che ha governato per 22 anni. Si tratta infatti di un vescovo che con la sua parola, i suoi numerosi scritti, le sue innovatrici iniziative pastorali ha saputo testimoniare e annunciare efficacemente la fede agli uomini del nostro tempo, guadagnandosi la stima e il rispetto di vicini e lontani, ispirando nell’esercizio del loro ministero tanti confratelli nell’episcopato in molte parti del mondo.
La formazione e la personalità di Martini erano quelle di un gesuita studioso della Sacra Scrittura. La Parola di Dio era il punto di partenza e il fondamento del suo approccio ad ogni aspetto della realtà e di ogni suo intervento, gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola la matrice della sua spiritualità e della sua pedagogia spirituale, del rapporto continuo, diretto e concreto, fra la lettura della Parola di Dio e la vita, del discernimento spirituale e della decisione alla luce del Vangelo.
Fu coraggiosa intuizione di Giovanni Paolo II mettere la ricchezza culturale e spirituale di colui che era stato fino allora uno studioso, Rettore del Biblico e poi della Gregoriana, al servizio del governo pastorale di una delle diocesi più grandi del mondo. Il suo fu uno stile di governo caratteristico. Nel suo recente ultimo piccolo libro – “il Vescovo” – Martini scrive: “Non pensi il vescovo di poter guidare efficacemente la gente a lui affidata con la molteplicità delle prescrizioni e dei decreti, con le proibizioni e i giudizi negativi. Punti invece sulla formazione interiore, sul gusto e sul fascino della Sacra Scrittura, presenti le motivazioni positive del nostro agire secondo il Vangelo. Otterrà così molto di più che non con rigidi richiami all’osservanza delle norme”. E’ un’eredità preziosa, su cui riflettere seriamente quando cerchiamo le vie della “nuova evangelizzazione”.

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