ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 1 giugno 2018

ARCI-vescovi

OMOSESSUALI NEI SEMINARI, L’ABATE FARIA È ALLARMATO. ARCIGAY CONTRO CAMISASCA PERCHÉ È CATTOLICO.

 

Il tema dell’omosessualità emerge con sempre maggiore insistenza nelle cronache religiose. Solo di qualche giorno fa è la polemica sulla veglia presieduta a Reggio Emilia dal vescovo Camisasca, e sul rosario di riparazione recitato davanti all’arcivescovado. E poi le parole del Papa alla Conferenza Episcopale italiana, sull’opportunità di non ammettere persone con tendenze omosessuali nei seminari; e il tentativo di padre James Martin di dire che no, in realtà non lo voleva dire. Sulle parole del Pontefice ospitiamo una riflessione dell’Abate Faria, e ci scusiamo con lui per non averla pubblicata prima: ma le vicende politiche hanno fatto irruzione anche nel tranquillo mondo di Stilum Curiae. E in fondo invece, riportiamo qualche dettaglio e polemica legati alla Veglia; ma polemiche da parte di omosessuali contro Camisasca. Interessanti.

Ecco l’abate Faria:
Oggi un fedele che ha tendenze omosessuali mi ha fatto una domanda: il Papa ha detto che Dio mi ha creato così, allora perché non posso poi entrare in Seminario e diventare prete? Se il mio orientamento è secondo il volere di Dio perché poi non potrei servirlo come prete? Mi ha fatto leggere un passaggio dal sito ottopagine.it: “Papa Francesco si era già pronunciato sui gay («chi sono io per giudicarli»), suscitando sconcerto negli ambienti più conservatori del cattolicesimo. Questa volta sarebbe andato oltre. Juan Carlos Cruz, una delle vittime dei preti pedofili cileni, al termine di un colloquio con il pontefice ha dichiarato: «Francesco mi ha detto: tu sei gay, non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa». Una frase che, se confermata, ribalta completamente il punto di vista cattolico sull’omosessualità. Un’apertura senza precedenti. Anche perché sembra suggerire che l’orientamento sessuale sia stato progettato e donato da Dio. E questo implica anche che Francesco non creda che le persone scelgano di essere gay o lesbiche, come invece sostengono gli ambienti più ortodossi della Chiesa (e non solo)”. Insomma, la solita confusione che viene da parole forse dette, forse no.
Ho spiegato comunque che il fatto che Dio permetta alcune cose, non significa che le approvi. Certo Dio ama tutti, ciò non significa che approva tutto.
Nella Chiesa c’è un problema enorme, che forse è oggi uno dei problemi cardine: la sua fortissima omosessualizzazione. Certo, non tutti i preti omosessuali devono essere cattivi preti, ma questa condizione rende molto difficile il ministero. Ecco perché è giusto quello che il Papa ha detto alla CEI di non ammettere seminaristi con tendenze omosessuali.
Il perché ho cercato di farlo capire al mio fedele, con un articolo in cui il giornalista (Mirko Testa su Zenit nel 2010) intervistava il noto psichiatra cattolico Tonino Cantelmi: “In alcune dichiarazioni a ZENIT lo psicoterapeuta ha puntato il dito, in particolare, contro gli operatori dell’informazione: ‘La confusione che si è fatta nell’equiparare la pedofilia all’omosessualità, secondo me, è stata un po’ tirata da voi giornalisti. Spesso si legge: prete accusato di pedofilia per aver molestato un ragazzino di 13 anni. Ma questa non è pedofilia!”, ha fatto notare. “Sicuramente – ha aggiunto Cantelmi – il Cardinal Bertone si riferiva all’efebofilia, cioè all’attrazione sessuale verso adolescenti, di età quindi compresa tra gli 11 e i 17 anni. E gli abusi commessi da membri del clero riguardano soprattutto minori post-puberali ed hanno come protagonisti persone omosessuali’, ha spiegato ancora”.
Insomma: sono orrendi i crimini contro i minori pre-puberali, ma la piaga enorme è quella dei sacerdoti (spesso con tendenze omosessuali) che praticano l’efebofilia. E se è vero che solo una parte degli omosessuali ha questa tendenza, è anche vero che molti fra loro (con tendenza all’efebofilia) hanno pensato essere il sacerdozio un buon riparo per continuare meglio e indisturbati le loro pratiche. Senza passare in secondo piano comunque i sacerdoti gay che hanno rapporti con adulti con tendenze gay.
Insomma, l’omosessualità nel clero è a livelli oltre l’allarmante.
Abate Faria
Di mons. Camisasca parla Taglio Laser, Voce di Reggio.
“Il Vescovo ci guida alla porta stretta”, si intitola il resoconto che potete trovare a questo contatto. Ci sembra interessante però dare conto dell’intervento del vescovo, e delle reazioni dell’Arcigay.
“Si inserisce il Vescovo Camisasca e cambia tutto. Dopo il canto iniziale, il Vescovo fa un lungo discorso reperibile su Internet.
E’ un testo improntato all’affetto e all’accoglienza, ricco di spunti dottrinali (virgolettati per chiarezza, ma sono brevi riassunti).
«Sostengo l’apostolato Courage. Non sono qui per la sigla LGBT che non mi appartiene, non sono qui per l’aggettivo gay, sono qui per le persone, per costruire ponti tra l’uomo e Gesù; il Vescovo non è il padrone di Cristo, non può cercare un minimo comun denominatore che accontenti tutti».
«Dio è il Dio della vita e della gioia, ma Gesù è anche la porta stretta; la risposta alle grandi domande vocazionali non può venire dalle ideologie del mondo; Gesù non è stato connivente con nessun peccato degli uomini e allo stesso tempo ha definito l’uomo come figlio di Dio».
«Il matrimonio, incontro fecondo tra uomo e donna, è un’espressione particolare dell’amore, che lo rende cellula decisiva della società; nell’amore l’altro non è un oggetto a nostra disposizione, per questo ho parlato di castità».
«Essendo i rapporti tra persone dello stesso sesso preclusi alla nascita della vita, la Chiesa considera tali rapporti disordinati; è una parola dura, ma non sarei serio se non la dicessi; siete chiamati a realizzare la volontaà di Dio nella vostra vita, sapendo che Dio non chiede cose impossibili».
Per Nicolini dell’Arcigay il Vescovo «ha censurato la lettura dei dati sull’omofobia in Italia, ha censurato i passaggi in cui un ragazzo e una ragazza si dicevano felici di aver trovato l’amore, ha eliminato la terza testimonianza, quella di un ragazzo transessuale».
Per me sono stati invece dei tagli molto sapienti: quelle parole avrebbero cozzato completamente con l’annuncio della castità.
Nell’omelia, pur rispettando le letture scelte dagli organizzatori (ha detto “non potevate scegliere di meglio”), il Vescovo le ha interpretate secondo dottrina cattolica e non secondo le logiche LGBT.
Non il percorso: fatiche del deserto > Spirito che libera dalla legge > verità come coming out.
Ma invece il percorso: fatiche del deserto > Spirito che ti porta ad amare più di quanto ti chieda la legge > Verità che è Gesù, la porta stretta.
La reazione LGBT
Nicolini dell’Arcigay ha detto «Quella del Vescovo è stata una enorme ipocrisia. Le sue parole discriminatorie per le persone LGBT hanno ferito tante persone, come la madre di una ragazza transgender che è uscita a metà cerimonia, livida di rabbia e dolore».
Reazione ovvia: Nicolini crede che l’approdo della felicità stia nel coming out e nella pratica omoerotica, il Vescovo crede in Gesù Cristo, e sa che la felicità è nella castità scelta per amore di Gesù.
La veglia, svolgendosi in una chiesa cattolica, andava guidata decisamente verso la porta stretta, e il Vescovo l’ha fatto”.
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/06/01/omosessuali-nei-seminari-labate-faria-e-allarmato-arcigay-contro-camisasca-perche-e-cattolico/


"Reti gay sovversive nella Chiesa"


Il rinomato psicologo olandese Gerard van den Aardweg ha avvisato che una "omo-tirannia" è su di noi.

Parlando al Forum per la Vita di Roma(19 maggio), Aardweg ha spiegato che l'omosessualità è nevrotica, solo sesso e un mondo rude da non augurare nemmeno al proprio nemico:

“Non credete alla propaganda di un nobile, fedele, amorevole 'matrimonio' gay per devoti Cattolici. Si tratta di un trucco per vendere l'accettazione del sesso omosessuale."

Aardweg ha anche notato che la propaganda gay è ripresa anche in documenti della Chiesa. Fin dagli anni '70, documenti vaticani includono la fatidica propaganda gay di "nato così".

Inoltre, egli critica la "retorica della compassione" e la "melodrammatica rappresentazione delle persone omosessuali come vittime innocenti di discriminazione" nel Catechismo della Chiesa Cattolica: "Questa eccessiva drammatizzazione è grano per il mulino della propaganda gay".

Il passo finale di quello che chiama uno "stile lamentoso" è quello di "creare un'atmosfera in cui l'obiezione alle pratiche omosessuali inizi ad essere sentita come non cristiana."

Aardweg fa notare che almeno dagli anni '50 una percentuale spropositatamente alta di seminaristi e sacerdoti sono omosessuali.

Ancora: “Ci sono state reti gay sovversive nella Chiesa, anche ad alti livelli, per normalizzare l'omosessualità".

Foto: Gerard van den Aardweg, © Steve Jalsevac / LifeSiteNews, #newsWbcblqbidq
https://gloria.tv/article/kCeuDygkF7vs1att43KLyrXtU


Ideologia gay: papa Francesco e Hillary Clinton d'accordo

Il commentatore americano Patrick Buchanan ha notato su TheWandererPress.com che la posizione di papa Francesco sulla omosessualità è vicina a quella di Hillary Clinton.

Secondo Buchanan, Francesco sottintende che quanto i Cattolici hanno osservato per secoli come verità morale fosse sbagliato, o che la verità morale si sia evoluta e debba essere conformata alla modernità.

“Questo è relativismo morale: la Verità cambia col tempo."

Ma rimane la questione, per Buchanan, se siamo ascesi ad un livello morale superiore o se abbiamo scaricato la verità sostituendola con i principi di un'ideologia "che può essere politicamente e culturalmente in ascesa, ma che è radicata in nient'altro che affermazioni e bugie senza basi".

Foto: © Mazur, catholicnews.org.uk, CC BY-NC-ND#newsUriwuamxtq

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