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sabato 1 settembre 2012

CARDINALE MARTINI: MA NON E' SUICIDIO PER LA CHIESA ?

DI FEDERICO MENCONI
ilribelle.com

E nessuno lo nota?
Il Cardinal Martini, prima di entrare in fase terminale, avrebbe, legittimamente, rifiutato qualsiasi accanimento terapeutico ma con scarsa coerenza avrebbe anche rifiutato l’alimentazione artificiale (come riporta AdnKronos) che, secondo le posizioni vaticane più volte ribadite in casi che hanno spaccato l’opinione pubblica (Englaro: alimentazione forzata, incosciente; Welby: alimentazione forzata, cosciente, non poté avere il funerale cattolico) non è un trattamento medico e pertanto la sua interruzione sarebbe una forma di eutanasia.



Conformemente al cattolico concetto che la vita non appartiene all’uomo ma a dio*, la conseguente posizione vaticana, espressa in un articolo dell’Osservatore Romano del luglio 2010, è che “smettere di idratare o nutrire un paziente in stato vegetativo non è evitare un accanimento terapeutico, ma praticare una forma di eutanasia mediante l'omissione di ciò che andrebbe fatto per mantenere il paziente in vita”. Stando, quindi, al contenuto della posizione della Chiesa cattolica, il Cardinal Martini avrebbe scelto l’eutanasia: “il fatto che a scegliere tale opzione sia il paziente stesso non cambia la sostanza; se infatti la sospensione di un mezzo di sostegno vitale porta come conseguenza l'abbreviare la vita di un malato, il termine da utilizzare, più coerentemente, sarebbe quello di eutanasia”. Concetto sul quale lo stesso Cardinal Martini, nel suo ultimo libero, si dichiarava non del tutto contrario.**
Se l’interruzione dell’alimentazione artificiale è eutanasia, ricordiamo cosa dice il catechismo ufficiale della Chiesa Cattolica a riguardo: “Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile. Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un’uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere”. (Qui)
L’eutanasia col consenso del paziente, inoltre, seguendo la logica di questa impostazione dottrinale, può tranquillamente essere assimilata al suicidio assistito, è quindi strano come i vertici vaticani, sempre così solerti in questi casi, non abbiano fermamente condannato la decisione del Cardinal Martini. Decisone che noi non intendiamo affatto criticare e umanamente comprendiamo, beninteso: quello che è meno tollerabile è l’atteggiamento incoerente della Chiesa, sempre che il catechismo ufficiale non sia cambiato nelle ultime ore e dio abbia cambiato opinione negli ultimi due anni.  Altra cosa da sottolineare: il silenzio dei principali media su questa evidente contraddizione.
Federico Menconi
Fonte: www.ilribelle.com
Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2012/8/31/cardinal-martini-ma-non-e-suicidio-per-la-chiesa.html
31.08.2012

* “Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel'ha donata. Egli ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.” Catechismo della Chiesa Cattolica.

**"In particolare - aggiungeva Martini -  non può essere trascurata la volontà del malato". E continuava: "non si può mai approvare il gesto di chi induce la morte di altri, in particolare se si tratta di un medico. E tuttavia non me la sentirei di condannare le persone che compiono un simile gesto su richiesta di un ammalato ridotto agli estremi e per puro sentimento di altruismo, come pure quelli che in condizioni fisiche e psichiche disastrose lo chiedono per sè".




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martini rullo special

5 commenti:

  1. L'alimentazione e l'idratazione forzata devono per la legge italiana, essere effettuati da medici e/o da personale paramedico(Infermiere professionale con laurea triennale).
    Sono quindi atti medici e di conseguenza inevitabilmente terapeutici.
    Altro è il discorso di un paziente capace di deglutire che rifiuta acqua e cibo,considerando poi che nei momenti di dolore, a tutto si pensi tranne che magiare e bere.
    Non penso che la Tradizione che amiamo,debba a tutti i costi completamente essre aliena dai tempi attuali.

    Ruben

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  2. L'atto medico/infermieristico consiste solo nell'applicazione del sondino naso gastrico, non nell'idratazione che può avvenire per via orale o sottocutanea, o venosa, anche con semplice applicazione di fleboclisi, e non sono terapie farmacolgiche, come non sono terapie il cibo e l'acqua.
    il loro rifiuto porta ad un esito inevitabile, che è quello descritto.
    La beata Teresa Neuman non bevve e non si cibò per trent'anni, cibandosi di sola Eucarestia.

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  3. Ho detto:

    "Sono quindi atti medici e di conseguenza inevitabilmente terapeutici."

    Anche la "fisioterapia" non è farmacologica e va fatta da personale paramedico laureato, sappiamo quanto sia diventata utile con l'allungarsi della vita umana, al quale contribuisce, ma nessuno ti obbliga a farla.

    Il cibo e l'acqua sono terapie e come: vedi acque termali e moderna dietologia.

    Ruben





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    1. Se il cibo e l'acqua sono terapie, che ticket si paga?

      Cibo e acqua non sono terapie, ma beni essenziali, fondamentali, datici gratuitamente dal buon Dio.
      Altrimenti la vita sarebbe una malattia?

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  4. LA MORTE DEL CARD. MARTINI. NECESSITA’ DI CHIAREZZA - di Piero Nicola


    Potrebbe sembrare poco caritatevole parlare del modo di morire per un’anima appena spirata. Tuttavia il modo di questo trapasso riguarda piuttosto coloro che vi hanno contribuito e il dibattito suscitato.

    La televisione ha mostrato un signore – non so se fosse un gesuita o un medico – che ha assistito il cardinal Carlo Maria Martini nelle sue ultime ore terrene. L’interpellato ha detto che il morente aveva rifiutato l’accanimento terapeutico. In linea di massima, nulla da eccepire. Ma ha aggiunto che, visto il sopraggiungere della dipartita inevitabile, essendo il moribondo ancora cosciente, si è provveduto alla sedazione sino a morte avvenuta.

    La questione – e di questione si tratta – è certamente delicata. Tuttavia sussiste il dubbio che la sedazione abbia provocato la morte, ossia l’uccisione. Chi di dovere aveva l’obbligo di chiarire che così non è stato, che non ci fu l’intenzione, né nella volontà dell’infermo né dei suoi assistenti, di praticare questa forma di eutanasia. L’omissione, almeno verso il pubblico, invece ha avuto il suo esito, la confusione, ancora una volta, è stata seminata. Successive smentite lascerebbero il tempo che trovano. Tanto più che il defunto espresse giudizi almeno indulgenti sia riguardo al caso Piergiorgio Welby che al caso Eluana Englaro. Vedi il suo articolo del 2007 su La Stampa “Io, Welby e la morte”.

    Tutti i giornali ricordano, poi, il suo ultimo libro-intervista Credere e conoscere (Einaudi 2012), scritto con Ignazio Marino, senatore pd, dove questi chiede: “Non sarebbe ragionevole avviare con senso di urgenza una discussione seria […] per trovare un equilibrio tra il mondo della scienza [agnostica, confinata nella fisica] e le differenti sensibilità [sic!] etiche e religiose [che comprendono la metafisica, i.e. la Rivelazione] superando con onestà intellettuale gli atteggiamenti dogmatici?” Con ciò, si tocca il dogma, sia pure ambiguamente.

    Quanto al Cardinale, ivi egli cita il processo a Galileo Galilei per accusare la Chiesa di essere stata chiusa di fronte agli “inevitabili cambiamenti legati al processo della scienza e della tecnica”. E qui troviamo discredito larvatamente gettato sulla Madre e Maestra infallibile nell’interpretazione dogmatica della Bibbia e nell’insegnamento dogmatico.

    Il sito Paxchristi ha potuto scrivere che il cardinale ha manifestato “posizioni di apertura […] sulle unioni omosessuali, che […] se stabili, potrebbero sottoscrivere un patto civile riconosciuto dallo Stato”. Sempre a proposito di Credere e conoscere si osserva: “Prevale comunque in questo libro l’attenzione alla persona, alla sua realtà, spesso dolorosa, come appare nelle considerazioni sul fine vita, sempre con grande umana comprensione, soprattutto di fronte a sofferenze che diventano insopportabili”.

    Sicché l’uomo potrebbe arrogarsi la parte di Dio, nel giudicare il limite di sopportazione e la negatività delle sofferenze in rapporto alla salvezza dell’anima. Ma costoro di anima, di salvezza, di destino ultraterreno, di Conforti religiosi, di Viatico, insomma del fatto essenziale, si guardano bene dal parlare, attenendosi a un sentimentale umanitarismo.

    Intanto, il coro dei progressisti loda la scelta, vi inneggia, facendo supporre lo scandalo. Una scelta di rifiutare il sondino di alimentazione, che, con ogni probabilità, avrebbe prolungato la vita, come la prolungò a Giovanni Paolo II; una scelta almeno discutibile, e certamente cara a coloro che vedono nel suicidio la soluzione alle sofferenze insopportabili. Sono di questo sentimento molti sedicenti cattolici, immemori della divina promessa di non permettere sofferenze insopportabili. Ma ciò si comprende meglio data la loro fede nella scienza, nei processi naturali da essa contemplati e dai quali Dio viene rigorosamente escluso.
    http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1788:la-morte-del-card-martini-necessita-di-chiarezza-di-piero-nicola&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123

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