ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 7 settembre 2012

Onore e gloria a Mons. Williamson


Articolo di di Dom Tomás de Aquino, Priore del monastero benedettino della Santa Croce, a Nova Friburgo, Brasile, pubblicato il 3 settembre 2012 sul sito del monastero





Mons. Richard Williamson e Dom Tomás de Aquino
in una recente visita del vescovo in Brasile

In questo momento così drammatico per la vita della Chiesa, mentre la fede è così gravemente minacciata, una voce episcopale si leva e conferma i fedeli nella fede del loro battesimo.
Di chi è questa voce, se non del vescovo perseguitato, diffamato, accusato di ribellione, ecc., ecc., ecc.? E perché è perseguitato, calunniato, accusato? Proprio perché difende la fede, e questo crimine è imperdonabile per il mondo moderno.

Il mondo moderno accetta tutto, accetta perfino la Tradizione, a condizione che la Tradizione accetti il mondo moderno. Il mondo moderno è un solvente molto concentrato. Esso accetta tutto ciò che si può dissolvere, tranne l’indissolubile fede cattolica, tranne la fede integrale, tranne la dottrina cattolica integrale, pura e immacolata, ed è essa che è giuoco in questo momento drammatico per la Tradizione.
Divideremo la fede come propose Salomone alle due donne che si contendevano un bambino? 
La Roma modernista dice: “Sì, dividiamo la fede, facciamo un accordo. Perché no?”.
Monsignor Williamson dice: “No, non possumus”; e noi siamo con lui: “No, non possumus!”.
Come San Pietro disse ai farisei, anche noi diciamo: “Non possiamo smettere di predicare in nome di Nostro Signore Gesù Cristo! Giudicate se è meglio obbedire a Dio che agli uomini”.
Nel caso del giudizio di Salomone, è il bambino che deve vivere. Nel nostro caso, non è il bambino, ma la madre, la nostra Santa Madre Chiesa.
Dividerla per darne un pezzo ai modernisti e un altro ai tradizionalisti? Mai!

Per tutte queste ragioni noi diciamo e proclamiamo: “Onore a gloria a Monsignor Williamson e a tutti i sacerdoti che difendono la fede senza compromessi contro i nemici della fede cattolica”.

Alcuni potrebbero sentirsi offesi per il semplice fatto che si parla di nemici in questa battaglia terribile. Se questo fosse il tuo caso, caro lettore, ricorda che la Chiesa qui in terra si chiama militante, poiché, come dice il Catechismo del Concilio di Trento, lotta contro tre nemici crudeli, che sono il demonio, il mondo e la carne. E ricorda anche la preghiera: “Per il segno della Santa Croce, dai nostri nemici, liberaci, o Signore, Dio nostro.”. E ricorda anche ciò che diceva San Pio X, la cui festa celebriamo oggi: “I nemici della Chiesa, oggi si trovano nelle stesse vene della Chiesa”.

Questi nemici si trovano a Roma, per disgrazia, in questa Roma che vuole giungere ad un accordo con la Tradizione, cioè in questa Roma modernista che chiede di fare un patto con la Roma eterna.
A quale scopo? 
Anche se non si sa quale sia l’intenzione del cuore di Benedetto XVI, non è difficile prevedere come andrà a finire tutto questo se si arriverà a concludere un accordo (i cui frutti amari si stanno già assaggiando, ancor prima che lo si firmi).
Il frutto che già si sta assaporando è il silenzio della Tradizione, ma come diceva San Gregorio Magno: “La Chiesa preferisce morire piuttosto che tacere”. Ella, la vera Madre, non tacerà, non farà quest’accordo vergognoso, continuerà a parlare, a predicare e ad operare per la salvezza dei suoi figli.
È ciò che fanno i sacerdoti coraggiosi, e quello che sta facendo Mons. Williamson. Per questo diciamo: “Onore e gloria a Mons. Williamson, successore degli Apostoli e confessore della fede”.

Onore e gloria al vescovo che ha amministrato 99 cresime in otto giorni e pronunciata la sua parola apostolica 15 volte rivolto a gruppi diversi che insieme fanno più di 300 persone, in questo vasto Brasile evangelizzato dai Portoghesi e ora da un vescovo di quella che era una volta l’“isola dei santi”.

Il nostro monastero della Santa Croce e i fedeli di Rio de Janeiro, Salvador, Vitoria, Campo Grande (dove un ritardo nei trasporti ha impedito la partenza di Mons. Williamson), Maringá e Nova Friburgo, ringraziano la sollecitudine di questo vero figlio di Mons. Lefebvre, fedele ai suoi insegnamenti, che è venuto a confermarci, non solo con il sacramento, ma anche con la sua profonda conoscenza della dottrina rivelata, degli errori moderni e dei rimedi contro i mali odierni, tra i quali brilla in modo particolare il Santo Rosario, che Mons. Williamson ci raccomanda di recitare integralmente tutti i giorni.

Che la Vergine Santissima ci ottenga la grazia di vegliare e di pregare per non cadere nella tentazione degli accordi e per vincere il serpente infernale che vuole distruggere la Tradizione.


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